Lug 29 2018

I CRISTIANI DI SIRIA E LA CECITÀ DELL’OCCIDENTE

 

 

La Siria era e rimane una terra ricca di spiritualità, nonostante il lungo conflitto che continua a tormentarla. Una domanda sorge spontanea: come hanno vissuto la guerra i cristiani di Siria? In questa intervista (seconda puntata del nostro dialogo-approfondimento sul conflitto nel Paese arabo) il reporter di guerra Fulvio Scaglione ci racconta la vita e le sofferenze di una comunità antichissima, che abita quelle terre da due millenni.

 

D: In questi anni c’è stata nella guerra siriana anche una forte persecuzione anticristiana. Com’è il rapporto fra cristiani e musulmani che vivono fianco a fianco?

 

R:Se si guarda al Medio Oriente in generale, la Siria era quasi un’oasi dal punto di vista dei rapporti interreligiosi. C’erano decine di gruppi diversi che comunque convivevano e andavano avanti. Adesso i rapporti fra cristiani e musulmani sono improntati a grande comprensione, tolleranza e stima reciproche. I cristiani hanno sicuramente fatto tanti punti durante questi anni della guerraperché, avendo una maggiore esperienza e capacità nell’intervento umanitario e caritativo, hanno oggettivamente fatto tanto e per tutti: porte aperte, nel senso che anche tanti musulmani hanno goduto dell’accoglienza nei tempi difficili.

 

Quindi, a livello di gerarchie, c’è sicuramente una grande disponibilità all’intesa, il che non vuol dire che non ci siano poi dei problemi sul terreno. Per fare un esempio, ad Aleppo, ma non solo lì, molti cristiani sono scappati e nei quartieri cristiani sono arrivati a vivere molti musulmani, molti più musulmani di prima. Questo, detto così, non sembra niente. Però in una situazione come quella del Medio Oriente, dove le comunità hanno un fortissimo ruolo, cominciare a incrinarle non è una cosa piacevole; è una cosa che i cristiani non vivono bene e che molti musulmani vivono come una sorta di occupazione, perché nei quartieri cristiani si vive bene, sono di solito quartieri più calmi, più ordinati.

 

 

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Dic 22 2017

IN MENO DI 30 ANNI L’EUROPA SARÀ ISLAMICA, I CRISTIANI SARANNO PERSEGUITATI

l’Arciprete Dmitri Smirnov

 

 

Il presidente della Commissione per le questioni familiari, e la tutela di maternità e infanzia della Chiesa Ortodossa, l’Arciprete Dmitri Smirnov, lancia l’allarme 

 

L’Europa si ritroverà musulmana in soli tre decenni e i cristiani saranno cittadini di seconda classe, come accade oggi nel Vicino Oriente. Perseguitati dai nuovi arrivati vivranno la loro fede in segreto. E’ la previsione a tinte fosche ma realistiche fatta al canale televisivo russo Soyuz dall’alto prelato russo Dmitri Smirnov, nella quale ha avvertito che la civiltà cristiana ha molto poco tempo prima che la sua scomparsa sia irreversibile in Occidente. Ma Smirnov non si limita all’Occidente, lo stesso processo demografico, coglie con intelligenza, è in atto in Russia.

 

“C’è poco tempo alla morte di tutta la civiltà cristiana. Alcuni decenni, forse 30 anni, beh, forse in Russia durerà 50 anni, non di più”, ha detto a Soyuz TV.

 

Inoltre, secondo l’alto prelato ortodosso i cristiani saranno perseguitati e dispersi in tutta Europa e vivranno in segreto, raccogliendosi in piccoli gruppi. L’agenzia Interfax riferisce che Smirnov, ha detto Muhammad è oggi il nome più popolare dato ai neonati ‘inglesi’ in molte zone dell’Inghilterra.

 

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Dic 04 2017

IL PIANO MASSONICO PER INVALIDARE I SACRAMENTI CATTOLICI SVELATO DAL CARDINALE SUL LETTO DI MORTE

 

 

Una fonte decisamente affidabile rivela che la massoneria, antica nemica della Chiesa, nei suoi piani per la Rivoluzione Conciliare (1965), ha preso delle decisioni atte a condurre la Chiesa a invalidare i Sacramenti Cattolici, non alterandone la forma sacramentale, cosa che li avrebbe resi invalidi in maniera evidente, ma facendo in modo che il Ministro perdesse alla lunga la sua indispensabile intenzione sacramentale.

Questa «fonte affidabile» è un francese che ha avuto numerose conversazioni con un degno prete di Lilla che è stato confessore del Card. Lienart sul suo letto di morte. Paventando senza dubbio le fiamme dell’Inferno, il Cardinale, in agonia, chiese a questo prete di rivelare al mondo la sua confessione, liberandolo dal segreto della Confessione. Questo prete, in pubblico, continuò a mantenere una certa discrezione, ma si rivelò più aperto in privato, in particolare su ciò che il Cardinale gli aveva confessato a proposito del piano, in tre punti, della massoneria per distruggere la Chiesa. Che il Card. Lienart sia entrato o meno nella massoneria alla precoce età di 17 anni, non toglie nulla al fatto che egli rese un gran servizio alla massoneria col suo intervento nel secondo giorno del Concilio, quando, prendendo la parola senza permesso, chiese che i documenti preparati accuratamente dalle Commissioni preparatorie fossero tutti rigettati dall’assemblea.

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Ago 02 2017

IL PRIMO CAPITOLO DEL VANGELO PERDUTO: MATTEO EBRAICO

 

 

La moderna esegesi dà ormai per scontata la inesistenza di quello che fino al 19mo sec. era ritenuto il più antico dei Vangeli: il testo ebraico del Vangelo di Matteo, tanto che quell’antico e perduto documento è ritenuto, oggi, poco meno di una legenda.

 

Il problema é in gran parte connesso alla comparazione filologica e linguistica, tra i Vangeli di Matteo e Marco che, a giudizio degli studiosi, non lascia dubbi sulla dipendenza del primo dal secondo e non viceversa. Abbiamo avuto occasione di mostrare, con uno studio comparativo puntuale e controcorrente, la discutibilità di questa tesi illustrando svariati elementi che portano a pensare esattamente il contrario.

 

In questo articolo affronteremo il problema da un diverso punto di vista: quali sono gli elementi documentali a sostegno della vetustità del Vangelo di Matteo e soprattutto della esistenza di un antico testo di questo Vangelo in ebraico? Esistono elementi che ci consentono di ricostruire qualche parte di questo perduto Vangelo?

 

Avremo occasione di mostrare che le prove documentali a sostegno della esistenza di questo testo sono talmente limpide e numerose che non si può non restare allibiti di fronte alla unanimità dello scetticismo dei moderni studiosi.

 

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Apr 25 2017

A YAROUN, DOVE SAN GIORGIO VINSE IL DRAGO, CRISTIANI E SCIITI SI STRINGONO SOLIDALI CONTRO IL ‘DRAGO’ DEL TAKFIRISMO!

 

 

Il 24 aprile, si ricorda San Giorgio originario dalla   Cappodocia, ma arabo da parte di madre, venerato come santo megalomartire da quasi tutte le Chiese cristiane che ammettono il culto dei santi.

La data della sua morte dovrebbe essere il 303 d.C.

La tomba si trova presso Lidda (l’odierna Lod, in Israele).

 

Lo ricordo con questa foto proveniente da Yaroun Libano nel luogo dove la tradizione pone la vittoria san Giorgio contro il drago.

 

Oggi viene ricordato dai Cristiani e Sciiti, che si stringono solidali contro ‘drago’ del takfirismo!

 

 


Apr 19 2017

IL VERO NOME DI GESÙ

 

 

 

È probabilmente la persona più conosciuta al mondo. Parliamo di Gesù. Ma chi era davvero Gesù? Su di lui si pensa di sapere molto. Ma qual era la sua vera identità? Era un visionario?, un personaggio mitico non esistito veramente?, solo un uomo?, un profeta?, un rivoluzionario?, era Dio fattosi uomo?, era una potente creatura spirituale con una esistenza preumana?

 

   La Bibbia ci dice chi fu veramente questo “Gesù”. C’è molto da scoprire, ma occorre mettere da parte le nozioni religiose date per certe e indagare invece le Sacre Scritture. Si faranno allora scoperte sorprendenti. Si scoprirà – tanto per cominciare – che “Gesù” non è il suo vero nome.

 

   Il nome Gesù è la traslitterazione in italiano del nome greco Ỉησοῦς [Iesùs]. Il cosiddetto Nuovo Testamento fu scritto in greco (meglio sarebbe chiamare questa parte della Bibbia Scritture Greche). Il nome Iesùs è quindi la traduzione greca del suo vero nome ebraico, dato che egli era un ebreo. Sappiamo il suo nome ebraico? Sì.

 

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Ott 11 2016

IL SECONDO TRATTATO DEL GRANDE SETH

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Il Secondo trattato del grande Set è uno scritto apocrifo di matrice gnostica ritrovato nel settimo dei codici di Nag Hammâdi. È noto in particolare per contenere la teoria secondo la quale non fu crocifisso Gesù ma Simone di Cirene, ripresa poi dall’Islam.

 

L’ORIGINE ED IL CRISTO

 

La grandezza perfetta riposa nell’ineffabile luce, nella verità della madre del tutto.

 

Io sono colui che è perfetto; poiché sono unito a tutta la grandezza dello spirito – che è nostro compagno, e un compagno simile a lui non esiste – dopo ch’io pronunciai una discorso a gloria del Padre nostro.

 

E voi tutti siete giunti a me a motivo di questo discorso. A causa della sua bontà, la parola che è in lui ci ha dotato di un pensiero intramontabile. La sua bontà è schiavitù, poiché «noi moriremo con Cristo», dotati di un intramontabile e incontaminato pensiero. Il segno dell’acqua é un miracolo incomprensibile: di esso non si può parlare. Questa parola deve essere pronunciata da noi. Io sono colui che è in voi, e voi siete in me come il Padre è in me e in voi.

 

Col cuore puro dissi agli altri esseri celesti preesistenti: Convochiamo una chiesa! Visitiamo la Sua creazione! Mandiamo in essa qualcuno, così come Dio visitò le ennoiai che si trovano nelle regioni inferiori. Allorché pronunciai queste parole davanti all’intera folla della numerosa chiesa della esultante grandezza, tutta la casa del Padre della verità se ne rallegrò. È poiché sono uno di loro, della loro sfera, che diedi consiglio in merito alle ennoiai emanate dallo spirito incontaminato, cioè in relazione alla discesa sull’acqua, nelle regioni inferiori. Tutti ebbero un’unica ennoiai quella che procede dall’Uno. Designarono me, perché io ero pronto.

 

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Lug 28 2016

IN RICORDO DI DON LUIGI VILLA

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Rev. Don Luigi Villa

 

 

19 novembre 2012

 

Il Signore ha chiamato a Sé l’anima del Rev. Don Luigi Villa

Requiem aeternam dona ei Domine et lux perpetua luceat ei, requiescat in pace.

Amen

(I funerali si terranno domani 20 novembre 2012, ore 15:30, presso Chiesa Crocifissa di Rosa, Via Crocifissa di Rosa, Brescia)

 

 

IN RICORDO DI DON LUIGI VILLA, PUBBLICHIAMO UNA SUA BREVE BIOGRAFIA SCRITTA DALL’ING. FRANCO ADESSA, SUO COLLABORATORE DA TANTI ANNI, E PUBBLICATA SUL SITO PONTIFEX   

di Franco Adessa

 

Su richiesta di molte persone dall’Italia e dall’estero, e dopo più di vent’anni di collaborazione con questo coraggioso Sacerdote, ho deciso di scrivere questa breve biografia di don Luigi Villa, perché ritengo non sia più possibile tacere sulla indescrivibile e interminabile persecuzione subìta da questo anziano, fedele e incorruttibile Ministro di Dio!

 

Nato a Lecco, il 3 febbraio 1918, Luigi Villa, dopo aver compiuto i suoi studi ginnasiali, liceali e teologici, fu ordinato Sacerdote, il 28 giugno 1942. Celebrò la sua prima Messa nella cattedrale di Lecco, suo paese d’origine ed esercitò il suo ministero sacerdotale nell’Istituto Comboniano, per circa una decina d’anni.

Don Villa era un vero cacciatore di vocazioni ed uno stimato predicatore e conferenziere ed i suoi interventi erano apprezzati e richiesti in molte città e luoghi d’Italia. Inoltre, egli si dedicava in modo particolare alla formazione dei giovani.

 

Fu proprio questo suo legame con i giovani e la sua influenza che egli esercitava su di essi che gli procurò una condanna a morte. Infatti, il Gerarca fascista Ministro della Giustizia, Roberto Farinacci, emise una condanna a morte nei suoi confronti. La motivazione era la seguente: «Padre Luigi Villa non si sa chi sia; pare mandato in giro a sobillare i giovani contro la Repubblica». L’esecuzione della fucilazione non ebbe luogo grazie ad una “soffiata” fatta da un ufficiale del Ministero di Giustizia che, segretamente e tempestivamente, preavvisò un confratello di don Villa, Padre Ceccarini – che viveva presso l’Istituto Comboniano di Crema con don Luigi – perché fuggisse.

Così, don Villa scavalcò una finestra e fuggì, proprio mentre stava arrivando una jeep con sei soldati armati del plotone di esecuzione.

 

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Lug 27 2016

IN COMA A CAUSA DEL CANCRO: “SONO STATA IN UN’ALTRA DIMENSIONE E ORA SONO GUARITA”

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Anita Moorjani 

 

In coma per il cancro, vive un’esperienza  di premorte, attraverso la quale comprende  il perché della sua malattia.  Uscita dal coma, Anita Moorjani guarisce.

 

I dottori le avevano dato ad 2 ore di vita, quando era arrivata all’ospedale in coma. Incapace di muoversi, per un cancro che ha devastato il suo corpo per circa 4 anni, Anita è entrata in un’altra dimensione dove ha sperimentato una grande chiarezza, la comprensione della sua vita e lo scopo qui sulla terra.

 

Le è stata data la possibilità di scegliere, se tornare in vita oppure no e decidere di ritornare in vita quando avesse realizzato che il paradiso è uno “stato” e non un “luogo”.

 

Questo ha successivamente portato ad un completo recupero della sua salute.

 

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Apr 15 2016

SOPRA LA CROCE DI GESÙ NON ERA SCRITTO SOLO INRI. ECCO IL VERO SIGNIFICATO DELL’ISCRIZIONE EBRAICA

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Non solo INRI, Gesù Nazareno re dei Giudei…

 

di Daniele Di Luciano

 

In Esodo 20,2 Dio rivela il suo nome a Mosè:

Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto

 

La parola tradotta con “il Signore” è il famoso Tetragramma che gli ebrei non possono neanche pronunciare: “YHWH“, vocalizzato in diversi modi tra i quali “Yahweh“.

Le quattro lettere ebraiche che lo compongono sono queste: יהוה“, yod-he-waw-he.

Ricordiamo che l’ebraico si legge da destra verso sinistra.

 

Nel Vangelo di Giovanni, capitolo 19 versetti 16-22, leggiamo:

 

Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei».

Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco.

I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: «Il re dei Giudei», ma: «Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei»». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».

 

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Apr 06 2016

STORIA DELLA CHIESA: (8) PERIODO POST-CALCEDONESE. LA CHIESA DI FRONTE AI BARBARI

Category: Chiesa Cattolica,Cristiani e Cristianesimogiorgio @ 00:18

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Giustiniano con la sua corte in un mosaico della chiesa ravennate di S. Vitale in Classe (consacrata nel 547 o 548)

 

TENTATIVI DI UNIONE CON I MONOFISITI

 

Con l’ascesa al trono imperiale di Giustiniano, l’Impero bizantino vide nuovi tempi di gloria. Di fatto il nuovo imperatore si ripropose di restaurare l’Impero romano mondiale su base dell’unità cristiana. Intraprese quindi una serie di campagne belliche prima contro i Vandali del nord Africa e poi contro gli Ostrogoti d’Italia (1)

(1 Fu un periodo assai funesto per tutta l’Italia, contrassegnato da una ventennale belligeranza attiva, tra l’esercito ostrogoto e l’esercito bizantino. Fu denominata “guerra gotica” (535-553). In questi vent’anni la popolazione romana italica subì quasi un dimezzamento causato dalle carestie e dalle epidemie che la guerra produceva. È sempre in questo tempo che Roma, per ben quattro volte ceduta e rioccupata dai Goti, perse in gran parte il suo patrimonio basilicale e statuario. È da questo periodo che la grande capitale dell’Impero romano si ridurrà progressivamente ad un paese che nell’altro medioevo toccherà i suoi minimi storici di quindici-ventimila abitanti, quasi tutti concentrati in quello che era stato il grande quartiere di Campo Marzio, dove appunto era ancora attivo l’unico acquedotto che lì sboccava (nella futura fontana di Trevi) in quanto sotterraneo e per questo risparmiato dalle distruzioni da parte dei Goti. L’Italia terribilmente depressa a causa di questo conflitto inizierà risollevarsi solo nel periodo carolingio (IX sec.). La sua crescita giungerà al suo apice al tempo della rinascita comunale nel centro nord (XII sec.) e nel sud con la fondazione del regno normanno, prima, e svevo, poi.)

e i Visigoti della provincia Betica in Spagna. Riportò tutti i territori occupati da questi barbari (orami sedentarizzati e grossomodo romanizzati) all’obbedienza imperiale.

 

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Apr 05 2016

STORIA DELLA CHIESA ANTICA: (7) DALLE CRISTOLOGIE PRENICENE AL CONCILIO DI CALCEDONIA.

Category: Chiesa Cattolica,Cristiani e Cristianesimogiorgio @ 00:08

 

battistero degli ariani

Battistero degli  Ariani

 

 

LE CONTROVERSIE TEOLOGICHE PRE-NICENE, MONARCHIANESIMO, ADOZIONISMO, MODALISMO

 

Monarchianesimo.

 

La questione di fondo: come la fede nella divinità del Cristo Figlio di Dio potesse conciliarsi con la certezza dellunità del Dio unico.

 

Gli apologisti risposero elaborando la teologia del Lògos: il Lògos in origine è la ragione stessa del Padre che tutto regola e ordina (influsso della filosofia stoica), ma in vista della creazione sarebbe stato emesso o generato dall’ interno del Padre in modo da costituire una persona ipostaticamente distinta dalla persona di Dio Padre. Tale concezione subordinava il Figlio al Padre in quanto ammetteva non una piena eternità della sua sussistenza personale, presentando la sua generazione non ab eterno ma come un atto temporale e libero da parte del Padre.

 

La posizione degli apologisti non intaccò però il patrimonio della fede. Il pericolo si originò qualora si dovette insistere troppo sull’unità di Dio. Alcuni incominciarono a vedere in Gesù il Padre stesso, attribuendo ad un’unica persona divina modi diversi di rivelarsi. Di conseguenza veniva ad essere sacrificata la divinità del Figlio e la sua distinzione personale dal Padre. I sostenitori di questa eresia presero il nome di monarchiani: «Monarchiam tenemus». La lotta contro questi fu sostenuta principalmente dalla Chiesa di Roma.

 

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Apr 04 2016

STORIA DELLA CHIESA ANTICA: (6) DA DECIO A COSTANTINO – LA QUESTIONE DELLA DATA PASQUALE

Category: Chiesa Cattolica,Cristiani e Cristianesimogiorgio @ 01:02

CRISTO RISORTO

 

 

STORIA DELLA QUESTIONE DELLA DATA PASQUALE

 

I conflitti che caratterizzano la seconda metà del II secolo non hanno visto impegnati soltanto dei gruppi estremisti e l’insieme della Chiesa. Nella questione della Pasqua, sono di fronte le stesse chiese sorte da tradizioni diverse.

 

La chiesa asiatica, nell’insieme, seguendo la tradizione giovannea, celebrava la Pasqua del Salvatore lo stesso giorno dei Giudei, e cioè il quattordicesimo giorno della luna del mese di Nisan. È la pratica quartodecimana. Si ritrovava in certe comunità giudeo-cristiane, in particolare in Palestina e nella missione palestinese.

 

Ma la maggioranza dei cristiani, al di fuori dell’Asia, celebrava la festa la domenica dopo il quattordicesimo giorno della luna.

 

Come abbiamo detto, questa probabilmente non era che la continuazione della festa giudaica delle Primizie, che inaugurava la festa delle Settimane.

L’ideologia pasquale paolina sembra conservare il ricordo di questa coincidenza.

 

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Apr 03 2016

STORIA DELLA CHIESA ANTICA: (5) L’ORGANIZZAZIONE DELLE COMUNITA’ CRISTIANE (II sec.)

Category: Chiesa Cattolica,Cristiani e Cristianesimogiorgio @ 00:09

padri apostolici

 

 

Sin dagli inizi, la comunità è un’ “associazione” che risente delle circostanze politico sociali dell’ambiente in cui vive.

I cristiani perciò costituiscono la loro comunità (= chiesa) anche sotto l’influenza del contesto civile in cui vivono.

 

Ciò fa sì che queste prime comunità appaiono più nettamente delineate in funzione propria, secondo la loro particolare fisionomia contestuale locale, pur rimanendo in contatto con l’organismo universale della Chiesa rappresentato dalle altre chiese.

 

Di conseguenza si instaurano relazioni tra comunità di città vicine al fine di collaborare in maniera “sinodale” contribuendo vicendevolmente alla soluzione di problemi comuni: i vari responsabili di comunità s’incontrano per elaborare una comune struttura giuridica, o per perfezionare la disciplina liturgica o penitenziale.

Ecco quindi che le giovani comunità ecclesiali, o chiese locali, si denominano secondo il luogo in cui sorgono e mantengono i vincoli di comunione con le altre chiese locali: la chiesa di Dio che è in Roma saluta la chiesa di Dio che è a Corinto; Ignazio indirizza le sue lettere a singole chiese ben circoscritte (Efeso, Magnesia, Roma); la chiesa di Smirne manda alla chiesa di Dio in Filomelio notizie sul martirio del proprio vescovo Policarpo.

 

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Apr 02 2016

STORIA DELLA CHIESA ANTICA : (4) DA TRAIANO A FILITTO L’ARABO – I PADRI APOSTOLICI

Category: Chiesa Cattolica,Cristiani e Cristianesimogiorgio @ 00:01

sanclementeromano

Clemente Romano, vescovo di Roma dal 92 al 101

 

 

EXCURSUS: I PADRI APOSTOLICI

 

Arrivati a questo punto, mi sembra doveroso operare una digressione di approfondimento relativa ai padri apostolici.

 

Con l’espressione “padri apostolici” (coniata dal patrologo laico J. B. Cotelier nel 1672 quando pubblicò il Sanctorum Patrum qui temporibus apostolicis floruerunt … opera edita e non edita), in senso stretto, si suole indicare gli scrittori dell’antichità cristiana, che hanno conosciuto gli Apostoli.

 

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