Don Rino Breoni ha collaborato al periodico VERONA IN, chiuso lo scorso anno dopo 20 anni di vita. Don Rino volle raccogliere gli articoli pubblicati in un libriccino dal titolo “Adagio… non troppo” di cui mi affidò una breve presentazione. Ricordo che dopo averla letta mi chiamò al telefono dicendomi «Te m’é propio centrà!» e questo fu per me motivo di grande soddisfazione perché ci tenevo molto a questo prete. Eccola quella presentazione:
Manoscritto dell’Archivio capitolare di Vercelli (IX secolo) che raffigura il Concilio di Nicea, presieduto da Costantino che condanna gli eretici ariani.
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Costantino “ripudiò” la prima moglie Minervina e non si sa che fine abbia fatto. Uccise suo figlio Crispo e bollì la seconda moglie Fausta nell’olio, o cotta nel bagno turco, non è ancora stato chiarito.
Costantino fu informato dai Sacerdoti del suo tempo che non c’era perdono per i suoi crimini.
Costantino cercò una soluzione per uscirne.
“Intorno all’anno 325,Costantino, l’Imperatore Romano pagano, riunì i vescovi della Cristianità a Nicea, in quello che fu considerato il primo Concilio della Chiesa: è l’atto di nascita della Chiesa Cattolica.
A Nicea, il concilio ecumenico prese delle decisioni importanti come condannare definitivamente Ario e l’arianesimo.
Si stabilì il cosiddetto “Simbolo Niceno”, una formula di fede che, è ancora oggi il principale punto di riferimento dottrinale della Chiesa cattolica.
Il Concilio decretò il trionfo dell’homooùsion, cioè che il Padre e il Figlio sono della stessa sostanza e sono coeterni, la formulazione finale di questo dogma si ritrova nel Credo niceno.
Si occupò e risolse altre questioni disciplinari e canoniche, una buona panoramica dei problemi e delle preoccupazioni pastorali della Chiesa all’inizio del IV secolo.
E così accadde che, dopo mesi di discussioni, il Concilio, talvolta con una maggioranza esigua nelle votazioni, decise quali dei manoscritti fossero la “Parola di Dio” e quali no”, quelli cioè che dovevano essere osservati e conservati validi ed entrare nel canone.
Ecco un elenco di alcuni dei libri non più inseriti nel canone.
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APOCRIFI DELL’ANTICO TESTAMENTO
. I Libri di Adamo ed Eva
La vita di Adamo ed Eva
L’Apocalisse di Mosè
Il Libro Slavo di Eva
Gli Scritti Attribuiti ad Enoch
Il Grande Libro Profetico di Enoch
Il Libro Perduto di Noè
L’Apocalisse di Baruch
La Visione del Paradiso
La Storia di Ahikar
L’Antica Versione Armena
Il Libro Antico Ritrovato
Il libro delle Guerre
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APOCRIFI DEL NUOVO TESTAMENTO
I Vangeli dell’Infanzia di Cristo
Il Protovangelo, o l’Originale Vangelo di Giacomo
Il Vangelo di Tommaso il Dubbioso
Il Vangelo dello Pseudo-Matteo
Il Vangelo Arabo dell’Infanzia
I Vangeli di Nicodemo
Il Vangelo Greco di Nicodemo
Un Vangelo Successivo
Lo Strazio dell’Inferno
Gli Atti di Pilato
Le Lettere di Pilato
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LIBRI MENZIONATI NELLA BIBBIA, MA OGGI PERDUTI.
Anche alcuni brani della Vulgata sono “scomparsi”. Non sono presenti nelle versioni moderne e neppure nelle cosiddette “versioni originali” di cui oggi disponiamo.
13 passi della Bibbia ufficialmente scomparsi 11 Antico Testamento e 2 Nuovo Testamento
Un albero sepolto per 42.000 anni ha offerto agli scienziati una visione senza precedenti del campo magnetico terrestre durante un evento di quasi inversione.
L’antico albero, dissotterrato durante l’espansione dell’impianto geotermico a Ngāwhā, misura 65 piedi di lunghezza e 8 piedi di diametro.
La datazione al radiocarbonio rivela che è vissuto tra 41.000 e 42.500 anni fa, durante un periodo noto come Escursione di Laschamp, quando i poli magnetici della Terra vacillarono ma non si invertirono completamente.
Gli anelli di crescita del kauri hanno preservato una cronologia dettagliata di questo sconvolgimento magnetico, offrendo spunti su come i cambiamenti nel campo magnetico terrestre influenzano il pianeta.
Durante tali eventi, il campo magnetico indebolito consente un aumento delle radiazioni cosmiche, ponendo rischi per la vita e la tecnologia moderna.
1- Non chiamare qualcuno più di due volte di seguito. Se non risponde, probabilmente ha qualcosa di importante da fare.
2- Restituisci i soldi che hai preso in prestito prima ancora che la persona se ne ricordi o li richieda. Questo dimostra integrità e rispetto. Lo stesso vale per ombrelli, penne e contenitori per il pranzo.
3- Non ordinare mai il piatto più costoso quando qualcuno ti offre un pranzo o una cena.
4- Non fare domande imbarazzanti come “Non sei ancora sposato?” o “Non hai figli?” o “Perché non hai comprato una casa?” o “Perché non hai una macchina?” Non sono affari tuoi.
5- Apri sempre la porta a chi arriva dietro di te, indipendentemente dal fatto che sia un uomo o una donna, più grande o più giovane. Trattare bene gli altri in pubblico non ti sminuisce.
6- Se prendi un taxi con un amico e lui paga questa volta, cerca di pagare tu la prossima.
7- Rispetta le opinioni diverse dalle tue. Ricorda che ciò che per te è un 6, per qualcun altro può sembrare un 9. E un secondo punto di vista è sempre utile.
8- Non interrompere mai chi sta parlando. Ascolta fino alla fine, poi esprimi il tuo pensiero.
9- Se scherzi con qualcuno e lui/lei non sembra divertirsi, smetti e non rifarlo. Questo dimostra rispetto e sensibilità.
10- Di’ sempre “grazie” quando qualcuno ti aiuta.
11- Fai complimenti in pubblico, critica in privato.
12- Non c’è quasi mai motivo di commentare il peso di qualcuno. Limìtati a dire: “Stai benissimo”. Se vogliono parlare di perdere peso, lo faranno loro.
13- Quando qualcuno ti mostra una foto sul telefono, non scorrere a destra o a sinistra. Non sai mai cosa potrebbe esserci dopo.
14- Se un collega ti dice che ha un appuntamento dal medico, non chiedere il motivo. Di’ semplicemente: “Spero vada tutto bene”. Non metterlo nella posizione scomoda di dover spiegare la sua salute personale.
15- Tratta chi fa le pulizie con lo stesso rispetto che riservi a un amministratore delegato. Nessuno sarà colpito dalla tua maleducazione verso chi ha un ruolo inferiore, ma tutti noteranno se li tratti con rispetto.
16- Se qualcuno ti parla, guardare il telefono è segno di maleducazione.
17- Non dare mai consigli non richiesti.
18- Quando rivedi qualcuno dopo tanto tempo, evita di chiedere l’età o quanto guadagna, a meno che non sia lui a parlarne.
19- Fatti gli affari tuoi, a meno che la questione non ti riguardi direttamente. Resta fuori dalle situazioni che non ti competono.
20- Togliti gli occhiali da sole quando parli con qualcuno per strada. È un segno di rispetto e il contatto visivo è importante quanto le parole.
21- Non parlare delle tue ricchezze in presenza di chi ha poco. Allo stesso modo, non parlare dei tuoi figli davanti a chi non può averne.
22- Grazie per aver ascoltato
23- Grazie per questo messaggio L’apprezzamento è il modo più semplice per ottenere ciò che non hai ancora.
Il pandoro è un tipico dolce veronese che viene consumato soprattutto durante le festività natalizie, gran sostituto del “milanese” panettone.
È uno dei dolci natalizi più tipici in Italia. Deriva dal nome in lingua veneta“pan de oro” e veniva servito sulle tavole dei ricchi veneziani insieme al nadalin. Le origini della ricetta sono da ricercare ai tempi dell’antica Roma, e se ne fa menzione in uno scritto minore che risale al primo secolo d.C., ai tempi di Plinio il Vecchio, che secondo Michela Becchi cita un cuoco di nome Vergilius Stephanus Senex, che preparò un “panis” con fiori di farina, burro e olio., anche se secondo molti le prime tracce del pandoro risalgono al 1500 nel periodo della Repubblica Veneziana. C’è però chi è convinto che sia l’evoluzione di altri dolci, come il Nadalin, un dessert a forma di stella, oppure il Pane di Vienna, simile ad una brioche.
Nazionale inglese fare il saluto romano insieme a quella tedesca prima di una partita nel 1938.
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Negli anni Trenta, c’erano altrettanti Nazional Socialisti in Gran Bretagna e USA che in Germania.
I partiti apertamente nazisti godevano di ampio supporto popolare, in questa foto ad esempio vediamo la nazionale inglese fare il saluto romano insieme a quella tedesca prima di una partita nel 1938.
La Seconda Guerra Mondiale non fu una guerra fra i popoli di Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti, fu una guerra causata da entità esterne a questi paesi che non potevano tollerare la rottura della Germania dal sistema finanziario internazionale, esattamente come successo con la Libia ed altre nazioni.
Cosma Urgu il Padre della dottrina sociale della Chiesa è stato un Pontefice proveniente da una famiglia dell’antica e ricca aristocrazia, Leone XIII.
Gesù Cristo non ha vissuto da povero, non ha mangiato da povero, non ha vestito da povero e non è stato neppure sepolto da povero.
Le assicuro che si può andare in Paradiso anche con il Mercedes XL e un reddito annuo dichiarato di un milione di euro; chi ha soldi non li ha perché li ha rubati, ma semmai perché se li è saputi guadagnare, semmai lavorando molto duramente.
L’italiano in particolare è molto bravo a dire che “Tizio ha avuto fortuna” perché ammettere “Tizio è stato bravo, creativo e ottimo lavoratore” è cosa che gli brucia, meglio dare merito alla fortuna. Infine, come pastore in cura d’anime, le assicuro, per esperienza, che le persone più cattive e persino malvagie che ho conosciuto non erano dei ricchi ma dei poveri, non pochi dei quali affetti da forme di gelosia e invidia che li portava a provare piacere quando riuscivano a fare del male agli altri.
Così come ho conosciuto persone ricche che nel totale nascondimento si adoperavano a fare opere di bene a bisognosi che poi non sapevano neppure chi ringraziare, perché non volevano si sapesse da dove giungevano gli aiuti. Io stesso sono stato usato più volte da dei benefattori per far avere ad alcune famiglie meritevoli aiuti economici per sostenere gli studi dei figli, senza sapere chi li aiutava.
La povertà non è un valore, né una condizione che rende buoni e che fa meritare il Paradiso, anzi semmai, spesso, la povertà rende proprio cattivi.
La povertà è una condizione dalla quale si deve cercare di far uscire l’essere umano, senza dimenticare che molti sono poveri perché, pur avendo avuto dalla vita varie possibilità, non sono stati però capaci a gestire il lavoro, il danaro e le proprie famiglie.
Esempio: quante persone dedite a vari commerci si sono trovate sul lastrico perché non erano in grado di capire che i primi soldi che entrano sono per gli stipendi dei dipendenti, per il pagamento dei rifornitori e per il pagamento delle tasse?
Quanti si sono trovati col culo per terra perché incapaci a gestire il danaro, perché andavano a comprarsi un’auto di lusso lasciando i dipendenti senza stipendio e i rifornitori da pagare?
No, non è affatto tutto bello e buono, ciò che è povero.
L’Islam ebbe una grande cultura solo quando i suoi Califfi incontrarono la cultura greca, quella egiziana e quella ebraica. Ma questo risale a Averroè e ad Avicenna, cioè a mille anni fa pressappoco. Da allora l’atteggiamento dell’Islam verso la cultura è sempre rimasto quello del famoso Califfo che, quando gli chiesero cosa dovevano fare della grande biblioteca di Alessandria, da lui conquistata, rispose: «Se tutti quei libri dicono ciò che dice il Corano, sono inutili. Se dicono cose diverse, sono dannosi. Nell’un caso e nell’altro, meglio bruciarli». Si dirà: «Altri tempi». No, Khomeini pensa e parla come quel Califfo. L’Islam è una religione di analfabeti, in cui la cultura è monopolio degli Ulema, che sanno solo di Corano e passano la vita a indagarne i misteri (che non ci sono). I musulmani colti sono quelli che escono dalle nostre università.
4 luglio 1980.Indro Montanelli Da «Caro lettore», Rizzoli
Rilievo raffigurante donne arabe coperte dal velo integrale in epoca abbondantemente precedente la comparsa dell’Islam. Palmira, Siria, Tempio di Baal (I secolo)Bassorilievo raffigurante un gruppo di donne arabe, forse in processione, che indossano il velo integrale.
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Benché rintrodotto in Afghanistan nel 20esimo secolo durante il regno di Habibulla (1901-1919), sarebbe bene ricordare alcune rimembranze più o meno storiche e sapendo queste le portatrici di burqa attuali si vestirebbero di sicuro in modo diverso.
Il burqa viene dal culto della dea ASTARTÉ, nella Mesopotamia antica.
PER ONORARE LA DEA DELL’AMORE FISICO, tutte le donne senza eccezione dovevano prostituirsi una volta l’anno nei boschi sacri che circondavano i templi della dea.
Per non essere riconosciute, le donne dell’alta società presero l’abitudine di coprirsi completamente.
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E non dimentichiamo questo: MUSTAFA KEMAL, ATATÜRk. alias KEMALISTA, primo presidente della Turchia moderna, dal 1923 al 1938, aveva trovato il giusto trucco per chiudere la bocca agli integralisti dell’epoca.
Aveva messo fine al porto del burka facendo una legge molto semplice:
con effetto immediato, tutte le donne turche avevano il diritto di vestirsi come loro desideravano.
Tuttavia, TUTTE LE PROSTITUTE DOVEVANO INDOSSARE IL BURKA.
Il giorno dopo non si è più visto un burqa in Turchia.
Nelle catacombe di Priscilla, oltre la prima rappresentazione nella storia della Natività anche quella dell’Adorazione dei Magi.
La più antica rappresentazione della nascita di Cristo si trova in Italia, e precisamente a Roma: risale al III secolo ed è conservata nelle catacombe di Priscilla, lungo la via Salaria.
Si tratta di uno dei cimiteri paleocristiani più grandi ed importanti, con circa 13 chilometri di gallerie sotterranee e una enorme quantità di reperti preziosissimi, dagli affreschi ancora perfettamente conservati ai marmi e alle statue che ornavano le decine di sarcofagi rinvenuti a metà Ottocento. Le catacombe, che prendono il loro nome dalla nobildonna che donò il terreno nel quale vennero scavate a partire dal II secolo, ospitano anche le spoglie di sette papi fra cui Celestino I e Liberio.
Sul soffitto di una delle nicchie è ancora ben visibile uno stucco che raffigura Maria che tiene in braccio Gesù, con accanto un profeta che le indica una stella, simbolo, secondo l’Antico Testamento, della venuta di Cristo in terra.
A rafforzare però l’idea che il tema della nascita di Gesù fosse già fortemente sentito dalle prime comunità cristiane a Roma è la presenza di un altro dipinto che sembrerebbe essere ancora più antico.
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Adorazione dei Magi nelle Catacombe di Priscilla a Roma
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Nella cosiddetta “Cappella Greca” sono immortalate numerose altre scene tratte da Antico e Nuovo Testamento, fra cui l’arrivo dei re Magi al cospetto del nascituro:si parla, in questo caso, di “Adorazione” e non di Natività.
Le infermità dei personaggi storici generalmente restano sempre custodite nel ristretto ambito dei famigliari e dei collaboratori più prossimi, perciò stupisce sapere che Martin Lutero, del suo problema di “evacuazione”, non solo non ne facesse mistero ma addirittura ne parlasse apertamente quasi fosse un vanto. Egli soffriva della stessa infermità di Napoleone ma a differenza di quello, che era obbligato all’azione, svolgendo lui un’attività eminentemente intellettuale risolse il problema trascorrendo gran parte della sua giornata seduto su quello che i tedeschi chiamano Klo, trasformandolo nel suo scrittoio, pensatoio e trono.
L’originalità di mente del Riformatore raggiunse tali vette da far sì che ciò che chiunque avrebbe tenuto discretamente occultato come un accidente da ascrivere alla decenza della sfera privata, in lui si trasformò in argomento di conversazioni conviviali e di pubblico dominio. A tal punto quel gabinetto svolgeva un ruolo determinante nelle sue attività giornaliere e di pensiero che per quattrocentocinquant’anni i suoi studiosi hanno cercato di scoprire dove fosse finito quell’arredo talmente fondamentale da fargli affermare in due discorsi dopo cena che il protestantesimo era nato nella fogna: “Lo Spirito Santo mi ha ispirato questa riforma quando ero sulla cloaca.” .
Spesso salta fuori la storia delle coperte infettate con il vaiolo date dai coloni agli indiani.
Mi è sempre sembrata una logica strampalata: come potevano fare ad infettare le coperte con il vaiolo? Da malati che guarda caso erano a disposizione lì vicino? In un biolaboratorio classe 4 con tute antivirus e respiratori?
Non sarebbe stato più facile sparargli, a quegli indiani?
Il tutto risale ad un singolo libro scritto da Ward L. Churchill, della University of Colorado.
Peccato che il professore sia stato accusato di frode accademica, e di aver distorto gli eventi dell’outbreak di vaiolo che si verificò fra gli indiani del Nord Dakota.
Il libro “A Little Matter of Genocide” ed è l’unico documento che parla di questo contagio la cui storia è diventata poi una leggenda metropolitana dura a morire.
La realtà fu molto più semplice. A monte di dove viveva la tribù venivano trattate pellicce con l’arsenico, ed i residui venivano riversati nel fiume dove a valle l’acqua veniva prelevata,usta e bevuta poi dagli indiani.
I sintomi dall’intossicazione di arsenico sono quasi gli stessi del vaiolo, con dolori muscolari, vomito, diarrea e vistose lEsioni cutanee.
L’arsenico è stato poi utilizzato ampiamente anche in Europa e nel resto degli USA, dove “casualmente” si sono sviluppati focolai di “vaiolo”.
La vecchiaia non è altro che un patto onorevole con la solitudine.
(Gabriel García Márquez)
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Invecchiare è come scalare una grande montagna: man mano che si sale, le forze diminuiscono, ma lo sguardo diventa più libero, la visione più ampia e più serena.
(Ingmar Bergman)
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I primi quarant’anni di vita ci danno il testo; i successivi trenta, il commento.
(Arthur Schopenhauer)
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I vecchi non si fidano dei giovani perché anche loro sono stati giovani.
(William Shakespeare)
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I giovani conoscono le regole, ma i vecchi conoscono le eccezioni.
(Oliver Wendell Holmes)
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Nella nostra gioventù impariamo; nella vecchiaia capiamo.
(Marie von Ebner-Eschenbach)
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La maturità di un uomo si misura nel ritrovare la serenità che provava giocando da bambino.
(Friedrich Nietzsche)
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Un anziano non può fare ciò che fa un giovane, ma può farlo meglio.
(Cicerone)
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Ci vogliono due anni per imparare a parlare e sessanta per imparare a tacere.
(Ernest Hemingway)
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Gli alberi più antichi danno i frutti più dolci.
(Proverbio tedesco)
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Se nella tua famiglia non hai un anziano, adottane uno.
(Proverbio cinese)
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La vecchiaia toglie ciò che crediamo e ci dona ciò che meritiamo.
Per me non c’è destra centro o sinistra, io faccio solo differenza tra verità e menzogna, e quando la verità ti viene imposta per legge o per imperio, allora stai certo: è una menzogna!
Le prove se sono false le sbugiardi subito, se sono vere le puoi solo distruggere
L'ISTRUZIONE PERVERTE LA MENTE
“L'istruzione perverte la mente, poiché ci opponiamo direttamente al suo sviluppo naturale, ottenendo prima le idee e poi le osservazioni. “ “Questo è il motivo per cui così pochi uomini di cultura hanno buon senso come quello che è comune tra gli analfabeti.” Arthur Schopenhauer
IL MIO PAESE
L’importante non è il paese in cui vivi, ma solo se hai la libertà, perché in quel paese non te l’hanno rubata.
LA CASA
La casa è un attributo della personalità e tassare la casa è come tassare l'intelligenza, la bellezza o l'altezza di una persona.
SOCIETA’
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche nella misura in cui essi fruiscono delle stesse
DIRITTO
Riconosco solo le leggi della natura, non quelle scritte da altri uomini alle quali mi riservo il diritto di disobbedire quando in disaccordo
DIRITTO NATURALE ALLA RIBELLIONE
L’ARTICOLO SCOMPARSO DALLA NOSTRA COSTITUZIONE
Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino
GIUSTIZIA
Grido e lotto contro le multinazionali, contro l’informazione controllata e censurata, contro la gestione del potere politico, che diventa la gestione della ricchezza di pochi e della povertà di molti
DIRITTO D’AUTORE E PROPRIETÀ INTELLETTUALE
Noi, per quella decina di anni o poco più, che il Padre Eterno ci lascia su questa terra, siamo il 99,999 periodico il passato e il sapere degli altri, il rimanente, forse, noi, se madre natura è stata generosa, pertanto è ipocrito pretendere e campare diritti autoritari di possesso e proprietà intellettuale.
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CHE IMPORTA SE OGNUNO CERCA LA VERITA’ A SUO MODO?
Dobbiamo riconoscere che tutti i culti hanno un unico fondamento.
Tutti contemplano le stesse stelle, un solo cielo ci è comune, un solo universo ci circonda.
Che importa se ognuno cerca la verità a suo modo? – domandò Simmaco –
Non si può seguire una sola strada per raggiungere un mistero così grande.
(Quinto Aurelio Simmaco, Relatio de ara Victoriae III,10)
RICERCA DELLA FELICITA’
Ognuno è libero di credere in ciò che vuole e in ciò che lo fa stare in pace con se stesso e con l'universo. È l'inestimabile valore della libertà di pensiero. Il problema sorge quando le persone ritengono che le loro conoscenze siano la verità assoluta e vogliono imporre la loro visione delle cose al resto del genere umano.
VENERA DIO SUL TUO CAMMINO
Le religioni tendono ad avere una memoria selettiva e a prendere le distanze dai loro antichi precursori.
Di conseguenza:
“Venera Dio sul tuo cammino.
Qualunque sia la forma in cui si manifesta.
Che sia abbellito con pietre preziose, o rappresentato da una statua di rame.
Una forma ne sostituirà un’altra, come una nuova inondazione segue la precedente”
(Insegnamento per Merekarie)
AMO LA VITA
Il matrimonio gay non reca in se' la vita e il futuro del mondo
Ma e' una scelta di morte
E un modello culturale di morte costruito contro l'origine e il fondamento della stessa vita umana
PENSIERI E PRINCIPI
«Ama il Creatore».
«Ama la terra».
«Lavora gratuitamente».
«Conta su quello che hai e sii povero».
«Ama qualcuno che se non se lo merita».
«Studia molto sia la natura che gli uomini; più sul terreno che sui libri».
«Non pestare sul terreno senza necessità perché uccidi un essere vivente e lavori alla distruzione di tutti i viventi».
«Non progredire, ma vivere».
«Vendere poco e comperare meno».
«Non comperare roba venuta da lontano».
«Non produrre cose che possano essere esportate lontano».
«Non produrre cose che possano essere trasformate in simboli monetari».
«Non prendere soldi in prestito; se hai risparmiato soldi, non prestarli alle banche».
«Non ti fidare del governo di nessun governo».
«Gli Stati non possono distruggere la cultura dei popoli».
«Abbraccia gli essere umani del tuo rapporto con ciascuno di loro riponi la tua speranza politica».
«Evita come un diavolo qualunque sport. Sono drogature dei capitalisti per rubare i soldi ai salariati, e aumentare la degradazione dell’ energia. Anche lo sport è una guerra fatta per impinguare i capitalisti ».
«Riconosco solo le leggi della natura, non quelle scritte da altri uomini alle quali mi riservo il diritto di disobbedire quando in disaccordo».
«Grido e lotto contro le multinazionali, contro l’informazione controllata e censurata, contro la gestione del potere politico, che diventa la gestione della ricchezza di pochi e della povertà di molti».
«Approva nella natura quello che non capisci, e loda quella speranza, perché ciò che l’Uomo non ha razionalizzato non ha distrutto».
«Fai le domande che non hanno risposta».
«Metti l'orecchio vicino alla terra e ascolta i bisbigli delle canzoni future».
«Sorridi, il sorriso è incalcolabile».
«Aspetta la fine del mondo».
«Investi nel millennio».
«Pianta castagnari».
(PENSIERI E PRINCIPI DI DON ALBERTO BENEDETTI)
IL VENETO E’ LA MIA PATRIA
Sebbene esista una Repubblica Italiana, questa espressione astratta non è la mia Patria.
Noi veneti abbiamo girato il mondo, ma la nostra Patria, quella per cui, se ci fosse da combattere, combatteremmo, è soltanto il Veneto.
Quando vedo scritto all'imbocco dei ponti sul Piave fiume sacro alla Patria, mi commuovo, ma non perché penso all'Italia, bensì perché penso al Veneto.
(Goffredo Parise, Il Corriere della Sera, 7 febbraio 1982)
TI CON NU, NU CON TI
Perasto 23 agosto 1797: Giuseppe Viscovich, Capitano di Perasto, deponendo sotto l'altare maggiore della chiesa le insegne di San Marco, alla presenza di tutte le milizie e di tutto il popolo pronunciò, con una notevole intensità, il seguente discorso:
"In sto amaro momento, in sto ultimo sfogo de amor, de fede al Veneto Serenisimo Dominio, al Gonfalon della Serenisima Republica, ne sia de conforto, o citadini, che la nostra condota pasada, che quela de sti ultimi tempi la rende più xusto sto ato fatal, ma virtuoxo, ma doveroso par nu.
Savarà da nu i nostri fioi, e la storia del xorno la farà saver a tuta Europa che Perasto la ga degnamente sostegnudo fin a l'ultimo l’onor del Veneto Gonfalon, onorandolo co sto ato solene e deponendolo bagnà da el nostro universal, amaro pianto.
Sfoghemose, citadini, sfoghemose pur; ma in sti nostri ultimi sentimenti, che i sigilà la nostra gloriosa corsa soto el Serenisimo Veneto Governo, rivolgemose verso sta Insegna che lo rapresenta e su de ela sfoghemo el nostro dolor.
Par 377 ani la nostra fede, el nostro valor, la ga senpre custodia par terra e par mar, par tuto indove che i ne ga ciamà i so nemisi, che li xe stai pur queli dela Religion. Par 377 ani le nostre sostanse, el nostro sangue, le nostre vite, le xe senpre stae par Ti, San Marco; e felicisimi sempre se gavemo reputà, Ti co nu, nu co Ti; e senpre co Ti sul mar nu semo stai ilustri e virtuoxi.
Nisuni co Ti ne ga visto scanpar, nisuni co Ti ne ga visto vinti e spauroxi!
E se sti tenpi prexenti, infelici par inprevidensa, par disension, par arbitrii ilegali, par visi ofendenti la natura e el gius dele xenti no Te gavese cavà via, par Ti in perpetuo sarave stae le nostre sostanse, el nostro sangue, la vita nostra, e pitosto che vedarTe vinto e dexonorà dai Toi, el corajo nostro, la nostra fede, se gaverave sepelio soto de Ti.
Ma xa che altro no ne resta da far par Ti, el nostro cuor sia l'onoratisima to tonba, e el più puro e el più grando to elogio le nostre lagrime".
Il Capitano Viscovich, deponendo le insegne, s’inginocchiò davanti all’'Altare, e rivolto al piccolo nipote che gli era accanto, disse:
“Inxenocite anca ti; basile, e tienile a mente par tuta la vita”.
(Discorso del Capitano Giuseppe Viscovich tratto da "Storia Documentata di Venezia" di S. Romanin)
Par stasera basta
Note, cristiani…par stasera basta e, se Dio vol, se catarem doman…