Ott 23 2013

LETTERA APERTA AL DIRETTORE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE ATTILIO BEFERA

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Attilio Befera

 

Le scrivo, gentile Dott. Befera, dopo aver letto la sua lettera al personale dell’Agenzia delle Entrate del 5 Maggio scorso

 

http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-05-05/befera-stop-controlli-vessatori-210326.shtml?uuid=AaO85dUD


 

Le scrivo perché lei manifesta sconcerto per alcune prassi dei suoi funzionari che si discosterebbero dalle regole di rispetto e di lealtà che si impongono nel rapporto tra contribuenti ed “autorità impositiva”. Le scrivo perché il mio caso ben si adatta a quanto lei dichiara e allo sconcerto che afferma di provare:

 

…. dobbiamo perciò operare in modo da guadagnare sempre più, nell’esercizio di quella funzione, il rispetto e la fiducia che i cittadini devono all’Istituzione di cui siamo rappresentanti. Continuo però a ricevere segnalazioni nelle quali si denunciano modi di agire che mi spingono adesso a rivolgermi direttamente a tutti voi per richiamare ognuno alle proprie responsabilità e ribadire ancora una volta che la nostra azione di controllo può rivelarsi realmente efficace solo se è corretta. E non è tale quando esprime arroganza o sopruso o, comunque, comportamenti non ammissibili nell’ottica di una corretta e civile dialettica tra le parti.

…. Rimango poi sconcertato quando mi viene riferito che qualcuno, a giustificazione di tali comportamenti, farebbe presente di operare in quel modo per necessità di raggiungere l’obiettivo assegnato.

Non so se in questi casi sia più la mediocrità della competenza professionale o la carenza di consapevolezza del proprio ruolo istituzionale che impedisce di comprendere immediatamente quale devastante danno di immagine venga in questo modo inferto all’Agenzia, al proprio ufficio e ai colleghi, finendo quasi per apparentarne l’azione a quella di estorsori.

 

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Ott 22 2013

ITALIA STATO RAZZISTA E XENOFOBO? SULL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA GERMANIA SPAGNA INGHILTERRA E FRANCIA MOLTO PIU’ SEVERE!

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IMMIGRAZIONE CLANDESTINA: COSA FANNO GLI ALTRI PAESI  EUROPEI ?

 

Il governo Italiano usa il pugno di ferro con gli immigrati? L’Italia è terra d’intolleranza?  Diamo un’occhiata oltre i nostri confini e forse avremo più di una sorpresa; a dispetto delle dichiarazioni di  tolleranza di gran parte dei governanti del Vecchio Continente, proprio là da dove spesso rimbalzano critiche  alla nostra politica dell’immigrazione, sul terreno la linea è più dura che in Italia.

 

Spagna Dopo un’imponente sanatoria messa in atto dal governo Zapatero nel 2005 (su 700mila domande, ne sono state accolte 600mila), nell’autunno dello stesso anno la “grande paura” per gli assalti degli irregolari  a Ceuta e Melilla ha imposto una brusca retromarcia. Le due enclavi sono state circondate da muraglie  sempre più alte di filo spinato, e le coste maghrebine e sahariane “impermeabilizzate” attraverso l’estensione  dei sistemi di vigilanza radar in tutti i punti sensibili della costa spagnola e la richiesta di un più stringente pattugliamento navale congiunto tra le Canarie e l’Africa (con l’appoggio anche di unità italiane). Il risultato è che l’immigrazione clandestina si è più che dimezzata. Questo non ha impedito che i campi d’accoglienza andassero al collasso. Inchieste giornalistiche di pochi mesi fa riferivano di 550 “sin papeles” rinchiusi a Gibilterra, e altri 239 che ad Algesiras si dividevano i posti disponibili per 190. Gli episodi d’insofferenza da parte della popolazione si sono moltiplicati, come il cartello esposto in un negozio di Maiorca: “Vietato l’ingresso a cani e romeni”. In febbraio, il ministro dell’Interno spagnolo ha dichiarato che “non si può essere lassisti con l’immigrazione illegale, altrimenti non c’è modo di fermarla”, e il suo collega del Lavoro, Corbacho: “Occorre che gli immigrati arrivino con un contratto di lavoro e facciano uno sforzo per integrarsi perché non si può funzionare con la norma dell’ultimo che si registra”.  Nei quattro anni della prima legislatura Zapatero, i clandestini espulsi sono stati 370mila, il 43.4% in più di  quanti ne aveva mandati via Aznar.

 

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Ott 22 2013

IMMIGRAZIONE, DIFESA DELL’IDENTITÀ E CARENZE DELLA LEGA

Category: Monolandia,Padania e dintorni,Società e politicagiorgio @ 10:40

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Il problema dell’immigrazione è generalmente legato a quello dell’autonomia e dell’indipendenza nella misura in cui va a incidere sul grado di identità della comunità che chiede maggiore riconoscimento e libertà.

 

Nelle comunità che hanno a che fare con lo Stato italiano, il rapporto è  particolarmente pesante  per l’uso perverso che da sempre l’unitarismo italiano fa dei rimestamenti demografici. Non è evidentemente il solo (la Spagna ha riempito di spagnoli “etnici” la Catalogna, l’Urss aveva inondato i paesi baltici di immigrati russi e bielorussi, il Tibet si sta affollando di cinesi eccetera) ma lo Stato italiano ha pochi rivali nella sistematicità e nella violenza con cui aveva – ad esempio –  riempito di italiani “veraci” l’Istria orientale e il Sud Tirolo, e poi la Padania. Dopo aver inutilmente provato a stabilizzare l’unità politica con guerre, repressioni e propaganda, il partito unitarista ha cercato di farlo attraverso un generale meticciamento, un rimescolamento etnico a evidente preponderanza meridionale. Non ha funzionato con le comunità tedesche e slave ma neppure in Padania: i meridionali migliori si sono perfettamente integrati e sono diventati spesso essi stessi portatori di volontà indipendentista, mentre  i peggiori sostengono con protervia il loro ruolo di “coloni” di Roma, di braccio armato della burocrazia statalista e alimentano così le pulsioni autonomiste di tutti gli altri.

 

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Ott 21 2013

E’ COERENTE ESECRARE IL RICORDO DI PRIEBKE E LODARE CONTESTUALMENTE L’OPERATO DI DRAGHI?

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E’ stupefacente l’ipocrisia del nostro sistema mediatico.

Proprio mentre l’Europa è preda di un rigurgito nazista che riattualizza le pulsioni eugenetiche del fuhrer autentico, la grande stampa esorcizza le nefandezze del presente infierendo sui fantasmi del passato. In questi giorni, come saprete, è morto il boia Priebke. Carnefice miserabile e sanguinario macchiatosi di crimini efferati e vigliacchi.  E’ dura provare perfino un sentimento di umana pietas per la fine di un essere tanto spregevole e infame.

 

Ma, amici miei, mi spiegate con quale faccia i media europei condannano i crimini del nazismo passato continuando a sostenere impunemente le malefatte del tecno-nazismo odierno?

 

Valgono meno i morti spinti al suicidio dalla Troika di quelli finiti con un colpo alla nuca dai macellai alla Pribke?

La tanto decantata purezza del bilancio, quella per capirci che “obbliga” i nostri governanti a decimare la classi povere e disperate, non rappresenta forse la più brillante evoluzione di quell’ossessiva ricerca della purezza della razza, posta a fondamento dell’assassinio su larga scala di neri, zingari e slavi?

 

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Ott 21 2013

VERBO UNICO: VIETATO PER LEGGE IL DISSENSO CRITICO IN ITALIA

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di Gianni Lannes

 

Nel belpaese ora si censura nuovamente il libero pensiero: infatti il Parlamento tricolore si accinge a varare l’ennesima legge repressiva. Un nuovo reato appena inventato: il negazionismo storico su una vicenda particolare, consegnata ai posteri dalla storiografia ufficiale dei vincitori. Gli ebrei non si criticano. E guai a sfiorare la Shoah. Non metto in dubbio che il popolo “Eletto” sia stato perseguitato dai nazisti. Perché allora per gli zingari rinchiusi nei campi di concentramento, non vale lo stesso principio? In ogni caso, qualsiasi opinione in merito compresa la ricerca storiografica che non ossequia il dogma imperante è messa al bando.

 

E’ in atto un genocidio contro il popolo palestinese, ma si fa finta di niente a livello nazioonale ed internazionale. La Palestina è stata trasformatra dal governo sionista di Israele in un immenso lager. L’esercito di Tel Aviv usa armi proibite, addirittura ordigni neutronici che emano radiazioni letali e spara da sempre sui bambini.

La risoluzione 3379 del 10 novembre 1975, con 72 voti favorevoli e 35 contrari (di cui 32 astenuti), “determina che il sionismo è una forma di razzismo e di discriminazione razziale”. Il 16 dicembre 1991, con la risoluzione 46/86, è stata revocata (per volere di Bush senior) a condizione che Israele partecipasse alla Conferenza di Pace di Madrid

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Ott 21 2013

FATTORE NIMBY, FATTORE INVISIBILE, FATTORE ITALIA: LO SAPETE CHE COSA VENDE DI PIÙ AL MONDO IL NOSTRO PAESE?

Category: Monolandia,Roba da Italia,Società e politicagiorgio @ 13:00

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di Sergio Di Cori Modigliani

 

Siamo tutti d’accordo sul fatto che l’Italia sia un paese anormale.

 

E’ talmente anormale e conflittuale (in maniera infantile) che già a questo punto non è più possibile mettersi d’accordo e trovare una sintonia armonica, perchè si comincia a litigare tra fazioni contrapposte sul significato da attribuire al termine “anormale”.

 

Qualche decennio fa, i sociologi statunitensi coniarono il termine “fattore Nimby”, acronimo che sta per Not-In-My-Back-Yard, qualcosa come “Non Nel Giardinetto Di Casa Mia”. Questo termine, ormai diffuso a livello di massa, è diventato il simbolo discriminante tra la coscienza consapevole della cittadinanza e il narcisismo individualista di chi si lancia in battaglie ideologiche e politiche a condizione che non riguardino se stessi, la propria famiglia, i propri amici, parenti, partito, fazione, movimento, territorio, comune, ecc.

 

In questo siamo davvero maestri.

 

E il fattore Nimby aumenta, inevitabilmente, la conflittualità tra tutti.

 

Al Nimby, bisogna appaiare un altro fattore, che corre in parallelo.

 

Nel 1996, l’autrice statunitense Connie Willis, la più celebre scrittrice vivente di fantascienza, pubblicò un romanzo dal titolo “Il fattore invisibile”, nel quale i due protagonisti lavoravano per una fantomatica organizzazione governativa con il compito di identificare e trovare il “quantum” della socialità collettiva, per l’appunto il cosiddetto fattore invisibile, ovvero quello specifico dispositivo dell’inconscio delle masse che produce e determina l’immaginario collettivo, tale per cui a un certo punto le gonne delle donne diventano cortissime, dopo sei anni si allungano di dodici centimetri, mentre si allungano i capelli dei maschi di cinque centimetri e dopo dieci anni va di moda, invece, la calvizie. Così via dicendo. Nel divertente racconto, il consorzio di multinazionali che aveva ordinato questa ricerca, voleva (e doveva) prevedere quale tipo di mode si sarebbe diffusa per essere in grado di manovrare il desiderio della gente spingendola poi ad acquistare degli specifici prodotti.

 

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Ott 21 2013

CRISI ECONOMICA E PARLAMENTARE… MA E’ DEI CORI CHE L’ITALIA SI DEVE PREOCCUPARE ??!

Category: Monolandia,Sport e tempo liberogiorgio @ 09:04

crisi economicama ma  dei  cori italia si deve preoccupare coro 14 settembre 2013

 

MILANO STADIO SAN SIRO 2013. CURVA SUD.

COME SAPETE BASTA UN CORO DISCRIMINATORIO O FISCHIARE UN GIOCATORE DI COLORE PER FAR CHIUDERE UNA CURVA ED IL GOVERNO E’ MOLTO ATTENTO ED INFLESSIBILE NEL FAR RISPETTARE IL ‘NUOVO REGOLAMENTO’. PRIORITÀ ASSOLUTA

 


Ott 19 2013

OGNUNO È EBREO DI QUALCUNO.

EBREI DI QUALCUNO

 

Ognuno è ebreo di qualcuno.

Oggi i palestinesi sono gli ebrei di israele

 

Primo Levi

 


Ott 18 2013

SICILIA 1943 – I MASSACRI DIMENTICATI COMPIUTI DAI FANTI AMERICANI E L’ ORDINE DEL GENERALE PATTON: «UCCIDETE I PRIGIONIERI ITALIANI»


Category: Monolandia,Storia moderna e revisionismogiorgio @ 00:01

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Generale George Smith Patton

 

 

Sicilia 1943, l’ ordine di Patton: «Uccidete i prigionieri italiani»


di Gianluca Di Feo – “Corriere della Sera” 23 giugno 2004

 

 

I massacri dimenticati compiuti dai fanti americani tra il 12 e il 14 luglio.

 

«Il capitano Compton radunò gli italiani che si erano arresi. Saranno stati più di quaranta. Poi domandò: “Chi vuole partecipare all’esecuzione?”.
Raccolse due dozzine di uomini e fecero fuoco tutti insieme sugli italiani». «Il sergente West portò la colonna di prigionieri italiani fuori dalla strada. Chiese un mitra e disse ai suoi: “E’ meglio che non guardiate, così la responsabilità sarà soltanto mia”. Poi li ammazzò tutti». E’ una piccola Cefalonia: le vittime sono soldati italiani che avevano combattuto con determinazione. I carnefici non sono né delle SS né della Wehrmacht: sono fanti americani. Quella avvenuta in Sicilia tra il 12 e il 14 luglio 1943 è la pagina più nera della storia militare statunitense. Una pagina sulla quale gli storici negli Stati Uniti discutono da un lustro, mentre nel nostro Paese la vicenda è pressoché sconosciuta. Nelle università del Nord America ci sono corsi dedicati a questi eccidi, come quello tenuto a Montreal sul tema «Dal massacro di Biscari a Guantanamo». E negli Usa in queste settimane gli esperti di diritto militare valutano le responsabilità dei carcerieri di Abu Ghraib anche sulla base delle corti marziali che giudicarono i «fucilatori di italiani». Perché – come risulta dagli atti di quei processi – i soldati americani si difesero sostenendo di avere soltanto eseguito gli ordini di George Patton. «Ci era stato detto – dichiararono – che il generale non voleva prigionieri».

 

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Ott 17 2013

LONDON SCHOOL OF ECONOMICS: NON RIMARRA’ NULLA, DELL’ITALIA. NEI PROSSIMI 10 ANNI SI DISSOLVERA’ . (VERO! MA PRIMA)

dopo tutti quanti al luna park

 

 

“Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%. Peggiorerà.

 

Il governo sa perfettamente che la situazione è insostenibile, ma per il momento è in grado soltanto di ricorrere ad un aumento estremamente miope dell’IVA (un incredibile 22%!), che deprime ulteriormente i consumi, e a vacui proclami circa la necessità di spostare il carico fiscale dal lavoro e dalle imprese alle rendite finanziarie. Le probabilità che questo accada sono essenzialmente trascurabili. Per tutta l’estate, i leader politici italiani e la stampa mainstream hanno martellato la popolazione con messaggi di una ripresa imminente. In effetti, non è impossibile per un’economia che ha perso circa l’8 % del suo PIL avere uno o più trimestri in territorio positivo. Chiamare un (forse) +0,3% di aumento annuo “ripresa” è una distorsione semantica, considerando il disastro economico degli ultimi cinque anni. Più corretto sarebbe parlare di una transizione da una grave recessione a una sorta di stagnazione.

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Ott 14 2013

GLI STATI UNITI SONO LA PIÙ GRANDE PIAGA DEL MONDO

Category: Monolandia,Società e politica internazionalegiorgio @ 16:40

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Lasciateci stare per un momento almeno !

 

Gli Stati Uniti sono la più grande piaga del mondo. Non importa dove vivi o cosa fai, gli Stati Uniti troveranno sempre qualche scusa per ficcare il naso negli affari tuoi e per renderti la vita infelice.

Ecco perché gli Stati Uniti hanno tanti nemici, perché si mettono sempre in mezzo, in qualsiasi impiccio che capiti, in qualsiasi parte del mondo. Quelli di Washington proprio non riescono a sopportare …

 

L’idea che ci sia qualcuno, non importa dove, che potrebbe vivere una vita normale e felice senza doversi aspettare di essere bombardato per un attacco di “drone” o di essere sbattuto dentro qualche buco nero, dove la CIA può strapparti le unghie o farti diventare nero e blu. Questo è tutto quello che ha prodotto questa guerra globale al terrorismo – SOLO QUESTO.

 

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Ott 14 2013

MARRA: OBAMA MINACCIA LA MORTE DELL’ECONOMIA PURCHÉ NON SI TOCCHI IL SIGNORAGGIO…

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Marra: Obama minaccia la morte dell’economia purché non si tocchi il signoraggio, e nemmeno i repubblicani accennano che si può risolvere tutto semplicemente decidendo che gli USA quei soldi, anziché comprarli dalla Federal Reserve, li producano da sé..

 

È una situazione veramente surreale quella che vive ormai il mondo: tutti, cioè, sanno ormai che il problema è il signoraggio, ma nessun osa dire che si può risolvere ogni dramma semplicemente consentendo che gli Stati producano i soldi da sé, ovvero senza doverli follemente comprare dalle banche centrali..

 

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Ott 14 2013

JACQUES SAPIR: BISOGNA UNIRE LE FORZE A SINISTRA E DESTRA CHE HANNO CAPITO IL PERICOLO EURO

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Jacques Sapir.

 

L’Intervista esclusiva all’economista francese Jacques Sapir

di Alessandro Bianchi

 

Jacques Sapir. Economista, direttore del Centre d’Etude des Modes d’Industrialisation (CEMI-EHESS).  Autore di “Bisogna uscire dall’euro?” e “La demondialisation“.

 

 

– Professore, Lei è stato tra i primi economisti europei ed evidenziare i danni provocati dall’euro ed a chiedere la sua fine. In una delle ultime analisi ha scritto che si tratta di una sorte inevitabile. Secondo Lei, quanto tempo ancora ci vorrà e da quale paese potrà partire l’iniziativa? 

 

A questo punto bisogna distinguere due problematiche. La prima riguarda l’analisi della situazione economica che l’euro ha creato e delle sue conseguenze. Da ormai quasi tredici anni osserviamo che l’euro non solo non ha prodotto le convergenze macroeconomiche sperate, ma ha invece accentuato le divergenze. L’ho detto a più riprese, e ormai questa mia posizione riscuote consenso tra gli economisti. Constatiamo anche che l’euro rappresenta un enorme freno per la crescita nella maggior parte dei paesi che l’hanno adottato, ad eccezione, ovviamente, della Germania. Per finire, si osserva che l’euro fa aumentare i deficit, tanto interni quanto esteri, e che porta verso un debito sempre più grande dei paesi che sono entrati nell’Unione economica e monetaria. Tutto questo è abbondantemente documentato da numerosi autori. Siccome l’euro può funzionare solo in una spirale di impoverimento per la maggior parte dei paesi, ne deduco che è destinato a fallire.

Ma, qui, abbiamo una seconda problematica: le condizioni che determineranno la fine dell’euro. Tali condizioni possono creare una crisi catastrofica generata sul mercato obbligazionario. Al momento, la situazione resta stabile grazie alla Banca Centrale Europea. Ma la credibilità di quest’ultima sta nel fatto che non è stata messa alla prova. Prima o poi i mercati testeranno la risoluzione della Bce, e allora Mario Draghi si ritroverà fortemente in difficoltà. Queste condizioni potranno anche provenire dalle tensioni politiche crescenti che l’Euro genera sia tra i paesi membri dell’UME, sia all’interno degli stessi, dove le forze anti-europeiste prendono sempre più peso. Queste tensioni potranno ad un certo punto mettere gli attori politici di fronte alla necessità di dissolvere la zona euro o di uscire dalla moneta unica.

Per quanto mi riguarda, ho sovrastimato la rapidità delle evoluzioni finanziarie, sulla base di quello che avevamo conosciuto nel 2008-2009. Ma questo non cambia niente all’analisi di fondo.

 

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Ott 12 2013

SPECIALE – TASSE, IMPOSTE, PRESE IN GIRO E SACRIFICI UMANI

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Letta – Nuove Tasse in tutti i settori, Debito alle stelle e suicidi indotti record: come annullare una Nazione. Gli impatti reali dell’innalzamento dell’Iva.

 

Il Video che ha fatto il giro del web, per non dimenticare.

 

 

Mario Monti: “Abbiamo bisogno della Crisi”

 

 

di C. Alessandro Mauceri e Sergio Basile

 

 

DA DON ABBONDIO A SUPER SILVIO

 

Letta Enrico… Letta Enrico, ma chi è costui? Avrebbe blaterato così, tra se, Don Abbondio allorché, risalendo verso casa, intento a scansare i familiari sassi ed immerso tra le consuete ansie,  gli fosse capitato per sventura di rivivere in questi giorni bui. Tempi caratterizzati da altri tipi di “pesti”, ma non meno distruttive di quelle dell’epoca dei monatti, poiché ben più subdole e mistificate, sapientemente occultate dietro “debiti agli estrogeni” pompati all’inverosimile come in nessun altro luogo del pianeta. Ma andiamo ai fatti, facendo qualche passo indietro nel tempo! Ricordate quando qualche anno fa, per essere eletto, l’aspirante reuccio di Arcore promise che avrebbe ridotto le tasse? Ebbene, per dimostrar la sua “serietà” fece di tutto per far eliminare l’ICI. Alla fine ci riuscì, ma dimenticò di dire ai suoi elettori (e a tutti gli altri Italiani) che contemporaneamente aveva introdotto un’altra tassa, molto più onerosa per le tasche dei contribuenti. Ovviamente, per evitare rivolte  fece in modo che l’entrata in vigore della misura fosse differita…

 

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Ott 11 2013

L’EVASIONE FISCALE NON È LA CAUSA DELLA DEPRESSIONE ECONOMICA‏

Category: Economia e lavoro,Monolandia,Società e politicagiorgio @ 23:28

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di Stefano Di Francesco

 

Pochi giorni fa, in occasione delle commemorazioni in ricordo del prof. Luigi Spaventa, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, ha tenuto un discorso sullo stato attuale dell’economia italiana cercando di spiegare quali sono i fattori critici che ci hanno portato a questa depressione stile 1929.

 

Non fatevi illusioni: la responsabilità  della situazione attuale non è né dell’euro, né degli altissimi tassi d’interesse che lo Stato paga alle banche sul suo debito, e neppure la globalizzazione selvaggia sembra aver avuto un ruolo determinante nella distruzione del nostro sistema industriale ponendoci in competizione con miliardi di asiatici sottopagati e disposti a tutto per un pugno di riso. Nossignori.

 

Le cause della situazione attuale secondo Visco sono: la bassa produttività dell’industria, il deficit di concorrenza e poi infine l’anomalia italiana dell’evasione fiscale.

 

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