Mag 08 2014

CHI AMA DAVVERO LA LIBERTÀ DIFENDE SEMPRE IL DIRITTO ALLA SECESSIONE

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di REDAZIONE

 

Proponiamo in ANTEPRIMA per L’Indipendenza la traduzione integrale in italiano dell’articolo Secession di Walter E. Block, professore di economia alla Loyola University di New Orleans, senior fellow del Ludwig von Mises Institute, saggista libertario nel campo delle relazioni tra economia, etica, ecologia e religione, è autore di numerose pubblicazioni, articoli, e libri tra cui Difendere l’indifendibile(Traduzione di Luca Fusari)

 

Il diritto alla libera associazione è una implicazione di fondamentale importanza dei diritti di proprietà privata (sul piano fisico materiale e sul nostro corpo). Poiché se non siamo in grado di associarci liberamente con gli altri su una base reciprocamente volontaria, i nostri diritti di proprietà sono in tale misura abrogati.

 

La più grave denigrazione ai diritti di proprietà delle persone, e quindi alla libera associazione, è ovviamente l’omicidio. Nessuno favorisce tale comportamento (l’uccisione per legittima difesa è completamente un altro discorso), quindi questo non è affatto opinabile. Un’altra grave violazione del codice libertario di non aggressione contro i non-aggressori e la loro proprietà è la schiavitù (o il sequestro, il quale è schiavitù di breve termine). Anche questo non è opinabile.

 

Tuttavia ci sono molte istituzioni, attualmente favorite da “rispettabili” commentatori di economia politica, che rendono partecipi alla schiavitù in misura maggiore o minore. Tutte le leggi contro la “discriminazione” sono violazioni della libera associazione, poiché costringono due parti, di cui una desiderante non avere nulla a che fare con l’altra, ad interagire nonostante questi desideri.

 

Quando un proprietario di un negozio è costretto a vendere a clienti contro la sua volontà, e non è libero di poter snobbare nessuno di loro su qualsiasi base razziale, sessuale, religiosa, eccetera, da lui scelta, egli è in questo senso uno schiavo. La differenza tra tali leggi e la schiavitù vera e propria è solo una differenza di grado: in ogni caso, l’essenza della questione è che le persone sono costrette ad associarsi con altri contro la loro volontà.

 

Un altro esempio è il sindacalismo coatto. La nostra legislazione del lavoro obbliga i datori a un “patto equo” con coloro che preferirebbero evitare del tutto. Forse la più importante violazione della legge di libera associazione, almeno per ragioni pragmatiche, avviene in campo politico. Questa è fondamentale, perché le altre violazioni (quali le affirmative action, la legislazione sindacale, eccetera) derivano da fonti politiche.

 

Se la libertà di associazione nel regno delle affirmative action è il diritto di poter discriminare, e nel campo del lavoro il diritto di poter assumere un “crumiro”, quando si tratta di ambito politico è il diritto alla secessione. Coloro i quali non sono liberi di secedere sono a tutti gli effetti (o parzialmente) degli schiavi di un re o di una maggioranza tirannica sotto la democrazia.

 

Né la secessione deve essere confusa con il semplice diritto ad emigrare, anche quando è consentito prendere una residenza fuori dal Paese. Secessione è il diritto di restare sulla propria proprietà e di cambiare alleanza con un’altra entità politica, o di aprire un negozio come un soggetto sovrano. Perché mai l’uomo che vuole la secessione da un governo dovrebbe lasciare la sua terra? Sicuramente anche sotto la filosofia degli statalisti viene prima il popolo.

 

Il governo, da un punto di vista libertario miniarchico, è stato istituito dal popolo solo per raggiungere certi fini in funzione del riconoscimento del possesso delle loro proprietà. Vale a dire: lo Stato è una creazione del popolo, non il popolo una creazione dello Stato. Ma se un governo è stato inizialmente invitato a fornire determinati servizi, allora può anche non essere invitato, o invitato a lasciarli, o venirne espulso.

 

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Negare ciò significa affermare che il governo era lì prima che vi fossero tutte le genti. Ma come può essere? Il governo non è un’entità disincarnata composta da creature diverse da quelle umane (anche se forse ci possono essere dei dubbi legittimi su tale aspetto per alcuni); piuttosto è composto da carne e sangue anche se per la maggior parte di gente cattiva.

 

Da questo, la secessione è un diritto umano parte integrante del diritto di libera associazione, come possiamo caratterizzare coloro che si oppongono a questo? E coloro i quali usassero la forza e la violenza, e tutte le altre cose, al fine di costringere i partecipanti riluttanti a partecipare o a continuare a far parte di un soggetto politico con cui non si vuole avere nulla a che fare? Sarebbero dei possessori di schiavi e certamente non dei libertari.

 

Così è a dir poco sorprendente scoprire che ci sono dei commentatori che in realtà si fanno chiamare libertari e che ancora si oppongono al diritto di secessione. Secondo queste persone, per rimanere coerenti con questa loro visione, si dovrebbe logicamente essere costretti, anche, a dare il proprio imprimatur ai sindacati e alla legislazione anti-discriminazione, sicuramente una reductio ad absurdum.

 

Uno dei motivi per cui tali sedicenti libertari si oppongono alla secessione, politicamente parlando al diritto di essere lasciati soli, è che coloro i quali vogliono la secessione potrebbero essere non completamente perfetti sotto vari aspetti. Ad esempio, gli Stati confederati praticavano la schiavitù e questo è certamente incompatibile con il diritto libertario.

 

Supponiamo che tale imbarazzante fatto storico e che questa “curiosa istituzione” fosse stata operativa nel Nord degli Stati Uniti. Dopo tutto, stiamo facendo un esempio filosofico, non uno storico. Mettiamo il caso, che il Nord fosse venuto a confrontarsi con un Sud avente le mani completamente pulite per quanto riguarda la detenzione degli schiavi, o su ogni altra deviazione interessata dal diritto libertario (ad esempio le tariffe, le tasse elevate, eccetera)

 

Cioè immaginiamo che il Nord fosse un’entità totalmente libertaria e il Sud una moralmente cattiva (lo so, lo so, sto solo qui parlando per amor di discussione). Questa premessa sarebbe per il Nord una valida ragione al fine di asservire il Sud, e quindi violarne il suo diritto di libera associazione? Io non la ritengo valida.

 

Se fosse giusto che il Nord tenga il Sud prigioniero contro la sua volontà, ne deriva l’implicazione che l’India non era giustificata dal secedere dall’Inghilterra nel 1948 in quanto la prima praticava il rogo della vedova; che i Paesi africani non erano a priori giustificati dai loro padroni coloniali europei in quanto praticavano le mutilazioni genitali femminili; che non sarebbe stato ammissibile per gli ebrei negli anni ’30 del XX° secolo lasciare la Germania e la giurisdizione dei nazisti in quanto anche loro erano senza dubbio imperfetti in un modo o nell’altro.

 

Passiamo dal regno del macro a quello del micro. Se gruppi di persone imperfette non sono giustificate dal secedere da gruppi di persone perfette, che dire degli individui? Se noi applichiamo rigorosamente il principio in base al quale la secessione confederata è da contrastare a livello individuale, ancora una volta ci imbattiamo in tutta una serie di risultati contro-intuitivi. Ad esempio, il divorzio. Sotto questa “logica” nessun coniuge potrebbe lasciare l’altro se in partenza si fosse meno che perfetti.

 

Nelle parole di Clyde Wilson: «se il diritto di secessione di una parte di una comunità politica è soggetta all’approvazione morale di un’altra, allora non c’è davvero alcun diritto alla secessione». O si ha il diritto di libera associazione e di secessione, oppure non lo si ha. Se la secessione è sempre e ovunque giustificata, qual è allora la giusta risposta libertaria all’esistenza del rogo delle vedove, della schiavitù, delle mutilazioni genitali femminili, eccetera, in altri Paesi (ad esempio, nei territori secessionisti)?

 

Sotto l’anarchismo libertario di libero mercato sarebbe ammissibile che un’agenzia per la difesa privata invadesse la proprietà privata se un reato è lì in corso (se viene commesso un errore a questo proposito, la teoria libertaria della punizione suggerisce che in questo tipo di società anche la polizia possa essere punita dato che non è al di sopra della legge). Se A è in procinto di uccidere B in casa di A, A non può giustamente opporsi all’arrivo della polizia davanti alla sua porta al fine di prevenire questo atto vile.

 

 

 

Analogamente la competizione delle agenzie di difesa in un libero mercato sarebbero potute andare al Sud per liberare gli schiavi, ma una volta che questo fosse stato fatto, visto che non ci sarebbero stati altri crimini, e dato che la punizione era già stata inflitta ai malfattori, questo avrebbe posto fine alla questione. Non ci sarebbe stata alcuna ulteriore interazione. Il Sud (o l’India, nel caso dei roghi di vedove) avrebbero quindi avuto il permesso di andarsene per la loro strada.

 

Sotto un governo libertario limitato, il governo del Nord non avrebbe preso alcun provvedimento per liberare la sovrana Confederazione dalla sua schiavitù (o l’India dai roghi delle vedove). Lo scopo dello Stato in questa filosofia è quello di proteggere i propri cittadini. Comunque a quell’epoca, a livello storicamente accurato, il presupposto fu che la Confederazione non mostrò alcuna intenzione di invadere il Nord, ma semplicemente voleva essere lasciata sola con se stessa, il che avrebbe dovuto porre fine alla questione per quanto riguarda le preoccupazioni del governo nordista.

 

Tuttavia, anche in queste ipotesi, gli abolizionisti individuali sarebbero stati perfettamente liberi, e, anzi, giustificati ad andare per la Confederazione pistole in mano con l’intenzione di liberare il Sud dalla cattiva istituzione della schiavitù. Ma se le cose fossero andate male per loro, non avrebbero potuto correre velocemente indietro, verso il Nord, con la coda tra le gambe nascondendosi dietro la gonna della loro mamma, perché questo avrebbe necessariamente condotto il governo nordista nella mischia. Ciò violerebbe la non-invasione (tranne che per autodifesa) definita dal libertarismo per un governo limitato o miniarchico.

 

Non ci sarebbe stata una “Ricostruzione”, né ci sarebbe alcuna “indivisibilità” degli Stati Uniti d’America. Piuttosto, ci sarebbero ora due Paesi completamente diversi: gli Stati Uniti d’America e la Confederazione. Anche in questo caso, una volta che la schiavitù fosse finita, dato che non c’erano altri crimini in corso, e dato che la punizione era stata inflitta ai malfattori, la questione sarebbe finita lì.

 

Dato il presupposto storicamente accurato che la Confederazione non mostrò alcuna intenzione di invadere il Nord, ma che semplicemente voleva essere lasciata sola con se stessa, ciò avrebbe posto fine alla questione e con essa anche all’interesse del governo nordista.

 

 

 

Fonte: visto su L’Indipendenza del 27 aprile 2014

Link: http://www.lindipendenza.com/block-liberta-difesa-diritto-secessione/

 

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