Ago 19 2014

CHI ERANO I GUANCI DELLE CANARIE? I DISCENDENTI DEI SOPRAVVISSUTI DI ATLANTIDE?

Category: Archeologia e paleontologia,Storia e dintornigiorgio @ 00:05

 

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Beneharo re guanche menceyato de Anaga dell’isola di Tenerife.  Beneharo fu  il primo ad opporsi nel 1494 al governatore spagnolo delle Canarie Alonso Fernández de Lugo. Sconfitto alla fine dai Conquistador,  sopravvisse alla conquista del suo paese e prese il nome di Fernando de Anaga o Pedro de los Santos. 

 

 

I Guenci sono gli abitanti antichi delle Canarie, stabilitisi nell’arcipelago migliaia di anni prima della conquista spagnola avvenuta nel 15° secolo. Di origine ignota, nonostante la loro scomparsa, i Guenci si sono lasciati dietro non poche vestigia. Descritti come alti, di carnagione chiara e dai capelli dorati, secondo alcuni potrebbero essere i discendenti diretti dei superstiti si Atlantide.

 

Le Canarie formano l’arcipelago di sette isole situato nell’Oceano Atlantico al largo dell’Africa nord-occidentale .

 

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Ago 14 2014

CRISTOFORO COLOMBO, IL GRANDE CRIMINALE

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Il Regno del Terrore di Colombo, come documentato da noti storici, fu così sanguinoso, il suo lascito così indicibilmente crudele.

Perché tutt’oggi continuiamo ad onorare questo criminale?

Perché a scuola e nei libri di storia viene presentato come un eroe?

 

 

STERMINI VOLUTAMENTE DIMENTICATI

 

Ma se ci pensate, l’intero concetto della scoperta dell’America è, beh, arrogante. Dopo tutto, i nativi americani scoprirono il Nord America circa 14.000 anni prima che Colombo fu nato!

 

Sorprendentemente, la prova del DNA suggerisce ora che i coraggiosi avventurieri Polinesiani navigarono con delle piroghe attraverso il Pacifico e si stabilirono in America del Sud molto prima dei Vichinghi. In secondo luogo, Colombo non era un eroe. Quando mise piede sulla sabbia della spiaggia alle Bahamas il 12 Ottobre 1492, Cristoforo Colombo scoprì che le isole erano abitate da gente amichevole e pacifica che si chiamavano Lucayans, Taino e Arawak.

 

Scrivendo il suo diario, Colombo disse che erano un popolo affascinante, intelligente e gentile. Egli osservò che i gentili Arawak furono eccezionali nella loro ospitalità.

 

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Ago 01 2014

PERSECUZIONI RELIGIOSE: QUANDO GLI UOMINI PENSANO DI ESSERE DIO

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Dobbiamo riconoscere che tutti i culti hanno un unico fondamento. Tutti contemplano le stesse stelle, un solo cielo ci è comune, un solo universo ci circonda. Che importa se ognuno cerca la verità a suo modo? – domandò Simmaco – Non si può seguire una sola strada per raggiungere un mistero così grande.

(Quinto Aurelio Simmaco, Relatio de ara Victoriae  III,10)

 

Tacito scrisse di una persecuzione contro i Cristiani sotto Marco Aurelio, di una seconda con Decio e Valeriano e di una terza, detta la “grande persecuzione”, con Diocleziano. Finirono con l’editto di Nicomedia del 311 emanato dall’imperatore Galerio, confermato dall’editto di Milano del 313 promulgato da Costantino I.

 

I Cristiani avrebbero potuto evitare il martirio sacrificando agli Dei romani senza rinunciare alla propria fede, mentre ai pagani questo non fu concesso, essi dovevano cancellare la propria fede e convertirsi. Ai pagani non avrebbe dato fastidio un Dio in più, ce n’erano parecchie di divinità straniere a Roma, nelle caserme e nei circhi c’erano sacelli dove ognuno pregava al suo Dio, con una tolleranza che fece di Roma un faro di civiltà. Il martirio più grande fu quello riservato ai pagani e riguardò l’intero impero romano, d’occidente e d’oriente.

 

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Lug 31 2014

GARIBALDI AL SERVIZIO DELLA MASSONERIA INGLESE

Category: Italia storia e dintorni,Storia e dintornigiorgio @ 11:30

 

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Rappresentazione di Garibaldi all’interno di un tempio massonico

 

 

-di Davide Consonni-

 

Fu a Montevideo nel 1844 che indossò il primo “grembiulino” ed “ebbe la luce” massonica iniziatica. Aveva trentasette anni, e la loggia era L’Asil de la Vertud, una loggia irregolare, emanazione della massoneria brasiliana, non riconosciuta dalle principali obbedienze massoniche internazionali, quali erano la Gran Loggia d’Inghilterra e il Grande Oriente di Francia. Sempre nel corso del 1844 regolarizzò la sua posizione(4° grado) presso la loggia Les Amis de la Patrie di Montevideo posta all’obbedienza del grande Oriente di Parigi. La sua affiliazione comparve successivamente anche nella loggia Tomp Kins, a Stapleton nello stato di New York, (Dove ancora oggi sorge una loggia/officina che porta il suo nome).

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Lug 29 2014

VANDEA, IL GENOCIDIO DIMENTICATO (SECHER)

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Maurizio BLONDET

 

Tratto da: Avvenire, 1.7.1992

 

Parla lo storico Reynald Sécher, perseguitato per aver rivelato i massacri della Rivoluzione francese. Le prove di brutalità raccapriccianti, le stesse dei lager nazisti. Lo sterminio di chi preferiva i preti agli insorti: 117 mila morti (su 800 mila), 10 mila casolari distrutti (su 50 mila). «Diffamato dopo gli studi, mi hanno vietato, l’università, ho perso il lavoro e non riuscivo più a trovarne uno».

 

Un giovane storico scopre un genocidio sconosciuto. Per questo, viene perseguitato dal potere. Diffamato, ridotto alla disoccupazione, impedito di diventare docente universitario. Non è accaduto nella Germania di Hitler, né nella Russia di Stalin: è accaduto nella Francia di Mitterrand nell’anno 1985.

L’incredibile storia la racconta lui stesso, il giovane storico: Reynald Sécher, oggi 37 anni, due lauree (una in storia e una in amministrazione d’impresa) e un ‘dottorato di ricerca’ post-laurea superato col massimo dei voti.

 

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Lug 12 2014

LE ORIGINI DELL’ANTISEMITISMO


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di Carlo Bertani – 4/05/2006

 

 

Perché si torna a parlare insistentemente d’antisemitismo? E’ corretto affermare che gli arabi sono antisemiti? Da dove nacque la leggenda dell’ebreo errante e della sua dedizione al commercio? Perché arriviamo ad usare strumentalmente il peggior crimine commesso dall’umanità?

 

«Rabbi, perché le persone ricche sono le più indifferenti alle sofferenze altrui?» chiese Simon.
«Vieni alla finestra, Simon, e dimmi cosa vedi» rispose il rabbino.
«Beh…il solito: una mamma che spinge una carrozzella, il garzone del lattaio che torna in bottega, i colombi che beccano le briciole…»
«Ora vai di fronte allo specchio e dimmi cosa vedi.»
«Mah, rabbi, cosa vuoi che veda? Vedo me stesso…»
«Vedi, Simon, il vetro della finestra e quello dello specchio sono costituiti dallo stesso materiale, ma basta un leggero velo d’argento e non riuscirai a vedere altro che te stesso.»
Anonimo triestino d’inizio ‘900

 

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”


Lug 11 2014

LA LEGGENDA DEL PAPA EBREO

Category: Chiesa Cattolica,Storia e dintornigiorgio @ 21:46

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Innocenzo VIII. Cybo

 

 

 

Innocenzo VIII. Genovese per nascita. Romano in morte. 213esimo Papa della Chiesa cattolica.

Figlio di un patrizio e senatore. Venuto alla luce mentre la Superba pativa il primo governo straniero, quello dei Visconti milanesi che reggeranno la città finché lui, Giovanni Battista Cybo, non avrà raggiunto i quattro anni di età. Per questo il padre decide che la sua istruzione avverrà altrove. Presso la corte napoletana, anzitutto, poi a Padova ed a Roma, infine. Giovanni Battista è svelto, e sa farsi tanti amici. Amici che contano, però. Tanto che presto trova il modo di incanalare questa sua naturale propensione nell’alveo della chiamata cui non ha saputo sottrarsi, quella del Signore. Sul trono di Pietro siede un veneziano nipote di un papa che, a sua volta, era nipote di un altro patriarca della Chiesa latina. Pietro Barbo, si chiama. Ma i devoti d’Occidente lo chiamano in un altro modo. Paolo II. Appartenente ad una famiglia di mercanti fatti e finiti, una volta eletto Papa lo zio si avvia alla carriera ecclesiastica. Ed anche lui è veloce nel bruciare le tappe. Paolo II riconosce lo stesso estro in quel genovese cresciuto un po’ ovunque.

 

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Lug 11 2014

UN EBREO CHIAMATO CRISTOFORO COLOMBO

Category: Libri e fonti,Storia e dintornigiorgio @ 00:03

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Vittorio Giunciuglio

 

(Genova, s.d., ma 1993/1994)

 

 

Episteme è lieta di presentare ancora una volta ai suoi lettori un testo “raro”, prodotto delle ricerche personali (e anche dello sforzo economico, visto che il libro è stato stampato “in proprio”) di uno di quei veri studiosi, appassionati e non-integrati, i quali spesso sanno vederla assai più lunga di legioni di ben pagati accademici eruditi. Il volume (ca. 260 pp.) risulta pubblicato a Genova – città ove è reperibile presso alcune librerie – senza indicazione né di editore né di data. Indizi interni lo collocano però al 1993/1994 (e vi si ringrazia la” gloriosa stamperia Casamara”).

 

L’autore è Vittorio Giunciuglio, un semplice operaio che, una volta andato in pensione, si è dedicato all’hobby della ricerca storica, passando molto del suo tempo libero a consultare archivi e biblioteche. L’effetto dei suoi approfondimenti è stata una sorprendente delusione, ma vediamo con quali parole lui stesso ce la descrive nella “Premessa” al suo lavoro:

 

Sono un genovese che considerava i testi scolastici come Vangeli e quindi credeva che la storia fosse insegnata nelle scuole con assoluta verità. Però quattro anni or sono ebbi modo di ricredermi, quando mi capitò di leggere per caso i famosi Annali del Caffaro, unico storico della prima Crociata, dai quali attinsero tutte le enciclopedie italiane. Però questi annali furono manomessi dal potere religioso (durante la tremenda guerra secolare tra guelfi e ghibellini) per sminuire il contributo determinante dei genovesi, facendo capire ch’essi andarono in Terra Santa perché avevano interesse a farlo e così da quel momento in poi, furono bollati di attaccamento solo al danaro! Invece le cose si svolsero ben diversamente […] Sospettando che altri grossi fatti storici, siano tuttora insegnati falsamente nelle nostre scuole, ho proseguito le mie ricerche presso le biblioteche cittadine…”

 

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Lug 06 2014

NERONE E I CRISTIANI: LA MILLENARIA FROTTOLA DELLA PERSECUZIONE

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In margine alla visita del Papa alle grotte di San Pietro per pregare sulla tomba che conterrebbe le ossa dell’apostolo è rispuntata fuori la millenaria fandonia di Nerone «primo persecutore dei cristiani». Nerone non perseguitò mai i cristiani in quanto tali, per la loro fede. In materia religiosa era, nel solco della migliore tradizione romana, estremamente tollerante. La questione è un’altra.

 

Tutto nasce dal devastante incendio che nella notte fra il 18 e il 19 luglio del 64 colpi’ Roma e vi infurio’ per alcuni giorni. Non era certo il primo. Ce ne erano stati nel 6, nel 27, nel 36, nel 54. Ma quello del 64 fu il più disastroso. La Roma di allora era stretta fra vicoli tortuosi, dove il popolino faceva un uso disinvolto e spesso irresponsabile di bracieri, di fornelli, di torce fra catapecchie di legno che aspettavano solo di prender fuoco (e Nerone ricostruirà Roma in pietra ignifuga).

 

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Lug 03 2014

IL FEMMINICIDIO RACCONTATO DUEMILA ANNI FA. IN QUELLE LAPIDI I DELITTI NELL’ANTICA ROMA

Category: Società e politica,Storia e dintornigiorgio @ 00:46

 

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Uno studio sulle iscrizioni funerarie ha ricostruito le storie di alcune donne assassinate dai mariti. A conferma di un retaggio culturale che affonda le radici nei secoli davvero difficile da estirpare

Quando la scorsa primavera fu uccisa dall’ex fidanzato, che dopo averla accoltellata le diede fuoco mentre era ancora in vita, Fabiana Luzzi non aveva ancora 17 anni. Proprio come Prima Florenzia, gettata nel Tevere da suo marito Orfeo. Un tragico destino che accomuna due adolescenti che si erano appena affacciate alla vita ma separate fra loro da quasi duemila anni.

 

Di Prima Florenzia, vissuta al tempo della Roma imperiale, non si sa praticamente nulla. Non c’è modo di capire cosa possa aver spinto il consorte a ucciderla e se fu poi condannato per l’orrendo delitto. L’unica cosa rimasta della sua triste sorte sono le poche righe fatte incidere dalla famiglia in una iscrizione funeraria ritrovata nella necropoli di Isola Sacra, a Fiumicino, dove abitava: “Restuto Piscinese e Prima Restuta posero a Prima Florenzia, figlia carissima, che fu gettata nel Tevere dal marito Orfeo. Il cognato Dicembre pose. Ella visse sedici anni e mezzo”.

 

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Nov 26 2013

I FENICI? MAI ESISTITI!

Category: Storia e dintornigiorgio @ 00:06

 

di Mikkelj TzorodduA distanza di poco più di un anno, eccoci tornare sull’argomento che esacerbò fuori ogni misura, animi sia digiuni della materia sia poco propensi a prendere in considerazione il nuovo che, inesorabile, avanza.siraiSirai in una foto di Sardegnacultura 

Il 4 Giugno 2010, a Sant’Antioco, la libreria Cultura Popular di Roberto Pintus, organizzò la presentazione del nostro secondo libro (“I fenici non sono mai esistiti”), al cospetto di oltre 120 persone. Alla presentazione fu invitato anche il professore Piero Bartoloni, il quale declinò l’invito.

Come avemmo a sottolineare nella premessa di tale saggio, in vari momenti della ricerca, finalizzata alla sua stesura, avemmo la netta sensazione che quasi tutti i soggetti, i cui testi furono oggetto d’analisi, lanciassero dei messaggi criptati, provando ad interpretare i quali, era chiaramente percepibile come essi sapessero benissimo che i Fenici non siano mai esistiti. Ed, anche, avemmo sentore di come essi si stessero preparando a dircelo di persona, ma facendo calare dall’alto della loro scranna tale dichiarazione, quasi fosse la nuova verità rivelata, sulla quale vivacchiare per molti altri decenni.  
Fummo fin troppo facili profeti!

 

Il 24 Luglio 2010, alle ore 19,30, nell’aula consiliare della stessa cittadina sulcitana, si tenne il Convegno “Sant’Antioco abbraccia il mare”.  Ad esso partecipò il Bartoloni.

Per dimostrare come il concetto espresso nel libro abbia già superato la fase di incubazione e stia positivamente agendo nell’esprimersi del sapere locale, il coordinatore del convegno Paolo Balia, introdusse l’argomento fenicio, proprio in questo modo: «Allora professore, i Fenici non sono esistiti!». Il Bartoloni, con un sorriso (in apparenza) irridente il concetto espresso nella domanda, iniziò una dotta elucubrazione sull’argomento. Tre sono i punti salienti della sua lezione.

 

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Nov 05 2013

LA LIBERTA’ VA DIFESA E CHE È BELLO COMBATTERE PER ESSA, MA SOLTANTO FINCHÉ SI RIESCE A CONSERVARLA: UNA VOLTA PERDUTA, BISOGNA RASSEGNARSI A CHINARE IL CAPO SENZA PIÙ TENTARLA DI RECUPERARLA.

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Dedico questo brano Il Discorso di Agrippa,  tratto da Guerre Giudaiche di Giuseppe Flavio, alle  genti d’Italia e ai Popoli dell’Europa che stanno perdendo senza difenderle tutte le loro  liberta e come ci ricorda Giuseppe Flavio nella sua “teologia romanofia” :   la LIBERTA’  va difesa e che è bello combattere per essa,  ma soltanto finché si riesce a conservarla: una volta perduta, bisogna rassegnarsi a chinare il capo senza più tentarla di recuperarla.

 

DISCORSO DI AGRIPPA

 

Libro II:

 

345 – “Se io vedessi che voi siete tutti decisi a far guerra ai romani, e non invece che i più onesti e i più semplici preferiscono vivere in pace, né mi presenterei dinanzi a voi, né ardirei darvi consigli; vano è infatti ogni discorso su ciò che convenga fare, quando l’uditorio è tutto concordemente incline al peggio.

 

346 Ma poiché alcuni sono spinti dalla giovanile inesperienza dei mali della guerra, altri da un’infondata speranza di libertà, altri da una certa avidità di guadagno e dal calcolo di sfruttare i più deboli se la situazione dovesse precipitare, nell’intento di richiamare tutti questi alla ragione e d’impedire che le persone dabbene paghino le conseguenze degli errori di pochi, ho ritenuto mio dovere raccogliervi tutti insieme e dirvi quello che mi sembra sia per il vostro bene.

 

347 Nessuno mi disturbi, se sente cose che non gli piacciono; chi è incrollabilmente deciso a ribellarsi potrà continuare ad esserlo anche dopo il mio discorso, mentre, se non faranno tutti silenzio, le mie parole non potranno arrivare a chi desidera ascoltarle.

 

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Nov 03 2013

LA PRESENZA TEMPLARE A VERONA E NEL SUO TERRITORIO

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Isola della Scala 7 dicembre 2013

 

CONVEGNO SULLA PRESENZA TEMPLARE A  VERONA E NEL SUO TERRITORIO

 

Curatore Luigi Pellini

 

Relatori

 

 BRUNO CAVALLERI

“Templari e templarismo. Nascita e manipolazione di una ideologia medioevale”

 

MARCO  PASA

“Fonti archivistiche per la storia dei Templari a Verona”

 

EMANUELA CHIAVARELLI

“I simboli templari”

 

 

Presso Coop. Agr. Ca’ Magre

Via Camagre 69,

Isola della Scala

Verona

 

INGRESSO LIBERO

 

 


Set 11 2013

IL PRIMO 11 SETTEMBRE FU QUELLO DI MARCO D’AVIANO: 1683

Category: Media e informazione,Storia e dintornigiorgio @ 21:33

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di REDAZIONE

 

Da oggi, verrà distribuito da Microcinema Distribuzione il DVD della pellicola 11 Settembre 1683, l’ultimo film prodotto dalla Martinelli Film Company International del regista e scrittore per il cinema e la televisione, Renzo Martinelli. La pellicola avvalendosi di un cast internazionale e della sceneggiatura e consulenza dell’archeologo, giornalista scientifico e scrittore Valerio Massimo Manfredi (autore di romanzi d’ambientazione storica e trasmissioni televisive come i programmi televisivi  Stargate linea di confineImpero e Metropoli) intende ricostruire le vicende riguardanti la fine dell’assedio alle porte di Vienna da parte delle truppe ottomane ad opera dell’intervento delle truppe cristiano-polacche avvenuto l’11 Settembre 1683.

 

L’11 settembre 1683 trecentomila guerrieri chiamati da ogni angolo dell’Impero Ottomano stanno cingendo Vienna sotto assedio. Comandati dal Gran Visir  Kara Mustafa, al quale il Sultano di Istanbul affidò il vessillo del Profeta (lo stendardo verde con la luna crescente dorata che la tradizione rivendica essere appartenuta al Profeta Maometto in persona), intendono issare quella bandiera su tutte le capitali d’Europa, tra le quali la culla della Cristianità, Roma.

 

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Ago 23 2013

MANUELE II PALEOLOGO AL MUSULMANO: CHE COSA GLI HA DETTO PER DAVVERO

DIALOGHI CON UN MUSULMANO

 

La benemerita collana italiana di “Sources Chrétiennes” (vedi in questo post la notizia del lancio) ha pubblicato la settima discussione tra l’imperatore bizantino Manuele II Paleologo e un dotto musulmano di Persia: testo divenuto famoso perché citato da Benedetto XVI nella sua lezione di Ratisbona del 12 settembre 2006.

 

Nel brano riprodotto qui sotto trovi l’insieme del ragionamento dell’imperatore bizantino dal quale il papa ha tratto le sue brevi citazioni. In breve: quello che di buono c’è nella Legge musulmana Maometto l’ha preso, prima ancora che da Mosé, da Abramo; così facendo non ha quindi stabilito nulla di nuovo; ciò che invece Maometto ha introdotto di nuovo nella Legge musulmana non è buono, in particolare l’uso della spada nel propagare la fede; e non solo non è buono, è anche irrazionale e quindi “estraneo a Dio”.

 

La traduzione italiana, che nel volume ha l’originale greco a fronte, è di Federica Artioli. Nel testo qui riportato c’è una nota a piè di pagina, anch’essa citata dal papa a Ratisbona: la nota è del curatore originale della pubblicazione, uscita in Francia nel 1966, l’islamologo Théodore Khoury.

 

Ecco dunque cosa dice Manuele II Paleologo al persiano, nei punti 2c-3d della settima discussione:

 

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