Dic 23 2020

LE PROFEZIE DI RASPUTIN

Grigorij Efimovič Novy, noto come Rasputin 

1. 

“…Sento che devo morire prima dell’anno nuovo. Voglio fare presente però al popolo russo, al Babbo, alla Madre della Russia ed ai Ragazzi, che se io sarò ucciso da comuni assassini, e specialmente dai miei fratelli contadini russi, tu, Zar di Russia, non avere paura, resta sul tuo trono e governa e non avere paura per i tuoi Figli perché regneranno per altri cento e più anni. Ma se io verrò ucciso dai nobili, le loro mani resteranno macchiate del mio sangue e per venticinque anni non potranno togliersi dalla pelle questo sangue. Essi dovranno lasciare la Russia. I fratelli uccideranno i fratelli, ed essi si uccideranno l’un l’altro. E per venticinque anni non ci saranno nobili nel Paese. Zar della terra di Russia, se tu odi il suono delle campane che ti dice che Grigorij è stato ucciso, devi sapere questo. Se sono stati i tuoi parenti che hanno provocato la mia morte, allora nessuno della tua famiglia, cioè nessuno dei tuoi figli o dei tuoi parenti rimarrà vivo per più di due anni. Essi saranno uccisi dal popolo russo… Pregate, pregate, siate forti, pensate alla vostra benedetta famiglia.” 

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Dic 19 2020

LETTERA DELL’IMPERATORE SETTINO SEVERIO ALLA CITTÀ DI NICOPOLIS

Lettera dell’imperatore  Settino Severio  alla città di  Nicopolis

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Una lettera imperiale dell’Imperatore  Settimio Severo alla città di Nicopolis ad Istrum nell’odierna Bulgariasettentrionale, è stata esposta al pubblico per la prima volta da secoli. 

È l’unica lettera intatta di un imperatore romano mai scoperta in Bulgaria. 

E’ sopravvissuta perché è stata scolpita su una lastra di calcare di 2 tonnellate alta 3 metri. 

L’iscrizione fu riscoperta nel 1923 spezzata. I pezzi sono stati conservati al Museo di Storia di Veliko Tarnovo sin dalla loro scoperta, ma sono stati assemblati solo di recente. 

Gli epigrafi hanno ora tradotto completamente le 37 righe dell’iscrizione e la stele è stata reinstallata nella sua posizione originaria presso il parco archeologico vicino a VelikoTarnovo.

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Nov 01 2020

I CAPELLI BIONDI NELLA GRECIA ANTICA

Category: Natura e scienza,Popoli e nazioni,Storia e dintornigiorgio @ 09:55

Apollo di Fidia. Particolare. Museo del Louvre, Parigi.

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E’ stato Reche a osservare che mai i Greci avrebbero adoprato la parola “arcobaleno” (iris) per designare l’iride della pupilla (come i Tedeschi: Regenbogenhaut = iride) se avessero avuto occhi scuri. Solo un popolo con occhi azzurri, o grigi, o verdi può chiamare l’occhio “arcobaleno”: il primo ceppo degli Elleni apparteneva perciò alla razza nordica.

Frequenti nelle fonti greche sono gli aggettivi xanthòs e xoutòs“biondo”, pyrrhòs “fulvo” e chrysoeidés “aureo”, riferiti ai capelli di uomini o Dei, aggettivi che corrispondono perfettamente al latino flavusfulvus e auricomus. Diffuse anche espressioni come chrysokàrenos “testa bionda”, o chrysokóme “chioma d’oro”. Lo stesso progenitore degli Ioni e degli Achei sarebbe stato Xoutòs, “il biondo”, fratello di Doro e figlio di Elleno, mitico capostipite della stirpe greca. Che xanthòs significhi veramente “biondo” è rilevabile da Pindaro che chiama xanthos il leone, Bacchilide il colore del grano maturo (III, 56) mentre Platone nel Timeo (68 b) ci spiega che xanthòs(il giallo) si ottiene mescolando “lo splendente col rosso e col bianco” e Aristotele (Dei colori, I, I) afferma che il fuoco e il sole van detti xanthòs.

Che i bambini dei Germani ai Greci già snordizzati apparissero “canuti” non sorprenderà se si tiene presente quel biondo platino quasi bianco di cui sono spesso i capelli dei bambini di pura razza nordica. Il significato di xanthòs come “biondo” ci è dato da qualunque dizionario greco. Come è stato spesso notato, gli eroi e gli dei d’Omero sono biondi: Achille, modello dell’eroe acheo, è biondo come Sigfrido, biondi sono detti Menelao, Radamante, Briseide, Meleagro, Agamede, Ermione. Elena, per cui si combatte a Troia, è bionda, e bionda è Penelope nell’Odissea. Peisandro, commentando un passo dell’Iliade (IV, 147), descrive Menelao xanthokòmes, mégas én glaukòmmatos “biondo, alto e con gli occhi azzurri”.

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Ott 17 2020

QUANTO L’ITALIA VOLEVA INVADERE LA SVIZZERA

“ECCO LE CARTE SEGRETE DEGLI ITALIANI PER INVADERE LA SVIZZERA NEUTRALE”

Landesverteidigung waehrend des Zweiten Weltkriegs (1939-1945) in der Schweiz: Ein Grenz-Soldat im Aktivdienst steht im Winter Wache auf dem Grossen St. Bernhard, undatierte Aufnahme. Die Grenze war geschlossen, die Schweiz aufgrund ihrer Neutralitaetspolitik isoliert. (KEYSTONE/PHOTOPRESS-ARCHIV/Str)

Un soldato svizzero di guardia durante la Seconda guerra nella regione del Gran San Bernardo.

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Forse qualcuno si sorprenderà scoprendo che, a dispetto di rapporti diplomatici relativamente stabili e sereni, Svizzera e Italia, fin dalla nascita di quest’ultima come Stato unitario nel 1861, hanno sempre ipotizzato e congetturato di doversi affrontare militarmente. La storia di questi piani di guerra d’invasione viene ora svelata attraverso un imponente lavoro di documentazione dallo storico Leonardo Malatesta in un pregevole saggio edito da Dadò. Il Corriere del Ticino ha intervistato l’autore.

Dottor Malatesta, come mai tanta attenzione da parte sua per la Svizzera e per la storia militare dei complicati confini della regione insubrica? Quali sono le caratteristiche più interessanti del nostro territorio e della frontiera sud del nostro Paese dal punto di vista dello studioso e dell’appassionato?

Leonardo Malatesta: L’interesse che nutro per il territorio elvetico, proviene dai miei studi in storia militare, iniziati per il conseguimento della laurea in storia presso l’Università di Venezia. Nel corso della mia tesi, riguardante le fortificazioni italiane ed austriache nella zona tra l’altipiano di Asiago e quelli trentini di Folgaria, Lavarone e Luserna sentii parlare della frontiera con la Svizzera e delle fortificazioni che l’Italia costruì nel primo decennio del Novecento, in Valtellina per difendersi da un eventuale attacco proveniente dalla Confederazione Elvetica. In Italia e anche in Svizzera, ho notato che c’erano delle notizie su questi piani di fortificazione e non solo, ma c’era ancora tanto da approfondire.

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Ott 12 2020

IL SACRIFICIO UMANO NEL CULTO DEI CELTI

Category: Religioni e rasie,Storia e dintornigiorgio @ 23:03


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DI  MILLO BOZZOLAN · 

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Il sacrificio umano fu praticato anche dai paleo Veneti, ma in misura molto ridotta. Conosciamo solo una tomba in cui fu rinvenuto un cavallo sacrificato col suo stalliere, nella periferia di Padova, mentre presso i Celti era pratica comune.  Ecco le testimonianze storiche:

Per dare un’ idea, ora, della crudezza della pratica sacrifica presso i Celti, rifacciamoci a tre autori romani. Nell’ ordine, Cesare, Strabone e Diodoro Siculo.


Cesare, nel De Bello Gallico (VI,16), scrive:


<<I Galli sono molto dediti alle pratiche religiose, perciò quelli che sono gravemente ammalati o si trovano in guerra o in pericolo, fanno sacrifici umani o fanno voto di immolarne e si servono dei druidi come esecutori di questi sacrifici: essi credono infatti che gli dei immortali non possono essere soddisfatti se non si dà loro, in cambio della vita di un uomo, la vita di un altro uomo; fanno perciò anche sacrifici ufficiali di questo genere. Certe popolazioni costruiscono statue enormi, fatte di vimini intrecciati, che riempiono di uomini vivi ed incendiano, facendoli morire
tra e fiamme. Credono che cosa più gradita agli dei sia il sacrificio di coloro che sono sorpresi a rubare, rapinare o commettere qualche altro delitto; ma quando mancano costoro, sacrificano anche degli innocenti>>.

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Ott 10 2020

COME SI LEGGEVA L’ORA NELLA SERENISSIMA DEL XVIII° SECOLO?

Orologio della Torre di Piazza San Marco

di Alessandro Marzo Magno

Noi oggi usiamo l’ora Francese: quadrante dell’orologio diviso in 12 ore e due lancette, una corta che indica le ore e una lunga per i minuti. Fino a metà Settecento andava per la maggiore l’ora Italiana: quadrante diviso in 24 ore (il 24 stava a destra, dove ora noi abbiamo le 3) e una sola lancetta.


Il sole tramontava alle 23 e mezzo e dopo mezz’ora scoccavano le 24 e il nuovo giorno, fino alle 24 successive. Il problema era che le ore variavano con il mutare della lunghezza delle giornate, così il mezzogiorno, ovvero la metà tra l’alba e il tramonto, corrispondeva più o meno alle diciannove in inverno e alle sedici in estate. Le due corrispondevano a due ore dopo il tramonto, cioè alle nostre sette di sera d’inverno e alle nostre dieci di sera d’estate (circa).


Esistono ancora numerosi orologi mai aggiornati, ovvero con una sola lancetta e il quadrante diviso in 24 ore: la torre dell’orologio a Venezia, quelle di Brescia e di Padova, nonché l’orologio del duomo di Firenze, con il quadrante affrescato da Paolo Uccello.

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Ott 08 2020

UN ATTACCO INFORMATICO SVELA LA CAMPAGNA DI PROPAGANDA DEL REGNO UNITO PER PORTARE LA SIRIA A UN CAMBIO DI REGIME

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Quando ho parlato [in inglese] della fuga di notizie riguardante il rapporto “Integrity Initiative” del 2018/19, che rivelava la portata della guerra di propaganda del Regno Unito contro la Russia, non pensavo potesse essere più organizzata e coordinata di quanto lo era. Coinvolgendo centinaia di giornalisti e accademici di tutto il mondo per diffondere disinformazione sulla Russia, e dipingere questo Paese nel modo più negativo possibile sui media mainstream, la campagna finanziata dal governo inglese era una sofisticatissima guerra di informazione. Ma ora nel 2020 stiamo ancora scoprendo la vera portata dell’influenza del governo occidentale sulla narrativa promossa dai media mainstream. E la nostra “democrazia” non ne esce bene.

L’8 settembre il gruppo hacker Anonymous ha pubblicato [in inglese] delle scioccanti rivelazioni su com’è stata condotta una campagna concertata e organizzata a sostegno dei ribelli anti-governativi in Siria. Una serie di documenti fa riferimento alla ONG ARK, che, sebbene si definisca una organizzazione umanitaria, funge di fatto da veicolo per i cambi di regime guidati dall’Occidente. In un documento [in inglese] si legge:

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Ott 06 2020

IDEOLOGIA E FEDE O L’ARTE DELLA CRUDELTÀ: RITORNO ALLA BARBARIE

Martirio di Bragadin

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di ROMANO BRACALINI

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Il Bragadin veneziano scorticato vivo e rimandato a casa in una botte di aculei, è il miglior esempio di tortura da manuale che faccia onore al grido “mamma li turchi” dell’antico spavento. Ne avevamo persa memoria ma gli ultimi attentati islamisti a Parigi ce l’hanno ricordato.

Passano i secoli ma l’ideologia del terrore resta la stessa. Ogni pietra reca traccia di crudeltà. Ogni zolla contiene un rivolo di sangue. L’uomo ha sempre fatto professione di delitto, col conforto di una fede totalitaria. Ma è come si ammazza che dà la misura dell’istinto di odio e di ferocia. L’esperienza ci ha insegnato molte cose: anche a uccidere con gentilezza, che non sarà una grande consolazione per le vittime ma almeno salva le apparenze.

Otranto nel 1480 venne assediata dalla flotta turca di Maometto II, intervenuta nella guerra tra Venezia e il regno di Aragona. Non ricevendo rinforzi da Napoli, Otranto si arrese. I turchi passarono a fil di spada nel Duomo il vescovo, il clero e il popolo che vi si era rifugiato. Due giorni dopo, vicino al colle della Minerva, vennero massacrati i prigionieri superstiti, gli ottocento martiri di Otranto i cui corpi restarono insepolti per un anno prima di essere rimossi. Nella cripta della cattedrale, in un armadio ben fornito, sono custodite le loro ossa.

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Ott 04 2020

LA BUGIA TRUFFA DELL’EVASIONE IVA

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 15:37

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Come la bugia dell’evasione IVA, ripetuta cento, mille, un milione di volte diventa una vera truffa

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La tanto sbandierata evasione dell’IVA, che vedrebbe l’Italia al primo posto in Europa, viene calcolata come differenza tra il gettito previsto e quanto realmente incassato.

Questa è la definizione ufficiale che ne da la Commissione Europea: The VAT GAP is the overall difference between the expected VAT revenue and the amount actually collected ovvero il divario IVA è la differenza complessiva tra le entrate IVA previste e l’importo effettivamente riscosso.

Con questo metodo di rilevamento l’Italia è ampiamente al primo posto per evasione, nel 2017, con 33 mld che rappresentano il 25% di tutta l’IVA evasa in Europa. Vedi https://ec.europa.eu/…/…/files/vat-gap-factsheet-2019_en.pdf

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Set 30 2020

IL RETICOLO URBANO DI VERONA

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Verona è sempre stata un perfetto incrocio ortogonale di cardini e decumani, con isolati di dimensioni costanti. 

Il decumanus maximus e il cardus maximus realizzati in età romana misuravano 720 metri ciascuno, a costituire una ‘centuria quadrata’. 

Una superficie iniziale di 477.000 mq, un perimetro di 2,7 km, strade larghe 8 m (6 m la carreggiata, 1 m ciascuno i marciapiedi) crearono isolati a pianta quadrata con lato oscillante tra i 75 e gli 80 metri.

Oggi le linee perimetrali degli isolati romani si sono perfettamente conservate grazie al loro mantenimento durante l’altomedioevo, come dimostrato dagli scavi archeologici. 

Indagando tre edifici altomedievali, in via Dante, in Corte Quaranta e in vicolo Monachine si è inoltre giunti alla conclusione che Ia mancanza di edifìci al centro degli isolati nel periodo altomediovale non rappresenta, come in altre città, un segno di abbandono. Ci fu invece una parziale occupazione del lastricato stradale romano, che portò all’avanzamento degli isolati altomedievali rispetto a quelli romani. L’isolato di Palazzo Maffei per esempio venne allungato di ben 9 metri. 

Le case finirono dunque per disporsi in fila sul perimetro dell’isolato, lasciando sgombra di edifici la zona centrale. Questa disposizione di più proprietari affìancati sul margine della strada fece sì che all’interno degli isolati si realizzassero orti e giardini ma anche depositi di rifiuti domestici.

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Fonte: srs di Andrea Schiavone, da  facebook:  LA ME BELA VERONA 


Set 29 2020

FREDDO. INSETTI PRESTO DECIMATI NELLE ALPI, IL CASO DELLE MOSCHE

Category: Natura e scienzagiorgio @ 12:33

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Durante l’estate il fondovalle alpino è popolato d’insetti di tutti i tipi. 

Se le zanzare oltre gli 800m sono quasi totalmente assenti, le mosche sono le regine dei pascoli e delle malghe d’alta quota, infastidendo non poco i turisti, non abituati a subire i loro ronzii, fastidiosi quanto quelli delle zanzare, specie quando il tempo sta per mutare. 

Se la mosca ti capita in casa e non riuscite a farla fuori con i classici, rudimentali, metodi, allora è meglio tentare di conviverci. Quando andate a letto sarà sufficiente oscurare la stanza completamente e lei non si muoverà per tutta la notte, fintanto che non aprirete le persiane o accenderete la luce. 

Nelle stalle il contadino non fa nessun caso alle mosche e le lascia sguazzare allegramente: “ci penserà il freddo” dice alzando le spalle. 

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Set 21 2020

COME FUNZIONA IL SISTEMA FISCALE ITALIANO

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 21:32

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Immaginiamo 10 uomini che ogni giorno vanno a bersi una birra e che il conto sia SEMPRE 100 dollari. Se pagassero il conto nel modo in cui si pagano le tasse (aliquote progressive ndt) avremmo una cosa del genere:

I primi quattro (i più poveri) sono esentati dal pagare.
Il quinto paga 1 dollaro
Il sesto paga 3 dollari
Il settimo 7$
L’ottavo 12$
Il nono 18$
Il decimo (il più ricco) pagherebbe 59$

Quindi questo è il sistema che hanno deciso di adottare.

I dieci uomini vanno tutti i giorni al pub a bere birra e sembrano abbastanza soddisfatti dell’accordo trovato finchè un giorno il barista gli fa una proposta insolita. «Siccome siete clienti così affezionati, invece di 100$ vi faccio lo sconto di 20 e pagherete 80$».

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Set 20 2020

SPAGNOLA: ALLA RICERCA DI UN VIRUS MORTALE

29 maggio 1919, Massachusetts.

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Vaccini statunitensi causano “influenza spagnola”

“Era un’espressione comune durante la guerra che” più soldati furono uccisi dai colpi di vaccino che dai colpi di pistole nemiche. “- E. McBean

Marcello Pamio – tratto dal mensile “Biolcalenda” nr.47

La “Spagnola” scoppiò a settembre del 1918, in un momento storico ben preciso e cioè quando l’umanità era esausta dalla Grande Guerra; imperversò ovunque, e dopo aver ucciso nel giro di pochi mesi più persone di qualsiasi altro morbo che la storia umana ricordi, finì assieme alla guerra, scomparendo nello stesso misterioso modo in cui era apparsa.


E’ stata un’apparizione così strana, che i medici esitarono a definirla influenza proprio perché credevano fosse un nuovo morbo. E forse non era così sbagliato… 
Il numero esatto di morti non lo sapremo mai: le stime ufficiali oscillano tra i 20 e i 60 milioni di individui, ma qualcuno azzarda addirittura 100 milioni!
I libri di storia vengono scritti dai vincitori, per cui andiamo per ordine, cercando di capire cosa realmente è successo agli inizi del secolo scorso. 

I sintomi

Le persone cominciarono ad ammalarsi lievemente nella primavera del 1918, accusando brividi e febbre per tre/quattro giorni, ma poi guarivano. Dopo una calma estate, a settembre-ottobre si scatenò, con la potenza di una macchina bellica, l’epidemia.
I medici erano impotenti: morivano loro stessi, e quelli che sopravvivevano vedevano i pazienti, parenti e amici, morire come mosche. Provarono di tutto: farmaci, sieri e arrivando ad inoculare composti da secrezioni corporee degli ammalati e batteri che presumevano essere all’origine della malattia.
Iniettarono – scrive un medico – “una broda composta di sangue e muco degli influenzati, filtrata per eliminare le cellule più grandi e i detriti”, ovviamente senza alcun risultato, anzi scatenando vere e proprie patologie, come vedremo tra poco.

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Set 18 2020

CON LE BOMBE SU BELGRADO MORIVA L’EUROPA E NASCEVA L’UNIONE EUROPEA

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Il 6 aprile 2019 a Bologna si è tenuto il convegno nazionale:

LE BOMBE SULLA JUGOSLAVIA VENTI ANNI DOPO”, organizzato dal Coordinamento nazionale Jugoslavia presso il centro “Katia Bertasi”. 

 

Particolarmente interessanti gli interventi della delegazione dei lavoratori della Zastava di Kragujevac sulla situazione sociale della Serbia e le condizioni capestro degli operai della grande fabbrica “acquisita” dalla Fiat, di Sergio Bellavita (Usb), del presidente del Forum di Belgrado Zivadin Jovanovic, dello studioso Michael Chossudovski, del responsabile esteri del Partito Socialista dei Lavoratori della Croazia, di Carlo Pona e Alberto Tarozzi attivi nel gruppo degli Scienziati contro la guerra.

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Pubblichiamo qui di seguito il contributo di Sergio Cararo al convegno a nome della redazione di Contropiano:

 

I bombardamenti delle potenze della Nato su Belgrado e la Federazione Jugoslava venti anni fa sono stati uno spartiacque nella storia europea più recente. La velocità con cui è stata rimossa quella guerra e il silenzio sul ventesimo anniversario,  confermano oggi quanta falsa coscienza e quanti scheletri ci siano nell’armadio delle forze liberali e progressiste europee che vorrebbero rappresentare l’alternativa alle forze reazionarie che vengono crescendo in Europa.

 

Con i bombardamenti  su Belgrado, una capitale europea, possiamo affermare con le parole dello scrittore Peter Handke, che “è morta l’Europa ed è nata l’Unione Europea”.

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Set 17 2020

LA TROTTA DI PESCANTINA

Category: Verona storia e artegiorgio @ 14:36

La Mandela

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Alla ” Mandela ” di Pescantina  funzionava una ” restara “: stazione per il cambio dei cavalli impiegati per il traino delle barche. 

La stalla, con il soffitto a volta, poteva accogliere una mezza dozzina di quadrupedi; in fianco si trovavano un minuscolo fondaco e un’osteria: ritrovo per ” barcari “,” cavallanti ” e altri affezionati. 

L’edificio era un tempo appartenuto ai Salvi; sulla facciata fino a non molto tempo fa si potevano osservare dettagliatamente le loro insegne nobiliari. 

Sotto il portico resiste ancora una scritta curiosa che ricorda un avvenimento fuori dal comune. 

Si tratta della cattura di una trota della lunghezza e del peso eccezionali. La scritta che una volta era corredata dal disegno della trota in scala reale, reca la data in cui avvenne il fatto:16 giugno 1828 e il peso dell’animale: 40 live ( libbre ) e once 8 ( pari a 20,6 chilogrammi circa  se misurata in libre pesanti,  o  13,5 chilogrammi  se misurata in libre leggere)………

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40 live e 8 onse

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Fonte: da Sei di Pescantina  se.. 

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LA PESATA. UNITA’ DI MISURA

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Libra grossa                499,931

Libra  sottile               333,287 

La libbra si divide in 12 once. 

25 libbre sottili fanno un peso.

I farmacisti usavano la libbra medica viennese di grammi 420,008 e anche

la Libbra sottile veneta di grammi 301,230.

I gioiellieri usavano il marco di grammi 238,499 diviso in 8 once, l’oncia in 144 carati, il carato in 4 grani.

Loncia Veronese  o onsa era  di   28,35 grammi ed era l’unità di misura indicata per una dose di olio di ricino.  

L’oncia o  ònsa  è un’unità di misura che attualmente utilizzano i barman veronesi


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