Set 06 2024

SINISTRI

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Quando parliamo di “sinistri” non intendiamo dei soggetti politicamente “di sinistra” ma dei tipi umani con determinate peculiarità.

I “sinistri” di questi tempi hanno una caratteristica ben precisa : si ritengono “di sinistra” ma guardano al popolo con disprezzo. 

Un tempo a “sinistra” il popolo era semmai da educare, non certo da schernire. Erano consapevoli che il popolo era materia su cui esercitare un’opera formatrice, in assenza della quale esso rimaneva amorfo. Erano consapevoli anche che poteva divenire malvagio, se lasciato a se stesso. 

I “sinistri” invece oggi vorrebbero togliere il diritto al popolo di non essere null’altro che popolo. Lo umiliano quando non si esprime con un linguaggio adeguato, quando non è educato o sufficientemente scolarizzato, quando ragiona con il ventre.

Essi non vogliono redimere o salvare, bensì condannare, epurare, censurare e minacciare. 

Non sono altro che i figli della borghesia che prova vergogna di sé, la voce di una cattiva coscienza viziata che vorrebbe mostrarsi virtuosa, e che si tradisce costantemente nel suo disprezzo.

Sul web il fenomeno è ancora più visibile, pensate a tutte quelle pagine social stile “abolizione del suffragio universale”.

Il “sinistro” attuale ha un nemico ben preciso: il “sovranista”. Termine diventato dispregiativo da quando i media hanno deciso così.

Sono quelli che vedono nelle finte destre al governo dei potenziali “fascisti” e che gridano “gombloddoh” a prescindere, convinti di vivere in un mondo semplice e senza dinamiche elitarie.

Gente che ripete slogan a casaccio, che non riesce ad elaborare un concetto. 

Si spalleggiano tra loro ironizzando sui politici “fascisti”, sui “novax”, sugli “omofobi” e tutto ciò che, in un determinato momento storico, i media psichiatrizzano.

In essi non vi è traccia né di capacità cognitive minime né di cultura base. 

Sono “sinistri”, proprio in senso sinistro, non “di sinistra”.

Dal Web 


Ago 16 2024

I BAGNI DI MARE NEL GIORNO DI SAN LORENZO

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I 7 BAGNI IN MARE A SAN LORENZO

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Oggigiorno la notte di San Lorenzo è per tutti la notte delle stelle cadenti ma un tempo, in Romagna, anziché esprimere desideri guardando il cielo, la gente si recava in spiaggia per fare bagni in mare. Si credeva infatti che in questo particolare giorno dell’anno l’acqua marina avesse poteri miracolosi.

Secondo un’antica tradizione romagnola nel giorno di San Lorenzo ci si deve immergere sette volte nelle acque del mare a scopo propiziatorio, o comunque fare almeno un bagno.

Anche chi al mare non andava mai il 10 agosto affollava le spiagge. Intere famiglie, specie del contado, vi si recavano sin dal mattino presto caricando sui carri anziani, bambini e vettovaglie, dominati dalla credenza che l’acqua di mare possegga in quel giorno la miracolosa virtù di guarire mali di ogni specie.

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Lug 25 2024

VINO O SUCCO D’UVA CHE TIPO DI VINO POTEVA BERE GESÙ?

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Caro Padre Pacifico, come ti va?

Spero bene, anzi benissimo.

Ti ricordi l’accenno che ti ho fatto su che tipo di vino poteva bere Gesù?

Bene. Ti espongo una po’  delle mie elucubrazioni mentali.

Per non incappare nella critica di non essermi informato, ti appioppo subito un estratto “accademico ” sul vino  da messa, che io ti consiglio di saltare.

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“TUTTI I SACRAMENTI SI COMPONGONO DI TRE ELEMENTI cioè: delle cose, come materia, delle parole, come forma e della persona del ministro, il quale abbia l’intenzione di fare ciò che fa la Chiesa; DEI QUALI ELEMENTI QUALUNQUE VENGA A MANCARE, NON SARÀ MAI POSSIBILE AVERE IL SACRAMENTO. (Concilio Fiorentino, anno 1439, Decretum Ad Armenos), (Denz. 1312). 

 La mutazione della materia e della forma può avvenire in maniera sostanziale, (ad es. per il battesimo usare il vino al posto dell’acqua), oppure in maniera accidentale, (ad es. per il battesimo usare acqua lievemente profumata). Se il cambiamento è sostanziale il sacramento è nullo (vengono a mancare gli elementi essenziali determinati da Nostro Signore). Se il cambiamento è accidentale il sacramento è valido ma potrebbe essere illecito (se il cambiamento è stato fatto coscientemente e senza ragione). 

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Giu 26 2024

STORIA DEL VAIOLO DALLE ORIGINI AL VACCINO.

Category: Natura e scienza,Salute e benesseregiorgio @ 11:40

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a cura di: Dott. Antonio Semprini (pediatra)

Il vaiolo fu una malattia con segni clinici talmente evidenti e caratteristici e causò epidemie talmente drammatiche e disastrose da diventare a lungo il soggetto di miti e superstizioni e i medici e gli storici scrissero molto su di esso.

Le origini del vaiolo sono sconosciute e i più antichi rapporti attorno ad esso sono inattendibili. La più antica prova si trova nelle mummie egizie di persone morte circa 3000 anni fa.
E’ ragionevole pensare che il vaiolo venisse trasmesso dall’Egitto per via terrestre o marittima fino all’India, dove rimase come una malattia umana a carattere endemico per circa 2000 anni e forse ancor più.
Nel I secolo d.C. il vaiolo entrò in Cina da Sud-Ovest e diventò stabile nella popolazione. Nel VI sec. d.C. il vaiolo passò dalla Cina al Giappone.
In Occidente il vaiolo fece periodiche comparse in Europa senza diventarvi stabile, fino al momento in cui la popolazione non aumentò di numero e gli spostamenti delle persone non divennero più intensi durante il periodo delle Crociate.
Come la popolazione crebbe in India, in Cina e in Europa, il vaiolo divenne stabile nelle città e nelle aree maggiormente popolate come una malattia endemica che colpiva soprattutto i bambini con periodiche epidemie che provocavano la morte di circa il 30% dei soggetti colpiti.
La sua penetrazione si accrebbe progressivamente e attorno al XVI secolo il vaiolo fu un’importante causa di morbilità e mortalità in Europa come nel Sud-Est Asiatico, India e Cina.

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Giu 17 2024

L’UNIONE EUROPEA È UN “MOSTRO” CHE DEVE ESSERE DISTRUTTO AL PIÙ PRESTO PRIMA CHE DIVENTI A TUTTI GLI EFFETTI UNO STATO TOTALITARIO

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Leggetela attentamente questa intervista, sappiate che è stata fatta nel 2006 e non abbiamo cambiato una virgola su quanto avrete modo di leggere, che questo sia di monito a tutti coloro che ancora oggi dubitano ancora sulle reali intenzioni di chi sta devastando intere nazioni sotto lo slogan che dice….

…ce lo chiede l’Europa.

Giugno 14, 2024

L’UNIONE EUROPEA È UN “MOSTRO” CHE DEVE ESSERE DISTRUTTO AL PIÙ PRESTO PRIMA CHE DIVENTI A TUTTI GLI EFFETTI UNO STATO TOTALITARIO

Leggetela attentamente questa intervista, sappiate che è stata fatta nel 2006 e non abbiamo cambiato una virgola su quanto avrete modo di leggere, che questo sia di monito a tutti coloro che ancora oggi dubitano ancora sulle reali intenzioni di chi sta devastando intere nazioni sotto lo slogan che dice….

...ce lo chiede l’Europa.

L’ex dissidente sovietico Vladimir Bukovsky mette in guardia da una dittatura nell’Unione europea. Prima si pone fine all’UE, meglio è.

Articolo pubblicato nel 2006.

Vladimir Bukovksy, ex dissidente sovietico di 63 anni, teme che l’Unione Europea si stia avviando a diventare un’altra Unione Sovietica. 

In un discorso tenuto a Bruxelles la scorsa settimana, Bukovsky ha definito l’UE un “mostro” che deve essere distrutto, prima lo si fa meglio è, prima che diventi un vero e proprio Stato totalitario.

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Giu 09 2024

NINO GALLONI…IL VIDEO SCOMPARSO DELLA DEMOLIZIONE DELL’ITALIA

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Riprendiamo questo post dal blog “Il Jester”. Il post linka a una lezione tenuta dall’economista Nino Galloni che però – nella sua lunghezza – non si limita a trattare dell’episodio evidenziato dal Jester. Merita in ogni caso di essere ascoltata tutta. (SiR)

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Riprendiamo questo post dal blog “Il Jester” del 10 giugno 2012 

Se si potesse  ascoltate questa intervista in video,      http://youtu.be/t_ssGy0LXo0[/youtube]  ma che purtroppo   non si trova più su Yotube

 ci si   renderete conto della mostruosità del progetto che ha demolito l’Italia (industriale, e non solo) a partire dalla fine degli anni ’80.

In sintesi l’Italia voleva cambiare la sua economia in meglio, affinché fosse più competitiva e meno dipendente dall’Europa. 

Poi …poi….la Germania si è riunita, e Kohl fece un accordo con Mitterand. 

La Francia avrebbe appoggiato l’unificazione tedesca, ma in cambio la Germania avrebbe dovuto rinunciare al marco. 

La Germania accettò, ma come contropartita chiese alla Francia e non solo, un progetto di deindustrializzazione dell’Italia, poiché se l’Italia si fosse mantenuta forte dal punto di vista produttivo-industriale, l’accordo tra Kohl e Mitterrand sarebbe rimasto lettera morta….E  la Germania avrebbe pagato pesantemente sia la rinuncia al marco che la sua riunificazione. 

Da qui la “vendita”….la svendita dei nostri gioielli economici alla fine degli anni ’80,  anni 90 ..sotto una duplice pressione: esterna   ed  interna….di tutti quegli “affaristi”  che con la privatizzazione a prezzi di saldo avrebbero fatto un bel po’ di grassi affari alle spalle dell’italia..

Beh, che dire? ..Fu perfino confermato da    Visco, e dal Prodi che era presenta alla proposta…

Ci hanno letteralmente fottuto e continuano a fotterci. 

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Il video:

http://youtu.be/t_ssGy0LXo0[/youtube]

… che non esiste più 


Giu 04 2024

L’OLOCAUSTO DELLE PAROLE E DEL PENSIERO. PIÙ POVERO È IL LINGUAGGIO, MENO ESISTE IL PENSIERO.

Category: Cultura e dintorni,Pensieri e parolegiorgio @ 00:36

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L’olocausto delle parole e del pensiero di Cristoforo Clavé.

Più povero è il linguaggio, meno esiste il pensiero.

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′′ La graduale scomparsa dei tempi (congiuntivo, passato semplice, imperfetto, forme composte del futuro, participio passato…) dà luogo ad un pensiero al presente, limitato al momento, incapace di proiezioni nel tempo.

La generalizzazione del “tu”, la scomparsa delle maiuscole e della punteggiatura sono altrettanti colpi mortali portati alla sottigliezza dell’espressione.

Cancellare la parola ′′signorina′′ non solo è rinunciare all’estetica di una parola, ma anche promuovere l’idea che tra una bambina e una donna non c’è nulla.

Meno parole e meno verbi coniugati rappresentano inferiori capacità di esprimere le emozioni e meno possibilità di elaborare un pensiero.

Studi hanno dimostrato che parte della violenza nella sfera pubblica e privata deriva direttamente dall’incapacità di mettere parole sulle emozioni.

Senza parole per costruire un ragionamento, il “pensiero complesso” caro a Edgar Morin è ostacolato, reso impossibile.

Più povero è il linguaggio, meno esiste il pensiero.

La storia è ricca di esempi e gli scritti sono molti da Georges Orwell in 1984 a Ray Bradbury in Fahrenheit 451 che hanno raccontato come le dittature di ogni obbedienza ostacolassero il pensiero riducendo e torcendo il numero e il significato delle parole .

Non c’è pensiero critico senza pensiero. E non c’è pensiero senza parole.

Come costruire un pensiero ipotetico-deduttivo senza avere il controllo del condizionale? Come prendere in considerazione il futuro senza coniugare il futuro? Come comprendere una contemporaneità o un susseguirsi di elementi nel tempo, siano essi passati o futuri, nonché la loro durata relativa, senza una lingua che distingua tra ciò che sarebbe potuto essere, ciò che è stato, ciò che è, cosa potrebbe accadere, e cosa sarà dopo ciò che potrebbe accadere? 

Se un grido dovesse farsi sentire oggi, sarebbe quello rivolto a genitori e insegnanti: fate parlare, leggere e scrivere i vostri figli, i vostri studenti.

Insegna e pratica la lingua nelle sue forme più svariate, anche se sembra complicata, soprattutto se complicata. Perché in questo sforzo c’è la libertà. 

Coloro che spiegano a lungo che bisogna semplificare l’ortografia, scontare la lingua dei suoi “difetti”, abolire generi, tempi, sfumature, tutto ciò che crea complessità sono i becchini della mente umana. 

Non c’è libertà senza requisiti. Non c’è bellezza senza il pensiero della bellezza “.


Mag 26 2024

DIVOC 

Category: Cultura e dintorni,Dominio Potere e Violenzagiorgio @ 15:25

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Il dibbuk, dibuk, o dybbuk (in yiddish: דיבוק, dal verbo ebraico: דָּבַק davak, “attaccarsi”, “aderire”) nella tradizione ebraica è uno spirito maligno o un’anima in grado di possedere gli esseri viventi.


Mag 24 2024

L’IMPATTO DISASTROSO DI 12.000 ANNI FA

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Una gigantesca catastrofe ha cancellato molte civiltà circa 12.000 anni fa, e potrebbe accadere ancora. Questo è quanto hanno scoperto diversi ricercatori recentemente. Cerchiamo di capire di cosa parliamo. 

Abu Hureyra è uno dei siti archeologici più importanti al mondo. Situato a Nord della Siria, è il sito archeologico dove si trovano le più antiche tracce di attività agricola da parte dell’uomo. Gli archeologi vi hanno trovato i resti di diversi tipi di cereali, inclusa la segale. Il sito è datato a circa 13.000 anni fa. Dai resti ritrovati, si nota che circa 1.300 anni dopo che era stata abitata, di colpo la popolazione di Abu Hureyra è andata via, o per qualche motivo, gran parte di essa non esisteva più.

Fino a poco tempo fa non si capiva cosa potesse aver causato tutto questo. Analizzando i resti di Abu Hureyra, recentemente i ricercatori hanno trovato delle microsfere di vetro fuso presenti praticamente su ogni cosa, sia nei resti biologici, sia nei resti in muratura, sia sul terreno. Hanno anche trovato nanodiamanti e tracce di suessite, un minerale raro sulla Terra, ma comune nei meteoriti. Sono state rinvenute tracce di minerali ricchi di cromo, ferro, nichel, solfuri, titanio, ferro, platino e iridio, minerali che tipicamente compongono gli asteroidi.

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Mag 19 2024

SCOPERTO UN RAMO PERDUTO DEL NILO, SCORREVA VICINO ALLE PIRAMIDI. 

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Immagine: Il Ramo di Ahrmat confina con un gran numero di piramidi risalenti all’Antico Regno fino al 2 ° Periodo Intermedio e che abbracciano le Dinastie 3 e 13.

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Quindi ci sono nuove ipotesi sulla costruzione della catena di Piramidi.

Alcune costruzioni potrebbero essere inizialmente sorte accanto a questo ramo, oramai secco, del fiume Nilo. Il ramo perduto potrebbe essersi seccato a causa di un maggiore accumulo di sabbia portata dal vento.

Utilizzando l’imaging satellitare e l’analisi dei nuclei di sedimenti, un nuovo studio pubblicato sulla rivista Communications Earth & Environment ha mappato un ramo prosciugato del Nilo lungo 64 chilometri a lungo sepolto sotto i terreni agricoli e il deserto. 

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Mag 16 2024

LE FONTI SCIENTIFICHE UFFICIALI NON SONO LA VERITA’ ASSOLUTA

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E non pensare che le fonti  ufficiali scientifiche che ritrovi sulle più blasonate riviste scientifiche siano la verità assoluta…   se va bene sono veritiere  al 50% per cento…è proprio li che devi dare il massimo delle tue capacità nell’esercizio discernimento…Te lo faccio confermare con lo scritto di un direttore di rivista scientifica: 

La dottoressa Marcia Angell, per molti anni capo del «New England Mèdical Journal»,  rivista medica di enorme prestigio, scriveva 

«È semplice: non si può più credere alla gran parte della ricerca clinica che viene pubblicata né fidarsi del giudizio dei medici di fiducia di linee guida mediche autorevoli. lo non mi rallegro di questa conclusione cui sono arrivata lentamente e con riluttanza dopo i miei due decenni come  direttrice del “New England Journal of Medicine'”?» 

«Spesso le riviste mediche o le industrie farmaceutiche che pagano la ricerca omettono i risultati negativi di un nuovo farmaco o di una nuova procedura che possono dimostrare più danno che utilità» è invece ciò che pubblica «Science» 78. 

Senza insistere troppo sull’argomento….John Ioannidis della Stanford University, ha scritto: 

«Attualmente cresce la preoccupazione che i risultati delle ricerche pubblicate siano falsi e che nella ricerca moderna questi falsi risultati potrebbero essere la maggioranza delle pubblicazioni. L’ 80% degli studi di ricerca non randomizzati'” (il tipo più comune di studio), insieme al 25% di studi randomizzati, sono errati. Io resto incredulo: questi studi sono pubblicati su riviste mediche riconosciute ed importanti. Questi numeri indicano che gran parte di ciò che i nostri medici ci prescrivono è sbagliato” 

E  Ioannidis continua affermando che non di rado i ricercatori pubblicano risultati dichiarando essere quelli di una ricerca quando, invece, tali non sono. 


Mag 12 2024

QUA FINISCE L’IO

Category: Conoscenza varie,Pensieri e parole,Veja migiorgio @ 22:06

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Qua   finisce l’io della superbia

Qui finiscono le gelosie. 

Qui finiscono le liti per i confini e per l’eredità. 

Qui finiscono tutti i risentimenti.

Qui finiscono tutti i malintesi. 

Qui finiscono le convinzioni. 

Qui finiscono gli odì, i soldi, le proprietà. 

Qui finiscono i dispetti. 

Qui finiscono le fantasie. 

Finiscono gli abbracci mai dati, le carezze mai avute, le parole dolci che non abbiamo speso. 

Qui si pareggia tutto, perché non siamo niente, se non l’espressione fisica della nostra anima che torna al luogo della Verità.

In questa vita siamo solo di passaggio…. 

Vogliamoci bene, viviamo  pienamente,  e cerchiamo di essere felice mentre siamo qui, perché da qui non porteremo via nulla,  se non l’amore che abbiamo dato.


Mag 11 2024

IL FRICO

Category: Alimentazione e gastronomiagiorgio @ 00:24

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Una breve storia  del frico,   uno dei cibi più conosciuti ed apprezzati in Friuli e dai friulani nel mondo 

Ho trovato su un vecchio libo friulano la storia del Frico e siccome presumo sia abbastanza veritiera ve la voglio far conoscere. 

Il nome Frico pare derivi da una pietanza simile della cucina francese chiamata Fricò e anche in Friuli pare si chiamasse così fino all’800 quando l’accento scomparve e il nome fu quello attuale. 

Si racconta che il primo Frico sia stato cucinato in Carnia per poter usare tutti i pezzetti di formaggio rimasti in cucina o come residui delle forme in latteria. L’aggiunta di patate fu necessaria perché la pietanza non venisse tanto dura visto che a quei tempi soprattutto gli anziani avevano molti problemi di denti. 

La prima vera testimonianza scritta però la troviamo già nel lontano ‘400 quando un certo Martino, cuoco raffinato del Patriarca di Aquileia Ludovico Trevisan, che fu in carica dal 1439 al 1465, lasciò uno scritto su cui scriveva la sua ricetta del Frico a cui lui aggiungeva cannella e zucchero. Il famoso cuoco diceva che lui usava solo formaggio di quello migliore cotto nel burro e l’aggiunta della cannella, come già detto, era solo dovuta alla golosità del Patriarca.

Adesso i tipi di Frico sono molti, da quello “morbido” cotto con aggiunta di patate, cipolle, altre verdure o salsiccia, a quello più “asciutto” in cui viene cotto del formaggio grattugiato o tagliato a fettine nel burro o nell’olio. 

Un cibo povero ma che piace a tutti, dai più piccoli ai più grandi, dai più abbienti ai più miseri, dagli italiani agli americani e via di questo passo fino ad arrivare sulle tavole dei migliori ristoranti che lo propongono assieme alla poverissima polenta, ora divenuta gradita pietanza ricercata e richiesta come rarità.

Eugenia Monego


Mag 10 2024

RICETTA BASE PER IL  GOULASCH

Category: Alimentazione e gastronomiagiorgio @ 11:51

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Questa è la ricetta di mio marito, perché questo piatto lo prepara sempre lui. ( Lo cucinava quando era cuoco e lavorava nei ristoranti)



Ingredienti per il goulasch ( per 4 persone)

• 800 g manzo di taglio anteriore (girello o sottospalla)

• 300 g di cipolle 

• 80 ml di olio extravergine d’oliva

• 1 bicchiere di vino rosso

• 1 cucchiaino di paprica forte
o quanto basta per i propri gusti 

sale quanto basta
Farina bianca, quanto basta per infarinare i pezzi di carne 

Come carne va bene anche il taglio detto cappello del prete. Quello che ho usato io. Basta sia tagliato a pezzi non troppo piccoli. 

Infarinare la carne senza esagerare con la farina. 

Rosolare, senza abbrustolire, le cipolle e aggiungere la carne infarinata, rosolare bene anche la carne senza fare attaccare ( meglio usare una padella antiaderente con fondo spesso), quando la carne e ben rosolata, bagnare con vino rosso e aggiungere la paprika, aggiungere poi acqua calda all’occorrenza, quando asciuga, fino cottura ultimata. 

Di solito ci vogliono tre/quattro ore perché deve cuocere lentamente a fuoco basso


Va servito con polenta concia come da ricetta:


INGREDIENTI PER LA POLENTA CONCIA

( tipica della Val di Ledro, in Trentino)

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Mag 09 2024

ZUCCHERO E TUMORI

Category: Alimentazione e gastronomia,Salute e benesseregiorgio @ 22:31

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Un articolo pubblicato sul New York Times il 4 maggio 1931 (ancora disponibile sul sito del quotidiano), parla delle ricerche su zucchero e tumori dell’eccellente Gladys E. Woodward, una delle poche donne a lavorare nella ricerca all’epoca.

Fino agli anni Cinquanta si parlava regolarmente come lo zucchero ed i carboidrati fossero responsabili di molti tumori, anche grazie alle ricerche di Otto Warburg (che gli valsero il premio Nobel) nella Germania degli anni Trenta.


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