Giu 01 2014

OK, È UFFICIALE: L’ITALIA È NELLA MELMA. PER NON DIR DI PEGGIO.

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Da dove cominciamo? Dal fatto che l’ufficialità della cosa è arrivata dall’Istat oppure dalla vittoria di Renzi che ha sancito il sacrificio dell’Italia sull’altare dell’Europa? Interessante la coincidenza che adesso tutte le società di rating voteranno felici per il ritorno dell’Italia tra le grandi opportunità di acquisto. In accordo con il plauso dell’Europa, ovvio. Proprio mentre si ammette il fatto che il debito pubblico di molti periferici potrebbe diventare una realtà “ingestibile in caso di bassa crescita e di stallo di riforme economiche”. Parola, come sempre, della Bce. Potere non eletto (come quello dell’Europa in fondo) decretato in un’elezione farsa che ha chiamato i rappresentanti di un Parlamento il quale, di fatto, non ha poteri. E allora vadano tutti pure al Parlamento europeo, tanto il massimo che potranno fare sarà decidere la misura standard delle banane d’importazione. Se siamo fortunati. Si perchè ovviamente a prendere le decisioni più importanti, quelle serie non sono certo gli eletti, ma i componenti delle Commissioni. Ma in fondo perchè lamentarsi, non stiamo forse bene lo stesso? In fondo la recessione è finita. Ufficialmente. E altrettanto ufficialmente è iniziata la stasi. O il blocco se preferite. Già, perchè l’Italia non cade più, ma nello stesso tempo non cresce, in niente, e da troppo tempo.

 

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Mag 30 2014

LA FALSE FLAG CHE HA DISTRUTTO LA LIBIA: IL CAPO DELLA FALSA RIVOLUZIONE LIBICA MUSTAFA ABDUL JALIL, AMMETTE CHE GHEDDAFI NON UCCISE I MANIFESTANTI

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L’America e la NATO hanno distrutto il secolarismo e la laicità in Libia e hanno portato gli estremisti islamici al potere. Oltre a questo, hanno commesso molti crimini tra cui il massacro di migliaia di libici neri durante le fasi immediate alla distruzione del regime di Gheddafi.

 

 

Head of False Libyan Revolution Admits Ghadafi did not Kill Protesters

 

 

Descrizione del video.

 

Mustafa Abdul Jalil, capo del Consiglio nazionale di transizione di Bengasi nel 2011, ammette:

 

Gheddafi non ha ordinato la sparatoria che ha iniziato la falsa rivoluzione in Libia. Ora, dopo la distruzione della Libia, Jalil ammette al mondo sul canale libico Channel One che i manifestanti che sono stati uccisi a Bengasi e che hanno causato l’intervento congiunto ONU-NATO, per attaccare la Libia, sono stati uccisi da un gruppo di spie e mercenari che non erano libici. Egli ammette che sapeva già la verità al momento in cui accaddero questi eventi, ma che tutto fu fatto per abbattere il governo libico e distruggere il paese. Egli ammette che era stato informato in anticipo riguardo cosa sarebbe successo e che il popolo libico non ha riconosciuto i manifestanti morti perché indossavano abiti civili e non c’era nessuno per i loro funerali poichè non avevano parenti o amici in Libia . Come abbiamo detto sin dal febbraio 2011, la cosiddetta rivoluzione in Libia è stata un’operazione così detta  “falsa bandiera” (False Flag).

 

Il popolo libico per la stragrande maggioranza era felici e si sentiva “sicuro”. Gruppi estremisti islamici erano illegali in Libia. Ora la Libia è controllato da gruppi estremisti islamici (Al Qaeda, il gruppo combattente islamico libico (LIFG), i Fratelli Musulmani, Ansar Al Sharia e altri). Il paese è rotto, non c’è sicurezza, migliaia di persone sono state imprigionati illegalmente e centinaia torturati a morte. Non c’è nessun governo, non ci sono vendite di petrolio, 2 milioni di persone sono ancora in esilio e gli psicopatici che hanno preso il paese lo hanno trasformato in una nazione “grigia” – Senza frontiere e senza alcun governo.  

 

Quindi, grazie Obama, CIA, Hillary Clinton , la NATO e l’ONU per non proteggere i civili innocenti in Libia.

 

 

Fonte:_ visto su Frammenti di realtà del 22 maggio 2014

Link: http://fractionsofreality.blogspot.it/2014/05/la-false-flag-che-ha-distrutto-la-libia.html

Video Link: https://www.youtube.com/watch?v=wG24BvhqD2s&feature=player_embedded

 


Mag 27 2014

HAI UN NEGOZIO?? DEVI MORIRE!!

Category: Monade satira e rattatuje,Monolandia,Roba da Italiagiorgio @ 00:00

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Mag 26 2014

SE L’EUROPA GHIGLIOTTINA IL PENSIERO: IL DOMINIO DEL PENSIERO UNICO UCCIDE LE DIFFERENZE E GLI EUROPEI NON LO SOPPORTANO PIÙ

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Gli europei non sopportano più questa specie d’Europa per una ragione evidente e una latente. La ragione evidente è l’oppressione finanziaria, il maleuro che produce crisi.

 

La ragione latente è il dominio del pensiero unico che uccide le differenze.

 

Mi spiego con due esempi. A Parigi Hollande il socialista per sopravvivere ha scelto un primo ministro liberal e mercatista in economia. A Londra Cameron il conservatore per farsi accettare ha aperto ai matrimoni gay e ai temi bioetici e femministi. C’è una relazione tra i due casi? Sì, c’è e si chiama Pensiero Unico.

 

C’è un Canone europeo che costringe i governi europei a conformarsi a un Parametro, siano essi di destra o di sinistra. Quel Canone obbliga la destra a capitolare davanti al nuovo catechismo dei diritti bioetici e impone alla sinistra di inginocchiarsi all’inesorabile dominio mercatista. I primi se vogliono sopravvivere devono rinunciare ai principi conservatori, i secondi se vogliono restare ancora a tavola devono rinunciare ai principi sociali. E ogni fede deve piegarsi al tecnolaicismo.

 

In questo modo finiscono le culture civili, le visioni politiche, le differenze etico-culturali e trionfa il Pilota Automatico di cui parlava Draghi a proposito dei governi europei. Anche per reazione a quel deficit crescono i movimenti populisti contro quest’Europa. Renzi rimbalza come una pallina da Parigi e Londra, via Bruxelles e Berlino, va da Hollande e da Cameron e si presenta come ambidestro. ‘A livella europea colpisce teste e cuori, oltreché portafogli.

 

 

Fonte: srs di di Marcello Veneziani, da il Giornale.it del 17 maggio 2014

Link: http://www.ilgiornale.it/news/interni/1019771.html

Link: http://www.ilgiornale.it

 


Mag 25 2014

LA BANK OF ENGLAND AMMETTE CHE IL SISTEMA BANCARIO ATTUALE È UNA TRUFFA

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Di David Graeber

http://www.theguardian.com/

Quella dose di onestà della Banca d’Inghilterra che butta dalla finestra le basi teoriche dell’austerità

 

Sembra che Henry Ford, negli anni 30, avesse osservato come fosse una buona cosa il fatto che la maggior parte degli americani ignorassero come funzioni davvero il mondo bancario, perché altrimenti “avrebbero dato inizio ad una rivoluzione prima di domani mattina”.

 

La scorsa settimana è successo qualcosa di notevole. La Banca d’Inghilterra ha vuotato il sacco. In un documento intitolato “La creazione della moneta nell’economia moderna”, redatto da tre economisti del dipartimento di Analisi Monetaria della banca, hanno dichiarato in maniera inequivocabile che le convinzioni generali riguardanti le modalità con cui lavorano le banche sono sbagliate, e che invece le posizioni del tipo più eterodosso e populista, più comunemente associate a gruppi come ad esempio Occupy Wall Street, sono corrette. In questo modo, hanno di fatto gettato dalla finestra l’intera teoria alla base dell’austerità.

Per rendersi conto di quanto siano radicali le nuove posizioni della Banca d’Inghilterra, considerate il punto di vista convenzionalmente accettato, che continua ad essere alla base di tutti i rispettabili dibattiti della politica.

 

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Mag 24 2014

MONTI IL PROFESSORE GENIO È COSTATO COME UNA GUERRA PERDUTA

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Non vorrei che la notizia passasse in cavalleria: il genio ha fatto fuori il 47% delle ricchezza nazionale. Cioè con il suo governo ha distrutto quali la metà della ricchezza nazionale. Come in una guerra!

 

I TECNICI HANNO DISTRUTTO IL PAESE. Poche cifre su pressione fiscale e spesa pubblica mostrano quanto i fatti non coincidono con annunci e promesse. Leggere per credere Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo il commento di Edoardo Narduzzi apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.

A leggere le cifre, ormai ufficiali, qualche dubbio viene circa il fatto che i governi tecnici o emergenziali facciano davvero bene all’economia. Da quando è iniziatala crisi, nell’ultimo trimestre del 2008, l’Italia ha perso il 9,1% del suo Pil prodotto nei decenni precedenti.

Ma ben il 47% della ricchezza nazionale è stata distrutta nell’ultimo biennio, quello del 2012/13 quasi tutto all’insegna dell’atipico governo Monti, visto che in soli 24 mesi è andato in fumo il 4,3% del Pil di fine 2011.

 

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Mag 23 2014

“THE ITALIAN DISASTER”. L’ANOMALIA ITALIANA NON È BERLUSCONI, MA NAPOLITANO

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Lo storico britannico Perry Anderson analizza la crisi europea dalla parte dell’Italia, e si concentra su Napolitano, “studente fascista, poi il comunista favorito di Kissinger”, che mise la firma sul Lodo Alfano, entrò in guerra con la Libia violando leggi e trattati e tramò con Monti e Passera per sostituire Berlusconi…

 

1. IL SAGGIO INTEGRALE DI PERRY ANDERSON: “THE ITALIAN DISASTER”
Dalla “London Review of Books”

 

23 magg – La vera anomalia italiana? Giorgio Napolitano. Sull’ultimo numero della prestigiosa London Review of Books, lo storico britannico Perry Anderson analizza la crisi europea in un lungo saggio dal titolo: The Italian Disaster. Non c’è bisogno di traduzione ed è interessante che per parlare del futuro dell’Europa e delle falle nel sistema della democrazia del vecchio continente, si parli del disastro italiano, raccontato con la secchezza degli storici inglesi: una sequenza di fatti, date, pochi commenti e molti argomenti.

 

Quello che Denis Mack Smith ha fatto con i suoi saggi sul Risorgimento e la nascita del fascismo, Anderson, storico di formazione marxista, lo fa con gli anni recenti della storia patria. Secondo Anderson è il capo dello Stato la vera minaccia della democrazia italiana. Visto in patria come il salvatore, “la roccia su cui fondare la nuova Repubblica”, Napolitano è invece una vera pericolosa anomalia, un politico che ha costruito tutta la carriera su un principio: stare sempre dalla parte del vincitore.

 

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Mag 22 2014

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DELLE BANANE SI DICE “SCONCERTATO” DALLA SVIZZERA

Category: Monolandia,Roba da Italia,Società e politicagiorgio @ 00:08

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di TONTOLO

 

Il presidente della Repubblica delle Banane, alias Italia, non perde occasione per farsi notare. Leggete questo lancio di agenzia:

 

Giorgio Napolitano ha espresso sconcerto per l’introduzione delle quote per gli immigrati (anche italiani) in Svizzera, dopo il referendum del 9 febbraio. “Siamo troppo amici per nascondervi lo sconcerto nell’apprendere un risultato che si pone in controtendenza rispetto alla consolidata politica europea della Confederazione”, ha detto incontrando il Consiglio Federale Elvetico.

 

Re Giorgio si dice “sconcertato” per quello che fa la Svizzera al fine di tutelare la propria condizione. Io che son Tontolo ma non tontolon, penso che Napolitano dovrebbe sciacquarsi la bocca prima di parlare degli svizzeri. E dovrebbe invece esprimere sconcerto per lo schifo in cui è ridotta la Repubblica di cui è il degno presidente.
Fonte: visto su l’Indipendenza del 21 maggio 2104

Link: http://www.lindipendenza.com/il-presidente-della-repubblica-delle-banane-si-dice-sconcertato-dalla-svizzera/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=il-presidente-della-repubblica-delle-banane-si-dice-sconcertato-dalla-svizzera

 


Mag 21 2014

LA FINE DELL’ITALIA: ENTRO 4 ANNI SAREMO PAESE DA TERZO MONDO, ECCO LE PROVE

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– a cura di nocensura.com

 

Con l’entrata in vigore del Fiscal Compact e dell’ERF, è in arrivo la batosta finale sul nostro paese; ci toglieranno anche le mutande, ci relegheranno a tutti gli effetti ad essere una COLONIA: le nostre principali aziende, le ‘eccellenze italiane‘ in mano ai privati se le sono già acquistate e le stanno acquistando; ora tocca ai beni pubblici, ad iniziare dalle principali aziende, le più importanti…

 

Chi ci segue da tempo sa bene a cosa ci stiamo riferendo: ne abbiamo parlato a partire dal 2011.

 

Oggi parliamo di crisi, oggi ‘siamo’ in crisi, ma ahimè, la crisi vera, deve ancora arrivare! Questo è niente rispetto allo scenario che si prospetta in questo paese, al di la delle ‘confortanti’ parole pronunciate ogni anno dai nostri politici, che prima “non vedevano la crisi” e oggi vedono “la fine della crisi“, con la ripresa che puntualmente avrà inizio l’anno successivo… e poi quello successivo ancora, e ancora ancora e ancora! Un teatrino di infimo livello di cui sempre più italiani si stanno rendendo conto.

 

Questione di poco dovremo affrontare il CRACK dell’INPS: e saranno DOLORI. Nessuno ne parla, ma numeri alla mano, è INEVITABILE.

 

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Mag 14 2014

LE CONFESSIONI DI UN FUNZIONARIO DI EQUITALIA: “OBIETTIVO INCASSARE”

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Sono stati picchiati più volte. Aggrediti e sequestrati. I dipendenti Equitalia sono gli ultimi della catena riscossoria e come tale i primi a prenderle dai contribuenti infuriati. È logico che si sentano tra l’incudine e il martello. Non hanno tutti i torti dal momento che le decisioni vengono prese più in alto. Da un lato dalla politica romana e dall’altro dai vertici della stessa Equitalia. «Inoltre», commenta a Libero un dipendente che chiede di rimanere anonimo, «sembra che la nostra posizione faccia comodo alla politica. Quando si tratta di fare il capro espiatorio nessuno ci difende. E ci tocca pure sentire Grillo urlare contro di noi e contro le cartelle verdi che a suo dire  sarebbero di Equitalia. Le nostre sono di altro colore, ma tanto meglio fare confusione».

In effetti Equitalia per come è organizzata sembra proprio prestarsi a fare da parafulmine. La società di riscossione ha chiuso il bilancio in passivo.

Sono stati tagliati i costi del personale, ma la cifra di rosso ha superato gli 80 milioni per via dello stop della riscossione Ici. La perdita complessiva supera gli 800, se si considera i pregressi portati in dote dalle varie consorelle (Sud e Centro) dopo la fusione.

 

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Mag 11 2014

QUANDO SI DICE “IL GOVERNO DELLE BANCHE E DELLE LOBBIES

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A cura di nocensura.com

 

                  La lobby bancaria e quella dell’alta finanza. (Alla quale hanno confezionato una miriade di provvedimenti favorevoli: così tanti da rendere impossibili elencarli tutti, citiamo l’ultimo da 7,5 miliardi con annessa riserva aurea) 

 

                  La lobby delle slot machine. (alle quali hanno condonato i famosi 98 miliardi evasi e hanno dispensato regali su regali: e forse – visto quanto hanno scoperto Le Iene – non è finita…) 

 

                  La lobby della salute, le “big pharma”: sono la prima industria mondiale,libere di lucrare sulla salute pubblica. Ce ne sarebbero di cose da dire… 

 

                  La lobby delle armi: i cui affari vanno a gonfie vele. Negli ultimi anni il “record di spesa” è stato ritoccato al rialzo diverse volte, tutte le nazioni si stanno armando fino ai denti.

 

                  La lobby del tabacco: forse è una delle lobby meno “evidenti” nel quotidiano, ma certo non è meno potente di altre. Il governo è immediatamente intervenuto per stroncare la minaccia delle sigarette elettroniche, mandando in rovina migliaia di imprenditori che avevano investito nel settore, e che hanno perso o stanno perdendo il lavoro.

 

                  La lobby delle assicurazioni, alla quale Monti prima di lasciare la poltrona di premier ha fatto un bel regalo. Ovviamente non è l’unico regalo dispensato da Monti alle lobby e ai poteri forti.

 

                  La lobby della “grande distribuzione” e dei supermercati: alla quale i governi che si sono susseguiti negli anni, hanno concesso di impadronirsi del commercio in tutti i settori, costringendo alla chiusura i piccoli negozianti.

 

                  La lobby delle grandi aziende, libere di delocalizzare e importare i propri prodotti, mandando fuori mercato le piccole imprese che sono rimaste in Italia, oberate, oltretutto, da una pressione fiscale insostenibile.

 

TROVATE UN SINGOLO CASO IN CUI UN GOVERNO, TRA QUELLI CHE SI SONO SUSSEGUITI NEGLI ULTIMI DECENNI, ABBIA OSTEGGIATO GLI INTERESSI DI UNA “LOBBY” O DI QUALCHE POTENTATO PER DIFENDERE GLI INTERESSI DEI CITTADINI O QUELLI “NAZIONALI”…

 

Fonte: visto su MOCENSUARA del 7 aprile 2014

Link: http://www.nocensura.com/2014/04/quando-si-dice-il-governo-delle-banche.html

 

 


Mag 10 2014

IL SOLE DI CAMPANELLA SORGE ANCORA – I GRECANI DI CALABRIA – GUARDIA PIEMONTESE: UNA MINORANZA VALDESE IN PERICOLO

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Profondamente radicato nella storia ed espressione di reali esigenze del popolo meridionale, sta prendendo sempre più consistenza sulla scena politica il Movimento Meridionale Calabria. Un intervento del suo fondatore.

La difficile situazione della “isole” alloglotte di Guardia Piemontese e dei Grecani della costa jonica.

 

Francesco Catanzariti

 

Il Movimento Meridionale Calabriasi affaccia sulla scena politica della Calabria con le elezioni del 12 maggio 1985. Il risultato conseguito (13 mila voti; un seggio al Consiglio Provinciale; per qualche migliaio di voti non conquista il seggio al Consiglio Regionale) è un importante segnale di novità nel panorama politico calabrese.

 

Bisogna inoltre tenere conto della scarsezza dei mezzi e degli uomini investiti nella campagna elettorale, dei tempi limitati di preparazione, così come non si può prescindere dal boicottaggio della stampa e di altri mass-media e, particolarmente dal fatto che tutti i partiti “nazionali” hanno fatto quadrato per scongiurare il pericolo dell’affermazione di un movimento giovane, ma con antiche radici storiche. Un movimento, cioè, che a viso aperto e con grinta si è affacciato alla lotta contro il degrado economico e morale e i guasti, forse irreparabili, della partitocrazia romana.

La presenza del MMC turba equilibri ed interessi, altera giochi e disegni di Palazzo: non a caso la lotta diventa, da parte dei partiti “nazionali”, dura, sovente in termini di provocazione, denigrazione, ricatto.

Ma il quadro delle difficoltà incontrate diventa completo se si tiene conto della profonda disgregazione, disoccupazione, miseria, che caratterizzano l’ambiente calabrese, dove la pratica corruttrice e clientelare degli uomini del potere e del sottogoverno, delle oligarchie burocratiche dei partiti non conosce limite alcuno.

 

A cominciare dagli anni ’70 sorgono e si affermano in Calabria, specie sul piano della riflessione e del lavoro culturale, movimenti autonomistici.

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Mag 02 2014

IL PATRIARCA MORAGLIA FRA L’INCUDINE DELL’INDIPENDENZA E IL MARTELLO DELL’ITALIA

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di MILLO BOZZOLAN

Pubblichiamo questa lettera aperta dello studioso veneto Millo Bozzolan al Patriarca di Venezia

 

 

A Sua Eminenza  il Patriarca dei Veneti FRANCESCO MORAGLIA

 

Eminenza, ieri ho appreso che, in una dichiarazione pubblica, Ella disapprova la volontà, ormai maggioritaria, dei Veneti a tornare ad autogovernarsi, cosa che hanno fatto per tanti secoli e con ottimi risultati, memori anche dell’antica e particolare autonomia di cui essi godettero prima e fin dall’epoca romana. Fu un periodo quello dello Stato veneto, rimasto alla storia; anche nel secolo del suo cosiddetto tramonto, la civiltà veneta brillò di una luce propria e la Chiesa veneta seppe tenere il popolo attaccato ai valori cristiani della famiglia, del lavoro, della carità. Caratteristiche che, anche grazie ai parroci di tante parrocchie, non abbiamo perso del tutto e di questo i Veneti vi sono grati. Essi col loro lavoro e il loro sudore, han «tirato la carretta» fin che han potuto, ma ora è l’Italia che ha rotto ogni patto con la nostra Nazione, sperperando e rubando a man bassa, pretendendo ormai il nostro sangue, e credo di non esagerare se dico che il suo dominio è del tutto simile a quello del tanto odiato Napoleone, che mise fine alla nostra libertà.

 

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Mag 01 2014

DIETRO LE GUERRE CI SONO I BANCHIERI OVVERO TUTTE LE GUERRE SONO GUERRE DI BANCHE

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FONTE: WASHINGTONBLOG.COM

 

TUTTE LE GUERRE SONO GUERRE DI BANCHE

 

L’ex amministratore delegato di Goldman Sachs – e capo del gruppo di analisti internazionali presso la Bear Stearns a Londra (Nomi Prins) – sostiene che:

“Per tutto il secolo che ho esaminato, che ha avuto inizio con il Panico del 1907 … quello che ho rilevato, accedendo agli archivi di ogni presidenza, è che nel corso di numerosi eventi e periodi particolari i banchieri sono sempre stati in costante comunicazione con la Casa Bianca – e non solo riguardo a temi finanziari e di politica economica, e quindi di politica commerciale, ma anche riguardo ad argomenti strettamente legati alla I Guerra Mondiale, alla II Guerra Mondiale e poi alla Guerra Fredda, in termini di piani di espansione politica dell’America come superpotenza del mondo, alimentata dalla sua espansione finanziaria attraverso lo sviluppo della sua comunità bancaria.”

 

All’inizio della I Guerra Mondiale, Woodrow Wilson aveva adottato una politica di neutralità.

Ma quelli della Banca Morgan, la più potente banca del tempo, che durante la I Guerra Mondiale aveva raccolto oltre il 75% dei finanziamenti per le forze alleate, indussero Wilson fuori dalla sua posizione di neutralità prima di quanto avesse voluto fare,  dato il loro forte desiderio di essere in qualche modo coinvolti nella guerra. Ora, dall’altro lato di quella guerra, c’era, ad esempio, la National City Bank, che, anche se lavorava a fianco della Morgan nel finanziamento ai francesi e agli inglesi, non si faceva problemi a lavorare anche per finanziare alcune cose sul fronte tedesco, come anche fece la Chase

 

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Apr 28 2014

COME I ROCKEFELLER HANNO RIPROGETTATO LA DONNA

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Le due attiviste femministe americane Gloria Steinem e Dorothy Pitman Hughes.

 

Premessa

Il femminismo è un eccellente esempio di come il mega-cartello dei Rockefeller usi il terribile potere dei mass media (ossia la propaganda) per controllare la società. In appena quarant’anni, molte donne hanno perso il contatto con i loro istinti più naturali. Di conseguenza, la famiglia è nel caos più completo, la depravazione sessuale è rampante e i tassi di natalità sono precipitati.

Mi soffermerò soprattutto sul ruolo della famiglia Rockefeller, ma prima vorrei ricordare che per la donna lamore è un atto istintivo di abnegazione. Essa si dona al marito e ai figli, e realizza sé stessa vedendoli crescere e ricevendo il loro amore, il loro rispetto e la loro gratitudine. La donna compie questo sacrificio supremo per un solo uomo che la curerà teneramente e che provvederà alla sua famiglia. Gli uomini vogliono adempiere istintivamente a questa responsabilità. Questa è l’essenza del contratto eterosessuale (vale a dire il matrimonio): il potere femminile in cambio del potere maschile espresso come amore. Il sesso è il simbolo di questo legame esclusivo. Il matrimonio e la famiglia non possono essere per tutti, ma sono il cammino naturale per la maggior parte delle persone.

Il femminismo ha abituato le donne a rifiutare questo modello come «un vecchio stereotipo antiquato e oppressivo», anche se esso riflette i loro istinti più naturali.

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