Gen 30 2014

SULLA CONDIZIONE DEGLI STUDI ECCLESIASTICI IN VERONA NELL’EPOCA CAROLINGICA

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 10:55

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Atrio di Santa Maria Matricolare. Il vestibolo, in uso forse già dall’VIII secolo, aveva una funzione di vano di collegamento  tra la chiesa dei canonici e la cattedrale.  Duomo di Verona

 

 

EPOCA  II – CAPO V

 

SOMMARIO. – Ignoranza generale del secolo IX – Documenti veronesi – Scuola calligrafica – Codici della capitolare – Composizioni letterarie – La «schola sacerdotum » – Il «Capitulares olonnense» – I « custodes et rectores » della scuola – Benefattori della scuola – Documenti letterari del secolo IX – Deficienza degli studi teologici.

 

 

La così detta « Constitutio Hlotharii », emanata da questo imperatore nel maggio dell’anno 825, parlando della condizione degli studii in Italia, deplora che essi siano del tutto estinti in tutta Italia per la negligenza di coloro, che dovrebbero averne la cura: « De  doctrina vero, quae ab nimiam incuriam atque ignaviam quorumdam praepositorum cunctis  in  locis  est  penitus exstincta, placuit … » (1).

 

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Gen 29 2014

LA CHIESA VERONESE NEI TORBIDI DEL REGNO FRANCO (840-887)

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 16:13

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La chiesa di Sant’Elena presso il Duomo di Verona; occupa l’area su cui sorse nel IV secolo il  primo luogo di culto cristiano di Verona. 

 

 

EPOCA II – CAPO IV

 

SOMMARIO. – Incertezze nella serie dei vescovi – Nottingo – Il codice zenoniano di Reims – Agino – Sede vacante – Landerico – Bilongo – Audone – Aistolfo – Adelardo.

 

 

La dominazione dei Franchi nell’Alta Italia, dalla morte di Carlo Magno sin verso la fine del secolo VIII,  fu di continuo agitata da turbolenze politiche, sia per dissensi tra i vari rami della famiglia carolingica, sia per la cupidigia di dominare in alcuni membri potenti di famiglie indigene. Naturalmente queste turbolenze politiche ebbero il loro riflesso anche nelle cose religiose, particolarmente nella elezione dei romani pontefici e dei vescovi: quindi è che, come in altre chiese, così anche nella chiesa veronese riesce incerta la serie dei vescovi.  Noi prenderemo come base la serie data dallo  Stato personale; benché non ne sia ben certa l’autenticità.  Di mano in mano che si presenterà l’occasione, accenneremo ai dubbi su qualcuno dei vescovi ivi segnati ed all’ordine di successione ed alla possibilità di dover inserire in quella serie qualche vescovo ivi omesso.

 

Supponendo che Ratoldo sia il vescovo quarantesimo settimo, questa sarebbe la serie degli altri vescovi sin verso la fine del secolo IX:  48. Nottingo (840-844) – 49. Landerico (844-846) – 50. Bilongo (846-860) – 51. Audone (860-866) – 52. Aistolfo (866-875) – 53. Adelardo I  (876-915). Questa è la serie data anche dal nostro vescovo Liruti.

 

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Gen 27 2014

IL VESCOVO RATOLDO

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 00:27

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Si  riteneva che le figure muliebri scolpite sull’architrave della porta della cattedrale rappresentassero le tre regine che coi loro doni aveano contribuito all’erezione della chiesa, la regina Ansa moglie di Desiderio e suocera di Carlo magno, la madre di Carlo Magno Bertrada di Laon e  la moglie di Carlo Magno, che poi si vollero convertire nelle immagini delle tre virtù teologali.

(pertanto sull’ architrave del duomo sono  riprodotte le donne più influenti su Carlo Magno: la suocera,  la madre  e la moglie…)

 

 

EPOCA II – CAPO III

 

SOMMARIO. – Residenza del vescovo – Domus-cattedrale – Fondazione della mensa capitolare – Privilegi dei canonici – La « scola sacerdotum » – Le « Laudes » della chiesa veronese – Cattedrale di Loterio e di Ratoldo – Notizie minori – Turbolenze politiche – Ritiro di Ratoldo da Verona – Sua morte.

 

Di origine certamente Alemanno, Ratoldo (1) venne a Verona sulla fine del secolo VIII, e dopo la partenza di Eginone, fu eletto vescovo in età ancor giovanile, se è vero che egli sia morto nell’anno 874.  Egli fu che pose la residenza definitivamente presso la chiesa di S. Maria Matricolare verso l’anno 807 (a). Prima di quest’anno vogliono alcuni dei nostri che egli risiedesse presso la chiesa di S. Zeno; la quale secondo alcuni sarebbe stata nel luogo dov’è l’attuale basilica, secondo altri sarebbe stata quella di S. Zeno in Oratorio. Già altrove abbiamo accennato i nostri dubbi ed avanzata un’ipotesi. Del resto unico fondamento delle opinioni accennate è un documento dell’813, nel quale il difensore dei diritti del vescovo Ratoldo afferma che «praeceptum (un decreto di Desiderio favorevole al vescovo) combustum est », quando « ipsa domus sancti Zenonis arsa est »: il che sarebbe avvenuto l’anno 806(2). Ora è certo che in questo documento la « domus sancti Zenonis » non è la casa situata presso la chiesa di S. Zeno, ma la casa in cui abitava il  vescovo successore di S. Zeno, dovunque essa fosse (3). Perciò non v’è motivo di ritenere che il vescovo Ratoldo risiedesse un tempo lungi dalla chiesa di S. Maria Matricolare, se ivi fu trasferita la residenza vescovile sulla fine del secolo VIII.

 

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Gen 24 2014

IL RITMO PIPINIANO

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 00:00

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Tracce  di un affresco raffigurante l’immagine della Iconografia Rateriana della citta di Verona.  Via Leoni 19,   negozio Basesi.

 

 

EPOCA  II – CAPO   II

 

SOMMARIO. – Prime pubblicazioni – I codici di Lobbes e di Rimini – Edizioni recenti – Autore – Epoca – Partizione del Ritmo – Sua importanza – Testo dei «Versus de Verona ».

 

Per la storia della chiesa veronese è di sommo interesse un carme latino della fine del secolo VIII; o del principio del secolo IX, detto Ritmo Pipiniano, in alcuni codici Versus de Verona, in altri De laudibus Veronae.  Una parte di esso fu pubblicato sulla fine del secolo XVI dal nostro storico Dalla Corte(1);  più tardi fu pubblicato intiero, ma molto scorretto da Mabillon (2), indi da Muratori (3). Ma erano pubblicazioni molto imperfette: il merito d’averci procurato una pubblicazione abbastanza esatta fu del nostro Scipione Maffei.

 

Quando il nostro vescovo Raterio dal vescovado di Verona si ritirò nel monastero di  Lobbes nel Belgio, portò con sè alcuni manoscritti preziosi per la storia della nostra chiesa; tra questi un codice contenente il carme in lode di Verona col titolo Versus de Verona.  Il nostro Maffei nel 1736 si recò a Lobbes per aver notizie di Raterio e dei codici rateriani (4); ma non vi trovò l’abate Teodolfo: lo trovò più tardi a Bruxelles, e per mezzo di lui, oltre molti aneddoti veronesi, potè aver una copia del codice dei Versus de Verona accertata per conforme all’originale con postilla dello stesso abate Teodolfo.  Questa copia apparve ben presto ancor più preziosa, quando per la soppressione di quel monastero nel 1793 andò smarrito il codice originale. Secondo quella copia, che ora si trova nella nostra biblioteca Capitolare (5), il Maffei pubblicò il carme (6); e quella pubblicazione die’ tosto causa ad alcune dispute tra gli eruditi.

 

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Gen 21 2014

LA NOSTRA CHIESA DURANTE IL REGNO DI PIPINO

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 19:24

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A Pipino sembra doversi attribuire la fontana della Piazza delle Erbe con la così detta Madonna Verona, colà trasportata dal colle S. Pietro. 

 

EPOCA II – CAPO I

 

SOMMARIO. – Dominazione dei Franchi a Verona – Loterio: se sia certo il suo episcopato – Epoca della chiesa di S. Maria Matricolare – AIdone: dilapidazione dei beni della chiesa – Eginone – Ratoldo – Opere e morte del re Pipino – Generosità dei principi e dei fedeli verso la chiesa.

 

 

Gli ultimi anni dell’episcopato di sant’Annone furono agitati per le novità politiche. Il regno dei Longobardi, che aveva spadroneggiato nell’Italia superiore per circa duecento anni, cadeva infranto dalla potenza di Carlo Magno.  Mentre l’ultimo re, Desiderio, era assediato da Carlo in Pavia, il di lui figlio Adelchi si era rifugiato in Verona, città bene fortificata, dove si trovava pure Gilberta vedova di Carlomanno coi suoi due figli e col nobile Franco Auctario.

Da Pavia Carlo Magno venne a Verona, e vi entrò ai primi di giugno dell’anno 774 senza trovarvi opposizione; accolto con plauso dal vescovo Annone, dal clero e dal popolo: nè alcun rimpianto vi avean lasciato di sè i Longobardi.

Poco dopo, espugnata anche Pavia, Carlo fondò nell’Italia superiore il nuovo regno dei Franchi, e lo diede a suo figlio Pipino, che fece sua residenza prediletta Verona. A queste mutazioni poco sopravvisse il vescovo Annone, il quale santamente morì il giorno 23 maggio di un anno incerto; probabilmente fu l’anno 780 (1): egli è l’ultimo vescovo onorato di culto pubblico dalla chiesa veronese.

 

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Gen 18 2014

EPOCA II: DAL REGNO DEI FRANCHI ALLA LOTTA DELLE INVESTITURE

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 00:39

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Orlando paladino di Carlo Magno vigila all’ingresso della Cattedrale di Verona. Orlando porta la sua fedele spada su cui è inciso il nome, sbagliato, “Durinarda”.

 


Gen 17 2014

IL VELO DI CLASSE

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 10:47

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Il Velo di Classe, conservato nel Monastero di Classe presso Ravenna.

(immagine da  SAN ZENO GIOIELLO D’ARTE ROMANICA, di Mario Patuzzo; grafiche Fiorini, Verona)

 

 

CAPO XX

 

SOMMARIO. – Scoperta del monumento – Studi – Disposizione delle immagini sulla pianeta – Dittici della chiesa veronese – Destinazione primitiva delle tenie di Classe – Opinione del Vallarsi – Opinione comune – Esame dei nomi dei vescovi apposti alle immagini – Conciliazione della lista del Velo con altri dati storici della nostra chiesa – Epoca del Velo di Classe.

 

Chiudiamo quest’epoca prima con una breve illustrazione del Velo di Classe, monumento importantissimo per la storia della nostra chiesa, al quale abbiamo appellato più volte. Trattando di esso sulla fine del dominio longobardico, non intendiamo affermare che questa sia la sua età: su di ciò esporremo in breve le diverse opinioni nel chiudere il capo presente.

 

Nell’anno 1589 l’illustre archeologo e storico ravennate Girolamo De Rossi diede notizia d’una pianeta di massimo interesse, che si trovava tra le reliquie dei santi nel monastero dei camaldolesi di Classe presso Ravenna. L’importanza stava soprattutto in questo, che quella pianeta nelle tenie o fascie (altri le dicono lacinie o lacerti), che l’adornavano, presentava alcune immagini ricamate, e sotto od a lato di ciascuna alcuni nomi pur fatti a ricamo. Egli pubblicò quei nomi, come li potè rilevare: espresse l’opinione che essi dovessero indicare la lista dittica di qualche chiesa, molto più che quei nomi per la massima parte aveano aggiunta la voce « eps »; ma non andò più oltre nelle sue congetture (1).

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Gen 14 2014

SPIGOLATURE NELL’EPOCA PRIMA

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 14:45

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Disegno delle lamine di piombo dei martiri Kiberto e Vittoria

 

 

CAPO XIX

 

SOMMARIO. – I martiri Kiberto e Vittoria – Ipotesi degli eruditi – S. Mamma o Mammaso – Lo scritto « De Odoacre et Theodorico » – Il notajo Coronato e la sua « Vita sancti Zenonis » – Altre chiese in Verona.

 

Prima di chiudere quest’epoca, diamo alcune notizie, che non trovarono luogo nei capi precedenti, massime perchè non aveano relazione coi loro titoli.

 

Nell’anno 1706, e precisamente nel giorno 6 maggio, mentre si stava lavorando attorno ad un altare di S. Pantaleone nella chiesa di S. Maria della Fratta, non lungi da quella dei SS. Apostoli, sotto la mensa dell’altare si scoperse un’urna sepolcrale di marmo.  Sospeso tosto il lavoro, si diè notizia del fatto al vescovo Gian-Francesco Barbarigo, il quale nel giorno 9 dello stesso mese mandò a verificare la cosa il suo provicario.  Questi, accompagnato da persone perite, aprì quell’urna, e vi trovò dentro parecchie ossa di corpi umani, ed insieme due lamine di piombo con scritte, recanti l’una il nome di Kiberto, l’altra il nome Vittoria.

Diamo l’una e l’altra quali  furono pubblicate dal Can. Dionisi (1):

 

 

+ A. D. O. C. CIII IC R

 EQESIT  KIBERTVS

IN  PACE  Q  VIXIT  A

XLII – ET  IC  PASXS

E  MORTE  –  II  IDVS

AGVSTI  P  DI  NOE  +  (2)

 

 

+  K  REQESIT VITTO

RIA VIRGO IN PACE Q

VIXIT  ANIS  XXIIIII

ET  MARTIRIVM  SVSEPI

E. A. S. C.  SEPTIMO DNI

ETH. XI. K. IVNII. +

 

 

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Gen 12 2014

IL VESCOVO SANT’ANNONE

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 18:50

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Sotto l’altare il sarcofago di Santa Maria (o Consolata) sorella di Sant’ Annone.    Cappella Mazzanti,  altare di Sant’Agada,  Duomo di Verona

 

 

CAPO XVIII

  

SOMMARIO. – Elogi del santo vescovo – Traslazione della residenza vescovile – S. Giovanni in Fonte – Chiesa delle sante Teuteria e Tosca – Ricuperazione dei corpi dei SS. Fermo e Rustico – Valore della Translatio – Riposizione delle sacre reliquie – Che cosa fosse l’ operimentum ed il suo ornato serico – L’anno della morte di sant’Annone – Iscrizioni – S. Maria Consolatrice.

  

Sant’Annone fu certamente uno dei vescovi più illustri nella serie dei vescovi veronesi. Oriundo di nobile famiglia veronese, « Veronensium civium nobilissimo stemate ortus », fu sacerdote ed annoverato tra i chierici della chiesa veronese, indi eletto vescovo verso l’anno 750.

Nell’episcopato rifulse per esimie virtù, per il suo zelo nel promuovere il culto divino e nel conservare nel suo gregge intemerato il deposito della fede. Nel Ritmo Pipiniano, forse trent’anni dopo la sua morte, viene celebrato « Praesul  inclitus – proba  cujus  fama claret de bonis  operibus – ab Austriae  finibus terrae usque  Neustriae  terminos »: e da Giovanni Mansionario  della nostra cattedrale è detto « vir omni sanctitate et pietate praefulgidus »(1). Questi elogi nella loro forma indeterminata ci dicono abbastanza chiaro che Annone molto s’adoperò per la sua chiesa nei circa trent’anni del suo episcopato.

 

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Gen 10 2014

LA CHIESA VERONESE DURANTE IL REGIME LONGOBARDO

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 14:16

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Ciborio longobardo della chiesa di San Giorgio Ingannapoltron di Valpolicella. Sull’antico ciborio si trovano delle iscrizioni in caratteri rustici, incise su due colonnine.

Sulla prima colonnina si può leggere:

(LATINO) « In nomine Domini Jesu Christi. De donis sancti Juhannes Bapteste edificatus est hanc civorius sub tempore domno nostro Lioprando rege et viro beatissimo pater nostro Domnico epescopo et costodes eius venerabilibus Vidaliano et Tancol presbiteris et Refol gastaldio Gondelme indignus diaconus scripsi »

(ITALIANO)  « Nel nome di Nostro Signore Gesù Cristo. Dai doni di San Giovanni Battista fu edificato questo ciborio, al tempo del sovrano nostro signore Liutprando e del venerabile nostro padre vescovo Domenico, e dei suoi custodi venerabili sacerdoti Vidaliano e Tancol, e del gastaldo Refol. Io Godelmo, indegno diacono, scrissi. »

Sull’altra colonnina:

(LATINO)  « Ursus magester cum discepolis suis Juvintino et Juviano edificavet hane civorium, Vergondus, Teodoalfo scari »

(ITALIANO)  « Maestro Orso con i suoi discepoli Iuvintino e Iuviano edificò questo ciborio. Scari Vergondo e Teodoalfo »

 

 

CAPO XVII

 

SOMMARIO. – Due serie di vescovi – Il vescovo Concessus – S. Mauro – S. Giovanni – Sante Tosca e Teuteria – S. Salvino – Ciborio di S. Giorgio di ValpoliceIIa – Sant’Alessandro – Sigeberto – S. Biagio – Sant’Annone.

 

 

Riavutasi la nostra chiesa dalle turbolenze dello scisma istriano, e ricuperata una tranquillità relativa dopo le vessazioni dei primi quarant’anni del regime longobardo (1), ricominciarono a fiorire in essa la fede e la pietà cristiana, per l’opera dei vescovi, che la illustrarono con la loro santità ed il loro zelo. Quasi tutti i vescovi di quest’epoca hanno culto liturgico nella chiesa veronese.

 

La serie dei vescovi, quale ci è data dallo Stato personale, non risponde, massime nei nomi, a quella che il De Rossi avea in qualche modo rilevato nel Velo di Classe.  Daremo ambedue le serie dalla fine del secolo IV sino alla caduta del dominio dei Longobardi:

 

 

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Gen 09 2014

CHIESE E VITA MONASTICA

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 00:13

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Chiesa di Sant’ Elena:  resti del luogo di culto  paleocristiano  del IV secolo. Duomo di Verona

 

 

CAPO XVI

 

SOMMARIO – S. Pietro in arce – Chiesetta dietro l’abside di Nazaro – Una chiesa di S. Maria Mater Domini – Una chiesa di S. Zeno (?) – S. Lorenzo – S. Giovanni in foro – S. Benedetto – Monastero e chiesa di Santa Maria in organo – Vergini per professione.

 

Altrove abbiamo veduto quanto dovette essere diffusa e viva tra i veronesi la fede nel secolo VI; e ne recammo a prova i documenti sacri e liturgici, massime quelli conservati nella nostra biblioteca Capitolare.  Questo fatto ci vien pure confermato dal numero considerevole di chiese, che troviamo in Verona nel secolo VI e nei due seguenti.

 

Sulla parte, che sta a sinistra dell’Adige, preesisteva la chiesa di S. Stefano « ad martyres »: distrutta tutta od in parte negli ultimi anni di Teodorico, ma poi di certo restaurata (a).

 

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Gen 06 2014

LO SCISMA ISTRIANO

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 23:28

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Basilica patriarcale di Santa Maria Assunta.  Antica chiesa cattedrale del soppresso patriarcato di Aquileia. Risalenti al IV secolo i resti più antichi, l’attuale basilica venne edificata nell’XI secolo e rimaneggiata nel secolo XIII. Sorge a lato della via Sacra, affacciando su piazza del Capitolo, assieme al battistero e all’imponente campanile.  Aquileia (UDINE)

 

 

CAPO XV

 

SOMMARIO – Dominazione longobardica – Conversione di Agilulfo – Scisma dei Tre Capitoli – Sinodo di Aquileia – Sinodo di Grado – Due vescovi veronesi scismatici – Sinodo di Marano – Il Libellus supplex all’Imperatore Maurizio – Ritorno della Venezia inferiore all’unità della chiesa – La successione dei nostri vescovi.

 

 

Nei tre ultimi decennii del secolo VI  due sciagure turbarono la chiesa veronese: la dominazione dei Longobardi, e lo scisma istriano.

 

Entrarono i Longobardi in Verona nel luglio dell’anno 569,   e vi dominarono sino all’anno 774.

Il  loro primo re Alboino tenne in Verona la sua ordinaria residenza: in Verona, secondo narra l’istoriografo dei Longobardi Paolo Diacono, avvenne la scena di Rosmunda; così pure in Verona o poco Iungi da Verona l’uccisione di Alboino per mano di Elmichi nel giorno 28 giugno del 571 (1).

A Verona risiedette pure abitualmente il suo successore Clefi: ucciso pur questi nel giugno del 573, varii duchi decisero di reggere da sè una qualche parte del regno: Verona fu retta da Autari figlio di Clefi.  Questo stato di cose, detto comunemente interregno dei duchi durò dieci anni; e segna l’epoca più tirannica della dominazione dei Longobardi, massime per quanto spetta  l’oppressione dei cattolici, la distruzione delle chiese e l’espulsione di varii vescovi dalle loro sedi: di Verona non abbiamo notizie particolari; da ciò si può sperare che la condizione religiosa non vi fosse turbata di molto. Non lungi da Verona Autari sposò Teodolinda cattolica, figlia di un duca di Baviera, il dì 15 maggio dell’anno 589;  ma non per questo mutò religione.  Egli morì nel 590; ed allora Teodolinda scelse a suo sposo Agilulfo di Torino e lo indusse a farsi cattolico. Quindi in poi poco o nulla ebbero i veronesi a soffrire per la dominazione longobardica.  Una ribellione del duca Zangrulfo fu ben presto repressa da Agilulfo, e terminata con l’uccisione del ribelle.

 

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Gen 06 2014

LA NOSTRA CHIESA SULLA FINE DEL REGNO DEI GOTI (522 – 569)

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 16:54

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Cappella Maffei: L’altare contiene le spoglie dei tre vescovi veronesi Annone, Valente e  Verecondo.  Duomo di Verona

 

CAPO XIV

 

SOMMARIO. – Un vescovo incerto – S. Verecondo – S. Valente – Serie dei vescovi – S. Placidia – Vitalità del cristianesimo in Verona – Codici sacri – Liturgia – Dai Goti ai Longobardi.

 

La successione di alcuni vescovi dopo la morte di S. Teodoro è molto incerta. Nel Velo di Classe dopo il nome « Theodorus » si legge quello di un vescovo « Concessus »: del quale nulla abbiamo in altri documenti. Il Maffei inserisce qui un vescovo « Servus Dei» o « Servulus »; ma questo pure è assai incerto. Qualcuno pensa che questi due nomi, anzichè nomi personali, siano appellativi di qualche vescovo, che potrebbe essere S. Valente o S. Verecondo, chiamato « Concessus », perchè fatto col consenso e quasi per concessione di Teodorico. Di questi due, certamente vescovi di Verona, ma incerti nell’ordine, daremo alcune congetture aggiungendo alcuni dati certi.

 

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Gen 05 2014

EPISCOPATO DI S. TEODORO (502 – 522)

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 16:17

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L’attuale simulacro della Madonna del Popolo è opera di Vincenzo Cadorin del 1921. L’altare custodisce, nell’urna romana, le reliquie del vescovo S. Teodoro (502-522) e la Sacra Spina del martirio dei SS. Fermo e Rustico.

 

CAPO XIII

 

SOMMARIO. – Memorie storiche e liturgiche – Ursicino lettore – Il Fragmentum Laurentianum – Adesione della chiesa veronese al pontefice Simmaco – Persecuzione Teodoriciana – Morte di S. Teodoro – Sepoltura di lui – Chiesa a suo onore – Vicende posteriori delle sue reliquie.

 

S. Teodoro (a) secondo lo Stato personale del clero sarebbe il vescovo ventesimo terzo, ed il suo nome si legge anche al presente nelle tenie del Velo di Classe. Tutti i nostri documenti liturgici si accordano nel presentarcelo come vescovo di grande operosità e dì santità insigne; ma dei fatti del suo episcopato poco o nulla sappiamo in particolare. Qualche scrittore dei nostri volle che egli sia intervenuto al sinodo palmare tenuto a Roma l’anno 501 nella causa del pontefice Simmaco (1): ma osta la cronologia, ed ora è opinione comune che quel « Servus Dei» soscrittore agli Acta sia « episcopus feronensis» nell’Etruria.

 

San Teodoro è da annoverarsi tra i vescovi, che ebbero nella nostra chiesa un culto distinto; diremmo quasi il più distinto dopo quello di S. Zeno e di S. Procolo. Il suo nome si legge nel Kalendarium Wolfangi (sec. X) e nel Carpsum al giorno « VII. Kal. octobris ». Si trova pure in due codici di invocazioni (litanie) conservati  nella nostra biblioteca Capitolare. In uno di essi, dopo l’invocazione a Santa Maria, a S. Pietro ed a S. Paolo per la prosperità degli imperatori Ludovico e Lotario, della moglie di Ludovico Ermengarda e dei figli, si pone l’invocazione a S. Teodoro per l’incolumità dell’esercito dei Franchi: « Exaudi, Christe: exercitui Francorum vita et victoria: sancte Theodore, tu illum adiuva »(2).  Nel secondo, dopo l’invocazione ai santi Zenone, Procolo, Massimo, Siro, Gregorio, Prospero, si aggiunge: « Sancte Theodore, ora pro nobis ».

 

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Gen 04 2014

LA CHIESA VERONESE DURANTE IL SECOLO V

Category: Chiesa Veronese Storia Pighi,Libri e fontigiorgio @ 00:05

sarcofago-con-le-reliquie-dei-Santi-veronesi-Lucillo,-Lupicino,-Crescenziano,-Chiesa-di-San-Zeno,-Verona.1024

Altare sopra sarcofago con le reliquie dei Santi veronesi Lucillo, Lupicino, Crescenziano, (principio del XII secolo). Chiesa di San Zeno, Verona.

 

CAPO XII

 

SOMMARIO. – Serie dei vescovi – Siagrio – S. Massimo – S. Petronio – Invasione degli Unni – S. Gaudenzio – S. Cerbonio o Germano – S. Felice – Gli Eruli – Residenza dei vescovi – Chiesa cattedrale.

 

La storia della nostra chiesa durante questo secolo non ci presenta fatti di grave importanza: gli animi erano troppo agitati e sconvolti per le iterate invasioni dei barbari e per la progressiva decadenza dell’impero romano. Daremo la serie dei nostri vescovi, riferendo per ordine cronologico le scarse notizie, che ci danno gli scrittori di cose nostre.

 

Lo Stato personale del clero della nostra diocesi dalla morte di S. Zeno (380) alla fine del secolo V ci dà quattordici vescovi; di alcuni dei quali sono incerti il nome, l’epoca, l’ordine di successione; di qualcuno anche l’autenticità.

Esso ci dà i nomi dei vescovi con l’ordine seguente da S. Zeno, che fu il vescovo ottavo:

9. Sant’Agabio. – 10. S. Lucidio. – 11. Siagrio. – 12. S. Lupicino. – 13. S. Massimo. – 14. S. Luperio. – 15. S. Servolo. – 16. S. Petronio. – 17. Sant’Innocenzo. – 18. Montano. – 19. S. Gaudenzio. – 20. S. Cerbonio. – 21. S. Felice. – 22. S. Silvino(1).

 

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