Nov 08 2013

LE TASSE CHE PAGHIAMO, LE PIÙ “PESANTI” IRPEF E IVA

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Sono più di cento, queste le più importanti

 

La prima garantisce un gettito nelle casse dello Stato che sfiora i 164 miliardi di euro all’anno, la seconda poco più di 93 miliardi di euro

Alla fine, l’elenco delle tasse che gravano annualmente sugli italiani annovera un centinaio di voci tra addizionali, imposte, ritenute, tasse e tributi. Gli incassi assicurati dalle prime dieci imposte valgono quasi 413,3 miliardi di euro, a fronte di un ammontare complessivo di oltre 472 miliardi di euro di entrate tributarie. Le imposte che pesano maggiormente sulle tasche dei cittadini italiani sono Irpef e Iva.

La prima garantisce un gettito nelle casse dello Stato che sfiora i 164 miliardi di euro all’anno, la seconda poco più di 93 miliardi di euro. Messe assieme queste due imposte incidono per oltre il 54 per cento sul totale delle entrate tributarie.

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Nov 07 2013

IL FINANZIERE: “LA CRISI FINIRÀ CON UNA GUERRA MONDIALE”

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A dirlo e’ il manager di fondi Kyle Bass. Gli fa eco l’economista Charles Robertson. Grecia sara’ la prima ad abbandonare la moneta unica, seguita dalla Spagna. Debito ha raggiunto 340% della produttività globale.

 

La Grecia sara’ il primo paese a uscire dall’area euro: succedera’ nel 2013, mentre l’anno dopo sara’ la volta della Spagna. Ne e’ convinto l’economista Charles Robertson di Renaissance Capital.

 

Se la previsione non e’ certo delle piu’ ottimiste, c’e’ chi si e’ spinto ancora piu’ oltre: si tratta del gestore di fondi speculativi Kyle Bass, secondo cui il destino dell’Europa e’ gia’ segnato. Tanto che “solo una guerra potra’ risolvere i problemi strutturali” dell’Eurozona.

 

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Nov 06 2013

IL DISASTRO EUROPEO PROVOCATO DALL’EURO E’ COSI’ GRAVE, CHE ADDIRITTURA PRODI SI SCAGLIA CONTRO LA MONETA UNICA EUROPEA!

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Italy’s Mr Euro urges Latin Front, warns Germany won’t sell another Mercedes in Europe”, ovvero il “Mister Euro italiano incita il fronte latino, avverte la Germania che non venderà in Europa più una sola Mercedes”.

 

Il Mister Euro citato nell’articolo pubblicato sul Telegraph e scritto da Ambrose Evans- Pritchard è Romani Prodi.

 

“Francia, Italia e Spagna dovrebbero battere i pugni sul tavolo, ma non lo stanno facendo perchè si illudono di poter andare avanti da soli”, ha detto Prodi. Ma se la Germania continuerà a imporre la rovina in Europa, “se l’euro dovesse spezzarsi, con un tasso di cambio nel Nord Europa e uno nel Sud Europa, la Germania raccoglierà quanto ha seminato”.

 

Ovvero, afferma Prodi, “il tasso di cambio raddoppierà e i tedeschi non riusciranno a vendere una sola Mercedes in Europa. Gli imprenditori tedeschi sono a conoscenza di tale situazione ma tutto quello che riescono a fare si traduce in cambiamenti modesti, che non bastano per porre fine alla crisi”.

 

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Nov 06 2013

LA GRANDE EURO TRUFFA PER L’ITALIA IN TRE RIGHE

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PERCHE ALL’ITALIA:  LIRE 1936.27 = € 1.00

 

ALLA GERMANIA; 1 MARCO =€ 1,00

 

QUANDO  PRIMA CHE L’EURO SOPPIANTASSE LA LIRA,  IL CAMBIO CON IL MARCO TEDESCO ERA IL SEGUENTE :  1 MARCO = 989,99 LIRE ITALIANE?

 

 

Fonte: Facebook


Nov 02 2013

SACCOMANNI: IL SACCHEGGIATORE DEI CAMPI DI BATTAGLIA

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 Durante il Medio Evo i “saccomanni” erano i saccheggiatori dei campi di battaglia,

 

 

Oggi voglio parlarvi di un tema che ci riguarda inevitabilmente tutti. Voglio parlarvi di soldi, dei “nostri” soldi. Ho usato di proposito le virgolette perché spesso ci scordiamo che il denaro che teniamo abitualmente nel portafogli e siamo abituati a considerare nostro, in realtà non ci appartiene. Appartiene ad una associazione a delinquere denominata Banca Centrale Europea, che, dopo averlo stampato a costo tipografico, lo presta allo Stato italiano e agli altri Stati vittime di questo raggiro a tassi da usura.

 

Voglio parlarvi di soldi, appunto, perché la notizia del giorno è che Fabrizio Saccomanni, Ministro dell’Economia e delle Finanze del Governo Letta, ha confermato al Senato l’intenzione di introdurre nuovi e ulteriori vincoli sull’uso del contante, attualmente stabilito per importi non superiori ai 1.000 Euro.

 

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Ott 30 2013

NON È CORRETTO DIRE CHE IL NAZISMO È TORNATO. NON SE NE ERA MAI ANDATO

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DA HITLER A MERKEL, L’ETERNA PRESENZA DELLA DINASTIA QUANDT

 

29 ott – Lentamente, tra mille cautele e distinguo, alcuni intellettuali spesso ospitati sulle pagine dei nostri “grandi giornali” cominciano a porsi domande sulle bontà di questa costruzione europea. Non sarà che alcune procedure riservate che preludono l’elaborazione di trattati europei, da fare poi approvare a scatola chiusa ai singoli parlamenti nazionali come nel caso del Fiscal Compact, si chiede pensosa Barbara Spinelli, finiscano con lo svuotare in nuce quella sovranità che la nostra Costituzione antifascista assegna ai cittadini? (clicca per leggere)

 

La brillante e sempre originale editorialista in forza a Repubblica è stata effettivamente colta da un pensiero infido e sottile. Con sommo ossequio provo ad accennare una sintetica analisi volta a rafforzare le argute suggestioni che, come fantasmi molesti, albergano nella mente dei più intuitivi fra gli illustri pensatori che quotidianamente danno lustro alla nostra povera Patria. Ebbene sì, luminosissima professoressa Spinelli, la Ue è nei fatti e non da oggi nemica della democrazia e del benessere diffuso, l’acqua calda brucia e in inverno è preferibile indossare un cappotto prima di uscire (specie la sera).

 

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Ott 30 2013

NON SAPPIAMO PIÙ COME DIRLO, NON SAPPIAMO PIÙ QUALI PAROLE USARE, MA LO RIPETEREMO FINO ALLA NOIA. QUI È SUICIDIO ASSISTITO DI MASSA

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L’euro è una truffa come lo è la comunità europea in questo stato di cose: ossia sotto la blindatura dei trattati Maastritch, Lisbona, Mes, Fiscal compact, Nato, WTO, ecc.

 

Non abbiamo più la sovranità di niente se non soltanto quella di decidere chi ci deve prendere per i fondelli per un altro turno (ed in parte nemmeno quella: leggasi porcellum).

 

Ora se uno è consapevole di essere vittima di una truffa cosa fa?

 

1) Aspetta perché non è ancora convinto della truffa?

2) Denuncia il truffatore e lo insegue?

3) Si lascia truffare perché in fondo si lasciano truffare tutti?

4) Fa di tutto per uscire dalla truffa e la fa conoscere agli altri?

 

Sono quattro ipotesi che potrebbero rappresentare uno scenario di gente normale. Già: ma cosa vuol dire normale, in un paese dove l’informazione è orribilmente manipolata?
Il popolo manipolato e stregato dalla politica asservita alla finanza internazionale non si muove. Meglio: è la maggioranza che non si muove.

 

Se diamo per buono il movimento di Grillo, almeno il 26% di quelli che sono andati a votare sembra si siano svegliati almeno per affermare che così, non si può più andare avanti. Non siamo convinti che siano consapevoli sulle fondamentali (multinazionali, moneta-debito, NWO) ma lo sono di certo sulla cattiva gestione dello Stato (sprechi, ruberie, nepotismo, corruzione, ecc).

 

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Ott 28 2013

LA CROAZIA DOPO 12 MESI DALL’INGRESSO NELL’UNIONE EUROPEA, E’ TRACOLLATA. ADESSO VUOLE USCIRNE (VIVA)

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Zagabria – A festeggiare, il primo luglio scorso, l’ingresso della Croazia nel club dell’Unione Europea in qualità di ventottesimo membro effettivo fu soprattutto l’élite politico-economica al timone di questa ex-scheggia della defunta Jugoslavia. A partire dalla coalizione di governo progressista al potere da due anni dopo il lungo dominio dei conservatori dell’HDZ per arrivare agli ambienti finanziari legati a doppio filo al mondo austro-tedesco.

 

Lo scetticismo dell’opinione pubblica, sconfitto da una non eccezionale mobilitazione degli entusiasti ( al referendum sull’ingresso nell’unione, svoltosi nel febbraio del 2012, si recarono alle urne non più del 44% degli aventi diritto) si è preso una sonante rivincita non più di un anno dopo allorquando, nell’aprile 2013, la scelta dei 12 fortunati destinati a rappresentare la piccola repubblica nell’europarlamento fu boicottata da 4 elettori su 5 stabilendo quasi un record storico di scarsa affluenza battuto solamente dal 16% della Slovacchia.Ma il misfatto era già stato compiuto ed i buoi erano già fuggiti dal recinto per finire nel vagone piombato di eurolandia.

 

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Ott 28 2013

LO TENGONO NASCOSTO, MA È UFFICIALE: L’ITALIA È ALLA FAME.

 

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LEGGETE QSTO ARTICOLO PRIMA DI PROSEGUIRE LA LETTURA…

 

4,1 milioni di italiani che hanno PROBLEMI DI ACCESSO AL CIBO: i dati, oscurati dai mass me(r)dia e dalla politica, sono di Coldiretti.

 

VENGONO I *BRIVIDI* … se pensiamo che 500.000 persone sopravvivono di cassa integrazione e assegno di mobilità e 200.000 di ‘assegno di disoccupazione’; quando gli ammortizzatori sociali saranno finiti… cosa faranno?

Ovviamente la questione non riguarda solo 700.000 persone, ma anche le loro famiglie che si troveranno senza reddito o nel migliore dei casi, con uno stipendio in meno.

Ci sarà un calo dei consumi ulteriore, che farà chiudere decine, centinaia di migliaia di negozi, artigiani, piccole imprese, mentre le grandi continuano a chiudere i pochi stabilimenti rimasti per trasferirsi all’estero; il processo di delocalizzazione non è finito.

 

Uno scenario TERRIFICANTE quanto reale, purtroppo, a meno che non ci sia una decisa “inversione di tendenza” di cui non si intravede la volontà politica.

 

Quando arriveremo a questo punto, gli italiani conosceranno anche EUROGENDFOR; la gendarmeria europea che opera al di sopra della legge; nessun media ne ha parlato, ma probabilmente molte persone si troveranno a fare i conti con loro. E non sarà una “conoscenza felice”… spero tanto di essere smentito.

 

Alessandro Raffa

 

 

Fonte: visto su  NO CENSURA del  25 ottobre 2013

Link: http://www.nocensura.com/2013/10/lo-tengono-nascosto-ma-e-ufficiale.html

 


Ott 28 2013

LETTERA AD UN AMICO: L’USCITA DALL’EURO E’ QUESTIONE ESSENZIALE

Category: Economia e lavoro,Società e politicagiorgio @ 00:39

Milton

 

 

In tema di moneta unica e di uscita dall’euro  vi riportò l’opinione della bravissima Gpg Imperatrice di Scenari Economici.

 

Articolo Fondamentale – Lettera ad un Amico Immaginario: l’uscita dall’Euro e’ questione essenziale (a breve sara’ questione di mera sopravvivenza)

 

(continuo a leggere in rete e ricevere missive di amici che, pur percependo in qualche modo il problema dell’Euro per l’Italia, tendono irrimediabilmente a sottovalutarlo, pensando che questo e’ un problema minore, e ricercando soluzioni salvifiche di altro genere. In questa missiva proveremo a rispondere. Suggeriamo per chi avesse tempo di aprire e leggere con attenzione gli articoli linkati)

 

PARTE 1 – SFORZI INUTILI

 

Caro mio,

 

Ho provato in tutti i modi a spiegarti la questione EURO, ma continui irrimediabilmente a sottovalutarla.

 

1) Sappiamo che gia’ 42 anni fa c’era chi sapeva che sarebbe stato un fallimento fare una valuta unica prima di fare un unione politica, dei mercati del lavoro e fiscali e senza un sistema di trasferimenti, e spiegava con estrema lucidita’ l’evoluzione con una crisi di sistema legata agli squilibri: L’Economista Kaldor nel 1971 spiegava con precisione millimetrica il perche’ l’Euro avrebbe fatto collassare il sistema (clicca sul titolo per aprirlo)

 

 

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Ott 27 2013

UN DOCUMENTO NO-TAV CHE VALE LA PENA DI LEGGERE CON ATTENZIONE.

Category: Economia e lavoro,Società e politicagiorgio @ 09:02

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di Sergio Di Cori Modigliani

 

Domani, a Roma, c’è la manifestazione nazionale dei No-tav.

Tutti sanno che cosa sia la No-tav.

E’ uno dei trend di moda.

Pochi, in realtà, conoscono -nel dettaglio- le autentiche posizioni.

Così come pochi sono al corrente del fatto che il governo francese, presieduto da Hollande, ha rubricato il progetto nella sezione “non priorità del governo” e lo accetta passivamente soltanto per questioni di carattere diplomatico che gli impongono di non scontrarsi con il governo italiano, il quale -in cambio- asfalta l’autostrada privilegiata per l’industria francese per venire ad accaparrarsi a prezzi di saldo le aziende italiane che interessano strategicamente ai nostri cugini d’oltralpe. E’ comunque un grandioso affare per la Repubblica francese.

Fino a due anni fa, se ne parlava molto meno.

Fino a quattro anni fa, ancora di meno.

Fino a sei anni fa, non se ne parlava affatto.

 

Irruppe sullo scenario mediatico nazionale, in gran cassa, in seguito alla manifestazione del vaffaday indetta da Beppe Grillo nel 2007.

 

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Ott 25 2013

LA TRUFFA DELLO SPREAD. E NELLE ISOLE CAYMAN SONO DEPOSITATI 30 MILA MILIARDI DI DOLLARI

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Ma se l’Italia va a rotoli peggio che mai, perché lo spread scende? Spiegazione di un mistero

 

Il differenziale tra titoli di Stato dice poco sull’economia reale dei paesi, serve solo a capire le intenzioni di quei «pochi potenti che detengono la ricchezza del mondo». E comandano i mercati. Intervista a Fabrizio Pezzani (Bocconi)

 

 

Se veramente lo spread fosse un’indicatore dell’”economia reale”, allora, in Italia, il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato decennali (Btp) e il Bund tedesco non dovrebbe attestarsi a meno di duecentocinquanta punti base, com’è attualmente, ma «come minimo a mille punti base». Ne è convinto Fabrizio Pezzani, docente dell’Università Bocconi di Milano, secondo il quale, dal novembre del 2011, quando lo spread aveva superato i cinquecento punti base e le tensioni sui mercati portarono alle dimissioni di Berlusconi aprendo la strada alla “salita” in politica di Monti, «da quel momento a oggi sono peggiorati i conti pubblici, il debito, il rapporto debito/Pil, la disoccupazione, il numero dei fallimenti, la povertà, il disagio sociale, l’instabilità politica e anche il giudizio guidato strumentalmente delle agenzie di rating sui nostri conti». Tutto questo, prosegue Pezzani, mentre «inspiegabilmente il nostro spread migliora continuamente e oggi è simile a quello di agosto 2011, tra i 220 e i 240 punti base».

IL TERMOMETRO DEI POTENTI. Come mai, dunque, lo spread non peggiora, anzi addirittura migliora? Hanno ragione coloro i quali sostengono che non conti nulla e sia solo una variabile economica impazzita? Niente affatto. Lo spread è un indicatore prezioso secondo Pezzani, ma lungi dal fotografare lo stato di salute di un’economia nazionale, rappresenta le intenzioni e le manovre della finanza globale, ossia di quei pochi attori che «detengono la ricchezza» del mondo.

 

DOVE SONO TUTTI I SOLDI. Se, infatti, un tempo «la ricchezza era facilmente individuabile negli Stati nazione che materialmente la possedevano», oggi, spiega il professore, «ci troviamo di fronte a una situazione assolutamente nuova nella storia dell’uomo». Per farsene un’idea basta guardare a un dato: «Nelle isole Cayman sono depositati 30 mila miliardi di dollari, che insieme eguagliano il Pil degli Stati Uniti, della Cina e di un pezzo del Giappone messi insieme». Oppure, continua Pezzani, si pensi ai derivati, che «nel 1989, l’anno in cui cadde il Muro di Berlino, rappresentavano un ventesimo del Pil mondiale, nel 1999 erano già il doppio di esso e nel 2009 ammontavano addirittura a venti volte il Pil della Terra». Ebbene, di tutti questi derivati, alla vigilia della crisi finanziaria, il 95 per cento era posseduto da sole «cinque banche: Goldman Sachs, J.P. Morgan, Morgan Stanley, Bank of America e Citi Bank». Che si riempivano di titoli tossici, secondo l’economista, al solo scopo di «tenere bassa la volatilità del dollaro».

 

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Ott 25 2013

CHIARIMENTI SU “MES” ED I “PRESTITI SALVASTATO” (SPIEGATI IN MODO SEMPLICE)

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Una nota circa i prestiti concessi alle nazioni europee in difficoltà dalle altre nazioni europee, e circa il “Meccanismo Europeo di stabilità”; cerco di illustrare la situazione in modo semplice e chiaro, visto che in molto non hanno ben capito certi meccanismi.

 

Negli ultimi anni le nazioni dell’eurozona sono state chiamate a sborsare miliardi per diverse operazioni di “salvataggio” dei paesi membri in difficoltà; o meglio, delle loro banche.  Ultimo caso in ordine cronologico, quello della Spagna, che ha ricevuto 100 miliardi, di cui 20 dall’Italia. In totale l’Italia ha sborsato fin’ora poco meno d 50 miliardi.

 

(vedi: L’Italia è nella me**a ma continua a sborsare soldi per salvare gli altri )

 

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Ott 24 2013

SAREMO POVERI! LA FORMULA CHE CI INCHIODA

Category: Economia e lavoro,Società e politicagiorgio @ 21:36

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Liberamente riadattato da Vito Lops, l’Economia della Trasparenza

 

Ricordo che a 6 anni, in prima elementare, imparai il concetto basilare dell’algebra: i numeri possono avere un segno positivo (+) o un segno negativo (-). Ricordo anche che a 19 anni, mentre preparavo l’esame dal primo corso universitario di economia politica, l’algebra mi servì per comprendere i saldi settoriali. Ovvero: il sistema economico di ogni paese si poggia su saldo interno, saldo estero e saldo pubblico, secondo queste definizioni:

 

  1. saldo interno: la differenza tra investimenti delle imprese (domanda di beni e servizi per accrescere la capacità produttiva) e il risparmio privato delle famiglie al netto di consumi e tasse (I-S).

 

  1. saldo estero: la differenza tra esportazioni e importazioni (X-M), dove però non vengono conteggiate solo le merci (che permettono di ricavare la bilancia commerciale) ma anche i fattori di produzione (lavoro e capitale). Infatti anche il lavoro e il capitale si possono esportare e importare. Accade, per esempio, quando un residente italiano percepisce uno stipendio per un lavoro all’estero o quando, molto semplicemente, si acquistano titoli stranieri che danno un rendimento (capitale) pagato da un altro Stato. Il saldo esterno (o saldo delle partite correnti, CA) è comprensivo anche di questi due elementi.

 

  1. saldo pubblico: la differenza tra spesa pubblica (G) e tasse (T). Se è positivo, vuol dire che uno Stato immette valore a vantaggio della collettività. Se è negativo, vuol dire che lo Stato sottrae ricchezza alla collettività. Lo Stato, in condizioni di pieno potere, è anche l’unico ente preposto alla gestione monetaria.

 

E’ proprio durante la preparazione di quell’esame che imparai una regola d’oro: la somma dei tre saldi settoriali dell’economia di un Paese è algebricamente uguale a zero.

Messa giù in forma matematica, si scrive così: (I-S) + CA + (G-T) = 0. O, se volete: saldo interno + saldo estero + saldo pubblico = zero. Non si scappa.

 

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Ott 23 2013

GIORNATA STORICA PER L’ITALIA: CACCIATA DAL G8, PIL A 133,3% E ADESSO IL RECORD! BORSA DI MILANO LA PEGGIORE AL MONDO.

Category: Economia e lavoro,Monolandiagiorgio @ 20:18

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MILANO – A parte il caso di Atene, la Borsa di Milano è stata la peggiore al mondo e l’unica che ha riportato un trend negativo negli ultimi 10 anni. E’ quanto si apprende da un rapporto dell’ufficio studi di Mediobanca. La performance, a partire dal dicembre del 2002, è stata -5,6%, a fronte di un +129% della Germania. 

 

L’indagine sull’andamento dei listini azionari mondiali di Ricerche & Studi di Mediobanca – dati aggiornati dal dicembre del 2002 al 16 ottobre 2013 – mette in evidenza che gli indici migliori sono stati quelli del cosiddetto ‘nuovissimo mondo’.

 

Palma d’oro a Jakarta +957% e con un ricco rendimento medio annuo del 24%. La Borsa indonesiana è seguita da Città del Messico (+558%), Mumbai (+511%) e San Paolo (+396%). Molto bene anche i rendimenti della Borsa sudafricana, cresciuta del 378%, russa (+317%) e coreana, con Seul + 224%.

 

La migliore borsa ‘occidentale’ è stata Copenhagen (+190%), seguita da Wall Street, con il Nasdaq di New York (+187%).

 

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