Mar 26 2013

CASO MARÒ, PROCESSATE MONTI PER MILLANTATA CREDIBILITÀ

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Massimiliano Latorre,  Mario monti e Salvatore Girone.

 

Il governo si è prima vantato di aver tenuto in Italia i marò, poi li ha scaricati. Alla faccia del prof stimato nel mondo. L’avesse fatto Berlusconi l’avrebbero crocifisso

Non c’è niente di più facile che prendere in giro i militari. Lo dimostra la vicenda surreale dei due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. I quali furono imbarcati per difendere una nave italiana dai pirati. In acque internazionali, una notte, si avvicina al nostro bastimento un barcone non identificato. Cosa sia successo in quei momenti di concitazione, non si sa. È un fatto che i marò, allertati, sparano.

Chiunque avrebbe agito così. Peccato che un paio di uomini su quella barca rimangano fulminati. Pirati? Pescatori?  Il comandante della nave non profitta della circostanza di trovarsi in acque extraterritoriali per invertire la rotta, come chiunque avrebbe scelto di fare, ma abbocca a un invito subdolo degli indiani: «Venite in porto per espletare delle pratiche burocratiche».

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Mar 21 2013

DISOCCUPATO SI IMPICCA CON L’ART. 1 DELLA COSTITUZIONE A FIANCO

MI TOLO DALLO STATO DI DISSUCUPAZIONE

TRAPANI.  Giuseppe Burgarella, 61 anni, operaio di Guarrato, frazione di Trapani, ha deciso di suicidarsi, impiccandosi in una trave, come gesto estremo di protesta contro la mancanza di lavoro.

Nel suo messaggio di addio, in un pezzo di carta dentro una copia della Costituzione Italiana, ha inserito l’elenco di tutti i morti per disoccupazione degli ultimi due anni, che aveva letto nelle cronache dei giornali.  L’ultimo nome in fondo alla lista è il suo.  A fianco, vergate di suo pugno, due frasi secche.

Se non lavoro non ho dignità. Adesso mi tolgo dallo stato di disoccupazione“.

 

In termini sociologici questo si chiama istigazione al suicidio.

 

Fonte: visto su Signoraggio.it del  21 marzo 2013

Link: http://www.signoraggio.it/index.php/archivio-news/316-raimondorizzowordpresscom-trapani-chocdisoccupato-si-impicca-con-lart-1-della-costituzione-a-fianco.html

 


Mar 19 2013

BERLUSCONI NON VUOLE FARSI PROCESSARE, FRANCESCO CARBONE INVECE PROTESTA PER FARSI PROCESSARE E I MAGISTRATI NEANCHE LO CONSIDERANO.

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Berlusconi non vuole farsi processare e il popolo italiano protesta davanti al Tribunale. Francesco Carbone   protesta davanti al tribunale per farsi processare per mandare dei criminali  istituzionalizzati in galera e  il popolo e i magistrati i neanche lo considerano.

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Mi chiamo Francesco Carbone e per 7 anni sono stato responsabile su Verona dell’Impresa Sannita srl (ditta che ha appalti speciali di Poste Italiane nel nord Italia in diverse città tra cui Verona) fino a quando sono stato costretto a dare le mie dimissioni a seguito di minacce e vessazioni ricevute dall’amministratore della ditta appaltante sig.  D’Agostino Raffaele (nipote dell’ex Capo della Polizia e dei Servizi Segreti Fernando Masone),  e dagli alti dirigenti di Poste Italiane per le mie lamentele e denunce sulle lacune lavorative che praticamente erano: nessun tipo di sicurezza e igiene sul posto di lavoro, obbligati a fare lavori che non ci competevano per contratto, presenza di lavoratori in nero, straordinari sottopagati in nero, mezzi di trasporto mal messi e spesso senza revisione, appropriazioni indebite di denaro prelevato direttamente dalle buste paga degli autisti sotto forma di rimborso, continui insulti e minacce dal personale e dai dirigenti di Poste Italiane.

 

Praticamente ho denunciato i fatti al dirigente della Cgil il quale oltre a non fare niente mi ha consigliato di non disturbare gli alti Dirigenti di Poste Italiane che in quel momento erano occupati a preparare i nuovi appalti, in quanto avrei perso il posto di lavoro e vedendo la mia perseveranza, ha riferito a tutti gli autisti che per colpa mia e delle mie continue lamentele avrebbero perso il posto di lavoro,  creando attorno a me il vuoto.

 

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Mar 08 2013

RICORDIAMO IL VERO MOTIVO PER CUI SI FESTEGGIA L’8 MARZO

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Il pomeriggio del 25 marzo 1911, un incendio che iniziò all’ottavo piano della Shirtwaist Company uccise 146 operai di entrambi i sessi. La maggioranza di essi erano giovani donne italiane o ebree dell’Europa orientale.

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Poiché la fabbrica occupava gli ultimi tre piani di un palazzo di dieci piani, 62 delle vittime morirono nel tentativo disperato di salvarsi lanciandosi dalle finestre dello stabile non essendoci altra via d’uscita.

Max Blanck e Isaac Harris

Max Blanck e Isaac Harris

I proprietari della fabbrica, Max Blanck e Isaac Harris, che al momento dell’incendio si trovavano al decimo piano e che tenevano chiuse a chiave le operaie per paura che rubassero o facessero troppe pause, si misero in salvo e lasciarono morire le donne.

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Il processo che seguì li assolse e l’assicurazione pagò loro 445 dollari per ogni operaia morta: il risarcimento alle famiglie fu di 75 dollari.

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Migliaia di persone presero parte ai funerali delle Operaie

 

Fonte: “Musica e Parole” – “Informazione Libera”

 


Feb 22 2013

VENDOLA A TAVOLA CON IL GIUDICE CHE L’HA ASSOLTO

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La foto del pranzo con Nichi Vendola ed il giudice Susanna De Felice

 

di Giacomo Amadori

 

L’immagine del pranzo dove il governatore della Puglia è seduto con Susanna De Felice, il magistrato che lo scorso 31 ottobre lo ha assolto dall’accusa di abuso d’ufficio – Quando Vendola diceva: quel giudice non l’ho mai conosciutoLa gallery della tavolata

Dieci persone sedute e due in piedi. Sei magistrati (uno di loro nel frattempo è diventato senatore eletto con il Pd), un funzionario di polizia, una commercialista, una giornalista, due designer e Nichi Vendola.

Ecco la foto della festa privata a cui parteciparono sia il governatore della Puglia sia il giudice, Susanna De Felice, che lo ha assolto il 31 ottobre 2012 dall’accusa di abuso di ufficio.

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Feb 20 2013

LA GIUSTIZIA D’ITALIA

Category: Giustizia Legula e Legulei,Monolandiagiorgio @ 09:04

 

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Ecco l’Italia Giusta: le intercettazioni su Formigoni già sui giornali. Quelle sul Monte dei Paschi no. Quelle su Napolitano, distrutte…

 

L’Italia Giusta di Bersani sembra Il Paese Normale di D’Alema. Una Nazione dove solo il Centro Sinistra gode delle tutele della Legge. Ancora una volta alcune intercettazioni e notizie riguardanti inchieste che coinvolgono esponenti del PDL finiscono sui giornali in spregio al segreto istruttorio. Ben altro trattamento ricevono gli indagati quando hanno in tasca la tessera del PD o di SEL…

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Gen 26 2013

I TRE POTERI

Category: Giustizia Legula e Legulei,Società e politicagiorgio @ 00:32

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Lo stato è un ordinamento giuridico-politico che si regge su tre poteri: il potere legislativo, il potere esecutivo, il potere giudiziario.

Quando i tre poteri e la religione sono nelle stesse mani, chi legifera lo fa guadagnando e chi guadagna lo fa legiferando, in questo modo la legge è fatta esclusivamente per lo sfruttamento, la spogliazione, la sottomissione di coloro che sono troppo ignoranti per comprendere la legge o troppo disumanamente occupati a sopravvivere per poterla rispettare.

Dal sito  di Paolo Spoladore | Link

 I TRE POTERI

Lo stato è un ordinamento giuridico-politico che si regge su tre poteri: il potere legislativo, il potere esecutivo, il potere giudiziario.

Il potere legislativo fa le leggi, corregge o abroga quelle già esistenti, stabilisce in pratica ciò che è lecito e ciò che non è lecito, ciò che è legale e ciò che non è legale.

Il potere esecutivo, detto anche governo, consiste nel far applicare le leggi e fare in modo che tutti le rispettino ed è questo il potere che può decidere, per un popolo, il tempo della pace e il tempo della guerra.

Il terzo potere, il potere giudiziario, appartiene alla magistratura e consiste nel fare rispettare le leggi, nel disporre sanzioni per chi non le rispetta e stabilire i risarcimenti per le parti lese.

Questi tre poteri hanno il loro braccio armato nelle forze dell’ordine e nell’esercito.

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Gen 09 2013

QUANDO LA GIUSTIZIA ERRA MARCHIANDO IN MODO INDELEBILE UN ESSERE UMANO: BEPPE NON PUÒ PIÙ VIVERE IN UNA CASA

Category: Giustizia Legula e Legulei,Gli ultimi,Monolandiagiorgio @ 00:07

 

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Beppe e la minestra di piazza San Babila

 

Beppe non può più vivere in una casa. Beppe è morto a 89 anni il 31-12-2012.

Leggetela è un pezzo di storia Italiana.

 

Beppe è morto in silenzio su una panchina di Via Marina in pieno centro di Milano, nel quadrilatero della Moda. Io avevo scritto questa nota circa 3 anni fa, oggi la ripropongo, mi sembra giusto rendergli questo ultimo omaggio ad un’uomo onestò che ha pagato ingiustamente un debito non suo.

(Pubblicata da Guglielmo Ludovico Sinigaglia)

 

QUANDO LA GIUSTIZIA ERRA MARCHIANDO IN MODO INDELEBILE UN ESSERE UMANO. 

QUESTA È LA STORIA DI BEPPE, DI ANNI 86.

 

Questa è la storia di Beppe, di anni 86.  Iniziare a narrarla non è facile, non è facile perché è una storia che ho vissuto da vicino. Siamo stati compagni di viaggio per circa tre mesi. Quando dico compagni di viaggio, non intendo dire che ci recavamo in giro per le Città viaggiando realmente. Ma essere compagni di viaggio, per chi non ha nulla, vuol dire condividere tutte le ore della propria vita con un’ altra persona, e dura finché dura:  ha un inizio e può interrompersi in qualunque momento.

 

Beppe l’ho incontrato una sera mentre cucinavo in piazza San Babila, con un fornelletto da campeggio: “In quel periodo sopravvivevo ancora vivendo in strada”, e mi disse se poteva avere un piattino di quel cibo e che me lo avrebbe pagato. Gli sorrisi come mio solito rispondendogli che non doveva darmi nulla e che ero felice di condividere con lui quel cibo. Mi chiese una sigaretta che gli offrii volentieri, quando l’ebbe finita mi disse che si sarebbe allontanato per qualche minuto, gli risposi che era libero di fare quello che voleva, la strada era tutto meno che una prigione con le sbarre:  vidi il suo volto rabbuiarsi e si allontanò.

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Gen 08 2013

IL GIUDICE EDOARDO MORI: PERCHÈ HO ABBANDONATO LA TOGA DOPO 42 ANNI

Category: Giustizia Legula e Leguleigiorgio @ 00:05

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Edoardo Mori

 

Per 42 anni al servizio dello Stato, 80mila sentenze e mai un giorno
 d’assenza. Sei volte davanti al Csm per le critiche alla corporazione:  Sempre prosciolto

 

“Questa sconvolgente intervista ce l’ha fatta conoscere il nostro Pasquale De Feo.  E la sua importanza è tale che l’ho tolta dal suo diario per farne un  post apposito.

 

E’ un clamoroso atto di denuncia del sistema giudiziario italiano, fatto da chi -Edoardo Mori, magistrato lo è stato -in modo instancabile e apprezzatissimo- per 42 anni.  Quello che racconta è lo sfacelo totale.

 

Una delle sue dichiarazioni..

 

«Il sistema di polizia, il trattamento dell’imputato e il rapporto fra pubblici ministeri e giudice sono ancora fermi al 1930. Le forze dell’ordine considerano delinquenti tutti gli indagati, i cittadini sono trattati alla stregua di pezze da piedi, spesso gli interrogatori degenerano in violenza. Il Pm gioca a fare il commissario e non si preoccupa di garantire i diritti dell’inquisito. E il Gip pensa che sia suo dovere sostenere l’azione del Pm».

 

Ed eccone un’altra…

 

«La categoria s’è autoapplicata la regola che viene attribuita all’imputato Stefano Ricucci: “È facile fare il frocio col sedere degli altri”. Le risulta che il Consiglio superiore della magistratura abbia mai condannato i giudici che distrussero Enzo Tortora? E non parliamo delle centinaia di casi, sconosciuti ai più, conclusi per l’inadeguatezza delle toghe con un errore giudiziario mai riparato: un innocente condannato o un colpevole assolto. In compenso il Csm è sempre solerte a bastonare chi si arrischia a denunciare le manchevolezze delle Procure».

 

E ancora un’altra..

 

«i periti offrono ai Pm le risposte desiderate, gli forniscono le pezze d’appoggio per confermare le loro tesi preconcette. I Pm non tollerano un perito critico, lo vogliono disponibile a sostenere l’accusa a occhi chiusi. E siccome i periti sanno che per lavorare devono far contenti i Pm, si adeguano».

 

Edoardo Mori – uno di quegli uomini precisi, scrupolosi e dallo stile impeccabile che sembrano appartenere a un secolo precedente- se ne è andato dalla magistratura con un senso di disgusto. Racconta di come troppe volte si è fatto e viene fatto totalmente carta straccia del diritto.

E’ davvero estremamente raro che un Magistrato, specie se ha svolto ruoli importanti, faccia dichiarazioni di questo livello. Ecco perché crediamo che questa intervista vada letta.”

 

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Gen 05 2013

ASSOGGETTAMENTO E DECADENZA DELLE SOVRANITÀ DEMOCRATICHE

 

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La “innovativa” presa in conto da parte del diritto penale contemporaneo dell’intenzione puramente soggettiva (movente ultimo, arrière-pensée, foro interiore, o coscienza intima che sia), per la definizione strutturale stessa dei crimini e dei reati, ha una fonte internazionale (1).

 

Questa fonte storica essenziale risiede nello statuto del Tribunale Militare Internazionale, incluso nell’Accordo di Londra dell’8 agosto 1945, così come nella giurisprudenza che ne è seguita. Ma ciò che ben merita di essere chiamata la decadenza dei sistemi giuridici europei ha altre fonti estere, che emanano da convenzioni e trattati dal contenuto moraleggiante, che mirano a fondare anzi un nuovo ordine morale universale. Sotto la copertura dell’ordine morale occidentale e mondialista è stato edificato il sistema che ha fatto uscire dai confini religiosi la cattiva coscienza secolarizzata. Questo fenomeno, come vedremo, è in gran parte il frutto dell’unione che le circostanze hanno creato tra la plutocrazia puritana e l’”antifascismo”.

 

Le convenzioni e i trattati internazionali, fondati su una «morale di unanimità ed ortodossia» (vedi Robert Munchenbled) dalle pretese universali, pullulano, e strumentalizzano un “dovere alla virtù”. Sono atti multilaterali tramite cui i paesi europei partecipanti, in nome dell’”etica” rivelata dalle Nazioni Unite, non cessano di abdicare a grandi passi alla sovranità “democratica” nazionale.

 

Prima, questa sovranità veniva fondata, specie in Francia, sull’imperativo della “salute pubblica” della Nazione, cara ai rivoluzionari del 1793; ma poteva anche richiamarsi alla tradizione nazionale precedentemente incarnata dal Re, che, da parte sua, si riteneva ricevesse la sua sovranità da Dio; ed ancora nella prima parte del ventesimo secolo la sovranità sfuggiva alla metafisica mondialista debilitante dei Diritti dell’Uomo, cui essa è ora invece strettamente assoggettata. Così che ogni reticenza, ogni ribellione a questo nuovo ordine morale è giudicata oscena, e non può costituire altro che il fatto di “estremisti” indifendibili, dediti al vizio ed alla fornicazione spirituale con idee impure e peccaminose.

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Gen 02 2013

L’IPOTESI STEGOCRATICA

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Articolo di Antonella Randazzo *  http://antonellarandazzo.blogspot.com

 

Per indicare l’attuale sistema di potere molti studiosi utilizzano la parola “oligarchia” o la definizione “élite egemone”.  In realtà la parola esatta sarebbe il neologismo “stegocrazia”, parola che deriva dal greco stégos, che significa “tetto, coperchio” (che nasconde) o stèganos (nascosto), e kratos (da kratéo, comandare, governare). Ossia “mi nascondo ma esercito il potere”.

 

Stegocrazia significa dunque “Potere esercitato da chi si nasconde, da chi non appare”.

 

Le persone che attualmente dominano su tutti i settori importanti dell’esistenza umana, basano il loro potere sul nascondersi, e non risultano nemmeno nella lista dei più ricchi, pubblicata da riviste come “Forbes”.  La segretezza risulta essere dunque una delle caratteristiche essenziali dell’attuale gruppo al potere, insieme all’uso dell’inganno e del crimine.

L’ipotesi stegocratica può spiegare molte cose altrimenti inspiegabili, come le guerre, la morte misteriosa di personaggi importanti, il controllo viscerale della popolazione, e altri aspetti dell’attuale sistema, apparentemente assurdi.

Gli stegocrati sono ai vertici delle banche e delle grandi società, ed esercitano un potere immenso pur non essendo mai stati eletti.  Essi non temono affatto di poter essere controllati, poiché hanno realizzato un sistema di dominio molto forte, basato proprio sulla loro non-esistenza.  Nella realtà appaiono le caratteristiche del sistema (i crimini, i paradisi fiscali, il controllo dei popoli, il potere quasi assoluto delle banche e delle grandi società, ecc.) ma non appaiono i responsabili di tutto questo,  ovvero coloro che hanno progettato una realtà con le attuali caratteristiche.

Questo gruppo di persone, insieme a coloro che li sostengono consapevolmente, costituirebbe meno del 5% della popolazione del pianeta, eppure essi producono effetti su tutti i settori importanti dell’esistenza umana: istruzione,  mass media,  governi,  servizi,  lavoro,  istituzioni militari,  religiose, ecc.

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Dic 27 2012

L’IMPRONTA MAFIOSA SULLE ECONOMIE E SULLE SOCIETÀ DEL SETTENTRIONE: INTERVISTA CON L’EX PM E SENATORE GIUSEPPE AYALA

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Giuseppe Ayala

 

QUELLA LINEA SILENZIOSA CHE AVANZA

 

Lo scrittore siciliano Leonardo Sciascia, più di cinquant’anni fa, utilizzò la metafora della Linea della Palma per descrivere l’espandersi della Mafia al Nord.

Un incontro con l’ex PM del maxiprocesso di Palermo ed ex Senatore e Sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Ayala ci aiuta a capire le strategie e le intenzioni di Cosa nostra, ‘ndrangheta e Camorra.

 

La limpidezza e la fermezza nell’esporre e nel raccontare vicende storiche, anche drammatiche, che hanno accompagnato la sua lunga carriera di magistrato e di politico, come l’uccisione dell’amico fraterno Giovanni Falcone, del collega Paolo Borsellino e degli uomini della scorta, o nel descrivere situazioni di forte tensione come il clima pesantissimo che si respirava in Parlamento dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio, e con il ciclone Tangentopoli che in quegli anni avrebbe spazzato via la prima Repubblica, fanno emergere chiaramente il carattere forte e deciso di Giuseppe Ayala.

 

L’ex magistrato, noto per aver ricoperto il ruolo di Pubblico Ministero al maxi- processo di Palermo (10 febbraio 1986 – 16 dicembre 1987), considerato il primo vero colpo inflitto dallo Stato a Cosa Nostra, è stato ospite il 21 novembre scorso a un incontro a Santa Maria in Stelle, organizzato dalla Parrocchia. Durante la serata, in una chiesa gremita di persone, Ayala ha presentato la sua ultima fatica editoriale intitolata “Troppe coincidenze”, un volume edito da Mondadori che ripercorre alcune passaggi fondamentali della politica italiana nel biennio 1992- 1994. In quei mesi si susseguirono numerosi avvenimenti (“coincidenze” per l’autore, ndr) che resero evidente l’esistenza di una trattativa tra Stato e Mafia per cercare di mettere fine all’ondata di sangue iniziata il 21 luglio 1979 con l’assassinio del capo della Squadra mobile di Palermo Boris Giuliano.

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Nov 20 2012

PAZIENTE ONCOLOGICO TERMINALE: GUGLIELMO SINIGAGLIA IL TESTIMONE SCOMODO DI USTICA ADESSO È DAVVERO INANE

Pubblicata da Guglielmo Ludovico Sinigaglia il giorno Giovedì 15 novembre 2012 alle ore 10.42

 

Cari amici, di Face con molta fatica scrivo questa che presumo sia la mia ultima nota.

Da circa un mese in base agli ultimi esami ed analisi sono stato classificato “Paziente oncologico terminale”. Pertanto con il mio consenso sono stati sospesi tutte le terapie che sarebbero comunque stati degli accanimenti terapeutici. Pertanto come terapia farmacologica mi sono restate solo quelle antidolorifiche: ” Morfina e Codeina”, uniti a pochi altri farmaci.

Sono a casa visto che deputo inutile occupare un posto in ospedale che potrebbe essere più utile a degli esseri che coltivano ancora qualche speranza di sopravvivenza.  Constatando che la sanità nazionale non si fa scrupoli di nessuno, pertanto effettua tagli di tutti e su tutti senza nemmeno rispettare il dolore, spingendo i medici ad andare persino contro al loro giuramento di “IPPOCRATE”.

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Nov 17 2012

USTICA UNA VERITA AGGHIACCIANTE LE BUGIE E LE ATROCITÀ DI QUELLA SERA

Le navi da caccia “Sparviero”,  probabilmente riuscirono in qualche modo, vista la loro vicinanza con l’impatto dell’aereo nell’acqua, ad imbracare o comunque avvicinarsi al DC9, per sostenerlo in qualche modo nel galleggiamento, questo in attesa che arrivassero i soccorsi. A bordo del “Nimrod” dei servizi Britannici, vennero così a sapere che, l’aereo era civile e non militare e la base di Decimomannu (dove era presente il Generale Pisano) lo confermò subito dopo. – Probabilmente il comandante dell’aereo, disse ai pochi passeggeri rimasti, di non abbandonare l’aereo dando così una relativa tranquillità, visti i soccorsi che arrivavano.

 

Alle ore 23,30, il comandante del sottomarino Inglese in zona, per l’operazione “SINADEX”, diede ordine di mandare gli uomini del SBS presso il DC9 dando l’ordine di affondarlo, con l’esplosivo a cariche morbide, forse il “Dynagel”, visto che ad ogni dato scientifico e per un motivo incredibile, l’aereo galleggiava ancora. Tale decisione, cioè di far affondare il DC9, sarebbe stata presa visto che a bordo ancora vi erano un numero sufficienti di sopravvissuti compreso l’equipaggio, e ciò poteva essere letale se poi si considera che a bordo vi era anche un giornalista e li rimasero per quasi due ore; infatti i corpi ritrovati indossavano ancora il giubbotto di salvataggio ed erano privi di scarpe!!

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Nov 16 2012

GUGLIELMO SINIGAGLIA, DA TENENENTE COLONNELLO A BARBONE. IL SEGRETO DI USTICA

Guglielmo Sinigaglia

Quella che vi proponiamo di seguito  é  la storia di Guglielmo Sinigaglia, che nel suo profilo Facebook  

 https://www.facebook.com/sinigaglia.guglielmo?fref=ts

 

si presenta cosi

 

Ex Ufficiale del Tuscania,ex Servizi Segreti, TESTIMONE DI USTICA costretto a fare il barbone per sopravvivere in san Babila a Milano  – cercate la mia storia digitando su google: ” Guglielmo Sinigaglia” 

ex Ten.Colonnello del Tuscania, ex Agente del SISMI,” servizi segreti militari”, TESTIMONE DI USTICA costretto a fare il barbone in San Babila (Milano), i ragazzi del “david icke meetup” mi aiutano per il collegamento internet.

CERCATE LA MIA STORIA DIGITANDO SU GOOGLE :”Guglielmo Sinigaglia” 

GUARDATE ANCHE IL GRUPPO ” MOVIMENTO NEO BARBONICO” aderite se potete. Questo gruppo intende passare dal DIRE al FARE, grazie

Data di nascita: 11 gennaio 1953

Uomo

 

Guglielmo Sinigaglia interviene al Convegno DAVID ICKE Meetup – 11/09/2010

http://www.youtube.com/watch?v=EGO0pTUbof4&feature=player_embedded

Era Colonnello, ha scelto di vivere come un barbone per scampare alla morte, quando vedeva gli altri testimoni morire nei classici tragici incidenti… ha dovuto abbandonare la sua vita… leggete questa storia allucinante tutta italiana, o meglio  italo/francese/inglese/americana…

 

(Staff nocensura.com)

 

Ci sono persone per bene, che per proteggere la vita di chi amano, sono obbligate a diventare “invisibili”, “fantasmi” senza fissa dimora, “alieni” fra i propri simili, su un pianeta troppo spesso ingrato, ma che amano con tutto il cuore. 

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