Mar 28 2013

IL MINISTERO DEL SOTTOSVILUPPO. MENO AEROPORTI, MENO TASSE PER CHI VIAGGIA. UNA STRATEGIA DI RARA, ANZI DI NULLA INTELLIGENZA.

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 18:51

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Il quotidiano “Le Monde” recita il de profundis per il Prof.: “Monti per l’Europa è politicamente morto”.  Anche se ancora una volta si è  dovuto attendere il giudizio dall’estero per prendere atto di una  realtà che solo le ideologie e le caponaggini italiche riuscivano ad oscurare, ma il risultato finale è sotto gli occhi di tutti: un fallimento senza se e senza su tutti i parametri economici.

Andiamo  a caso, ho acquistato il mensile Volare, editoriale di apertura:

 

IL MINISTERO  DEL SOTTOSVILUPPO. MENO AEROPORTI, MENO TASSE PER CHI VIAGGIA.  UNA STRATEGIA DI RARA,   ANZI DI NULLA INTELLIGENZA.

Ho qui davanti a me il “Piano Nazionale per lo Sviluppo Aeroportuale” in Italia. Il Piano è stato presentato e sostenuto dal ministro dello Sviluppo dell’ ex Governo Monti.

Il ministro (ex) dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha annunciato per lo “Sviluppo” e per la soluzione dei gravi problemi dell’aviazione civile la chiusura di cinquanta dei centotre aeroporti italiani. Il ministro (ex) dello Sviluppo economico ha dichiarato che la chiusura è necessaria perché la gestione di queste “infrastrutture” è in passivo.

Non ci dice le ragioni di questi passivi e non ci dice se, nella sua veste di ministro, ha mai pensato o fatto qualcosa per “lo sviluppo” di queste infrastrutture. Del resto, in Italia è in passivo tutto il settore aeronautico, a cominciare da Alitalia, voluta e finanziata proprio dall’ ex ministro.

Il Presidente di Enac si è subito dichiarato pubblicamente contento della decisione del Governo perché, con la chiusura di questi cinquanta aeroporti, “si risparmieranno soldi che potranno consentire una riduzione delle tasse di atterraggio a beneficio dei cittadini viaggiatori”.

Come ognuno di noi legge sui giornali o sente e vede in televisione, per favorire “lo Sviluppo” del nostro Paese, chiudono per  fallimento più di mille (l.000) aziende al giorno. Immagino che  questi fallimenti rendano felici sia il ministro per lo Sviluppo sia  i dirigenti degli Enti statali che gestiscono amminìstrativamente i vari settori; più fallimenti, meno spese per lo Stato. Queste mille aziende che chiudono ogni giorno fanno risparmiare un sacco  di soldi di energia, di trasporto merci e di consumi vari, al nostro sistema produttivo e tengono a casa migliaia (milioni) di disoccupati … che stando fermi consumano poco, si riposano, respirano meno e hanno bisogno di cibo meno calorico.

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Mar 26 2013

LA PADANIA IN VENT’ANNI “RAPINATA” DI 1.100 MILIARDI DALLO STATO

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di Gilberto Oneto.

 

Da un po’ di tempo si è ripreso – finalmente – a parlare di numeri e, in particolare, di residuo fiscale. Secondo la definizione di Ricolfi, esso è la “Differenza fra le entrate correnti della Pubblica amministrazione (tasse totali e vendite) e le uscite correnti al netto del servizio del debito”.

In altre parole è l’indicatore della quantità di denaro che  lo Stato italiano si porta via senza dare nulla in cambio, ovvero quello che le comunità versano in “solidarietà tricolore”, per il solo piacere di vedersi rappresentare da Napolitano e poter cantare l’Inno di Mameli. È  un numero che indica l’entità dello “scambio” (nel nostro caso della rapina) ma che non serve neppure a delineare la qualità dello stesso: si pagano “per buone” prestazioni che sono ignobili (servizi sociali, sicurezza, giustizia eccetera) e non spiega quanto di quello che ritorna sul territorio sia affettivamente a vantaggio delle comunità locali o non vada invece a finire in voci che di locale hanno solo il luogo di spesa (pubblici dipendenti meridionali, spese per immigrati eccetera).

In ogni caso si tratta di un interessante “marcatore” della strana perequazione italica, in grado di rivelare  con sufficiente  grado di accettabilità che ci guadagni e chi ci perda dall’unità e indivisibilità dell’Italia.

Il termine compare per la prima nel linguaggio comune con uno studio della Fondazione Agnelli nel 1992, riferito ai conti del 1989. Quella prima indicazione è ripresa dai Quaderni Padani n. 2 (Autunno 1995) e poi dal fascicolo  I numeri dell’oppressione, allegato a La Padania, nel novembre 1997. La stessa è ripresa nello stesso anno dal libro  L’invenzione della Padania.

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Mar 25 2013

DAL PARADISO ALL’INFERNO, SOLA ANDATA.

Category: Economia e lavoro,Società e politicagiorgio @ 00:00

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L’amico Andrea Cavalleri ha scritto una interessante critica alla MMT  qui su stampalibera: Non è moderna, non è americana e non funziona: la MMT.

In particolare mi ha colpito un suo passaggio in cui mette in evidenza le due funzioni contrapposte della moneta:

“Lo Stato, nota Gesell, controllerebbe sì la totale massa monetaria, ma non avrebbe nessuno strumento per regolare la velocità di circolazione, perciò il sistema economico risentirebbe della contraddizione insita nella natura del denaro (il denaro usato abitualmente): di essere al tempo stesso mezzo di scambio e mezzo di risparmio. Il che significa che se circola (come mezzo di scambio) non viene risparmiato, ma se viene accumulato non circola, cosicché le sue due funzioni si fanno guerra, penalizzando inevitabilmente la vitale funzione di scambio, che è quella che sostiene ogni economia evoluta (che vive della divisione e specializzazione del lavoro).”

Interessante questa distinzione dei due ruoli per analizzare l’attuale situazione economica e prospettare qualche soluzione.

A ben pensarci, infatti, per quale motivo si accumula denaro? Forse che il denaro può sfamare, riparare, tenere caldo? No, il denaro presumibilmente ci permetterà di mangiare, scaldarci, ripararci, perché ci saranno presumibilmente persone disposte a darci, in cambio di quel denaro, cibo da mangiare, legna per scaldarci e vestiti per coprirci. Ma se dessimo per scontato che troveremo comunque, sempre, delle persone disposte ad aiutarci e a darci cibo e vestiti anche senza denaro? Che bisogno avremmo di accumulare denaro?

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Mar 24 2013

PERCHÉ L’ETICA FRANCESCANA PREMIA IL MERCATO

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Vita francescana.   Chiostro Chiesa di San Bernardino, Verona

 

Per la prima volta nella storia della Chiesa, un Papa ha scelto come nome pontificale quello di Francesco, in onore del santo di Assisi che scelse di spogliarsi dei suoi beni per condurre un’esistenza votata alla povertà.

Ma la figura di San Francesco, la sua concezione di vita e lo sviluppo della riflessione teologica francescana sono qualcosa di diverso e assai più complesso di quel che ci viene presentato da una pubblicistica spesso preconcetta e superficiale.  Francesco era figlio di mercanti e il pensiero francescano si sviluppò in territori di fiorenti commerci, come la Toscana medievale, grazie agli apporti di Bernardino da Siena e Antonino da Firenze, e la Linguadoca, regione del sud della Francia che aveva in Montpellier una città-mercato importantissima e nella cittadina di Narbonne il luogo di nascita di Jean Pierre d’Olivi (1248-1298), il più profondo pensatore economico francescano, la cui analisi giunge a conclusioni opposte a quelle di un pauperismo banale e conformista.

La povertà è il punto di partenza della riflessione teologica francescana sul problema del prezzo delle merci stabilito in base a regole che lo rendano moralmente accettabile.

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Mar 23 2013

NON È MODERNA, NON È AMERICANA E NON FUNZIONA: LA MMT

Category: Economia e lavorogiorgio @ 00:42

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Articolo di    Andrea Cavalleri

 

Grazie all’infaticabile lavoro divulgativo di Paolo Barnard, in Italia abbiamo conosciuto la Modern Money Theory, elaborata da un gruppo di economisti americani, fra cui il più rinomato è Warren Mosler. La nuova scuola dichiara di aver elaborato un metodo per assicurare il benessere finanziario della popolazione, gestendo una moneta sovrana.

Il tutto parte dall’osservazione che:

 

G – T = S – I

 

Spesa pubblica meno tasse (Bilancio pubblico) è uguale al risparmio meno gli investimenti

(Bilancio privato). Il che, secondo i fautori della MMT significa che più è ricco lo Stato e più sono poveri i cittadini e, viceversa, più lo Stato va in disavanzo e più i cittadini ne beneficiano.

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Mar 21 2013

DISOCCUPATO SI IMPICCA CON L’ART. 1 DELLA COSTITUZIONE A FIANCO

MI TOLO DALLO STATO DI DISSUCUPAZIONE

TRAPANI.  Giuseppe Burgarella, 61 anni, operaio di Guarrato, frazione di Trapani, ha deciso di suicidarsi, impiccandosi in una trave, come gesto estremo di protesta contro la mancanza di lavoro.

Nel suo messaggio di addio, in un pezzo di carta dentro una copia della Costituzione Italiana, ha inserito l’elenco di tutti i morti per disoccupazione degli ultimi due anni, che aveva letto nelle cronache dei giornali.  L’ultimo nome in fondo alla lista è il suo.  A fianco, vergate di suo pugno, due frasi secche.

Se non lavoro non ho dignità. Adesso mi tolgo dallo stato di disoccupazione“.

 

In termini sociologici questo si chiama istigazione al suicidio.

 

Fonte: visto su Signoraggio.it del  21 marzo 2013

Link: http://www.signoraggio.it/index.php/archivio-news/316-raimondorizzowordpresscom-trapani-chocdisoccupato-si-impicca-con-lart-1-della-costituzione-a-fianco.html

 


Mar 21 2013

PANFILO BRITANNIA, 1992. VENDESI PATRIMONIO PUBBLICO (ALCUNI DATI): L’INIZIO DELLA FINE DELL’ITALIA…

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 00:18

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“Nel giugno del 1992 il panfilo dei reali inglesi, il Britannia, con a bordo il fior fiore della finanza occidentale, ospita una riunione al largo di Civitavecchia. L’allora direttore generale del tesoro, Mario Draghi, illustra a quel consesso il nuovo processo di privatizzazioni che da lì a poco partirà in Italia […] bisognava accelerare la vendita di un portafoglio gigantesco, allora racchiuso in IRI, ENI, INA e IMI.

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Mar 18 2013

COLOSSALE RAPINA IN BANCA A CIPRO

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Colpo di scena sabato a Cipro. Colossale rapina in banca. Il governo aveva annunciato giovedì congiuntamente alla UE e alla Troika un salvataggio delle banche da 17 miliardi, una cifra pari al PIL dell’isola (ma le passività totali delle banche cipriote sono 8 volte tanto). Sembrava quindi un salvataggio con soldi della UE, a dispetto delle proteste in Germania contro le banche cipriote, note per il riciclaggio di denaro e i traffici degli oligarchi dell’Est Europa.

Ma nel frattempo la Germania aveva dato un ultimatum: o fate un prelievo forzoso dai conti correnti pesantissomo o uscite dall’Euro e il governo di Cipro ha scelto l’eurozona e l’euro.

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Mar 18 2013

EUGENIO BENETAZZO. FIVE THINGS TO DO LIST: CINQUE COSE DA FARE

Category: Economia e lavorogiorgio @ 00:10

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Non appena due giorni dopo le elezioni politiche di Malta del 9 Marzo, il nuovo primo ministro laburista, Joseph Muscat, si è messo tosto all’opera prospettando alla nazione un governo stabile in sinergia anche con la parte politica che è risultata sconfitta, il partito nazionalista, il cui leader nonché primo ministro uscente, Lawrence Gonzi, si è subito dimesso dalla guida del partito, sottolineando di aver mal gestito la campagna elettorale e di conseguenza la perdita delle elezioni per la sua forza politica. Mi verrebbe da fare una curiosa analogia al contrario con l’Italia !

Joseph Muscat ha vinto con una percentuale di consenso oltre il 55%, ad oggi è il secondo primo ministro più giovane della storia di Malta, dopo il tanto amato Dom Mintoff, scomparso lo scorso anno, che ha portato Malta all’indipendenza dalla Corona inglese. Noi italiani abbiamo votato più di due settimane fa: nonostante le condizioni economiche ormai avverse, destinate a peggiorare nel breve termine, nonostante il recente e pericoloso downgrade di Fitch, nonostante i suicidi quotidiani di piccoli imprenditori e contribuenti vessati, le forze politiche che sono emerse con l’ultima votazione stanno dando tutte dimostrazione di grave irresponsabilità.

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Mar 17 2013

EUGENIO BENATTO: FATE PRESTO, E FATE PRESTO A COPIARE LETTERALMENTE QUANTO STANNO FACENDO NEL REGNO UNITO

Category: Economia e lavorogiorgio @ 00:03

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Non aspettatevi da parte mia un commento sugli esiti delle recenti elezioni politiche, in rete e sui media nazionali non si parla d’altro, quindi basta che vi sbizzarite su chi, quando  e cosa ascoltare. Dal mio punto di vista, come contribuente italiano, sono amareggiato che non abbia stravinto il partito di Antonio Ingroia, Rivoluzione Civile, in quanto sarebbe stato l’unico partito potenzialmente in grado di far fallire il paese nel giro di qualche settimana e quindi tutto sommato in grado di poter ricreare velocemente le condizioni per una salutare ricostruzione della nazione in stile operazione tabula rasa. Purtroppo questo mio desiderio non si è verificato, rispetto a quanto confidavo che accadesse con le elezioni greche nello scorso giugno. Ora in considerazione di quanto è emerso dalle urne, esorto chiunque riesca a governare tramite una qualsiasi sorta di coalizione (purtroppo con una vita molto limitata) a fare presto e copiare letteralmente quanto stanno facendo nel Regno Unito, abbandonando i campanilismi e gli stereotipi della politica italiana. David Cameron oggi è forse l’unico leader che dovremmo augurarci di avere come Primo Ministro anche in Italia, quell’uomo forte sopratutti e sopratutto che sta riuscendo a risanare il Regno di Sua Maestà.

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Mar 11 2013

‎SIGNORAGGIO: CHE TE LO DICO A FARE

MARX NEL “CAPITALE”,  CAPITOLO 24

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Fin dalla nascita le grandi banche agghindate di denominazioni nazionali non sono state che società di speculatori privati che si affiancavano ai governi e, grazie ai privilegi ottenuti, erano in grado di anticipar loro denaro.  Quindi l’accumularsi del debito pubblico non ha misura più infallibile del progressivo salire delle azioni di queste banche, il cui pieno sviluppo risale alla fondazione della Banca d’Inghilterra (1694).  La Banca d’Inghilterra cominciò col prestare il suo denaro al governo all’otto per cento; contemporaneamente era autorizzata dal parlamento a batter moneta con lo stesso capitale, tornando a prestarlo un’altra volta al pubblico in forma di banconote. Non ci volle molto tempo perché questa moneta di credito fabbricata dalla Banca d’Inghilterra stessa diventasse la moneta nella quale la Banca faceva prestiti allo Stato e pagava per conto dello Stato gli interessi del debito pubblico. Non bastava però che la Banca desse con una mano per aver restituito di più con l’altra, ma, proprio mentre riceveva, rimaneva creditrice perpetua della nazione fino all’ultimo centesimo che aveva dato?

Marx nel “Capitale”,  capitolo 24

 

ABRAMO LINCOLN SULLA POLITICA MONETARIA A PAGINA 91 DEL “DOCUMENTO DEL SENATO N.23” DEL 1865

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“Il Governo non ha necessità né deve prendere a prestito capitale pagando interessi come mezzo per finanziare lavori governativi ed imprese pubbliche. Il Governo deve creare, emettere e far circolare tutta la valuta ed il credito necessari per soddisfare il potere di spesa del Governo ed il potere d’acquisto dei consumatori. Il privilegio di creare ed emettere moneta non è solamente una prerogativa suprema del Governo, ma rappresenta anche la maggiore opportunità creativa del Governo stesso.
La moneta cesserà di essere la padrona e diventerà la serva dell’umanità. La democrazia diventerà superiore al potere dei soldi.”

Lo stesso anno Abramo Lincoln venne assassinato !

 

IL MOTIVO PRINCIPALE PER CUI KENNEDY FU ASSASSINATO? AVER DATO LA SOVRANITÀ MONETARIA AL POPOLO

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“Kennedy infatti riteneva che, ritornando alla costituzione, la quale afferma che solamente il congresso può coniare e regolare moneta, il crescente debito nazionale poteva essere ridotto smettendo di pagare interessi ai banchieri del sistema della Federal Reserve, che stampava cartamoneta e la prestava al governo contro interessi.”

Il 4 giugno 1963 il presidente John Fitzgerald Kennedy firmò l’ordine esecutivo numero 11110 che ripristinava al governo USA il potere di emettere moneta senza passare attraverso la Federal Reserve.

Kennedy venne assassinato il 22 Novembre dello stesso anno.

 

ALDO MORO: CHE TE  LO DICO A FARE

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L’idea di emettere biglietti di stato a corso legale senza bisogno di chiedere banconote in prestito via Bankitalia-Bce, fu di Aldo Moro, che intendeva assolvere ai bisogni del popolo italiano, con l’emissione Sovrana, senza debito, di cartamoneta a corso legale. Fu così che i governi Moro finanziarono le spese statali, per circa 500 miliardi di lire degli anni ‘60 e ‘70, attraverso l’emissione di cartamoneta da 500 lire “biglietto di stato a corso legale” (emissioni “Aretusa” e  “Mercurio”).

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https://www.facebook.com/photo.php?fbid=320859061321059&set=a.145529325520701.36299.145336488873318&type=3

La prima emissione fu normata con i DPR 20-06-1966 e 20-10-1967 del presidente Giuseppe Saragat per le 500 lire cartacee biglietto di Stato serie Aretusa, (Legge 31-05-1966).

La seconda emissione fu regolata con il DPR 14-02-1974, del Presidente Giovanni Leone per le 500 lire cartacee biglietto di stato serie Mercurio, DM 2 aprile 1979.

In seguito all’assassinio di Moro e alle dimissioni anticipate di Leone, l’Italia smise di emettere cartamoneta di Stato.

 

Fonte: Facebook


Mar 10 2013

PRESSIONE FISCALE PMI IN EUROPA: IL RECOR DEL MONDO DI TASSE

Category: Economia e lavoro,Monade satira e rattatujegiorgio @ 21:11

PRESSIONE FISCALE PMI IN EUROPA

Pressione fiscale PMI in Europa

Il record del mondo  di tasse e servizi di m…a!

 

Fonte: da NOCENSURA  da Facebook


Mar 08 2013

RICORDIAMO IL VERO MOTIVO PER CUI SI FESTEGGIA L’8 MARZO

Shirtwaist Company

Il pomeriggio del 25 marzo 1911, un incendio che iniziò all’ottavo piano della Shirtwaist Company uccise 146 operai di entrambi i sessi. La maggioranza di essi erano giovani donne italiane o ebree dell’Europa orientale.

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Poiché la fabbrica occupava gli ultimi tre piani di un palazzo di dieci piani, 62 delle vittime morirono nel tentativo disperato di salvarsi lanciandosi dalle finestre dello stabile non essendoci altra via d’uscita.

Max Blanck e Isaac Harris

Max Blanck e Isaac Harris

I proprietari della fabbrica, Max Blanck e Isaac Harris, che al momento dell’incendio si trovavano al decimo piano e che tenevano chiuse a chiave le operaie per paura che rubassero o facessero troppe pause, si misero in salvo e lasciarono morire le donne.

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Il processo che seguì li assolse e l’assicurazione pagò loro 445 dollari per ogni operaia morta: il risarcimento alle famiglie fu di 75 dollari.

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Migliaia di persone presero parte ai funerali delle Operaie

 

Fonte: “Musica e Parole” – “Informazione Libera”

 


Mar 04 2013

SENZA IMPRESA NON SI CREA LAVORO: SPIEGATELO ALLA CGIL

Category: Economia e lavoro,Società e politicagiorgio @ 00:04

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di LUIGI FRESSOIA

 

In politica si avvicendano cose grosse che non dovrebbero passare così velocemente nel dimenticatoio, è il caso del Piano del Lavoro che la Cgil ha presentato il 25 gennaio scorso, molte pagine, vaste programme, la parola lavoro ripetuta mille volte, lavoro qui lavoro là, però la parola impresa compare una sola volta per perorare la riduzione delle contribuzioni pubbliche in suo favore (e su questo devo dire che siamo d’accordo: le imprese il denaro devono produrlo, non succhiare quello prodotto da altri).

Sta il fatto che non compare mai il concetto di impresa, la centralità dell’impresa, la naturale compresenza dell’impresa ove si voglia lavoro, il che è una enormità che sconfina nel comico: come infatti sarà mai possibile creare lavoro senza impresa? Senza numerose, crescenti, adeguate, diffuse, competitive imprese? Come non vedere che lavoro e impresa sono la stessa cosa, due facce della stessa medaglia, più precisamente due facce della stessa moneta, visto che di soldi si sta parlando? Queste elementari domande/constatazioni neanche sfiorano la Cgil (né sfiorano Landini, Fassina, Vendola, Ingoia e tutti i sociali di destra e sinistra che calcano la scena), tutta protesa -questo si legge nel documento cigiellino-a rastrellare alla mano pubblica altre montagne di denaro tramite ulteriore peso fiscale e “fondi europei” (come se questi ultimi non fossero a loro volta tasse pagate a suo tempo), da impiegare in buona sostanza in una nuova grandinata di appalti pubblici e impiego pubblico ovviamente alla maniera consolidata, ovvero senza porsi neanche una domandina circa efficacia e beneficio di tali utilizzi…

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Mar 01 2013

MARRA: GRILLO, LA PROVA CHE SEI COLLUSO CON IL BILDERBERG È NELLA PROPOSTA DI REFERENDUM SULLA SOVRANITÀ MONETARIA.

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 13:09

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Marra: Grillo, la prova che sei colluso con il Bilderberg è nella proposta di referendum sulla sovranità monetaria..

 

È palese che la tua proposta di referendum sulla sovranità monetaria è rivolta a rimettere in bonis il signoraggio mediante il dare, da subito, alla collettività, la falsa sensazione che ci sono ancora dei dubbi sulla sua illegalità, per poi creare un situazione in cui, usando le mistificazioni mediatiche e i ricatti della finanza, il referendum sia, o vinto dalle banche, o comunque funzionale a radicalizzare quel sia pure infondato dubbio. Il che dimostra che sei associato con ambienti Bilderberg, perché, dato il video del 1998 in cui ti scagli contro il signoraggio, non puoi essere ingenuo al punto di non capirlo.

Il signoraggio, infatti, è notoriamente illegale, e quel tuo video del 1998 prova che lo sai, sicché è ovvio che la cosa da fare sarebbe che anche tu e i tuoi compilaste il prestampato della denunzia che ho messo in rete e già presentato contro il Bilderberg e il signoraggio, e la presentaste in massa alle varie Procure della Repubblica.

È ovvio perché è una soluzione che non esporrebbe l’Italia al rischio del conflitto con il potere bancario mondiale giacché nessun potere, di fronte a dei fondati argomenti giuridici, potrebbe altro che rassegnarsi alla confisca penale delle banche centrali, e inoltre l’opposizione dei poteri verrebbe sconfitta semplicemente con l’arresto dei principali responsabili politici fino poi ai banchieri mandanti.

Sono questi i cambiamenti che il tuo partito vuole garantire alla società?

Alfonso Luigi Marra

 

 


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