Nov 23 2013

GLOBALIZZAZIONE: UN MITO AL CAPOLINEA

Category: Economia e lavoro,Mondo,Monolandiagiorgio @ 07:59

 

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Un amico che lavora al controllo gestione di una multinazionale mi raccontava della frustrazione nei costi di trasferimento di certi servizi interni in paesi remoti. Credevo si trattasse solo di sviluppo software (sono di moda gli indiani) o di call center dove gli operatori in teoria costano molto meno (i paesi anglofoni vanno in India o estremo oriente; i Francesi in Africa; gli spagnoli in sudamerica e noi italiani tipicamente in Romania) e dove vengono affidati i servizi di help desk alla clientela finale o alla clientela interna: invece anche tutta una serie di servizi di back-office, gestione amministrativo-contabile, vengono sempre più spostati in paesi con lingue, culture, abitudini diverse dalle nostre. Quello che ci hanno insegnato è sempre stato: si fa così per sfruttare un costo del lavoro più basso, sfruttare economie di scala, e grazie ai servizi avanzati di di telecomunicazioni (mail, telefono, audio e video conferenze, webmeeting, workgroup, sharepoint e via dicendo) si lavora come se si fosse tutti nella stessa stanza, sfruttando competenze, disponibilità di capitale umano che stanno da altre parti del mondo.

 

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Nov 22 2013

ECONOMISTI ALLO SBARAGLIO – LA SORDIDA FARSA DEL DEBITO PUBBLICO

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 13:35

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di Fabrizio Fiorini

Affrontare le questioni di politica monetaria e – in particolar modo – trattare dell’aspetto della proprietà della moneta espone a una serie di critiche, il più delle volte interessate, volte a mettere in discussione il rigore scientifico della metodologia giuridico-politica nell’analisi del fenomeno che, a detta degli economisti, dovrebbe e potrebbe essere trattato solo da loro.

 

Dicono: “La moneta è tema economico, se lo affronta un giurista è come  se un gommista si occupasse di cardiochirurgia”. Dicono ancora: “la matematica non è un’opinione”. Bene, allora guardiamola, questa “matematica”.

 

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Nov 21 2013

QUOTE LATTE: IL MINISTERO SBAGLIO’ I DATI, GLI ALLEVATORI AVEVANO RAGIONE, PECCATO CHE ORAMAI SONO FALLITI E NELLE MANI DI EQUITALIA

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Quote latte, allevatori del Friuli beffati

La procura di Roma apre un fascicolo per l’ipotesi di falso sui dati di Agea. Oltre 400 gli imprenditori locali danneggiati

UDINE. Multati, trattati da truffatori per aver sforato le quote latte. Costretti a chiudere le aziende. Eppure innocenti. Ma non c’erano sforamenti. E quelle multe non erano dovute.

 

La denuncia. Per almeno mezzo migliaio di allevatori friulani si profila una svolta storica sulla travagliata vicenda delle Qri (quote individuali di riferimento disciplinate dalla legge 469/92).

 

Dopo la denuncia presentata da 150 allevatori delle province di Udine, Pordenone e Gorizia, e da realtà consortili come quella di Cospalat, Cooperativa Nord Est, Cospa Interregionale e Latteria San Giacomo, rappresentati dall’avvocato Cesare Tapparo, ora le indagini dei carabinieri delle politiche agricole e alimentari coordinate dalla magistratura sono approdate a una svolta.

 

Il gip. Il gip Giulia Proto di Roma, cui sono confluite le indagini avviate dalla procura di Udine e di Pordenone assieme a quelle di quasi una settantina di procure italiane dove sono approdate le denunce degli altri allevatori, ha disposto il rinvio degli atti al pm di Roma affinchè valuti in merito a un’iscrizione a carico dei funzionari della Agea per il reato di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.

 

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Nov 18 2013

CONTRO I LADRONI DI STATO L’EVASIONE FISCALE È UN DOVERE MORALE

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di LEONARDO FACCO

 

Tre notizie, ieri, mi hanno infastidito: la prima, è che i capigruppo delle varie “gang” politiche che affollano la Camera hanno l’abitudine di bruciare i loro conti, onde evitare che le prove delle loro malefatte possano finire sotto la lente di qualche controllore; la seconda, è che tra i parassiti che imperversano in Parlamento, ce n’è sempre qualcuno che infila un qualche emendamento tra le leggi in discussione per mantenere intatti i privilegi che essi stessi si sono concessi. Stavolta è toccato ai vitalizi dei consiglieri regionali; terzo, che l’inutile “Garante della privacy” (l’ennesimo boiardo di Stato mantenuto coi soldi dei contribuenti) ha dato il via libera all’Agenzia delle Entrate affinché possa ficcanasare a suo piacere i nostri conti correnti.

 

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Nov 18 2013

MONTE DEI PASCHI SPIEGATO A TRAVAGLIO: LA RISERVA FRAZIONARIA È UN CRIMINE

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di GIOVANNI BIRINDELLI

 

La vicenda MPS ha ringalluzzito coloro che ritengono che il problema principale del sistema bancario sia la presenza dei partiti politici negli organi che controllano le banche (generalmente le fondazioni). In un recente articolo, per esempio, Marco Travaglio invita Napolitano a lanciare “un bel monito ai politici perché escano dalle banche (e dalle fondazioni) con le mani alzate e tornino a fare il loro mestiere: che, sulle banche, è quello dell’arbitro, non del giocatore”.

 

Le ragioni per cui ai partiti politici debba essere impedito con la forza di partecipare al controllo delle banche sono ovvie e non è mia intenzione discuterle. Quello che invece credo che valga la pena discutere è l’idea, che mi sembra implicita nelle parole di Travaglio, secondo cui questo basterebbe perché le banche operino in un sistema di libero mercato. Non è così. Il problema di gran lunga maggiore del sistema bancario non è che i partiti controllano le banche, ma che esse (tutte) operano al di fuori delle regole del libero mercato e quindi che la loro attività, per quanto generalmente legale (cioè rispettosa della ‘legge’ intesa come provvedimento particolare, come strumento di potere), è in gran parte illegittima (cioè viola la legge intesa come principio generale e astratto, come limite al potere). In altri termini, il problema principale del sistema bancario sta nel fatto che lo Stato, grazie all’idea di ‘legge’ oggi prevalente (il positivismo giuridico imposto dalla nostra costituzione), ha concesso alle banche un particolare privilegio: quello di operare in regime di riserva frazionaria. Nel momento in cui si togliesse questo privilegio, i partiti uscirebbero dalle banche alla velocità del fulmine (anche senza il dovuto ricorso alla coercizione) in quanto le banche diventerebbero un’attività imprenditoriale come tutte le altre. Tuttavia, finché non si toglie quel privilegio, che i partiti controllino le banche o meno, i legami fra Stato e banche continueranno a esserci come ci sono sempre stati da quando è stato legalizzato il regime di riserva frazionaria (anche in assenza di controllo delle banche da parte del potere politico) e le banche continueranno a non operare in regime di libero mercato.

 

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Nov 18 2013

IL CAMBIO CHE CI CAMBIÒ LA VITA: “DANKE EURO” AVREMMO DETTO SE FOSSIMO STATI TEDESCHI, PURTROPPO SIAMO ITALIANI!

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di Michele Belluco

 

 

Nei vari articoli che si trovano in rete si sente spesso citare il discorso del cambio lira/euro e di come questo abbia estremamente penalizzato l’Italia ed avvantaggiato, guarda caso, la Germania.

 

Per capire bene il forte aiuto che (a prescindere da tanti altri che verranno trattati in successivi approfondimenti) ha permesso alla Germania di acquisire un significativo vantaggio competitivo nei nostri confronti, bisogna fare un passo indietro, tornando allo SME (Sistema Monetario Europeo), che trovate più specificatamente descritto cliccando ad esempio su http://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_monetario_europeo

 

Qui mi limito a farne una rapida sintesi solo per meglio comprendere lo scenario: nel marzo 1979 è entrato appunto in vigore tale sistema monetario al quale vi partecipavano le monete di Germania, Francia, Italia, Danimarca, Paesi Bassi e Lussemburgo.

 

Era un sistema a cambi fissi (quindi decisi dall’uomo) con una limitata flessibilità dei tassi di cambio; ciò significava che la fluttuazione delle monete c’era ma era limitata da bande di oscillazione. Le varie valute erano “agganciate” tra di loro tramite un rapporto di cambio con l’ecu (sostituito poi dall’euro).

 

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Nov 17 2013

SECESSIONE DALL’ITALIA (VENTIQUATTRORE IN PELLE O VALIGIA DI CARTONE?)

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 13:01

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Mentre la massa italiota sta ancora dietro alle inutili fictions  che gli propinano i soliti noti della Casta, i giornaletti-a-libro-paga, i Tiggì ed i vari Talk-show…

 

E mentre in tanti stanno ancora dietro alle teorizzazioni dei No-euro, della MMT etc etc  che ti danno (false) speranze ma che, nel contesto attuale italiano dominato saldamente dalla Casta e dalla Troika, praticamente prospettano soluzioni irrealizzabili ed irrealistiche (almeno per ora ma quasi sicuramente anche in futuro)

 

INTANTO la PARTE PRODUTTIVA del Paese si sta già muovendo per conto suo, sta facendo la sua Secessione, se ne VA per non tornare più….  perchè la Parte Produttiva non ha più il LUSSO del Tempo come hanno i Prof. e tanti altri che ancora hanno “un sostentamento” di qualche tipo…

 

La Parte Produttiva del Paese ha bisogno di risposte subito, oggi…massimo domani… anzi…IERI… altrimenti chiude, fallisce, svanisce, si suicida…

 

E visto che in tutta evidenze risposte CONCRETE non ne possono arrivare  e che addirittura la situazione si fa più insostenibile ogni mese che passa… la Parte Produttiva del Paese si sta dando la risposta da sé………….

 

e l’Italia si sta desertificando, de-industrializzando  e de-qualificando, perchè i migliori sono costretti ad andarsene e dunque rimangono solo i peggiori e/o quelli più paraculati…

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Nov 16 2013

FIGURACCIA ZANONATO: “NON CAPIAMO LA TUA LINGUA” CONTESTATO IL LOSCO BUROCRATE AL CONVEGNO DEI PICCOLI IMPRENDITORI

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 19:16

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IL PAESE REALE

“Zanonato, noi non capiamo che cosa dici”.  Gli imprenditori lo contestano

Il ministro dello Sviluppo Economico prova a convincere gli industriali a non trasferirsi in Svizzera. Finisce a pernacchie

 

L’incontro doveva riavvicinare gli imprenditori dell’alta Lombardia al governo, ma è finito con i fischi al ministro  dello Sviluppo Economico.

 

Zanonato, non capiamo cosa dice”, ha tuonato uno degli oltre mille industriali riuniti a Varese per prendere parte al dibattito “Meglio in Svizzera?”.

 

Insomma, l’ex sindaco democratico di Padova, intervenuto all’evento organizzato da Confartigianato per convincere gli imprenditori lombardi a non cedere alle sirene elvetiche (ai primi di ottobre il comune di Chiasso ha invitato le aziende italiane a spostare la sede nel canton Ticino per godere di una fiscalità più vantaggiosa), ha vissuto momenti di forte imbarazzo difronte al “Paese reale”.  Mentre Zanonato sciorinava i meriti del governo Letta in materia di lavoro e impresa,  la platea è esplosa in un boato di voci dissenzienti.

Alessandro Marchini, piccolo imprenditore, non ce l’ha fatta a resistere e, come ha raccontato il Corriere della Sera, è corso sul palco  “Signor ministro – ha detto – di quello che lei dice noi non abbiamo riscontro. Io ho paura perché non vedo niente davanti a me”. Zanonato, uscito dalla prova del fuoco, ha comunque definito “utile” l’incontro.

 

Fonte: Visto su Basta Casta del  31 ottobre 2013-11-16

Link: http://bastacasta.altervista.org/p5809/

 


Nov 16 2013

CHIUDE IL NEGOZIO E ACCUSA I POLITICI

Category: Economia e lavoro,Società e politicagiorgio @ 15:48

abbiamo chiuso

 

Con un mega manifesto dà la colpa a Monti, Berlusconi e Bersani. I commercianti in crisi di viale Orsini: ha ragione.

 

GIULIANOVA. I commercianti, motore del Paese, sono in rivolta. Colpisce nel segno il mega manifesto esposto nella vetrina del negozio Bryon’s in viale Orsini, chiuso dallo scorso 31 marzo.

Marcello Marcellini, l’ex gestore dell’attività, ha deciso di affidare a poche parole la sua delusione nella politica. «Abbiamo chiuso grazie a loro (seguono foto di Monti, Berlusconi e Bersani), a cui auguriamo affettuosamente, dopo i loro intensi sforzi, una pace eterna». Molte sono state le persone, nell’arco della giornata, che si sono fermate a leggere e fotografare il cartellone. «Basta stare zitti e subire in silenzio le decisioni della politica», afferma Marcellini, «è ora che tutti noi facciamo qualcosa di concreto. Bersani è attaccato alla sua poltrona, Berlusconi ai suoi interessi e Monti ha messo solo tasse. Noi ci siamo trovati davanti al fatto compiuto, ma ormai non abbiamo più fondi per andare avanti. Nemmeno l’amministrazione comunale è stata mai in grado di valorizzare appieno Giulianova, una città dalle mille risorse e che poteva diventare il fiore all’occhiello della costa teramana. La nostra città è trascurata, soprattutto durante l’estate, quando si potrebbero incrementare le vendite grazie ai turisti. Non basta accontentarsi solo di ospitare famiglie e anziani, bisognerebbe creare alternative e attrattive anche per il turista giovane, che preferisce invece andare nelle città limitrofe».

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Nov 16 2013

NON C’È LAVORO…E I GIOVANI NON LO CERCANO PIÙ

Category: Economia e lavoro,Società e politicagiorgio @ 13:46

precario

 

Il fatto che l’espressione sia entrata nell’ultimissima versione dell’enciclopedia Treccani non dovrebbe costituire motivo di vanto. Semmai, è la conferma di quanto il problema sia oramai concretamente grave. Stiamo parlando dei “neet”, l’acronimo che nella lingua inglese significa “not in education, employment or training”. E idenfificano i giovani che non solo non hanno un lavoro, ma non lo stanno nemmeno cercando e non frequentano corsi di aggiornamento.

 

Un fenomeno che preoccupa tutta Europa in questo momento di recessione ancora profonda. Ma che in Italia in particolare sta diventanto ancora più dirompente. Perchè stiamo parlando di una generazione che si ritiene “senza speranza”, che vive alla giornata, se non sulle spalle della famiglia di origine e non riesce a realizzare piani per costruirsene una propria o comunque per la creazione di una vita autonoma. 

 

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Nov 16 2013

SVEGLIATEVI! 11 FATTI CHE MOSTRANO CHE L’EUROPA SI STA DIRIGENDO VERSO UNA DEPRESSIONE ECONOMICA

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L’Europa non si sta dirigendo solo verso un’altra recessione. La verità è che l’Europa si sta dirigendo verso una devastante depressione. L’economia dell’UE è in realtà più grande dell’economia degli Stati Uniti, e sta crollando davanti ai nostri occhi. Le cose continuano a peggiorare in Europa, eppure in qualche modo le autorità europee continuano ad insistere sul fatto che tutto andrà “bene”. Beh, niente va “bene” in Europa in questo momento. La disoccupazione nella zona euro ha appena raggiunto un altro nuovo livello record. In alcune nazioni d’Europa, il tasso di disoccupazione è già nettamente superiore a qualsiasi cosa gli Stati Uniti abbiano sperimentato durante la Grande Depressione del 1930. I funzionari in tutta Europa stanno cercando di tenere insieme il sistema finanziario europeo con del nastro adesivo e la preghiera, ma potrebbe cadere a pezzi da un momento all’altro. L’Europa ha un sistema bancario molto più grande di quello degli Stati Uniti, per cui quando si verificherà un crollo finanziario in Europa, interesserà l’intero globo. Purtroppo, la maggior parte degli americani non prestano molta attenzione a gran parte di tutto quello che sta accadendo in Europa. Tendono a pensare che gli Stati Uniti sono il centro dell’universo e che fino a quando staremo bene  noi tutto andrà bene. Beh, tutte quelle persone che non stanno prestando attenzione devono svegliarsi. Tanto per cominciare, l’economia degli Stati Uniti è sicuramente in declino. In secondo luogo, l’economia europea sta implodendo proprio davanti ai nostri occhi e l’Europa finirà per trascinare con sé il mondo intero.

I seguenti sono 11 fatti che dimostrano che l’Europa si sta dirigendo verso una depressione economica …

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Nov 16 2013

DENARO CONTANTE E LIBERTA: L’INDECENZA DELLE BANCHE

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La “Libertà”, non riguarda solamente il pensare, scrivere e spostarsi dove si preferisce, per esempio.

La Libertà riguarda anche e sopratutto il “vivere senza imposizioni”.

Ogni uomo ha una “sfera” di liberta’,  che si ferma sempre e comunque prima di invadere quella del prossimo.

Riprendiamoci questo “principio inviolabile”.

 

MLR

 

 

L’INDECENZA DELLE BANCHE

 

Di: Beppe Scienza

 

“Comprare qualcosa, pagando con banconote o monete è una delle cose più normali di questo mondo. Eppure in Italia c’è chi vuole farlo passare per un comportamento addirittura incivile. Si veda Giovanni Sabatini, direttore dell’associazione delle banche italiane (ABI), con la ridicola tesi che “la lotta al contante è una vera e propria battaglia di civiltà”. Chiaramente straparla, per nascondere una verità ben diversa: le banche guadagnano su tutti i pagamenti, salvo quelli in contanti. Per questo vogliono colpevolizzare chi li usa. Con le carte di credito, bancomat ecc. lucrano le provvigioni addebitate ai negozianti, le commissioni sui movimenti di conto corrente, gli interessi (fino al 24,9% annuo) sulle carte di revolving ecc. Inoltre costringono la gente a tenere i soldi sul conto, senza corrispondergli praticamente nessun interesse.

 

Le banche italiane si sono addirittura inventate la campagna della guerra al contante. Hanno costruito e finanziato “War on cash” che diffonde falsità del tipo: “Il cash è superato, costoso, pericoloso, inquinante e scomodo”.

 

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Nov 12 2013

LE TASSE SONO UN FURTO, NEGANO IL DIRITTO DI ESSERE PROPRIETARI

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Ci sono solo tre modi per acquisire la ricchezza in una società libera.

Per via ereditaria, che si verifica quando qualcuno ti dona ricchezza.  

Per via economica, quando si scambia una abilità, un talento, un bene, la conoscenza, il sudore, l’energia o la creatività con un acquirente disponibile.

E il modello mafioso, il quale si verifica quando un uomo con una pistola, dice: «dammi i soldi o ti accadrà qualcosa»

In quale modello opera il governo?  Perché glielo abbiamo permesso?

 

Proponiamo in ANTEPRIMA per L’Indipendenza la traduzione integrale in italiano dell’articolo Taxation Is Theft di Andrew P. Napolitano, ex giudice della Corte Superiore del New Jersey, commentatore ed opinionista presso Fox News Channel. Ha scritto sette libri sulla Costituzione americana. (Traduzione di Luca Fusari)

 

Con un codice fiscale che supera le 72 mila pagine di lunghezza e che richiede più di sei miliardi di ore personali all’anno per determinare il reddito imponibile dei contribuenti, con l’IRS diventata un’autorità temuta in sé, e con un governo che continua ogni anno ad estrarre sempre più ricchezza da ogni contribuente americano, è da meravigliarsi che lo scorso 15 aprile fosse un giorno di terrore in America?. Le tasse sulla previdenza sociale e le imposte sul reddito hanno perseguitato tutti noi fin dalla loro istituzione nel secolo scorso, e alcuni politici sono stati disposti a definire questi stratagemmi per quello che sono: furto.

 

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Nov 11 2013

LA PERCEZIONE PLANETARIA PRODOTTE NEL CONSUMATORE INTERNAZIONALE VERSO L’ ITALIA

ipocrisia

 

Tempo fa in una importante riunione internazionale a New York del WTO (World Trade Organization) il consorzio di nazioni che gestisce lo scambio commerciale planetario ha diffuso le classifiche sulla “percezione planetaria” dei singoli stati.

 

La classifica che ci riguarda e che segnala le prime tre “pulsioni automatiche” prodotte nel consumatore internazionale.

 

Ai primi tre posti il SISTEMA ITALIA

aveva,

e  così ci vedevano,

così ci vivevano,

questo venivano a cercare:

 

1993

1) Cibo,

2) Eleganza,

3) Arte.

 

Nel 2003, ai primi tre posti avevamo:

1) Terme naturali,

2) Spiagge,

3) Moda.

 

Nel 2013, ai primi tre posti abbiamo:

1) Adulazione e ipocrisia,

2) Wellness,

3) Insulto gratuito.

 

 


Nov 08 2013

DELLA LUNA: MORTE LENTA PER L’ITALIA, LA NOSTRA FINE DECISA ALL’ESTERO

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«Italy is going the right way», dice l’umorista Obama al fido Enrico Letta. Solo che la “giusta via” ricorda la macellazione per dissanguamento: morte lenta.

Così funziona la politica economica italiana, da qualche decennio al servizio di interessi stranieri: il trucco, sostiene Marco Della Luna, sta nello svuotare il paese di tutta la sua linfa, ma lentamente, in modo che non “muoia” e che non soffra troppo, perché potrebbe ribellarsi. All’avvio dell’euro, è bastato qualche anno di bassi tassi per la finanza pubblica, per gonfiare fabbisogno strutturale e debito. «Poi, di colpo, austerità e tassi alti (spread), per creare l’emergenza, imporre il presidenzialismo de facto e la “sospensione della democrazia” a tempo indeterminato». Ma già con la riforma monetaria del 1981-83 poi col Trattato di Maastricht, era stata scardinata la Costituzione: sovranità nazionale e primato del lavoro. «Fatto questo, tutto il resto è stato in discesa»: svuotare il paese di industrie pregiate, capitali e cervelli, in favore della finanza apolide e del suo feudatario-kapò europeo, la Germania.

 

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