Ott 23 2013

SUOMY VENDUTA AI CINESI, UN ALTRO PEZZO DEL MADE IN ITALY SE NE VA

Category: Economia e lavoro,Monolandiagiorgio @ 19:13

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Fondata nel 1997 la società nel 2012 ha fato segnare 6,8 milioni di ricavi e una perdita di 200 mila.

 

La globalizzazione ha le sue regole e ora un altro marchio ormai storico del made in Italy se ne va. Suomy, azienda comasca fondata nel 1997 da Umberto Monti e che ha fornito i suoi caschi a campioni del calibro di Max Biaggi, Loris Capirossi e Troy Bayliss, è stata ceduta a un hedge fund cinese, la SK Sport di Hong Kong.

 

Lo scorso anno l’azienda ha segnato ricavi per quasi 7 milioni di euro ma a causa della recessione, che in Occidente ha fatto crollare la domanda di moto sportive, anche la domanda di caschi di “livello” è andata calando. Nel 2007 i dipendenti erano oltre 100, ora sono 52 e nel prossimo futuro potrebbero calare a 30.

 

La buona notizia (o perlomeno quella meno negativa) è che almeno al momento la produzione (600 caschi al giorno) della linea d’alta gamma non verrà spostata all’estero, anche se quelli di fascia media verranno prodotti in Indonesia.

 

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Ott 23 2013

COMPLIMENTI SIGNOR LETTA!!! QUESTA E’ L’ULTIMA VOLTA DI UN PREMIER ITALIANO AL G8. L’ITALIA E’ STATA ESPULSA…

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QUESTA E’ L’ULTIMA VOLTA DI UN PREMIER ITALIANO AL G8. 

L’ITALIA E’ STATA ESPULSA…

COMPLIMENTI  SIGNOR LETTA!!!  


Ott 23 2013

LETTERA APERTA AL DIRETTORE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE ATTILIO BEFERA

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Attilio Befera

 

Le scrivo, gentile Dott. Befera, dopo aver letto la sua lettera al personale dell’Agenzia delle Entrate del 5 Maggio scorso

 

http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-05-05/befera-stop-controlli-vessatori-210326.shtml?uuid=AaO85dUD


 

Le scrivo perché lei manifesta sconcerto per alcune prassi dei suoi funzionari che si discosterebbero dalle regole di rispetto e di lealtà che si impongono nel rapporto tra contribuenti ed “autorità impositiva”. Le scrivo perché il mio caso ben si adatta a quanto lei dichiara e allo sconcerto che afferma di provare:

 

…. dobbiamo perciò operare in modo da guadagnare sempre più, nell’esercizio di quella funzione, il rispetto e la fiducia che i cittadini devono all’Istituzione di cui siamo rappresentanti. Continuo però a ricevere segnalazioni nelle quali si denunciano modi di agire che mi spingono adesso a rivolgermi direttamente a tutti voi per richiamare ognuno alle proprie responsabilità e ribadire ancora una volta che la nostra azione di controllo può rivelarsi realmente efficace solo se è corretta. E non è tale quando esprime arroganza o sopruso o, comunque, comportamenti non ammissibili nell’ottica di una corretta e civile dialettica tra le parti.

…. Rimango poi sconcertato quando mi viene riferito che qualcuno, a giustificazione di tali comportamenti, farebbe presente di operare in quel modo per necessità di raggiungere l’obiettivo assegnato.

Non so se in questi casi sia più la mediocrità della competenza professionale o la carenza di consapevolezza del proprio ruolo istituzionale che impedisce di comprendere immediatamente quale devastante danno di immagine venga in questo modo inferto all’Agenzia, al proprio ufficio e ai colleghi, finendo quasi per apparentarne l’azione a quella di estorsori.

 

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Ott 17 2013

LONDON SCHOOL OF ECONOMICS: NON RIMARRA’ NULLA, DELL’ITALIA. NEI PROSSIMI 10 ANNI SI DISSOLVERA’ . (VERO! MA PRIMA)

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“Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%. Peggiorerà.

 

Il governo sa perfettamente che la situazione è insostenibile, ma per il momento è in grado soltanto di ricorrere ad un aumento estremamente miope dell’IVA (un incredibile 22%!), che deprime ulteriormente i consumi, e a vacui proclami circa la necessità di spostare il carico fiscale dal lavoro e dalle imprese alle rendite finanziarie. Le probabilità che questo accada sono essenzialmente trascurabili. Per tutta l’estate, i leader politici italiani e la stampa mainstream hanno martellato la popolazione con messaggi di una ripresa imminente. In effetti, non è impossibile per un’economia che ha perso circa l’8 % del suo PIL avere uno o più trimestri in territorio positivo. Chiamare un (forse) +0,3% di aumento annuo “ripresa” è una distorsione semantica, considerando il disastro economico degli ultimi cinque anni. Più corretto sarebbe parlare di una transizione da una grave recessione a una sorta di stagnazione.

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Ott 14 2013

MARRA: OBAMA MINACCIA LA MORTE DELL’ECONOMIA PURCHÉ NON SI TOCCHI IL SIGNORAGGIO…

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Marra: Obama minaccia la morte dell’economia purché non si tocchi il signoraggio, e nemmeno i repubblicani accennano che si può risolvere tutto semplicemente decidendo che gli USA quei soldi, anziché comprarli dalla Federal Reserve, li producano da sé..

 

È una situazione veramente surreale quella che vive ormai il mondo: tutti, cioè, sanno ormai che il problema è il signoraggio, ma nessun osa dire che si può risolvere ogni dramma semplicemente consentendo che gli Stati producano i soldi da sé, ovvero senza doverli follemente comprare dalle banche centrali..

 

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Ott 14 2013

JACQUES SAPIR: BISOGNA UNIRE LE FORZE A SINISTRA E DESTRA CHE HANNO CAPITO IL PERICOLO EURO

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Jacques Sapir.

 

L’Intervista esclusiva all’economista francese Jacques Sapir

di Alessandro Bianchi

 

Jacques Sapir. Economista, direttore del Centre d’Etude des Modes d’Industrialisation (CEMI-EHESS).  Autore di “Bisogna uscire dall’euro?” e “La demondialisation“.

 

 

– Professore, Lei è stato tra i primi economisti europei ed evidenziare i danni provocati dall’euro ed a chiedere la sua fine. In una delle ultime analisi ha scritto che si tratta di una sorte inevitabile. Secondo Lei, quanto tempo ancora ci vorrà e da quale paese potrà partire l’iniziativa? 

 

A questo punto bisogna distinguere due problematiche. La prima riguarda l’analisi della situazione economica che l’euro ha creato e delle sue conseguenze. Da ormai quasi tredici anni osserviamo che l’euro non solo non ha prodotto le convergenze macroeconomiche sperate, ma ha invece accentuato le divergenze. L’ho detto a più riprese, e ormai questa mia posizione riscuote consenso tra gli economisti. Constatiamo anche che l’euro rappresenta un enorme freno per la crescita nella maggior parte dei paesi che l’hanno adottato, ad eccezione, ovviamente, della Germania. Per finire, si osserva che l’euro fa aumentare i deficit, tanto interni quanto esteri, e che porta verso un debito sempre più grande dei paesi che sono entrati nell’Unione economica e monetaria. Tutto questo è abbondantemente documentato da numerosi autori. Siccome l’euro può funzionare solo in una spirale di impoverimento per la maggior parte dei paesi, ne deduco che è destinato a fallire.

Ma, qui, abbiamo una seconda problematica: le condizioni che determineranno la fine dell’euro. Tali condizioni possono creare una crisi catastrofica generata sul mercato obbligazionario. Al momento, la situazione resta stabile grazie alla Banca Centrale Europea. Ma la credibilità di quest’ultima sta nel fatto che non è stata messa alla prova. Prima o poi i mercati testeranno la risoluzione della Bce, e allora Mario Draghi si ritroverà fortemente in difficoltà. Queste condizioni potranno anche provenire dalle tensioni politiche crescenti che l’Euro genera sia tra i paesi membri dell’UME, sia all’interno degli stessi, dove le forze anti-europeiste prendono sempre più peso. Queste tensioni potranno ad un certo punto mettere gli attori politici di fronte alla necessità di dissolvere la zona euro o di uscire dalla moneta unica.

Per quanto mi riguarda, ho sovrastimato la rapidità delle evoluzioni finanziarie, sulla base di quello che avevamo conosciuto nel 2008-2009. Ma questo non cambia niente all’analisi di fondo.

 

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Ott 12 2013

SPECIALE – TASSE, IMPOSTE, PRESE IN GIRO E SACRIFICI UMANI

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Letta – Nuove Tasse in tutti i settori, Debito alle stelle e suicidi indotti record: come annullare una Nazione. Gli impatti reali dell’innalzamento dell’Iva.

 

Il Video che ha fatto il giro del web, per non dimenticare.

 

 

Mario Monti: “Abbiamo bisogno della Crisi”

 

 

di C. Alessandro Mauceri e Sergio Basile

 

 

DA DON ABBONDIO A SUPER SILVIO

 

Letta Enrico… Letta Enrico, ma chi è costui? Avrebbe blaterato così, tra se, Don Abbondio allorché, risalendo verso casa, intento a scansare i familiari sassi ed immerso tra le consuete ansie,  gli fosse capitato per sventura di rivivere in questi giorni bui. Tempi caratterizzati da altri tipi di “pesti”, ma non meno distruttive di quelle dell’epoca dei monatti, poiché ben più subdole e mistificate, sapientemente occultate dietro “debiti agli estrogeni” pompati all’inverosimile come in nessun altro luogo del pianeta. Ma andiamo ai fatti, facendo qualche passo indietro nel tempo! Ricordate quando qualche anno fa, per essere eletto, l’aspirante reuccio di Arcore promise che avrebbe ridotto le tasse? Ebbene, per dimostrar la sua “serietà” fece di tutto per far eliminare l’ICI. Alla fine ci riuscì, ma dimenticò di dire ai suoi elettori (e a tutti gli altri Italiani) che contemporaneamente aveva introdotto un’altra tassa, molto più onerosa per le tasche dei contribuenti. Ovviamente, per evitare rivolte  fece in modo che l’entrata in vigore della misura fosse differita…

 

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Ott 11 2013

L’EVASIONE FISCALE NON È LA CAUSA DELLA DEPRESSIONE ECONOMICA‏

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 23:28

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di Stefano Di Francesco

 

Pochi giorni fa, in occasione delle commemorazioni in ricordo del prof. Luigi Spaventa, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, ha tenuto un discorso sullo stato attuale dell’economia italiana cercando di spiegare quali sono i fattori critici che ci hanno portato a questa depressione stile 1929.

 

Non fatevi illusioni: la responsabilità  della situazione attuale non è né dell’euro, né degli altissimi tassi d’interesse che lo Stato paga alle banche sul suo debito, e neppure la globalizzazione selvaggia sembra aver avuto un ruolo determinante nella distruzione del nostro sistema industriale ponendoci in competizione con miliardi di asiatici sottopagati e disposti a tutto per un pugno di riso. Nossignori.

 

Le cause della situazione attuale secondo Visco sono: la bassa produttività dell’industria, il deficit di concorrenza e poi infine l’anomalia italiana dell’evasione fiscale.

 

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Ott 11 2013

ASSENTEISMO ED EVASIONE FISCALE: LEGITTIMA DIFESA, ECCO PERCHÉ

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Assenteismo ed evasione fiscale: legittima difesa, ecco perché

 (Terza guerra mondiale parte VI)

 

di Alessandro De Angelis

 

Immaginate che un ladro a fine mese venga a rubarvi il vostro stipendio per intero e, non contento, vi applichi anche degli interessi sullo stipendio che vi ha rubato che non potrete ovviamente ripagargli. Un bel giorno verrà poi a chiedervi la vostra casa in quanto gli siete debitori degli interessi che non gli avete dato.

A questo punto andate da un giudice per cercare di risolvere la faccenda ma questo vi dà torto e vi fa notare che ci sono leggi che il ladro ha fatto emanare dai politici affinché sia legalizzato il suo furto nei vostri confronti condannandovi inoltre a pagare le spese processuali. Il ladro, oltre che i politici, ha corrotto anche i mezzi d’informazione che non parlano della vicenda e per quanti sforzi facciate non vi resta altro da fare che nascondere parte dello stipendio che mensilmente vi ruba per poter almeno sopravvivere. Ma il ladro è furbo e vi manda controlli da parte della Guardia di Finanza per accertamenti.

 

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Ott 10 2013

L’ALTRO MIRACOLO ITALIANO

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 14:14

 

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EUGENIO BENETAZZO  del  3 ottobre 2013

 

Generalmente quando si sente parlare del Miracolo Italiano ci si riferisce ad un periodo storico tra gli anni Cinquanta e Sessanta in cui l’Italia si caratterizzò da una forte crescita economica affiancata da uno straordinario sviluppo tecnologico di profondo rilievo. In sé questa definizione da sussidiario delle scuole elementari di un tempo non aiuta più di tanto a mettere a fuoco il tutto: oggi ad esempio se usassimo gli stessi elementi di definizione potremmo contare almeno una dozzina di miracoli sul fronte economico da parte di altri paesi. Ciò che ha contraddistinto l’eccezionalità del risultato e della performance è infatti il contesto storico in cui tutto questo si è manifestato. Ricordiamo un paese sconfitto e dilaniato dal Secondo Conflitto Mondiale, ancora occupato da eserciti stranieri con  povertà e miseria che in qualche modo erano state mitigate con il programma di aiuto statunitensi, il noto Piano Marshall. Un paese ancora poco industrializzato e tecnologicamente arretrato con una ingente parte della popolazione  ancora a vocazione agricola. Ciò nonostante un insieme di circostanze aiutarono il nostro paese a realizzare quello che tutto il mondo ha prima ammirato e dopo battezzato il Miracolo Italiano.

 

Per primo, la genetica italiana degli imprenditori italiani, unica al mondo per spirito di sacrificio e vocazione al rischio imprenditoriale: proprio in quel periodo vengono poste le basi per la nascita e lo sviluppo di grandi attività industriali.

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Ott 10 2013

LA VIOLENZA COME BASE DI OGNI DIRITTO

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 12:50

la pace uccide anche te

 

 

L’Europa si è liberata dal nazismo attraverso una guerra, l’Irlanda ha gettato i semi della propria indipendenza per mezzo della rivolta armata del 1916, i sindacati hanno ottenuto lo Statuto dei Lavoratori dopo scioperi ed occupazioni di fabbriche, sempre più spesso comitati ed associazioni trovano ascolto solo bloccando i lavori di commissioni e consigli comunali, gli studenti promuovono le loro istanze occupando scuole ed università.

 

Dai grandi eventi della storia alle questioni quotidiane, la realtà ci insegna che gli atti di forza risolvono molte più situazioni rispetto al semplice dialogo. E ‘Forza’ non è che un sinonimo decisamente più accettabile del termine ‘Violenza’, un termine che spaventa, ma che permea i rapporti tra esseri umani fin dall’inizio dei tempi, infatti ogni tipo società si basa da sempre su rapporti di forza. Prendiamo ad esempio la moribonda repubblica italiana, i rapporti tra maggioranza e opposizione, tra impresa e lavoratori, tra stato e cittadini non si basano forse sulla forza?

 

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Ott 08 2013

LO STATO UNITARIO COSTA IL DOPPIO DI QUELLO FEDERALE E NON SI PUÒ SALVARE

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di FABRIZIO DAL COL

 

Ogni giorno che passa nelle famiglie italiane succede qualcosa di grave.

Più di un anno è trascorso da quando dalle colonne di questo giornale mettevamo in evidenza il rischio di un crack finanziario a cui stava andando incontro l’Italia, ovvero ill rischio di quel default a cui la politica non ha voluto assolutamente guardare, quando invece migliaia di normalissime persone e famiglie intere chiedevano alle istituzioni di intervenire rapidamente. Un anno buttato alle ortiche solo per futili ragioni politiche, dove i partiti, prima ancora degli interessi degli italiani, hanno preferito guardare agli affari e alle loro rendite di potere.

 

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Ott 07 2013

C’È UN CUORE CHE BATTE NEL CUORE D’ITALIA: LIBERIAMOCI DAI SIGNORI DEL DENARO, LIBERIAMOCI DAGLI USURAI FINANZIARI

 

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Tommaso d’Aquino

 

 

di Francesco Filini

 

La crisi dell’euro, o dei cosiddetti “debiti sovrani”, che sta flagellando il Vecchio Continente, si caratterizza per un assurdo specifico molto particolare: l’artificiale rarefazione monetaria nell’economia reale, voluta e imposta dal sistema speculativo finanziario internazionale. L’anemia monetaria nell’economia reale, ovvero la mancanza di denaro circolante (sotto qualsiasi forma: cartamoneta, assegni, transazioni elettroniche, ecc..), innesca l’inevitabile spirale recessiva che porta alla progressiva e sistematica chiusura delle partite IVA. Il denaro – si sa – è il sangue del mercato: se ad un corpo comincia a mancare sempre più sangue le cellule prima si ammalano, poi muoiono quelle periferiche e successivamente collassa tutto l’organismo. Il corpo è l’organismo sociale, le cellule siamo noi, il sangue è il denaro.

 

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Set 30 2013

CARO LETTA, UN IMPRENDITORE NON VUOL ESSERE UN PARASSITA

Category: Economia e lavoro,Società e politicagiorgio @ 14:23

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di MATTEO CORSINI

 

“Deve essere chiaro che in Italia, chi ha soldi, se li investe per creare lavoro lo Stato lo aiuta, se li mette nella rendita finanziaria lo Stato non lo aiuta”. In una sola frase Enrico Letta è riuscito a condensare concetti tanto oggettivamente falsi quanto non condivisibili, almeno dal mio punto di vista. Letta sostiene che chi investe soldi e crea lavoro riceve aiuti dallo Stato, mentre se li mette in una non meglio definita “rendita finanziaria” no. A parte il linguaggio da socialismo tardo ottocentesco, ciò non è affatto vero.

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Set 30 2013

CINQUE IMPRESE SU OTTO CHIEDO PRESTITI IN BANCA PER PAGARE LE TASSE

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Cinque aziende su otto chiedono prestiti in banca per pagare le tasse.

E’ uno degli ultimi risvolti della crisi nel nostro Paese. In particolare, segnala l’ufficio studi di Unimprese, oltre il 62% delle micro, piccole e medie imprese italiane e’ stato costretto a ricorrere a un finanziamento per onorare le scadenze fiscali.  E c’e’ l’Imu (imposta municipale unica) in cima alla lista dei balzelli che hanno spinto gli imprenditori a rivolgersi agli istituti di credito. Quanto ai settori produttivi, sono gli operatori turistici (per gli alberghi), le piccole industrie (per i capannoni) e la grande distribuzione (per i supermercati) quelli maggiormente esposti con le banche a causa dei versamenti fiscali sugli immobili e, piu’ in generale, per tutti gli adempimenti con l’Erario.

 

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