Vittoria Alata
Gli dèi sposano la causa del vincitore, ma le ragazze preferiscono gli sconfitti…
Lug 27 2017
1 – Giulia
2 – Chiara
3 – Francesca
4 – Federica
5 – Sara
6 – Martina
7 – Valentina
8 – Alessia
9 – Silvia
10 – Elisa
11 – Ilaria
12 – Eleonora
13 – Giorgia
14 – Elena
15 – Laura
Giu 22 2017
Il termine “crucco” è un adattamento italiano del serbocroato “kruch”, che significa pane.
La parola risale alla seconda guerra mondiale, quando i soldati italiani la utilizzarono per soprannominare gli abitanti della Iugoslavia meridionale con cui venivano in contatto. Per questo motivo, quella regione veniva chiamata anche “terra crucca”.
In un secondo tempo il termine, anche nella forma “cruco”, venne applicato dai soldati che combattevano in Russia e poi dai partigiani ai soldati tedeschi (nella foto, un gruppo di ufficiali dell’esercito della Germania posa con Adolf Hitler).
Come aggettivo, “crucco” fu riferito, in senso dispregiativo, a tutto ciò che era tedesco. Ora è sinonimo anche di persona testarda.
Fonte: da Focus del 11 ottobre 2002
Mag 19 2017
Finiva il millennio
Pizzeria Brandi
L’ITALIA CAMBIA … LA PIZZA È SEMPRE LA STESSA
BEN ARRIVATI A NAPOLI.
BRANDI…ANTICA PIZZERIA DELLA REGINA D’ITALIA … LA PIZZA DAL 1780
Salita S. Anna di Palazzo, 2 Napoli
Mag 08 2017
Girava l’anno 2010 e a Padova l’inceneritore a tre chilometri dal “Santo” è: “el meo d’Europa”. Il nostro a Ca’ del Bue a sette chilometri da San Zeno è: “una vacca de inceneritor”, ed essendo una vacca l’è sempre serà.
Ma la colpa non è nostra, l’è solo dei santi: a Padova i ga “più vixin” San’Antonio, “Il Santo Dei Miracoli”, a Verona gavemo “più lontan”, “San Zen che ride”, e il fatto che el rida sempre, nol se presenta ben, l’e el protetor de una città de mati, santo del Carneval e dei gnocchi. Vuto meter la diferenza de serietà nelle cose da far?
L’inceneritore di San Lazzaro produrrà energia per 65 mila utenti
San Lazzaro, l’impianto che svetta a Padova tra ventimila persone. Qualche protesta «urbana» ma ora la città e la provincia sono autosufficienti nella gestione dei rifiuti
PADOVA — Non è facile associare l’eccellenza alla spazzatura. Soprattutto nei giorni in cui le immagini delle barricate di Terzigno fanno il giro del mondo. Però, visitando il mega inceneritore padovano di San Lazzaro, si può almeno provare. Su e giù per i suoi 7 piani, affacciati dalla sala-controllo, con le sue 12 postazioni e monitor in funzione h24, sulla «buca» capace di contenere insieme oltre ottomila tonnellate di immondizia in attesa di essere bruciate, la distanza che separa il Veneto e la Campania sembra molto più grande dei 700 chilometri che separano Padova da Napoli.
Nel Veneto dell’eccellenza, dove il 67 per cento dei Comuni ricicla oltre il 50% dei rifiuti (dato che è valso alla regione l’Oscar di Legambiente) ma gli inceneritori non sono ben visti, l’impianto di AcegasAps colpisce per maestosità, pulizia ed efficienza. Nonché per la completa e sorprendente assenza di odori. L’enorme inceneritore padovano, da quasi 50 anni adagiato sulle rive del Piovego, tra la zona industriale e il quartiere est della città, è appena stato di fatto raddoppiato con la costruzione della terza linea: l’impianto ora è in grado di smaltire 200 mila tonnellate di immondizia all’anno, i rifiuti secchi dell’intera provincia generati da una popolazione totale ormai vicina al milione di abitanti.
Continua a leggere”PADOVA: L’INCENERITORE SENZA BARRICATE, «SIAMO I MIGLIORI D’EUROPA»”
Mag 07 2017
La pietra dello scandalo presente nella Loggia del Mercato Nuovo, a Firenze (popolarmente è conosciuta come la Loggia del Porcellino)
LA PIETRA DELLO SCANDALO: SIGNIFICATO
Spesso usiamo, o sentiamo, l’espressione “ESSERE LA PIETRA DELLO SCANDALO”: perché, da cosa nasce e cosa c’entra la pietra?
Nell’antica Roma, i debitori insolventi ed i falliti dovevano subire una forte e pubblica umiliazione.
Questa pratica, con valore legale, era così chiamata “labonorum cessio culo nudo super lapidem” (cessione delle proprietà con sedere nudo sopra la pietra).
In quella circostanza, i commercianti disonesti, i debitori o falliti, venivano esposti ad una pubblica umiliazione. Dovevano pronunciare apertamente, ed urlando, la seguente frase: “cedo bona” o “cedo bonis”
Essa consisteva nel fatto che, davanti a tutti, per tre volte, l’interessato doveva gridare il: “cedo bona”, ossia “cedo le mie proprietà”, ossia alla cosiddetta “cessione dei beni, a natiche denudate, sopra una pietra”, mentre si sedeva con violenza, e con le vesti alzate, sulla pietra, con su scolpito un leone, che a Roma era davanti al Campidoglio, tutto ciò di fronte ad una folla che lo scherniva….
L’origine di questa espressione, ancor oggi molto in uso, è quindi questa esposizione al pubblico ludibrio in forma altamente sconveniente ed alquanto ridicola. Ciò fatto i creditori però non potevano più rivalersi sul debitore se non sui beni ceduti.
Eppure l’esser costretti a questa forte pubblica umiliazione era in realtà un notevole miglioramento voluto da Giulio Cesare, che rimpiazzò una delle Leggi delle XII tavole che permettevano ai creditori addirittura di uccidere il debitore o ridurlo in schiavitù, secondo l’istituto della “manus iniectio” che assoggettava il debitore che, a quel punto, era completamente alla mercé del creditore.
Questa usanza si diffuse in tutti i territori governati da Roma e durò molto a lungo… anche dopo la fine dell’Impero.
Da essa poi sembra anche che sia nata l’altra espressione, anch’essa diffusissima e popolare, “che culo” in riferimento ad un grosso colpo di fortuna.
PS
Mi immagino, cosa sarebbe questa pietra se fosse in uso ai giorni nostri…minimo avrebbe un usura tale… da dover essere sempre velocemente ripristinata…
In prima fila, con le terga a nudo,…i nostri cari politici…
Speriamo che possa ritornare in auge
Apr 28 2017
Incredibilmente l’umanità ancora non sa cos’è l’intelligenza (né la genialità e la cretinaggine), di cui riporto succintamente la definizione traendola da La storia di Giovanni e Margherita.
Scrive infatti quel compendio della ‘scienza’ di regime che è Wikipedia:
«Benché i ricercatori nel campo non ne abbiano ancora dato una definizione ufficiale (considerabile come universalmente condivisa dalla comunità scientifica), si può generalmente identificare l’intelligenza come la capacità di un agente di affrontare e risolvere con successo situazioni e problemi nuovi o sconosciuti … Tradizionalmente attribuita alle sole specie animali, oggi l’intelligenza viene da alcuni attribuita, in misura minore, anche alle piante..»
Tesi tutte grevemente errate anch’esse frutto del rifiuto di capire per non dover cambiare.
Perché l’intelligenza, come scrivo più estesamente nel libro, consiste in tutt’altra cosa che la capacità di elaborare concetti o strategie di successo – che hanno anche gli animali – e non può che essere propria esclusivamente dell’uomo per il semplice fatto che è una categoria morale (la massima).
Apr 01 2017
Il balcone proveniente da una demolizione operata ai primi del novecento nell’Isolo.
Giulietta e Romeo la più grande bufala di questi ultimi due secoli.
Una storia che nasce dalla letteratura Assiro-Babilonese e passa per i miti ellenici per approdare al Cunto delle Cunti fino a Da Ponte, così è copiata da William Shakespeare, certo un maestro dell’esoterismo, ma i più non ne hanno compreso il senso.
Per Verona questa e una storia decisamente farlocca come la casa di Giulietta, che era dei Cappello ( i Capuleti non sono mai esistiti a Verona e i Montecchi erano vicentini) il balcone installato ai primi del novecento dal sopraintendente Avena.
Il sarcofago che avrebbe ospitato Giulietta, stando alle parole di Joseph Rudyard Kipling in visita a Verona fu definito: una mangiatoia per animali o porci.
Mandrie di turisti, vengono ogni giorno a Verona per recarsi a vedere ciò che non è mai esistito, romanticismo degradato e degradante.
Trascurano la Verona vera e senza tempo che lascia tutte le sue testimonianze vive e presenti: la Verona romana, medioevale, rinascimentale, barocca,……
Questo per noi veronesi è un mito degradante e degradato da una serie infinita di assessori alla cultura che dell’ignoranza ne hanno fatto il loro vessillo.
Forse la discussione non lo meritava, ma è ora di dire la verità su questo ormai degenerato mito, che l’ottusità alimenta convinta possa portare vantaggi alla città, mentre ne degrada ulteriormente l’intima e profonda essenza. Verona è molto altro per fortuna!
E’ solo uno sfogo.
Grazie per avermi sopportato.
Luigi Pellini
La Tomba di Giulietta, il sarcofago ha buone possibilità di essere di origine romana, visto il cuscino di marmo di cui è provvisto
Fonte: da srs di Luigi Pellini.blogspot del 19 ottobre 2010
Link: http://luigi-pellini.blogspot.com/
Mar 29 2017
Scuole elementari, le vacanze sono finite e si ritorta a scuola
“Ciao! Ben tornato! Allora dove sei stato in vacanza?”
“Sono stato sul lago, a Rimini e in Puglia!”
“Con i tuoi?”
“No, sul lago e in Puglia con papà e la mamma,
a Rimini solo con la mamma e …
ehm…sai…io ho un segreto con la mamma…
a Rimini siamo andati con un amico della mamma…
ma non devo dirlo a papà se no si arrabbia…”
“Ma come? Come si chiama questo amico?”
“Mah…la mamma lo chiama sempre tato…”
…cari genitori…attenti a svelare segreti ai vostri figli!
Mar 12 2017
Chi ben mangia, ben beve,
chi ben beve ben dorme
chi ben dorme mal no pensa
chi mal no pensa mal no fa
chi mal no fa …. in Paradiso va
Feb 21 2017
LA MOGLIE PASSA LA NOTTE FUORI CASA.
Al mattino seguente, spiega al marito che ha dormito a casa della sua amica.
Il marito allora chiama al telefono dieci tra le amiche della moglie, ma nessuna di esse conferma la storia.
IL MARITO PASSA LA NOTTE FUORI CASA.
Al mattino seguente, spiega alla moglie che ha dormito a casa di un amico.
La moglie allora chiama al telefono dieci tra gli amici del marito.
Sette di loro confermano la storia e i tre restanti, oltre che confermarla, dicono che lui si trova ancora là.
Gen 14 2017
Gen 06 2017
Un medico è un uomo che viene pagato
per raccontare delle fandonie nella camera del malato
sino a quando la natura non l’abbia guarito
o i suoi rimedi non l’abbiano ucciso
Antoine Furetière (1619- 1688)
Dic 28 2016
In Africa, gli uomini si occupano della quantità (politica, numero di animali, sicurezza),
Alle donne è affidata la qualità della vita.
Dall’educazione dei figli alle relazioni tra clan, dalla raccolta d’acqua al piccolo commercio (per poi acquistare il “superfluo”, come lo zucchero, il tè, i vestiti, la scuola per i figli).
La donna è madre del futuro. Una donna sterile non è tale.
Un giorno mia moglie disse a un Tuareg, nel Sahara, che non avevamo figli.
Nell’immaginario africano o lei era sterile (e io facevo una pessima figura a non ripudiarla), oppure non ero capace io (e rifacevo una pessima e brutta figura implicita).
Per riparare, lei mentì: «Alberto ha altre mogli, con un sacco di bambini».
Prontamente confermai: consorti bionde e grasse, di pelle chiarissima.
Il Tuareg strabuzzò gli occhi all’idea e annui.
Poi, perplesso, chiese, guardando mia moglie (magra, mora):
«E come mai ti porti appresso questa qui?».
«È la moglie da viaggio», risposi: «non mangia, non si scotta al sole e, soprattutto, non ha figli».
Fonte: liberamente tratto srs di Alberto Salza