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Sabato 7 ottobre, giorno dell’attacco del gruppo terroristico di Hamas a Israele, lui si trovava proprio in territorio israeliano.
Afshin Javid, fosse stato lo stesso di anni prima, avrebbe potuto essere tra i sostenitori di quell’assalto senza precedenti. Era un soldato di Hezbollah una volta, totalmente votato alla causa, radicalmente convinto della giustizia e della bontà del progetto di annientare gli ebrei, certo che la sua fede islamica fosse l’unica degna.
Adolf Hitler? Un uomo in gamba che semplicemente non è riuscito a finire il lavoro. Questo è quello che lui stesso pensava e che ha raccontato in diverse testimonianze, in un libro autobiografico pubblicato nel 2010 e recentemente all’emittente CBNNews: «Stavo andando negli Stati Uniti per convertire i cristiani all’Islam, e all’epoca avevo 30 passaporti illegali. Sono stato arrestato e messo in prigione in Malesia. Ero un musulmano devoto che non solo pregava le preghiere, ma leggevo il Corano una volta ogni dieci giorni da copertina a copertina. Quindi sono stato molto devoto nel mio tempo in prigione», ha detto Javid.
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