Ago 24 2019

PAOLO BERNARD. VERSIONE FINALE DI: NON POSSO PIU’ ESSERE GIORNALISTA. MOTIVI.

Category: Media e informazionegiorgio @ 15:53

 

Io ero giornalista quando potevo fare quello che vedete in foto. Era un altro universo, secolo, epoca, oggi scomparsi per me.

 

C’è un mio video che è circolato molto e in cui lascio una specie di “testamento“, indicato nel mio recente articolo sui metodi ‘fai-da-te’ di procurarsi eutanasia quando il morire ci riduce il fine-vita a un insulto alla dignità e ad un’agonia per nulla, mentre né medici né familiari sanno o possono aiutarci a spegnerci degnamente. Il video si conclude con un addio ai lettori, nel mio rammarico di non aver potuto fare di più come giornalista (si legga però l’ultimo paragrafo).

 

Per coloro che non si danno pace su come sia possibile che un Paolo Barnard getti la spugna del giornalismo, a prescindere da ciò che mi accade nella vita privata, è mio dovere ripetere, molto più in sintesi, ciò che già scrissi mesi fa. Eccovelo e un abbraccio a tutti.

Continua a leggere”PAOLO BERNARD. VERSIONE FINALE DI: NON POSSO PIU’ ESSERE GIORNALISTA. MOTIVI.”


Ago 22 2019

8 SETTEMBRE 1943. FUGA DALLE CASERMETTE (CASERMA DUCA) DI MONTORIO VERONESE

Casermette di Montorio

 

 

Carissimi,
come saprete da molti anni mi occupo della ricerca dei parenti di caduti in guerra, deceduti in prigionia e sepolti nei Cimiteri Militari Italiani d’Onore in Germania, Austria e Polonia.
Dalla pubblicazione del mio blog (
Dimenticati di Stato) ricevo decine di richieste di ricerca, che cerco sempre di esaudire nel minor tempo possibile.


Qualche giorno fa’ mi e’ arrivata una mail un po’ particolare.

Mi scrive da Codogno (Lodi), il figlio di un ottantaseienne chiedendomi di aiutarlo in una ricerca per conto del padre.
Il Signor Monai Faustino, classe 1924, si trovava alle Casermette di Montorio (ora Caserma Duca) l’8 settembre 1943, giorno in cui fu annunciato l’armistizio e migliaia di militari italiani finirono in ostaggio dei tedeschi. La caserma fu completamente circondata dai soldati della Wermacht e gli occupanti fatti prigionieri per essere deportati in Germania.
Per sua fortuna il signor Monai, e alcuni altri con lui, riuscì a fuggire passando dalle fognature, che, secondo il suo racconto, sbucavano nei pressi di una corte in aperta campagna. Fu accolto, rifocillato e gli vennero dati degli abiti civili, così poté raggiungere la ferrovia, prendere un treno e tornare a casa, evitando la deportazione in Germania.
Ora, dopo 67 anni dagli eventi, questo signore vorrebbe venire a Montorio per rivedere quella cascina e magari le persone che contribuirono a evitargli 20 mesi di internamento, salvandogli probabilmente la vita.
Per questo mi rivolgo a voi, auspicando che possiate pubblicare queste righe e la lettera inviatami dal signor Monai, nella speranza che qualcuno si ricordi di quei ragazzi, permettendo magari di poterli far incontrare.
Sono in contatto con il figlio del signor Monai, che intende venire a Montorio nel mese di aprile o maggio.
Vi terrò informati.
Il Monai parla di un tombino all’interno del cortile delle Casermette che fungeva da fognatura e che scaricava in aperta campagna. Quale poteva essere la corte dove si recarono i tre militari in fuga?

 

Spero di riuscire a trovare delle risposte da poter girare al signor Faustino.

Di seguito la lettera del signor Monai.

Roberto Zamboni

 

Breve storia della fuga dalle Casermette di Montorio Veronese, l’indomani dell’8 settembre 1943

 

Continua a leggere”8 SETTEMBRE 1943. FUGA DALLE CASERMETTE (CASERMA DUCA) DI MONTORIO VERONESE”


Ago 16 2019

DUCATI E ZECCHINI D’ORO DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA

Category: Veneto e dintornigiorgio @ 00:24

 

REPUBBLICA DI VENEZIA

 

Ducati e Zecchini d’oro 1280 – 1797

 

Ducato d’oro di Giovanni Dandolo

 

Nel 1284, il Maggior Consiglio di Venezia emise un decreto che ordinava le coniazioni di “Ducati d’oro fino del valore di 18 grossi d’argento ciascuno”.
Il grosso d’argento (Matapane) era, fino all’anno del decreto, la moneta veneziana più diffusa e accettata anche oltre i confini dello stato.

 

Il Ducato ebbe un grandissimo successo e fu imitato da numerose zecche dell’Europa orientale, in Grecia ed in Asia.

Si ritiene che la zecca di Venezia poteva coniare ogni anno da 1.500 a 2.000 chili di Ducati (poi chiamati zecchini), e non di rado riusciva a possedere il 15% di tutto l’oro presente sul globo. Sul diritto di queste monete posiamo osservare San Marco nimbato stante a destra mentre è in atto di consegnare un vessillo con la scritta DVX in verticale al Doge inginocchiato verso sinistra, con corno ed abiti dogali.

La leggenda è: SM VENET(I) (in verticale) a sinistra, ed il nome abbreviato del doge a destra.

 

Continua a leggere”DUCATI E ZECCHINI D’ORO DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA”


Ago 15 2019

ACCADDE OGGI 15 AGOSTO 1863 – ENTRA IN VIGORE LA LEGGE PICCA CHE AUTORIZZA DI FATTO LA LICENZA DI AMMAZZARCI

 

 

L’ultima aberrante legge che decretò la fine del fenomeno del brigantaggio, vero e strenuo atto di ribellione e patriottismo soppresso nel sangue nella maniera più violenta mai vista.
Eh, amara riflessione: tanto che “eravamo felici” della dittatura monarchica sabauda italiana che, pensa te ci vollero anni di sangue, guerriglia, dolore, violenza e violazione dei più elementari diritti umana, per arrenderci. Onore ad ogni singola vittima. E tante ce ne furono. Grazie “fratellini” d’Italia. 
La legge 15 agosto 1863, n. 1409 che riguardava la procedura per la repressione del brigantaggio e dei camorristi nelle Province infette e della renitenza alla leva, altrimenti detta LEGGE PICA dal nome del suo promotore, IL DEPUTATO ABRUZZESE GIUSEPPE PICA – fu una legge emanata dal neonato Regno Italiano Sabaudo in beffa agli articoli 24 e 71 dello Statuto Albertino che garantivano il principio di uguaglianza di tutti i sudditi dinanzi alla legge e la garanzia di un giudice.

Le pene, anche per un semplice sospetto, andavano dalla fucilazione ai lavori forzati a vita, ad anni di carcere, con attenuanti per chi si fosse consegnato o avesse collaborato con la giustizia.

Continua a leggere”ACCADDE OGGI 15 AGOSTO 1863 – ENTRA IN VIGORE LA LEGGE PICCA CHE AUTORIZZA DI FATTO LA LICENZA DI AMMAZZARCI”


Ago 12 2019

L’EGEMONIA DI SINISTRA HA CREATO UN DESERTO E L’HA CHIAMATO CULTURA

Category: Cultura e dintorni,Società e politicagiorgio @ 21:35

Antonio Gramsci

 

 

L’intellettuale organico ha dissolto concetti, valori e modelli positivi lasciando la società in balia del conformismo e della volgarità

 

La tesi di fondo è nota: la conquista del consenso politico e sociale passa attraverso la conquista culturale della società.

Poi fu Togliatti che, alla caduta del fascismo, provò su strada il disegno gramsciano e conquistò gruppi di intellettuali, spesso ex fascisti, case editrici e luoghi cruciali della cultura. Ma il suo progetto non bucò nella società che aveva ancora contrappesi forti, dalle parrocchie all’influenza americana, dai grandi mezzi di comunicazione come la Rai in mano al potere democristiano ai media in cui prevaleva l’evasione.

La vera svolta avviene col ’68: l’egemonia culturale non si identifica più col Pci, che pure resta il maggiore impresario, ma si sparge nell’arcipelago radicale di sinistra. Quell’egemonia si fa pervasiva, conquista linguaggi e profili, raggiunge la scuola e l’università, il cinema e il teatro, pervade le arti, i media e le redazioni.

 

Continua a leggere”L’EGEMONIA DI SINISTRA HA CREATO UN DESERTO E L’HA CHIAMATO CULTURA”


Ago 09 2019

NEL 1975 A BOLOGNA IL CC DEL PCI (ENRICO BERLINGUER, GIORGIO NAPOLITANO, MASSIMO D’ALEMA, ANTONIO BASSOLINO, ARMANDO COSSUTTA)

Nuon Chea,  numero due di Pol Pot

 

L’11 aprile del 1975 il comitato centrale del Partito comunista italiano(Enrico Berlinguer, Giorgio Napolitano, Massimo D’Alema, Antonio Bassolino, Armando Cossutta ed altri)stilò uno storico comunicato a sostegno dei khmer rossi cambogiani, simbolo della resistenza contro gli Stati Uniti: “Ogni democratico, ogni comunista, sia, come sempre e più di sempre, al loro fianco“.

 

A piazza Maggiore a Bologna il Pci organizzò una oceanica manifestazione e l’oratore principale fu proprio Massimo D’Alema, segretario nazionale della Fgci.

 L’Unità manda degli inviati in Cambogia a seguito della grande manifestazione di Bologna, per raccontare la “straordinaria rivoluzione comunista” dei khmer rossi.

Quando i telegiornali Rai cominciano a trasmettere qualche brandello di verità raccontando gli orrori di Pol Pot e dei suoi pazzi seguaci (la cui narrazione più emotivamente trascinante resta il film “Urla nel silenzio” di quel Roland Joffèche due anni dopo sarà il regista di “Mission”) l’Unità titola in prima pagina: “I falsari della tv“. I telegiornali della Rai che dicono la verità vengono additati come “esibizione di parzialità e menzogna“.

 

Continua a leggere”NEL 1975 A BOLOGNA IL CC DEL PCI (ENRICO BERLINGUER, GIORGIO NAPOLITANO, MASSIMO D’ALEMA, ANTONIO BASSOLINO, ARMANDO COSSUTTA)”


Ago 05 2019

L’ANTICA PATAVIUM ROMANA SOTTO AL PEDROCCHI

 

Nel 1764, davanti all’ormai diroccata chiesa di S. Giobbe, sul lato nord della Piazzetta Pedrocchi, a 4 – 4,5 m di profondità, fu rinvenuto un lastricato in trachite insieme ad un fusto di colonna, non scanalato, in marmo grigio, che servì poi, l’anno dopo, di sostegno al leone di S. Marco della Serenissima in Piazza dei Signori, e ad un blocco cilindrico di colonna in marmo rosso.

Così nel 1812 alla stessa profondità, demolita la chiesa, durante gli scavi effettuati dal Noale, si trovò un altro resto di colonna, col suo plinto inserito nel pavimento.

Nel 1888 si rinvennero altri frammenti architettonici ed un altro fusto scanalato; mentre, ancor prima, nel 1877, sempre alla stessa profondità, si era notato un altro resto di lastricato, con colonne scanalate e decorate ed altre di misure minori, sfaccettate o lisce.

Tutto ciò fece dunque pensare all’esistenza di un altro colonnato. Inoltre durante i lavori del Caffè si rinvennero altre due basi, con parti inferiori di colonne a 5 m di profondità. Si calcolarono pertanto tre colonne distanti rispettivamente 4,03 m.

Tutto lasciò supporre l’esistenza di un tempio databile ad età flavio-traianea (periodo tra Domiziano e Nerva). che fu distrutto da un incendio (tracce di cenere furono rinvenute durante gli scavi) ed in seguito risistemato in età adrianea.

 

Fonte: (da “Padova e il suo territorio nell’antichità” di R. Mambella)

 


Ago 04 2019

CAMILLERI CHOC: “LA CAPACITÀ SEDUTTIVA DELLE DONNE È MASSIMA A 2 ANNI”

Category: Monolandia,Persone e personaggigiorgio @ 22:31

Andrea Camilleri

 

di Daniele Dell’Orco, in Letteratura, del 10 Dic 2014, 15:02

La puntata di Che tempo che fa del 15 novembre scorso è passata forse un po’ troppo sottotraccia. L’ospite d’eccezione, Andrea Camilleri, era in collegamento oltre che per disquisire sulle origini del mito di Montalbano, anche per presentare il suo libro “Donne”, edito da Rizzoli. Tra gli applausi scroscianti del pubblico a far da contorno agli interventi del guru della scrittura italiana, Fabio Fazio ha pensato bene di chiedere allo scrittore siciliano “Se lei fosse una donna come le piacerebbe essere?”

Camilleri, dall’alto dei suoi quasi novant’anni ha replicato, cito testualmente: “Vorrei essere una bambina di 2 anni. A due anni le donne raggiungono il massimo della loro bellezza e della loro capacità seduttiva. E’ una seduzione straordinaria per la loro potenza e nello stesso tempo come innocenza. Perderanno il resto della loro vita per ritrovare quel momento, invano”.

Continua a leggere”CAMILLERI CHOC: “LA CAPACITÀ SEDUTTIVA DELLE DONNE È MASSIMA A 2 ANNI””


Ago 03 2019

Giovanni Feo

Category: Cultura e dintorni,Persone e personaggigiorgio @ 18:31

 

Giovanni Feo

 

Domenica 16 Giugno 2019  si è spento  Giovanni Feo, un maestro, un amico.
Giovanni era nato De Feo nel 1949 a Roma, da madre greca e padre pugliese. Risiedeva da più di 40 anni a Pitigliano dove lo avevano portato la sua passione per gli etruschi e la loro cultura. Da li ha esplorato incessantemente il territorio mostrando una non comune connessione con esso, che gli ha permesso di scoprire e riscoprire luoghi e manufatti ancestrali, spesso trovando spiegazioni d’uso non approvate dall’archeologia accademica. Ha sempre condiviso attivamente la sua conoscenza con seminari, conferenze, escursioni e ci ha lasciato una grande quantità di guide e libri sulle sue scoperte, di cui ricordiamo per tutte Poggio Rota, una sorta di Stonehenge italiana, megaliti tufacei di epoca precedente agli etruschi che presentano troppi allineamenti astronomici e territoriali per essere casuali.

 

Continua a leggere”Giovanni Feo”


Lug 30 2019

PFAS, TUTTI SAPEVANO. NESSUNO È INTERVENUTO

 

 

Un corposo rapporto dei Noe accusa la giunta provinciale di Vicenza della leghista Manuela Dal Lago di non essere intervenuta per fermare l’avvelenamento delle acque.

 

Lo sapevano. Lo sapevano tutti e non hanno fatto niente. Non hanno fatto niente anche se, per scongiurare il più devastante caso di inquinamento della falda acquifera dell’intera Europa, sarebbe bastato applicare la legge! 350 mila persone – ed è una stima per difetto – avvelenate dai Pfas, gli acidi perfluoro alchilici utilizzati dalla Miteni per produrre rivestimenti impermeabili. 350 mila uomini, donne e bambini avvelenati grazie al silenzio complice delle autorità che avevano il compito di difendere la loro salute.

 

Per almeno 13 anni, l’Arpav la giunta provinciale di Vicenza hanno deliberatamente ignorato tutte le prove della contaminazione. Hanno fatto finta di non vedere per non dover intervenire nonostante fossero evidentissimi i segnali dell’ “incremento nella contaminazione da benzotrifluoruri, sintesi o sottoprodotti derivati dall’attività della Miteni”, come si legge nel documento di monitoraggio ambientale chiamato Giada avviato sin dal 2003 dall’Ufficio ambiente della provincia di Treviso.

 

Continua a leggere”PFAS, TUTTI SAPEVANO. NESSUNO È INTERVENUTO”


Lug 29 2019

LE RAPIDE DEL TICINO

Pombia-Ticino Cartina-1850

 

 

Questo Capitolo porta a stabilire come fosse il fiume Ticino in età etrusca, per costituire un indizio sostenibile alla tesi dell’identificazione del sito di Melpum con l’attuale Pombia.

 

La tesi poggia molto sul fatto che Melpum dovesse avere un porto fluviale per risalire le rapide, e dunque con questa parte dello studio, cerco di dimostrare che detto porto ci fu veramente, perché se il fiume non avesse avuto percorso e quote adeguate, molte delle mie ipotesi cadrebbero.

 

Per evitare di leggere un capitolo noioso, a chi non è interessato all’idraulica fluviale, concludo qui in anticipo che in età etrusca, la rapida del Ticino copriva un dislivello di 20 metri su 2 chilometri, quindi era ripidissima ed invalicabile con le imbarcazioni. Nell’ottocento invece, prima della costruzione delle attuali dighe, la rapida è divenuta alta 30 metri, ma sul percorso di 10 chilometri, per cui divenne meno ripida di quella antica e perciò si è potuta navigare (parzialmente).

 

Il comportamento del fiume

 

Per capire cosa determina lo scorrimento dell’acqua di un fiume, su un territorio composto da sabbia e ghiaia, come sono fatte le colline (morene glaciali) che chiudono a sud il Lago Maggiore, possiamo osservare come si comporta la battigia di una spiaggia al variare della forza delle onde marine.

 

Durante una grossa mareggiata, il mare asporta completamente la spiaggia mettendo a nudo le rocce e trascinando sul fondo tutti i detriti di sabbia e ghiaia. Nei mari aperti (fetch 1000 km) la velocità delle onde è circa metà della velocità del vento che le forma, pertanto con una buriana da 80 Km/h arrivano onde alla velocità di 40 Km/h. Si noti che la velocità di 36 Km/h equivale a 10 metri al secondo, e questo dato è da ricordare perché è una velocità critica di logoramento più volte citata in questo testo.

Continua a leggere”LE RAPIDE DEL TICINO”


Lug 26 2019

ADDIO A GIOVANNI TODESCO, LO SCOPRITORE DEL DINOSAURO «CIRO»

Addio a Giovanni Todesco, lo scopritore di «Ciro», il baby dinosauro italiano.

 

Si è spento ieri a 72 anni, nell’abbraccio della sua famiglia, il paleontologo dilettante che nel novembre del 1980, nel Beneventano, recuperò da una cava la lastra che per milioni di anni era stata la «cuccia» dello Scipionyx Samniticus.

 

Fu questo il nome che il mondo scientifico attribuì a quella che è stata definita come la scoperta paleontologica del Novecento e che è avvenuta grazie alla passione di un tecnico calzaturiero in vacanza nel Sannio assieme alla sua famiglia.

 

La moglie Giovanna, i figli Valeria e Alessio, lo hanno accompagnato mano nella mano nel suo ultimo chilometro, quello di una lunga e difficile «maratona» di malattia, dopo «una vita di emozioni e sorprese» come diceva lui, come accadeva le domeniche di tanti anni fa, passate a «cavar sassi» di qua e di là per il gusto di scoprire il tesoro che millenni di storia ci avevano custodito dentro. 

 

Fonte: srs di Paola Dalli Cani, da  L’arena di Verona del 26 luglio 2019

Link: https://www.larena.it/territori/est/val-d-alpone/addio-a-todesco-lo-scopritore-del-dinosauro-ciro-1.7508198

 

 

SI È SPENTO IL VERONESE GIOVANNI TODESCO, SCOPRITORE DEL «PRIMO DINOSAURO ITALIANO»

 

Continua a leggere”ADDIO A GIOVANNI TODESCO, LO SCOPRITORE DEL DINOSAURO «CIRO»”


Lug 25 2019

PREMESSA ALLA TESI DI MELPUM

Category: Archeologia e paleontologia,Storia e dintornigiorgio @ 21:48

Ortelius, 1624, Italia Gallica sive Gallia Cisalpina ex conatibus. Dettaglio. Nella parte centrale dell’immagine ingrandita si può vedere l’indicazione Melpum

 

 

Tengo ad evidenziare che questo Testo, articolato in più capitoli, non espone un qualcosa che è stato trovato, ma l’opinione su come si possa trovarlo, secondo un metodo deduttivo, che conoscendolo, può essere applicato a qualunque ricerca, perché segue logiche precise e solitamente funzionanti.

 

Il problema della ricerca archeologica sta nell’essere autorizzati a farla, e perciò un privato che non lo è, può ugualmente individuare Siti archeologici, con queste analisi che consentono di indirizzare Prospezioni Strumentali preventive, da cui poi si attiveranno veri scavi autorizzati.

 

Nei capitoli precedenti, relativi al Viaggio di Annibale, è stato esemplificato come l’analisi dettagliata di un testo, produce un assemblaggio di indizi, che per confronto con la carta geografica e l’esplorazione territoriale, consente una serie di conferme ed esclusioni, che, con la comune logica ipotetico-deduttiva, porta a scoprire realtà che non sono state citate dai testi storici, o sono state distorte o mentite, così che si possa ricostruire come fu la vera storia.

 

Continua a leggere”PREMESSA ALLA TESI DI MELPUM”


Lug 22 2019

L’ANALISI DEI DATI DI MELPUM

Category: Archeologia e paleontologia,Storia e dintornigiorgio @ 09:26

 

 

 

Come già visto in precedenza, la prima operazione dell’indagine è di raccogliere tutti i dati disponibili per analizzare significati, motivazioni, tempi degli eventi, luoghi della Padania nord- occidentale, per individuare quale può essere l’ubicazione di Melpum.

 

Tito Livio scrive che le invasioni galliche cominciarono alla fine del VII sec.a.C. con l’arrivo dei Biturigesdi Bellovesus,e continuarono fino al IV sec.a.C.; però l’archeologia ha corretto che vi furono prima solo immigrazioni pacifiche con integrazione di Celti, e solo nel 4° secolo a.C. vi fu una invasione.

 

La grande ondata invasionistica che distrusse Melpumnel 396 a.C., e poi tutte le città etrusco-padane, fu quella delle tribù Galliche deiBiturgi, Edui, Arverni, Ambarri, Carnuti, Aulerci, Senoni, Cenomani, Boi, che fecero fuggire i precedenti Leponzinelle valli alpine dell’Ossola e Canton Ticino, spinsero gli Orobie Camunisui monti loro vicini, nonché cacciarono liguri, umbried etruschi, dalla sponda sud del Po’ all’Interno dell’Appennino. Solo gli Insubriseppero respingere i Galli, conservando il loro dominio sulle colline del Verbano, Ceresio e Lario. La grande massa di gente nuova cambiò il lessico padano, e l’archeologia ha classificato questa nuova Cultura come il tipo La Tène.

 

Quando giunsero i Romani nel 3° sec.a.C. trovarono Galli ovunque e diedero nome di Gallia Cisalpina a tutta la Padania, riservando i nomi dei predecessori ai loro monti (Alpi Leponzie, Retiche, Orobie, ecc.).

 

Continua a leggere”L’ANALISI DEI DATI DI MELPUM”


Lug 19 2019

GLI INDIZI DI MELPUM

Category: Archeologia e paleontologia,Storia e dintornigiorgio @ 21:41

 

Siamo giunti al capitolo principale che indica come fare il riconoscimento archeologico di un sito insospettato, ma questa spiegazione non regge da sola, se non si seguono prima le indicazioni dei capitoli precedenti, e perciò li riepilogo per chi apre questa pagina senza aver già visto le altre.

 

Disegno n. 1 di Pombia reaiizzato nel 1994, per evidenziare meglio le caratteristiche. Si noti che il “Roggione” (a metà disegno sulla destra) non è un torrentello ma è il fosso che si è scavato il deflusso continuo delle acque della cloaca etrusca, che è stata tagliata dai romani quando hanno fatto il canalone che separa il Castrum

 

1° indizio: Le Fonti Storiche:

 

Livio scrive che nel IV sec.a.C. i Galli vinsero gli Etruschi sul Ticino, quindi è lì che si deve cercare, con una buona carta geografica, per valutare i possibili percorsi etruschi sul Ticino.

Mi documento su tutti i testi storici possibili, per sapere come può essere fatto ciò che vado cercando.

 

2° indizio: L’analisi Stradale:

 

La carta geografica indica strade, che non c’erano, ma rispecchiano itinerari fondamentali, valuto distanze tra punti salienti, alture, valichi alpini, laghi, guadi, confluenza di fiumi, incroci tra gli itinerari fondamentali. Con la logica delle probabilità ed esclusioni, stringo il cerchio su poche aree possibili.

 

4° indizio: Riconoscimento del Sito sulla Carta Geografica

 

Con le idee chiare di come deve essere fatto il sito cercato, esploro una carta geografica molto dettagliata (IGM), per identificare un’area che corrisponda alle caratteristiche cercate; in prima battuta se ne trovano due o tre, ma stringendo l’analisi sui dettagli, si scopre che esiste soltanto un punto in cui coincidono tutti i connotati cercati. Mi documento come è la località attuale e organizzo una visita.

 

5° indizio: Riconoscimento del Sito sul posto

 

L’esplorazione del luogo rivela una serie di dettagli geografici, urbanistici, tradizioni, toponimi, che qui vado a confrontare con l’idea di come deve essere fatto il sito cercato, e focalizzo quanto può coincidere e quanto può escludere; si tiene conto di tutto, anche il trascurabile o l’inverosimile.

Il disegno n° 1 allegato mostra la pianta di Pombia, è tratto fedelmente in scala, dalla Carta IGM, che non allego perché troppo complicata dai dettagli, mentre qui serve una chiara visione d’assieme, che consenta di accompagnare le descrizioni della località.

 

Continua a leggere”GLI INDIZI DI MELPUM”


« Pagina precedentePagina successiva »