Ott 08 2013

APPELLO INDIPENDENTISTA A SALVARCI DAL TITANIC-ITALIA

 

 

di Gilberto Oneto

 

La serata di sabato scorso a Cologno al Serio ha dato un interessante spaccato dell’atteggiamento della politica nei confronti della cosiddetta “questione settentrionale”.

Da una parte il variegatissimo e inutilmente litigioso mondo autonomista: la Lega, i partitini veri e quelli virtuali; dall’altra i tre maggiori partiti “italiani” (Pd, Pdl e 5Stelle); in mezzo chi cerca di ragionare, scrivere e proporre soluzioni. Si è parlato senza troppi giri di parole di indipendenza e questo è il primo elemento positivo: l’hanno accettato (non si sa se per opportunismo, furbizia o reale spirito di confronto) anche i partitanti italiani. Si è parlato di soluzioni e proposte concrete e questo è un altro punto incoraggiante. Se ne è parlato in un momento (che dura come un’era geologica) in cui tutti sono presi dai domiciliari di Berlusconi, da sigle fiscali estorsive, da “spread”, da sbarchi, tutte cose che hanno peso ma che sono davvero niente di fronte al problema dei problemi: l’avvenire e le ristrette prospettive di sopravvivenza della comunità di comunità che si chiama Padania, Nord, Settentrione, Eridania o anche – con linguaggio medievale e rinascimentale – Italia. Quella parte di mondo che se ne sta fra le Alpi settentrionali e quelle meridionali, sopra la Linea Gotica o – secondo altri – sopra il mitico Fosso del Chiarone. È un posto che da alcune migliaia di anni è stato uno dei motori della cultura, dell’arte e dell’economia del mondo occidentale e che oggi rischia di sprofondare nella miserabile gora mediterranea, pieno di acciacchi, debiti, derubato e maltrattato.

 

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Lug 19 2013

LISSA, 20 LUGLIO 1866, PER I VENETI UNA VITTORIA DA RICORDARE!

Category: Italia storia e dintorni,Veneto e dintornigiorgio @ 13:09

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“NAVI DI LEGNO CON EQUIPAGGI DI FERRO CONTRO NAVI DI FERRO CON EQUIPAGGI DI LEGNO”

 

Lissa isola nel mare Adriatico è la più lontana dalla costa dalmata, conosciuta nell’antichità come Issa, più volte citata dai geografi greci.
Fu base navale della Repubblica Veneta fino al 1797.

 

Il “fatal 1866″ iniziò politicamente a Berlino con la firma del patto d’Alleanza fra l’Italia e la Prussia l’otto di aprile.
Il 16 giugno scoppiò la guerra fra Prussia e Austria e il 20 giugno con il proclama del re l’Italia dichiarò guerra all’Austria; la baldanza degli italiani fu però prontamente smorzata poche ore dopo (24 giugno) a Custoza ove l’esercito tricolore fu sconfitto dall’esercito asburgico (nel quale militavano i soldati veneti). Fra il 16 e il 28 giugno le armate prussiane invasero l’Hannover, la Sassonia e l’Assia ed il 3 luglio ci fu la vittoria dei prussiani a Sadowa. Due giorni dopo l’impero asburgico decise di cedere il Veneto alla Francia (con il tacito accordo che fosse poi dato ai Savoia) pur di concludere un armistizio. In Italia furono però contrari a tale proposta che umiliava le forze armate italiane e, viste le penose condizioni dell’esercito dopo la batosta di Custoza, puntarono sulla marina per riportare una vittoria sul nemico che consentisse loro di chiudere onorevolmente (una volta tanto) una guerra.
Gli italiani non potevano certo pensare di trovare sul loro cammino i Veneti, ossatura della marina austriaca.

 

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Apr 26 2013

IL 25 APRILE NON È UNA DATA CONDIVISA PERCHÉ È UN FALSO

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Nelle Venetie cresce la contestazione rispetto alla data del 25 aprile quale data di festeggiamento della “liberazione”.

Personalmente sono già diversi anni che lamento il fatto che la data copre la festa nazionale del popolo veneto, e che la cosa sembra proprio studiata per cancellare questa fondamentale data identitaria nazionale (veneta).

E bisognerebbe sapere che molte città venete furono liberate soltanto diversi giorni dopo. Trieste e Udine subirono la occupazione Titine e le Foibe. Altre città venete come Pola e Fiume e non furono nemmeno mai più liberate dall’occupazione.

Ci sono dunque elementi storici oggettivi che ci dimostrano la falsità ideologica di questa festa.

Invito il lettore ad una rivoluzionaria riflessione sul valore reale della “liberazione”, dimostrata da tutti gli elementi storici e giuridici che indico sotto e che annullano il senso della festa per i veneti.

Oggi i vincitori raccontano la loro storia come loro piace, ma se andiamo a verificare chi c’era al governo italiano di allora, scopriamo che c’era quello golpista nato l’8 settembre per “prendere i poteri costituzionali dello Stato”, ossia il fronte costituito da Popolari, Liberari, Comunisti e Repubblicani. Rispetto all’ordinamento vigente questi erano sovversivi e miravano a instaurare con la forza e contro il popolo un ordinamento diverso.

Ci sono riusciti, ma non sappiamo cosa volesse il popolo visto che quasi tutta la Venetia non venne chiama al voto Referendario del 1946, compresa Udine, Pordenone, Bolzano ecc, l’Istria e la Damatia.

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Apr 25 2013

IL 25 APRILE LA BANDIERA DI SAN MARCO SIA DOVUNQUE

Category: Autonomie Indipendenze,Veneto e dintornigiorgio @ 00:01

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Da sempre  nei territori della Serenissima Repubblica Veneta il  25 aprile si onora e si festeggia  San Marco, emblema religioso e politico della Repubblica Veneta fino al 1797,  bandiera e simbolo del popolo veneto. E non a caso uno dei primi provvedimenti degli invasori francesi  fu proprio quello di sospendere la festa di San Marco e di condannare a morte chi osasse gridare “Viva San Marco!”;  ma nonostante l’accanimento e la brutalità di Napoleone e dei suoi collaborazionisti italiani, ancor oggi nell’intero Commonwealth della Serenissima  decine e decine sono le iniziative per ricordare e festeggiare San Marco: dal festoso ritrovo  in piazza San Marco a Venezia, alla rogazione di Piemonte d’Istria.

E’ fondamentale riappropriarci della nostra identità, delle nostre feste, riscoprire l’orgoglio di sentirsi veneti e di sventolare gioiosamente la nostra bandiera, di esporla dalle nostre case: è l’unico modo per sconfiggere, o perlomeno attenuare gli effetti perversi di quella globalizzazione che sta mortificando culture, civiltà, lingue, costumi, identità diverse ma proprio per questo  degne di essere rispettate, tutelate e valorizzate.

Il tutto in un’ottica europea affinché l’Europa dei banchieri diventi l’Europa dei popoli e delle regioni; un’Europa in grado si svolgere quel ruolo che la storia le assegna, ma  che sventuratamente non riesce a interpretare.   Un’ Europa che veda protagonisti bavaresi e catalani, scozzesi e tirolesi, bretoni e sardi, ma anche noi veneti.

Viva San Marco!

 

Fonte: srs di ETTORE BEGGIATO, da L’Indipendenza del  24 aprile 2013-04-23

Link: http://www.lindipendenza.com/sanmarco-beggiato-festa-popoli/

 

 


Apr 24 2013

IL SUO FUTURO È FUORI DALL’ITALIA

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VENETO.

Ho 38 anni, sono un imprenditore e ho famiglia.

E l’Italia per me è morta.

Uccisa da una classe politica che ha trasformato la democrazia in oligarchia.

Uccisa da una generazione che ha divorato l’avvenire dei propri figli, costretti a scegliere tra l’emigrazione o a contratti umilianti e con pensioni ridicole.

Uccisa dai troppi che vivono grazie ad uno Stato che spreme, senza alcun ritegno, i sempre più pochi che producono ricchezza.

Uccisa da una popolazione apatica i cui unici sussulti di orgoglio li trova nei campi di calcio.

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Apr 22 2013

SE N’È ANDATO ATTILIO BENETTI IL PATRIARCA DELLA LESSINIA

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Attilio Benetti ” el Tilio”  davanti al Museo geopaleontologico di Camposilvano, la sua «creatura»

 

VELO VERONESE. È morto alla soglia dei 90 anni: “el Tilio” non aveva mai smesso di studiare e di scrivere.  Memoria storica dell´altopiano e autorità riconosciuta nel mondo della paleontologia si è spento nella sua casa di Camposilvano. È stato anche pioniere della speleologia. Martedì 23 aprile  il funerale.

Si è fermato quasi alla soglia dei novant´anni, il cuore forte e indomito di Attilio Benetti, il patriarca della Lessinia, l´uomo, prima ancora che il ricercatore e lo studioso, che meglio l´ha rappresentata negli ultimi decenni e sicuramente più di tutti l´ha amata. Il funerale sarà celebrato martedì 23 nella chiesa parrocchiale di Velo, alle 15.30.

Ricoverato nel reparto di lungodegenza dell´ospedale di Marzana per i postumi di una frattura al femore che dallo scorso ottobre lo costringeva su una sedia a rotelle, aveva voluto tornare a casa sua, a Camposilvano, perché non si rassegnava a stare «a guardare i muri», come ci aveva confidato lo scorso gennaio durante una visita; non poteva stare senza i suoi fossili e il suo computer zeppo di schede e ricerche. «Ho ancora tanto lavoro da fare, ci sono delle scoperte nuove di cui devo scrivere. Ho bisogno ancora di tempo per studiare», ci aveva ripetuto raccomandando di tornare a trovarlo perché c´erano cose di cui non poteva tacere.

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Mar 01 2013

1 MARZO 2013, BON DÌ E BON ANO: BUON CAPODANNO VENETO

Category: Chiesa Cattolica,Popoli e nazioni,Veneto e dintornigiorgio @ 00:21

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“Bon dì e Bon Ano”: quando la Madonna parlò in lingua veneta

 

Per chi non lo sapesse, durante il lungo periodo di prosperità della Repubblica Serenissima, il capodanno si celebrava il 1° di marzo, una consuetudine rimasta in vita fino all’invasione francese della terra veneta nel 1797 e tornata a rivivere oggi, in Veneto, grazie alla passione e all’impegno di molte associazioni culturali.

Una delle più significative testimonianze del Capodanno Veneto ci arriva non da qualche storico o amante della cultura veneta, ma da documenti ecclesiastici, narranti la vicenda accaduta al trevigiano Giovanni Cigana.

Giovanni era un contadino della Marca Trevigiana, più precisamente di Motta di Livenza e la vicenda di cui parliamo accadde il 9 marzo 1510. Uomo stimato e ben conosciuto nella zona, Giovanni all’epoca aveva 79 anni, “forte e robusto, padre di sei figli, cristiano tutto d’un pezzo” come lo ricordano le cronache del tempo.

capitello

Quella mattina Giovanni si era fermato come di consuetudine a pregare nei pressi del “capitello della Madonna” – così chiamato dalla popolazione locale – benché avesse una gran fretta: doveva recarsi infatti a Redivole, per chiedere ad un suo conoscente, tale Luigi Facchini, di venire ad arare e seminare legumi in un suo terreno. Finite le preghiere, Giovanni si alzò e si girò per proseguire il suo cammino.
Ma… meraviglia! Vicino alla strada vide una giovane di circa dodici anni, seduta a terra e con le mani sopra le ginocchia. Indossava vesti candide e sfavillanti – come ricordò Giovanni – anche il volto era candido e roseo.
Davanti a questa visione Giovanni non si scompose, anzi si avvicinò e salutò la giovane nella nostra lingua: “Dio ve dia el bon dì”. La misteriosa Fanciulla rispose al saluto anch’ella in veneto: “Bon dì e Bon Ano, homo da ben”.

A quel tempo Motta faceva parte della Repubblica Veneta e l’anno nuovo era iniziato da pochi giorni.
Il colloquio fra i due assunse toni sempre più familiari, fino a quando Giovanni si accorse che era al cospetto della Beata Vergine e, preso da profonda venerazione, si gettò in ginocchio davanti a Lei.

Dopo appena due mesi fu istituito il processo canonico che verificò l’autenticità della visione. In seguito all’episodio, quella fanciulla divenne la Madonna dei Miracoli e sul luogo dell’apparizione fu eretto un santuario, ancor’oggi visitabile.
L’apparizione del 9 marzo 1510 non fu solo un evento di grande importanza da un punto di vista religioso, ma anche una preziosa testimonianza di cultura e identità veneta.

 

A proposito, fra qualche giorno sarà il 1° Marzo 2012… a tutti “Bon dì e Bon Ano”!

 

Fonte: srs di Davide Guiotto, da Il Mattino di Padova  del 27 febbraio 2012

Link: http://guiotto-padova.blogautore.repubblica.it/2012/02/27/bon-di-e-bon-ano-quando-la-madonna-parlo-in-lingua-veneta/comment-page-1/

 


Feb 28 2013

CARI VENETI, DOMANI È TEMPO DI FESTEGGIARE IL CAPODANNO

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Il primo marzo è sempre stato considerato nella storia della Repubblica Veneta il capodanno veneto;  nei documenti e nei libri di storia si trovano le date relative ai mesi di gennaio e febbraio seguite da “more veneto” per sottolineare questa peculiarità veneta: incominciando l’anno veneto il primo di marzo, gennaio e febbraio erano gli ultimi mesi dell’anno passato (si veda, come esempio, la data del comunicato).

Il capodanno veneto originariamente era stato fissato al 25 marzo, giorno della fondazione di Venezia (421),  per i credenti giorno dell’annunciazione del Signore,  e, secondo una leggenda greca, giorno della creazione del mondo; in un secondo tempo fu anticipato al primo marzo per comodità di calcolo. Emblematico quanto successe il 9 marzo 1510 nel luogo ove adesso sorge il Santuario della Madonna dei Miracoli a Motta di Livenza (Tv), la Madonna apparve a un contadino del posto e gli disse “Bon dì e bon ano!”

Un altro tassello della nostra storia e della nostra identità che è andato perso e del quale dobbiamo riappropriarci, anche per onorare il Serenissimo Bepin Segato che più di ogni altro si era impegnato per riproporre questa festa.

Recentemente  è stato festeggiato in diverse città venete  il capodanno cinese (è l’anno del serpente); l’ 11 febbraio gli amici tibetani hanno festeggiato il loro capodanno (Losar) e per tutti noi è stato un momento per ribadire la nostra solidarietà alla  nazione del Tibet  vergognosamente calpestata dalla Cina;  non parliamo poi delle ricorrenze e delle celebrazioni  di altri popoli, di altre religioni  (si pensi solo al Ramadan).

E allora un bel “Viva San Marco”  per festeggiare l’arrivo del nuovo anno veneto.

 

 

Fonte: srs di di ETTORE BEGGIATO, da L’indipendenza del 28 febbraio 2013

Link: http://www.lindipendenza.com/cari-veneti-domani-e-tempo-di-festeggiare-il-capodanno/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=cari-veneti-domani-e-tempo-di-festeggiare-il-capodanno

 


Set 10 2012

ECCO CHI ATTENTA ALLO STATO ITALIANO! DICIOTTO AVVISI DI GARANZIA PER GLI ADERENTI AL “MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DEL POPOLO VENETO”

Dopo i Serenissimi ecco un’altro pericolo Mortale per lo stato italiano evidentemente. Non le banche di rapina, non le multinazionali della chimica e della medicina, non i politici al servizio di altri Stati, non chi acquista armamenti per miliardi per prepararci alla guerra, non chi con fittizi e incomprensibili prodotti finanziari ha gabbato e defraudato mezza Italia, comuni e province in primis, non la mafia dei giochi d’azzardo, non la mafia dei porno locali gestiti dagli albanesi!

NO.  I NEMICI DELL’ITALIA SONO I VENETISTI!

Il reato? Considerarsi una Comunità, un popolo con caratteristiche comuni.

Questo è troppo e la globalizzazione imperante non lo tollera. Questo atto, se ce n’era bisogno, evidenzia le fazioni in lotta al di la dei discorsi ebeti dei camerieri della politica  e sono:  Comunità locale contro i Mondialisti della  globalizzazione, che in Italia hanno sigle strane PR, PD, RC, PDL e tutti gli altri, con le loro armi finanziarie di distruzione di massa e quelle mediatiche di disintegrazione delle menti. Con buona pace dei leghisti salottieri. A quando un’Italia dei forconi riuniti?

NdR

 

Fonte: da STAMPA LIBERA 8 settembre  2012

Link: http://www.stampalibera.com/?p=51771

 

Vedemo cos’ è capità

 

AVVISO E MONITO AL CAPO DELLO STATO STRANIERO ITALIANO… IL VENETO NON XE LA TO ITALIA, OCIO!!! –  (2012.09.03)

AL CAPO DELLO STATO STRANIERO ITALIANO
GIORGIO NAPOLITANO

e p.c.

– O.N.U. – DIRECTOR GENERAL

– ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE

– AL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELLE NAZIONI UNITE

 

Oggetto: AVVISO E MONITO.

E’ notizia di questi giorni di come la s.v. abbia programmato per il giorno di mercoledì 5 settembre prossimo venturo un suo arrivo – peraltro non gradito – nel Territorio di questa Repubblica Veneta, per l’esattezza nella città di Venezia e quindi nella città di Mestre, ove sarebbe sua intenzione tenere un discorso allo stato straniero occupante razzista e colonialista italiano da lei rappresentato.

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Set 03 2012

INTERVISTA ALL’ANTICICLONE SUBTROPICALE AFRICANO, ALTRIMENTI CONOSCIUTO COME IL CAMMELLO

INTERVISTE IMPOSSIBILI:  A TU PER TU CON IL CAMMELLO

 

È ormai certo che l’anticiclone subtropicale africano, conosciuto anche con il nomignolo di “Cammello“, abbia vinto il premio meteo “Estate 2012”. Le motivazioni ufficiali del premio sono queste: “Grazie a un lavoro indefesso, a una dedizione assoluta, a una pertinacia senza rivali, il signor Cammello è riuscito a dominare quasi ininterrottamente lo scenario barico italiano nel corso del trimestre estivo dell’anno 2012“. La consegna del premio, un ritratto del Cammello che campeggia sul Nord-Africa, riprodotto qui a fianco, è affidato all’equipe del Meteo Giornale. I nostri eroi, quindi, partono stavolta alla ricerca dell’Africano.

La troupe del Meteo Giornale ridiscende tutta la penisola italiana e arrivata in Sicilia si imbarca alla volta delle coste algerine. Il viaggio scorre via tranquillamente e piacevolmente. Giunti in Africa, noleggiano un fuoristrada e si dirigono verso il deserto. Hanno percorso poche decine di km, quando la grande mole del Cammello appare all’orizzonte. Il gigante si muove lentamente e con indolenza osserva il suo regno. Alla vista del fuoristrada non può frenare un enorme sbadiglio che ha l’effetto di scatenare un’invasione di aria sahariana sul Mediterraneo.

Spaventati da tale incredibile prova di potenza, l’equipe scende prudentemente dall’auto e inizia ad apprestare la strumentazione per realizzare l’intervista e la consegna del premio. Il Cammello continua a sbadigliare e a osservare pigramente i piccoli uomini indaffarati. Andrea, l’intervistatore, dopo aver provato il microfono, si rivolge con tali parole al gigante:

 

– È davvero un grande piacere per tutti noi ritrovarLa così in forma, signor Cammello. Siamo giunti sino a Lei per consegnarLe il nuovo premio “Estate 2012”. E si tratta del secondo in pochi anni, dopo quello che vinse nel 2003.
Il Cammello si inumidisce un poco le labbra con la lingua immane, scatenando una tempesta di ghibli, abbassa un poco la testa verso il piccolo uomo e così risponde:

– Mi me piase proprio questa cosa. Son contento di aver vinto ancora, ciò.

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Giu 12 2012

POCHI VENETI SANNO CHE…

Category: Veneto e dintornigiorgio @ 00:35

Venezia Palazzo Ducale

 

Pochi Veneti sanno che… come civiltà la loro è  più antica di quella romana (Combatterono a fianco dei Troiani contro i Greci – descritti  nell’Iliade – “Roma” e gli “Etruschi” all’epoca non esistevano) .

Pochi Veneti sanno che… il famoso  Villaggio della Bretagna che i Romani non riuscivano a conquistare, era un villaggio Veneto (Giulio  Cesare – De bello gallico libro II).

Pochi Veneti sanno che… a scrivere la storia di Roma fu un  Veneto, Tito Livio.

Pochi Veneti sanno che… la vittoria dei Romani contro Annibale fu per merito  dei soldati Veneti.

Pochi Veneti sanno che… i Veneti hanno salvato Roma per ben tre volte – due  volte contro i galli e la terza nella loro guerra civile

Pochi Veneti sanno che… che la prima nave  con i cannoni ai lati (Galeazza) fu una loro invenzione.

Pochi Veneti sanno che… che il simbolo “@”  fu inventato da loro nel XI° secolo per questioni commerciali.

Pochi Veneti sanno che… che a Treviso si trova il testo più antico al mondo di algebra, “l’Abaco”.

Pochi Veneti sanno che… il  gioco del calcio veniva praticato nel territorio della Serenissima già dal XV° secolo e che esisteva  un vero e proprio campionato.

Pochi Veneti sanno che… il gioco del Tennis Veniva praticato nel  territorio della Serenissima già dal XV° secolo.

Pochi Veneti sanno che… i fratelli Zeno scoprirono  l’America prima di Colombo, e che quest’ultimo arrivò in America grazie ad una copia di mappe Venete.

Pochi Veneti sanno che… Elena Cornaro nasce nel 1646 e fu’  la prima donna laureata al Mondo.

Pochi Veneti sanno che… Il canale di Suez fu progettato da loro nel XVII° secolo.

Pochi  Veneti sanno che… la costituzione e la giustizia USA hanno copiato le leggi della Serenissima –  Benjamin Franklin si intrattenne a Venezia per quasi un anno.

Pochi Veneti sanno che… il primo  orologio a ingranaggi fu fatto a Padova.

Pochi Veneti sanno che… Salieri è Veneto.

Pochi Veneti  sanno che… il pianoforte fu inventato a Vicenza nel XVIII° secolo.

Pochi Veneti sanno che… la  parola più diffusa al modo, “ciao” è Veneta.

Pochi Veneti sanno che… “Schiavoni” erano dei  soldati Dalmati e Istriani a servizio dei Veneti.

Pochi Veneti sanno che… la Repubblica Veneta  esisté per più di 1100 anni .

Pochi Veneti sanno che… l’Istria e la Dalmazia sono Venete, no italiane.

Pochi Veneti sanno che… Cipro si chiamava Famagosta, ed era Veneta.

Pochi Veneti   sanno che… Pietroburgo fu fatta da due architetti Veneti.

Pochi Veneti sanno che… nel 1866  diventarono italiani con l’imbroglio del referendum farsa.

Pochi Veneti sanno che… nel Congresso   di Vienna del 1815 furono svenduti all’Austria.

Pochi Veneti sanno che… che l’inizio dei lori mali  fu la nascita del nano corso chiamato Napoleone Bonaparte.

Pochi Veneti sanno che… che il primo  stato al mondo ad abolire la schiavitù, ufficialmente, fu la Serenissima nel XVI° secolo.

Pochi  Veneti sanno che… la storia del  “Fornaretto di Venezia” fu una balla inventata dai Francesi nel  1797 per giustificare la guerra contro la Repubblica Veneta.

Pochi Veneti sanno che… Galileo  Galilei per scappare all’inquisizione si rifugiò in Veneto.

Pochi Veneti sanno che… il Santo  patrono è San Marco.

Pochi Veneti sanno che… la parola Veneto, vuol dire popolo mite.

Pochi  Veneti sanno che… più grandi artisti del Barocco e Rinascimento erano Veneti. (Tiziano, Palma il   Vecchio, Giorgione, Canaletto, Tintoretto, Bellini, Mantegna, Veronese, ci vuole un libro per  elencarli tutti)

Pochi Veneti sanno che… le campane suonano a mezzogiorno per la vittoria dei  Veneti contro i Turchi nella battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571, dove si fermò l’avanzata   islamica verso l’Europa.

Pochi Veneti sanno che… il famoso “Galateo” fu scritto nell’abbazia di  San Eustachio del Montello a Treviso.

Pochi Veneti sanno che… hanno una vera cultura millenaria.

 


Giu 11 2012

SEI VENETO SE…

Category: Monade satira e rattatuje,Veneto e dintornigiorgio @ 00:01

 

Sei veneto se… almeno uno dei tuoi parenti vota ‘lega nord;

Sei veneto se… usi la bestemmia come punteggiatura;

Sei veneto se… almeno una volta sei stato in gita con la scuola o con la famiglia a Venezia;

Sei veneto se… lo spritz (spriss! ) lo berresti mattino, pomeriggio e sera;

Sei veneto se… hai problemi con le preposizioni (sono ‘da’ Bassano invece che sono ‘di’ Bassano, abita ‘sul’ condominio di mia sorella invece che abita ‘nel’ condominio di mia sorella..);

Sei veneto se… tuo nonno ti insegnava che l’ Italia meridionale inizia da sotto il Po;

Sei veneto se… sai cantare ‘sul Piave mormorava’ almeno fino a ‘il Piave mormorò: non passa lo straniero!’;

Sei veneto se… anche in mezzo alla coltre di nebbia più fitta non perdi mai l’orientamento;

Sei veneto se… ti piace il clinton e in qualche modo riesci ad averne un litro anche se non è più in commercio!

Sei veneto se… alle elementari non riuscivi a cogliere le doppie (e anche ora si fa un pò di fatica!)

Sei veneto se….per richiamare l’attenzione di qualsiasi persona dici  ‘Où?’;

Sei veneto se… almeno una volta hai letto sui cavalcavia ‘Veneto stato sovrano’ o ‘Roma ladrona’;

Sei veneto se… la prima vacanza con gli amici l’ hai fatta a Jesolo;

Sei veneto se… tuo papà , tuo nonno o tuo bisnonno era un alpino;

Sei veneto se… sai cos’è  ‘l’ombra longa tour’;

Sei veneto se… il tuo superlativo assoluto preferito è ‘stra’(strabon, strafigo,ecc ecc…);

Sei veneto se… almeno una volta in vita sei stato invitato a mangiare ‘poenta e osei’;

Sei veneto se… la prima volta che ti sei ubriacato avevi 13 anni;

Sei veneto se… la tua lingua madre è il dialetto veneto e l’italiano se lo sai lo sai altrimenti non importa;

Sei veneto se… almeno metà delle persone che conosci ha il cognome che finisce con la lettera ‘N’;

Sei veneto se… la Nardini è l’unica grappa degna di nota;

Sei veneto se… almeno uno dei tuoi parenti o dei tuoi amici è a capo di qualche azienda;

Sei veneto se… sei convinto che ‘crostoli’ sia italiano (in realtà si chiamano chiacchiere! ).

Sei veneto se… ti vien da dir: ” Vien su che te te senti zò”; “Vien dentro che te te scaldi fora; Vien qua, va là; D’in d’on d’elo elo( di dove è lei); A Verona i dise: De ‘ndo élo élo?

 

 


Dic 14 2009

Valeggio sul Mincio di Verona: salvata antica stele romana gettata tra i rifiuti

Category: Veneto e dintornigiorgio @ 09:18

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Da sinistra Sacchetto e Vandelli  (foto Pecora)

Stava per finire triturato un cippo di epoca romana con incisioni.  L’ha salvato Giorgio Vandelli che l’ha visto in un’abitazione.  Trovata in una discarica da un cittadino, Lauro Sacchetto,  che l’ha portata a casa. Poi è stato convinto a consegnarla

Prima era finita in una discarica e stava per essere triturata. Poi un cittadino l’ha presa e l’ha portata a casa. E infine Giorgio Vandelli, ex presidente dell’Archeoclub, è riuscito a farla consegnare al Comune.

È stata recuperata così un’antica stele funeraria romana. Ha raccontato la vicenda lo stesso Vandelli, in occasione della rievocazione storica sull’incontro tra papa Leone Magno ed Attila a Salionze.

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Dic 13 2009

Venezia 1849: così muore la libertà

Category: Veneto e dintornigiorgio @ 01:06

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Daniele Manin proclama la Repubblica di Venezia

Nell’agosto di 160 anni fa la resistenza all’assedio degli  austriaci tra colera, carestia e bombardamenti. Il leader Daniele Manin fu costretto a prendere la via dell’esilio. L’esperienza della rivolta anti-asburgica dimostrò la straordinaria tempra della popolazione, che affrontò da sola la  schiacciante superiorità militare  dell’Impero, arrendendosi con onore.

A 160 anni di distanza, l’eroica resistenza di Venezia contro gli austriaci simboleggia ancora la mai sopita voglia di libertà e indipendenza dei veneti,  che ancora a metà Ottocento non si rassegnavano alla caduta della millenaria  Repubblica Serenissima avvenuta nel 1797.

Viva Venezia! L’ira nemica la sua resuscita virtude antica, ma il morbo infuria, il pan le manca, sul ponte sventola bandiera bianca”, recitano le celebri strofe che il poeta Arnaldo Fusinato dedicò al terribile assedio sopportato nell’estate del 1849 dalla città lagunare.

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Dic 04 2009

Perasto-Dalmazia-23 agosto 1797: Discorso del Capitano Giuseppe Viscovisch

Category: Veneto e dintornigiorgio @ 09:12

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Il Bacio di Perasto al Gonfalone di San Marco, in un quadro di Giuseppe Lallich

Ti con  Nu,  Nu con Ti

Il 12 maggio 1797 tramontava la Repubblica Veneta; in diverse zone, però, le popolazioni continuarono a rimanere fedeli alla Repubblica anche nelle settimane, nei mesi successivi.  E’ il caso di Perasto, località sulle bocche di Cattaro (Dalmazia, ora Montenegro), che solo il 23 agosto 1797,  ammainò la Veneta bandiera del Leone di San Marco.

Premessa

Nel 1368, durante un terribile assedio, i Perastini offrirono spontaneamente il loro aiuto alla flotta Veneziana, così Perasto ebbe il privilegio di essere nominata dal governo della Repubblica di Venezia “FEDELISSIMA GONFALONIERA”, e tale privilegio venne mantenuto fino alla fina della Repubblica. Il privilegio consisteva nel conservare, in tempo di pace, il Vessillo di guerra della flotta Veneta nella casa del Capitano di Perasto mentre, in tempo di guerra, quando il gonfalone veniva issato sulla nave ammiraglia del “Capitano Generale da Mar” dell’armata navale Veneta, i Perastini ne erano suoi straordinari difensori.

Per tale scopo il Consiglio degli Anziani della Comunità di Perasto eleggeva ogni anno 12 Perastini, scelti fra i più valorosi e possenti, che, armati di sciabola, giuravano di morire piuttosto di permettere che la gloriosa bandiera subisse il disonore di cadere in mano nemiche.

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