Mag 19 2017

CHE PAESE DE MONA…

Category: Monolandiagiorgio @ 23:54

 

 

 

CHE PAESE DE MONA…

 


Mag 19 2017

L’ITALIA CAMBIA … LA PIZZA È SEMPRE LA STESSA

Finiva  il millennio

 

Pizzeria Brandi 

 

 

L’ITALIA CAMBIA … LA PIZZA È  SEMPRE LA STESSA

 

 

BEN  ARRIVATI  A NAPOLI.

 

BRANDI…ANTICA PIZZERIA DELLA REGINA D’ITALIA … LA PIZZA DAL 1780

 

Salita S. Anna di Palazzo, 2  Napoli 

 

 

http://www.brandi.it/

 

 


Mag 18 2017

VACCINI: LETTERA AL MONDO DI UN PAPÀ

Category: Natura e scienza,Ricerca e tecnologiagiorgio @ 08:33

 

Stefano Montanari

 

 

SCRITTO DA STEFANO MONTANARI

 

Pubblico di seguito la lettera aperta di un papà a suo figlio. Una lettera, in realtà, gridata al mondo.

 

Il bambino è una delle vittime accertate dei vaccini, piaccia o no a qualcuno dei lorsignori e di tutta la mandria di buoi al seguito, ed è grazie alla cocciutaggine di quel papà, con sforzi che avrebbero schiantato Ercole, che il piccolo sta avanzando lungo una salita che più impervia non potrebbe essere. Io non so se arriverà in vetta ma non passa un minuto senza che io faccia un tifo sfegatato per lui. E lui va avanti.

 

Internet è una sorta di mare magnum in cui la democrazia mostra il suo volto peggiore. Lo dico da democratico convinto. Qui chiunque, spesso dietro la maschera di uno pseudonimo e altrettanto spesso millantando una cultura che è fatta di voragini, dice la sua. Qui i “superesperti” di turno sparano le loro opinioni “scientifiche”, magari discettando di “poliomelite”, e i vaccini sono tra gli argomenti favoriti.

 

Come sempre, io chiedo solo chiarezza e, per questa, offro i miei dati, quelli prodotti dal laboratorio che, fino a che ce la farà a sopravvivere, dirigo. E i dati sui vaccini analizzati sono, quanto meno, degni di grande attenzione, un’attenzione da cui Istituto superiore di sanità, NAS e magistratura si sottraggono da anni, sfuggendo ai loro doveri primari.

 

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Mag 17 2017

MAMMA … PER TUTTA LA VITA … E PER SEMPRE!

Category: Pensieri e parole,Veja migiorgio @ 20:22

 

 

...Sai mamma cosa accade un giorno?

Ci crescono le ali e diventiamo farfalle,

voliamo nell’aria e poi ancora piu’ in alto, verso il cielo.
Ci trasformiamo in gabbiani,

attraversiamo l’arcobaleno di tanti colori

e andiamo a mangiare lo zucchero filato delle nuvole.  
Sara’ bellissimo!
Poi torniamo “come di prima”,

ridiventiamo io Lorenzo e tu mamma Chiara;

corriamo veloci e andiamo a giocare coi bambini felici

su un prato grandissimo, dove crescono i fiori colorati

che piacciono tanto alla Sofia.
Li non esistono piu ‘ bambini tristi e arrabbiati,

sono tutti quanti allegri e sorridenti. 
Ti ricordi cosa ti ho detto l’altra volta?
Sul mio cuore c’è ‘ scritto mamma 
e be’…in verita’…ci sono scritti tutti i nomi delle persone a cui voglio bene, 

PERO’… MAMMA… e ‘ scritto proprio tanto grande e non si cancella mai! 

Invece sul tuo cuore c’e ‘ scritto il mio nome: 
L O R E N Z O!!!
Lo sai che vuol dire questo? 
Vuol dire che… 
staremo sempre insieme!!!
Questa volta, la prossima… 
sempre, sempre insieme. 

Per tutta la vita e per sempre!

 

Dolce notte mammina. Ti amo…

 

Ti amo anch’io Lori.

 

 


Mag 16 2017

SLOBODAN MILOSEVIC – DISCORSO PREMONITORE CHE ANNUNCIAVA I TEMPI CHE SONO…

Category: Società e politica internazionalegiorgio @ 00:08

Slobodan Milosevic

 

 

Discorso premonitore che annunciava i tempi che sono  –   Scrive Uberto Tommasi: “ULTIMO DISCORSO DI SLOBODAN MILOSEVIC RIVOLTO A RUSSI, UCRAINI E BIELORUSSI

 

Pubblichiamo  queste premonitrici parole del Presidente di Jugoslavia e Serbia, perché sono di assoluta attualità; in queste poche righe c’è la sintesi delle dinamiche di aggressione e devastazioni dei paesi non sottomessi, a cui stiamo assistendo negli ultimi vent’anni e un messaggio profondo, quello dell’unica possibilità di sopravvivere per i popoli: l’UNITA’.

 

Milosevic indica in questa valenza, l’essenza della resistenza, al di là di differenze e distinzioni ideologiche.

Come è stata l’esperienza e la lunga battaglia di resistenza alla NATO e all’occidente aggressore, del suo popolo, per difendere la propria indipendenza, la propria sovranità, la propria patria.

Essi usano le stesse metodologie e schemi operativi, dall’Afghanistan all’Iraq, dalla Jugoslavia alla Serbia, dalla Libia alla Siria, oggi l’Ucraina: Divide et impera!

 

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Mag 15 2017

FISCO ALL’ITALIANA: CARTELLA PER 3 CENTESIMI…E… RATEIZZABILE

Category: Monolandiagiorgio @ 00:12

 

Verona. Cartella Solori per 3 centesimi e…rateizzabili

 

La sede della Solori

 

 

Una coppia di San Michele Extra si è vista recapitare da Solori, la società di riscossione dei tributi locali, una cartella per l’importo di soli 3 centesimi di euro.

 

I coniugi verificano e riverificano: potrebbe trattarsi del conguaglio dell’importo dovuto per un cambio di residenza. La consolazione? Quasi una beffa nella beffa: si può rateizzare il micro pagamento (prima «tranche» di 0,01, seconda di 0,02…).

Uno dei protagonisti commenta: «Bene l’automatizzazione ma al di sotto di un certo importo si dovrebbe soprassedere». 

 

Fonte: da L’Arena di Verona del 11maggio 2017

Link: http://www.larena.it/territori/città/cartella-solori-per-3-centesimi-e-rateizzabili-1.5689331

 


Mag 13 2017

LEGGI, NORME E POTERE SERVONO A MODELLARE IL SUDDITO UBBIDIENTE

Category: Dominio Potere e Violenzagiorgio @ 00:08

Sudditi

 

 

di ENRICO DELL’OLIO

 

Molti di noi non si rendono conto di quanto siano limitate le nostre vite e di quali siano le strategie messe in campo dallo Stato per condizionarci fin dalla più tenera età ad essere accondiscendenti e, paradossalmente, considerare ogni limitazione che viene sistematicamente fatta alle nostre libertà come non solo congrua, ma fondamentale ed utile per la nostra stessa vita.  Per farvi riflettere sul tema vorrei partire facendovi un semplice esempio.

 

Chiunque abbia deciso di diventare un imprenditore di sé stesso e magari aprire una piccola attività commerciale ha subito dovuto confrontarsi con leggi, norme, lacci e lacciuoli che per chiunque abbia un minimo di intelligenza non possono essere definiti che perdite di tempo (nella migliore delle ipotesi) o vere e proprie incongruenze o ostacoli alla propria attività (nella peggiore delle ipotesi). Che senso ha regolamentare l’orario ed i giorni di apertura e di chiusura di un’attività commerciale? Perché se vogliamo lavorare di più o di meno non ci è concesso e per farlo necessitiamo di un’autorizzazione speciale? Perché se apro il mio negozio in orari non espressamente previsti vengo multato? Come mai devo avere attrezzature che non prevedo di usare solo perché quel tipo di attività commerciale, per essere legale, le prevede?

 

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Mag 12 2017

GIUSEPPE GIANNOLA. IL SOLDATO ITALIANO FUCILATO TRE VOLTE DAGLI AMERICANI

Category: Storia moderna e revisionismogiorgio @ 00:09

 

Giuseppe Giannola. – «Guarda che io sono vecchio, ma resterò in vita sinché tutti i miei commilitoni uccisi non saranno stati ritrovati e torneranno ad avere un nome e un cognome».

 

 

ERA SOPRAVVISSUTO ALLO SBARCO IN SICILIA DEL ’43

 

È sopravvissuto a tre fucilazioni dei soldati americani e ha combattuto per vedere riconosciuta la verità storica dello sbarco alleato in Sicilia, fatto di crimini e atrocità verso i nostri soldati. E dopo aver avuto anche la soddisfazione di essere premiato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che nel 2012 gli ha conferito l’onorificenza di ufficiale della Repubblica, Giuseppe Giannola, l’ultimo sopravvissuto dei militari italiani che combatterono nell’isola nel 1943, è morto a 99 anni nella sua Palermo.

La storia dello sbarco in Sicilia a lungo è stata raccontata come l’epopea dei «vincitori»: le truppe alleate che dovevano liberare il Paese dal fascismo. Ma non ci fu nulla di particolarmente eroico in quella operazione. Come raccontato recentemente in un libro del senatore Andrea Augello «Uccidete gli italiani» che ha indagato proprio su quelle vicende, gli atti di eroismo furono invece tutti dalla parte dei soldati italiani e di piccoli gruppi di tedeschi. 

 

Furono loro che si immolarono davanti a un avversario superiore per numero, mezzi e armi. E furono loro che, fedeli agli ordini che avevano avuto, combatterono per difendere metro dopo metro le loro postazioni.

 

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Mag 11 2017

CARLO CIPOLLA E LA TEORIA DELL’ORIGINE DEI “CIMBRI” VERONESEI

Carlo Cipolla

 

 

Alfred Sternberg

 

Carlo Cipolla è lo storico dei cimbri per antonomasia, soprattutto quelli veronesi. Lo troviamo citato da quasi tutti gli autori successivi. Il suo primo volume al riguardo “Le popolazioni dei 13 comuni veronesi” cambierà radicalmente tutte le teorie circa l’origine dei cimbri. Sarà il Cipolla infatti, a dichiarare che l’origine delle isole linguistiche di ceppo germanico presenti nel veneto, derivano dall’insediamento di coloni tedeschi avvenuto tra il X e il XII secolo debellando qualsiasi altra ipotesi.
Per questo motivo possiamo considerare il 1882, anno di stampa del primo volume, storiograficamente come l’anno zero per i cimbri, prima di questa data sarà “a.c.” poi “d.c.” intendendo c. come Cipolla naturalmente. Questo proprio perché pochissimi autori proveranno, successivamente, a contestare la sua tesi. Eppure, a ben vedere, non possiamo considerare così scontato quanto asserito dal Cipolla, proviamo ad approfondire insieme.
Carlo Cipolla nacque il 26 sett. 1854 a Verona da una famiglia nobile, frequentò l’università di Padova , nel 1881 pubblicò la sua opera più importante “Storia delle Signorie italiane dal 1313 al 1530″ grazie al quale vinse l’anno successivo, la cattedra universitaria di Storia Moderna, aveva 28 anni.
Pubblicò un numero incredibile di scritti, se guardiamo l’elenco O.P.A.C. ne troviamo 370 circa, 427 secondo Giuseppe Biadego, e a questi si devono aggiungere oltre 150 recensioni, uno al mese, nei suoi 40 anni di vita attiva, per avere un’idea più concisa. Ricevette due critiche da Benedetto Croce, un eccessivo moralismo cattolico e, ciò a cui intendiamo porre maggior attenzione, l’assenza di un “vivo e intimo interesse“. Se osserviamo bene infatti, quasi tutte le sue opere si presentarono sostanzialmente come un’esposizione di documenti storici intervallate da più o meno concise dissertazioni dell’autore.

 

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Mag 10 2017

LA FINE DELLA SOVRANITA’ VENETA FU SANCITA NEL 1815 DALL’AUSTRIA

Category: Venetismo,Veneto e dintornigiorgio @ 00:14

 

La Redazione riporta questa riflessione di un amico siciliano, Claudio Buda:

 

Avevano paura di Venezia….non perché potesse essere uno stato sovversivo…in quanto vecchia democrazia…ma perché la temevano come potenza economica…ed allora il suo smembramento ed asservimento sembrò la cosa più giusta!!..anche Napoleone fece lo stesso ragionamento…per quanto decaduta…Venezia e il suo sistema economico e giuridico facevano paura all’Europa di allora…..ed alla restaurazione…tutti furono d’accordo….a non ridare a Venezia la sua antica autonomia che poi si traduceva in autonomia economica….ergo la distrussero…facendola diventare una appendice dell’Austria…

 

 

Congresso di Vienna del 1815

 

 

Insomma: quando cadde la Repubblica?

 

La domanda se la pose qualche anno fa, in una conferenza all’Ateneo Veneto, uno storico che non ammiro tanto, ma a cui non si può disconoscere un certo acume, il prof. Gianantonio Paladini, ora scomparso.

 

Forse aveva infilato il dito dentro la piaga. Il principio della Sovranità Veneta è assoluto, imprescrittibile e inalienabile, osservo io.

 

Sul piano storico, invece, individuerei il momento critico – in cui si disconobbe formalmente la Sovranità Veneta – nel Congresso di Vienna del 1815, quando i 4 veri vincitori di 20 anni di guerra, Austria, Inghilterra, Prussia e Russia, restaurarono tutti i Regni abbattuti da Napoleone.

 

Non le Repubbliche, però, forse facendo una strana equazione Repubblica = Stato sovversivo liberale.

 

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Mag 09 2017

IL CAPITALISMO AMERICANO È STATO COSTRUITO SULLA PELLE DEGLI SCHIAVI!

 

 

Il problema razziale in America è ancora un grande dilemma nazionale che continua minacciare l’esperimento democratico americano. Il malcontento nelle comunità afroamericane continuerà a crescere verso un pericoloso punto di ebollizione, a meno che la più grande eredità della schiavitù, cioè il capitalismo razziale, non sarà apertamente svelato e smantellato completamente.

 

 

Gli Stati Uniti sono emersi così rapidamente a superpotenza economica sulla scena mondiale non grazie ai loro ideali e al “sogno” di libertà ma più prosaicamente grazie allo sfruttamento intensivo della schiavitù. È così che si costruiscono gli imperi. Grandi imprese e banche americane, celebri ancora oggi, hanno costruito le loro fortune sulla schiavitù. Nella seconda parte l’articolo argomenta che la discriminazione razziale presente ancora oggi in America, la profonda frattura sociale, la violenza contro gli afroamericani di cui ci parla quotidianamente la televisione, sarebbero la conseguenza di un passato che non si è ancora concluso, di una mai avvenuta riconciliazione.

 

di Garikai Chengu

 

Contrariamente alla credenza popolare, la schiavitù non è un prodotto del capitalismo occidentale. È il capitalismo occidentale ad essere un prodotto della schiavitù.

 

L’espansione della schiavitù nei primi otto decenni dopo l’Indipendenza Americana ha guidato l’evoluzione e la modernizzazione degli Stati Uniti.

 

Lo storico Edward Baptist illustra come, nell’arco di tempo di una vita umana, il Sud crebbe da una stretta fascia costiera di piccole piantagioni di tabacco ad un impero continentale del cotone, e gli Stati Uniti divennero un’economia moderna, industriale e capitalista.

 

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Mag 08 2017

PADOVA: L’INCENERITORE SENZA BARRICATE, «SIAMO I MIGLIORI D’EUROPA»

Girava l’anno 2010 e a Padova l’inceneritore a tre chilometri dal “Santo” è: “el meo d’Europa”. Il nostro a Ca’ del Bue a sette chilometri da San Zeno è: “una vacca  de inceneritor”, ed essendo una vacca  l’è sempre serà.

Ma la colpa non è nostra, l’è solo dei santi: a Padova  i ga  “più vixin” San’Antonio, “Il Santo Dei Miracoli”, a Verona gavemo “più lontan”, “San Zen che ride”, e il fatto che el rida sempre, nol se presenta ben, l’e el protetor de una città de mati, santo del Carneval e dei gnocchi. Vuto meter la diferenza de serietà nelle cose da far?

 

 

L’inceneritore di San Lazzaro produrrà energia per 65 mila utenti

 

 

San Lazzaro, l’impianto che svetta a Padova tra ventimila persone. Qualche protesta «urbana» ma ora la città e la provincia sono autosufficienti nella gestione dei rifiuti

 

PADOVA — Non è facile associare l’eccellenza alla spazzatura. Soprattutto nei giorni in cui le immagini delle barricate di Terzigno fanno il giro del mondo. Però, visitando il mega inceneritore padovano di San Lazzaro, si può almeno provare. Su e giù per i suoi 7 piani, affacciati dalla sala-controllo, con le sue 12 postazioni e monitor in funzione h24, sulla «buca» capace di contenere insieme oltre ottomila tonnellate di immondizia in attesa di essere bruciate, la distanza che separa il Veneto e la Campania sembra molto più grande dei 700 chilometri che separano Padova da Napoli. 

 

Nel Veneto dell’eccellenza, dove il 67 per cento dei Comuni ricicla oltre il 50% dei rifiuti (dato che è valso alla regione l’Oscar di Legambiente) ma gli inceneritori non sono ben visti, l’impianto di AcegasAps colpisce per maestosità, pulizia ed efficienza. Nonché per la completa e sorprendente assenza di odori. L’enorme inceneritore padovano, da quasi 50 anni adagiato sulle rive del Piovego, tra la zona industriale e il quartiere est della città, è appena stato di fatto raddoppiato con la costruzione della terza linea: l’impianto ora è in grado di smaltire 200 mila tonnellate di immondizia all’anno, i rifiuti secchi dell’intera provincia generati da una popolazione totale ormai vicina al milione di abitanti.

 

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Mag 07 2017

LA PIETRA DELLO SCANDALO – ECCO L’ANTICA E SORPRENDENTE ORIGINE DI QUESTA DIFFUSISSIMA ESPRESSIONE.

La pietra dello scandalo presente nella Loggia del Mercato Nuovo, a Firenze (popolarmente è conosciuta come la Loggia del Porcellino)

 

 

LA PIETRA DELLO SCANDALO: SIGNIFICATO

 

Spesso usiamo, o sentiamo, l’espressione “ESSERE LA PIETRA DELLO SCANDALO”: perché, da cosa nasce e cosa c’entra la pietra?

 

Nell’antica Roma, i debitori insolventi ed i falliti dovevano subire una forte e pubblica umiliazione.

 

Questa pratica, con valore legale, era così chiamata “labonorum cessio culo nudo super lapidem” (cessione delle proprietà con sedere nudo sopra la pietra).

 

 

In quella circostanza, i commercianti disonesti, i debitori o falliti, venivano esposti ad una pubblica umiliazione.   Dovevano pronunciare apertamente, ed urlando, la seguente frase: “cedo bona” o “cedo bonis

Essa consisteva nel fatto che, davanti a tutti, per tre volte, l’interessato doveva gridare il: “cedo bona”, ossia “cedo le mie proprietà”,   ossia alla cosiddetta “cessione dei beni, a natiche denudate, sopra una pietra”, mentre si sedeva con violenza, e con le vesti alzate, sulla pietra, con su scolpito un leone, che a Roma era davanti al Campidoglio, tutto ciò di fronte ad una folla che lo scherniva….

 

L’origine di questa espressione, ancor oggi molto in uso, è quindi questa esposizione al pubblico ludibrio in forma altamente sconveniente ed alquanto ridicola. Ciò fatto i creditori però non potevano più rivalersi sul debitore se non sui beni ceduti.

 

Eppure l’esser costretti a questa forte pubblica umiliazione era in realtà un notevole miglioramento voluto da Giulio Cesare, che rimpiazzò una delle Leggi delle XII tavole che permettevano ai creditori addirittura di uccidere il debitore o ridurlo in schiavitù, secondo l’istituto della “manus iniectio” che assoggettava il debitore che, a quel punto, era completamente alla mercé del creditore.

 

Questa usanza si diffuse in tutti i territori governati da Roma e durò molto a lungo… anche dopo la fine dell’Impero.

 

Da essa poi sembra anche che sia nata l’altra espressione, anch’essa diffusissima e popolare, “che culo” in riferimento ad un grosso colpo di fortuna.

 

 

PS

 

Mi immagino, cosa sarebbe questa pietra se fosse in uso ai giorni nostri…minimo avrebbe un usura tale… da dover essere sempre velocemente ripristinata…

In prima fila, con le terga a nudo,…i nostri cari politici…

Speriamo che possa ritornare in auge

 


Mag 06 2017

I CAZARI, EBREI DELLE STEPPE, E LA QUESTIONE DELL’ORIGINE DEGLI ASHKENAZITI.

Category: Popoli e nazioni,Storia e dintornigiorgio @ 00:40

 


P R I M A    P A R T E   :   LA VICENDA STORICA DEI CAZARI

 

“In Cazaria pecore, miele ed Ebrei si trovano in grande abbondanza”.

 

Ce lo dice Al-Muqaddasi, geografo arabo del X secolo nella sua “Descrizione per la conoscenza delle regioni”, parlando di una regione, a nord del Caucaso, estranea a qualsiasi girovogare nomadico degli Ebrei storici, e di un popolo, i Cazari, la cui lingua e cultura turche rendono improponibile qualsiasi apparentamento etnico con essi, tribù perdute comprese, stavolta davvero inutilizzabili per eventuali operazioni di equilibrismo etnico-geografico.

Va poi detto che nel X secolo gli Arabi si avvantaggiano di conoscenze ormai inaccessibili per gli Europei, per esempio sanno che nel VI secolo, prima dell’islamizzazione, lo Yemen è stato governato da una dinastia non di etnia giudaica, ma che adottò l’ebraismo come religione di stato, e che anche in Etiopia l’ebraismo fu più volte, durante il primo millennio della sua cristianizzazione, sul punto di sostituire il cristianesimo come religione di stato, e forse per qualche tempo vi riuscì pure, sebbene la cosa sia stata poi abilmente occultata dalle fonti abissine cristiane. Quindi, in un musulmano del X secolo non destava alcuna particolare meraviglia ritrovare sul trono di un regno importante una dinastia che professava la religione ebraica.

 

Un altro validissimo testimone del X secolo ci viene in aiuto, nientemeno che un imperatore  bizantino, e non tra i meno illustri. Nel “De caerimoniis aulae byzantinae” il dottissimo, benché alquanto pedante, Costantino VII Porfirogenito (913-959) ci dice che, se per le missive al papa di Roma ed all’imperatore d’Occidente bastava un sigillo d’oro del valore di due solidi, per quelle al kakhan cazaro ne occorreva uno da tre solidi, a testimonianza del peso diplomatico del regno cazaro (e questo benché nel X secolo fosse ormai, come vedremo più avanti, in pieno declino).

 

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Mag 05 2017

STORIA DI COME È NATO IL “SIONISMO”… OVVERO: “SE GLI EBREI NON SONO EBREI MA KHAZARI CONVERTITI..”

 

 

….iniziamo con il cercare di capire come e quando è nato questo sionismo.

 

Solitamente si ritiene che esso sia originato da un filone di pensiero, sorto all’interno della comunità ebraica, verso i primi anni del secolo scorso (od alla fine del precedente) ed abbia trovato una sua prima attuazione concreta nella fondazione di Israele. Questo fatto è stato comunque accompagnato da una forte crescita dell’influenza di un certo “ceto” ebraico nel campo economico e della finanza mondiale. Il nido in cui tale influenza ha potuto svilupparsi si trova negli USA, il cuore dell’America, ed in parte anche in Inghilterra. Fu proprio in seguito a questa forte influenza che l’Inghilterra acconsentì alla cessione della Palestina, al termine del secondo conflitto mondiale, affinché gli ebrei (vittime di persecuzioni e sterminio) potessero fondare (o rifondare) una loro patria. La famosa “terra promessa”… Ed il ritorno in quella casa ideale avvenne con una celere penetrazione e occupazione del territorio palestinese, considerato “proprio”.

 

E la nascita d’Israele, il necessario caposaldo per creare un precedente e stabilire un percorso futuro, sancì di fatto l’attuazione del sionismo. Una terra è come un tempio, se si possiede un tempio la religione viene santificata altrimenti è solo un’ipotesi. E l’identità sionista aveva ed ha bisogno proprio di questo: un tempio simbolo dell’avverarsi delle promesse del dio Jawè. Un ritorno alla casa madre dopo la diaspora provocata dalla distruzione del tempio ad opera di Tito.

 

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