Dic 16 2014

IL GIORNALISMO COME MERETRICIO

Category: Media e informazione,Monolandiagiorgio @ 01:26

 

giornalismo

 

 

Il giornalismo è da sempre un’ancella di chi comanda. Governino i gobbi o gli storpi, i ladri o i farabutti, come scriverebbe Balzac, questi saranno inevitabilmente bellissimi e moralmente irreprensibili sulle colonne dei giornali. Ovviamente, a patto che occupino posizioni di rilievo nei consigli d’amministrazione delle testate o nella scala gerarchica della società. La verità costa cara ed è un investimento che non tutti possono permettersi nei nostri sistemi democratici e capitalisti. La verità come proprietà privata, anche se con sovvenzionamenti pubblici. La verità è un prodotto come un altro e c’è chi la produce e chi la consuma senza preoccuparsi troppo del suo sapore, l’importante è che sia appetibile perchè ben confezionata. Per questo non siamo mai sorpresi dalla maniera in cui i fogliacci ci raccontano la realtà, o meglio non siamo meravigliati dalle svariate modalità alle quali ricorrono per fabbricare gli eventi, a loro uso ed abuso, imprimendo sui loro resoconti il marchio di garanzia della “loro” verità.

 

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Dic 15 2014

GLI STATI TOTALITARI ODIANO I “PARADISI FISCALI”

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di ENRICO ANDRIAN

 

“Paradiso fiscale”, o meglio, “rifugio fiscale” (visto che il termine originale inglese è “tax haven”, non “tax heaven”, ma come è noto gli italiani e le lingue straniere non vanno d’accordo) è uno Stato che garantisce un prelievo fiscale basso in termini di imposta sul reddito, addirittura nullo sui depositi bancari.

 

In questi paesi si riscontra un regime di imposizione fiscale molto basso o assente, che rende conveniente stabilire in questi Paesi la sede di un’impresa, oppure regole particolarmente rigide sul segreto bancario, che consentono di compiere transazioni coperte, non controllabili dalle autorità di paesi stranieri.

 

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Dic 14 2014

VOLANTINO SHOC DI MARE NOSTRUM DIFFUSO IN NORDAFRICA

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Questa sconvolgente immagine ce l’ha inviata un nostro lettore che viaggia spesso in Nordafrica come dipendente di una nota società petrolifera.

 

Proviene da una città portuale libica. A detta del lettore, che ci ha inviato in passato altre interessanti informazioni, questo tipo di volantino viene distribuito da alcune ONG nei rifugi preparati dalle organizzazioni criminali  per i clandestini sub-sahariani in attesa di partire.

Questo è in Arabo. E’ sciupato dal sole e fotografato dal lettore con un cellulare, ma è abbastanza leggibile.

 

Le due linee di scrittura invitano i clandestini a ‘non rischiare’ e a ‘telefonare al numero’.

 

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Dic 14 2014

LA FESTA VERONESE DI SANTA LUCIA: LA FANTASTICA NOTTE DEL 13 DICEMBRE TRADIZIONE VERONESE DEL TREDICESIMO SECOLO

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I banchetti  di Piazza Bra

 

 

I doni di Santa Lucia. Tradizione veronese del tredicesimo secolo

 

Singolari coincidenze quali il culto assai diffuso, simbologia della luce, 13 dicembre antico solstizio ed usanze precristiane ad esso legate, favorirono il nascere, fin da epoche antiche, di numerose e diversificate tradizioni popolari intorno alla figura di Santa Lucia, molte delle quali sopravvivono ancor oggi con inalterata genuinità.

 

Il detto popolare “Santa Lucia il giorno più corto che ci sia” o meglio “… la notte più lunga che ci sia” ha origine antica e si riferisce al calendario giuliano che con numerosi adattamenti fu utilizzato fino alla fine del ‘500, quando venne sostituito da quello gregoriano.  

 

Il 13 dicembre coincideva anticamente con il solstizio d’inverno, momento in cui, in epoca precristiana, la gente si scambiava doni augurali in vista della nuova stagione.

 

La notte tra il 12 e il 13 dicembre era la più lunga dell’anno. Ma dal mattino del 13, festa di Santa Lucia, il sole riprendeva a splendere di più: in maniera quasi impercettibile all’inizio (a Santa Lussia na’ ponta de ùcia), ma sempre un po’ di più passando i giorni (da Santa Lussia a Nadal on passo de gal). Anche il nome Lucia, singolare coincidenza, è collegato alla promessa di giorni  più chiari, di nuova luce fisica e spirituale.

 

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Dic 11 2014

STRAGE USTICA, IL SUPERTESTIMONE NELLA SALA OPERATIVA: “ECCO COSA SUCCESSE CON IL MIG LIBICO, I DUE MIRAGE E IL TOMCAT”

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“Fu all’inizio degli anni Ottanta. Una domenica in cui giocava l’Italia. Partii da Roma armato, con una scorta armata, e questo documento classificato segretissimo nella cartella. Una relazione completa sulla strage di Ustica che doveva essere controfirmata dal ministro della Difesa Giovanni Spadolini e trasmessa urgentemente al presidente del Consiglio Bettino Craxi. Arrivai alla stazione di Santa Maria Novella a Firenze, da lì una gazzella dei carabinieri mi portò nella sua residenza a Pian dei Giullari. Spadolini mi ricevette in biblioteca, indossava una vestaglia da camera rossa. Mi conosceva bene, lavoravo già da qualche anno nella sua segretaria particolare, mi chiamava per nome. Gli consegnai il documento. Lui si sedette, cominciò a leggere. Erano sette o otto pagine: il resoconto dettagliato di ciò che era accaduto quella sera, con allegate alcune carte del Sismi, il servizio segreto militare. Si parlava di due Mirage, di un Tomcat, si parlava del Mig. Mi resi subito conto che quello che c’era scritto non gli piaceva, scuoteva la testa. Finché a un certo punto sbattè un pugno sulla scrivania. Era infuriato. Ricordati, Giuseppe – mi disse – non c’è cosa più schifosa di quando i generali si mettono a fare i politici. Ma alla fine, controvoglia, firmò”.

 

Il maresciallo Giuseppe Dioguardi oggi ha 53 anni, ha prestato servizio in Aeronautica fino al 2008. Alla scadenza del suo nullaosta di segretezza, il Cosmic, che è il livello più alto, è stato ascoltato da Maria Monteleone ed Erminio Amelio, i due magistrati della Procura di Roma che indagano sulla strage di Ustica. Parte dell’interrogatorio è ancora secretato, ma il maresciallo ha accettato lo stesso di raccontare quello che sa. E sa molto. Nei 33 anni che ha trascorso nell’arma azzurra e alla Difesa, in posizioni di estrema responsabilità e delicatezza, un filo rosso lo ha tenuto sempre agganciato, spesso da supertestimone, a questa storia. Fin da quella sera del 27 giugno 1980, quando si trovò nella sala operativa della Prima regione aerea a Milano. Esattamente negli istanti in cui il DC9 Itavia veniva abbattuto nel cielo di Ustica.

 

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Dic 10 2014

MUSSOLINI, LO STORICO PETACCO SUL BLOG DI GRILLO: “NON FECE UCCIDERE MATTEOTTI, FU UN COMPLOTTO CONTRO BENITO”

Category: Società e politica,Storia moderna e revisionismogiorgio @ 00:40

 

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Mussolini – Matteotti 

 

 

 

Mussolini è estraneo al delitto Matteotti“: a novant’anni dal delitto dello statista socialista, lo storico Arrigo Petacco, sul blog di Beppe Grillo, lancia nuove teorie sull’omicidio avvenuto nel 1924, che portò alla famosa “secessione sull’Aventino” e di cui Mussolini si professò responsabile il 3 gennaio dell’anno successivo, con un famoso discorso in Parlamento.

 

La ricostruzione dei fatti

“Il fatto è questo”, spiega Petacco: “Quel 10 giugno, Matteotti passeggia sul lungo Tevere, e all’improvviso arriva una macchina, una Lancia con tanto di targa che il portiere si affretta anche a registrare. Scendono giù 4 manigoldi, squadristi e lo caricano in macchina, non gli sparano, non lo ammazzano, lo caricano in macchina. Evidentemente è solo un rapimento, solo che durante il tragitto in macchina, il Matteotti cacciato addirittura a forza sotto il seggiolino posteriore della macchina, scalcia: era un uomo forte robusto e coraggioso, scalcia, smadonna, addirittura morde i polpacci di quelli che gli stanno seduti sopra, e alla fine uno dei quattro, con una mano, trova sotto il lunotto posteriore una lima arrugginita e con quella colpisce alla testa Matteotti e lo uccide“. Questa la ricostruzione del delitto: e Mussolini? “Il Duce, in quel periodo, voleva agganciare la parte morbida del socialismo, in molti erano già d’accordo con lui a entrare nel governo, solo che la lotta era tra gli estremisti fascisti e gli estremisti socialisti“.

 

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Dic 09 2014

LA STAGIONE IN CUI NASCIAMO INFLUISCE SUL NOSTRO UMORE DA ADULTI

Category: Natura e scienzagiorgio @ 20:40

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Altro che astrologia! Di tanto in tanto ci si mette anche la scienza a cercare corrispondenze tra i periodi in cui si nasce e le probabilità di sviluppare precisi tratti caratteriali. L’ultima ricerca sull’argomento ha visto all’opera alcuni studiosi ungheresi, autori di un lavoro i cui dettagli sono stati illustrati e presentati a Berlino, in occasione della conferenza annuale dell’European College of Neuropsychopharmacology.

 

Meccanismi biochimici

Lo studio ha coinvolto oltre 400 soggetti adulti, dei quali si è messa in relazione la tipologia di personalità con la stagione di nascita. Secondo le osservazioni degli scienziati ne sarebbero emerse delle linee generali di corrispondenza tali da far concludere che realmente il periodo dell’anno in cui si nasce potrebbe influire sul carattere di ciascuno, con un effetto duraturo nel tempo che non si limiterebbe soltanto all’infanzia ma, soprattutto, arriverebbe a condizionare anche l’esistenza degli adulti. Il segreto sarebbe tutto in alcuni neurotrasmettitori, come la serotonina e la dopamina, i quali, notoriamente, svolgono un ruolo fondamentale nelle “questioni d’umore”: il modo in cui però il meccanismo funzionerebbe non è affatto chiaro. Ecco perché saranno necessari probabilmente ulteriori approfondimenti per dare conferme eventuali e spiegazioni più accurate: Xenia Gonda, a capo dello studio, ha spiegato, infatti, che il prossimo passo sarà andare “a caccia” di marcatori genetici che potrebbero essere correlati alla stagione di nascita e ai disturbi dell’umore.

 

Un carattere per ogni stagione

I ricercatori sostengono di aver riscontrato nelle persone nate durante i mesi invernali una scarsa attitudine all’irritabilità. All’opposto, invece, le persone che festeggiano il compleanno d’estate sembrerebbero molto più predisposte a vivere sbalzi d’umore rapidi e frequenti: collegata a tali oscillazioni è, presumibilmente, anche la tendenza ad avere un temperamento eccessivamente positivo, riscontrata in maniera elevata tra coloro i quali sono venuti alla luce in estate o in primavera. Tra i nati d’autunno, infine, sarebbe stata evidenziata una minore probabilità di andare incontro alla depressione.

 

Insomma, se l’idea dello zodiaco non vi ha mai convinto, o se avete faticato a trovare delle corrispondenze tra il vostro segno e la vostra personalità, ecco uno studio che potrebbe aiutarvi a chiarirvi le idee. E, nel caso, ad “incolpare” qualcuno delle vostre intemperanze: anziché dire «ho la Luna storta», questa volta potrete cavarvela con un bel «sono nato ad agosto».

 

 

Fonte: visto su scienze fanpage del 20 ottobre 2014

Link: http://scienze.fanpage.it/la-stagione-in-cui-nasciamo-influisce-sul-nostro-umore-da-adulti/

Link: http://scienze.fanpage.it

 

 


Dic 09 2014

QUANDO MIGLIO DISSE: VENETI, FATE IN FRETTA

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Gianfranco Miglio

 

 

di ETTORE BEGGIATO e GIANFRANCO MIGLIO

 

Il 5 febbraio 1999 il gruppo “Liga Veneta Repubblica” in Consiglio Regionale del Veneto organizzava a Padova un memorabile convegno intitolato “Veneto: un popolo sovrano verso l’Europa”, con la partecipazioni di prestigiosi studiosi, dal prof. Miglio al prof. Mario Bertolissi, dall’avv. Ivone Cacciavillani al prof. Renzo Gubert, allora senatore; il convegno fu poi nobilitato da tre straordinarie relazioni incentrate sulla Catalunya e sulla Sozia tenute dal prof. Ferran Requejo dell’Università Pompeo Fabra di Barcellona, da Josep Camps di “Convergencia Democratica di Catalunia e da Donald Henderson dello “European Affairs Division dello Scottish Office” di Edimburgo. Francesco Jori riuscì, da par suo, a mettere insieme il tutto, intervallando sapientemente anche gli interventi di  Comencini, Foggiato, Morosin e il mio.Fu una giornata di un’intensità straordinaria e lo può confermare chi  partecipò all’Hotel Sheraton all’evento; ma in particolare vorrei riproporre l’intervento del prof. Miglio, per certi versi profetico,direi, in particolare quando sottolineava con forza: “Ma fate più in fretta possibile, o Veneti, perché questo Stato italiano sta avvicinandosi al suo momento critico.”

 

Eravamo nel 1999….

 

 

IL PROGETTO DI UNA CARTA COSTITUZIONALE VENETA ADOTTATA IN ESERCIZIO PRECOSTITUZIONALE DELLA SOVRANITÀ

 

di Gianfranco MIGLIO:

 

 

Quando ho ricevuto il materiale che gli organizzatori di questo convegno mi hanno mandato, ho fatto un salto sulla mia seggiola, perché ho visto esaltata quest’idea del “Popolo Sovrano”, e allora mi sono detto: “Non pensano a una costituzione federale”, perché voi sapete che la caratteristica di una costituzione federale è che al suo interno nessun potere è sovrano. Poi. leggendo, e ascoltando le belle relazioni di Morosin e di Bertolissi, mi si è chiarito il concetto di “sovranità pre-costituzionale”, che non pregiudica la struttura di una costituzione federale o confederale, e quindi della sovranità “divisa”.

 

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Dic 08 2014

L’ITALIA E GLI ITALIANI? UN SISTEMA CHE DEVE CREPARE, NON CI SONO ALTRE SPERANZE

Category: Monolandia,Società e politicagiorgio @ 00:08

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Di Gianluca Marchi

 

L’Italia deve morire e gli “italiani” crepare con essa. Non parlo in senso fisico (specifichiamolo subito per chi magari non capisce o non vuole capire), ma in senso metaforico.

Non ci sono speranze: questo Paese è malato fin dentro le sue radici e la gente, anche la migliore, ha finito per assuefarsi o ad ammalarsi con esso. Mi spiace dover contraddire l’amico Salvini, secondo il quale l’Italia si salva tutta insieme oppure non ce n’è più per nessuno: no, caro Matteo, questo Stato è marcio e i suoi cittadini (molti di noi compresi) sono marciti con esso. Non abbiamo più anima, abbiamo perso ogni dignità, cerchiamo di sopravvivere italianamente sperando di poterci affidare al solito stellone, che invece è morto e sepolto da tempo. Nutriamo rigurgiti di speranza nel salvatore di turno della patria, ma è solo un modo per continuare a rimandare nel tempo la presa di coscienza di quel che siamo diventati: una cloaca maxima.

 

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Dic 07 2014

SLOGAN FASCISTI

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“Il popolo italiano ha creato col suo sangue l’Impero. Lo feconderà col suo lavoro e lo difenderà contro chiunque con le sue armi.”

Citato  su una abitazione presso la Pieve di Cadellara di Colognola ai Colli, Verona. Tratto dal discorso pronunciato da Benito Mussolini il 9 maggio 1936 dal balcone di Palazzo Venezia a Roma in occasione della proclamazione dell’Impero in Africa Orientale.

 

 

 

Gli slogan fascisti sono uno strumento di propaganda usato dal Fascismo, attribuiti o coniati da Benito Mussolini e scritti sulle facciate delle abitazioni per iniziativa di Achille Starace.

 

 

Abbiamo dei vecchi e dei nuovi conti da regolare: li regoleremo.[1]

 

Alle sanzioni militari risponderemo con misure militari.[2]

 

Anche con l’opera quotidiana, minuta ed oscura si fa grande la Patria.[3]

 

Andremo contro chiunque, di qualunque colore, tentasse di traversarci la strada.[4]

 

A noi![5][6]

 

Ardisco ad ogni impresa. (da Ludovico Ariosto, Orlando furioso, canto XX, ottava LXXI, verso 2)

 

Audace e cauto è di pattuglia. Saldo nella difesa, rapido all’attacco. Tornerai vittorioso alla tua dolce casa.[7]

 

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Dic 07 2014

DIETRO LE QUINTE LIBRARIE: CIÒ CHE NON SVELA UNO SCHIAVO LETTERARIO

Category: Cultura e dintorni,Media e informazionegiorgio @ 00:03

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Non è un segreto che molti libri di famosi autori siano stati scritti da un’intera squadra di scrittori a pagamento, i quali sotto la benedizione di Dumas-padre furono battezzati “nègre littéraire“. La loro professione gli obbliga a celare il proprio nome, ma un fantasma del pennino che si nasconde dietro le iniziali K.V. ha raccontato a La Voce della Russia la propria vita.

 

– Qual è stato l’inizio della Sua carriera come “fantasma” letterario?

– All’epoca mio figlio era piccolo, si ammalava spesso e io non ero compatibile con il lavoro in ufficio. Ero in cerca di un’opportunità di lavoro da casa. Tramite un annuncio trovato sulla Rete ho conosciuto una committente che pensava di scrivere un romanzo. Aveva definito perfino una breve trama, erano stati fatti piccoli abbozzi, ma non aveva sufficiente maestria per dare il tocco finale a tutto quanto. Ci siamo incontrate, ci siamo piaciute e io mi sono messa all’opera. Quando il romanzo era finito, la committente l’ha spedito a una casa editrice e qualche tempo dopo ha firmato un contratto per una serie di romanzi, uniti da movente e atmosfera comuni. E la cosa è andata avanti. Tutti i libri seguenti bisognava inventare di sana pianta.

 

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Dic 06 2014

IMMIGRAZIONE ITALIA ASSEDIATA DAI NUOVI BARBARI

IMMIGRAZIONE ITALIA ASSEDIATA

 

 

La politica degli imperatori che ha fatto entrare promiscuamente chiunque entro i confini romani, buoni e cattivi, civilizzati e barbari, ha determinato la decadenza di Roma e ha creato le premesse perchè i barbari possano comandarci.

 

Il professor Giuseppe Valditara, Ordinario di Diritto Romano e Diritti dell’Antichità presso la Facoltà di Giurisprudenza di Torino, ha scelto le parole pronunciate da Sesto Aurelio Vittore, senatore romano del IV Secolo d.C e nordafricano di origine, come chiusa del suo ultimo libro “L’immigrazione nell’antica Roma: una questione attuale” (e-book, acquistabile su Amazon). Una frase capace di sintetizzare lo stato d’animo di una cospicua fetta di italiani, i quali osservano con preoccupazione la gestione delle politiche immigratorie da parte del Governo nazionale. In particolare nel momento attuale in cui il timore della diffusione dell’ebola fa guardare con sospetto alla mobilità degli extracomunitari verso l’Italia. La Voce della Russia ha deciso di sentire l’opinione del professor Valditara, divenuto recentemente presidente dell’associazione politico-culturale Crescita e Libertà.

 

– Professor Valditara, chi sono i nuovi barbari?

– Sono coloro che non accettano i valori alla base della civiltà occidentale. Penso alla libertà, all’uguaglianza, al rifiuto di ogni forma di discriminazione personale, al rispetto reciproco, particolarmente in termini di diritti.

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Dic 06 2014

DOSSIER DELLE NAZIONI UNITE: GLI IMMIGRATI SERVIRANNO PER SOSTITUIRE I LAVORATORI ITALIANI

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L’INVASIONE

Così gli immigrati occuperanno il Paese

Dossier choc delle Nazioni Unite: serviranno a sostenere l’economia. Fino al 2050 l’Italia dovrà ospitarne 120 milioni. L’Unione Europea 700

 

Nel 2050 un terzo della popolazione italiana sarà composta da immigrati. Stranieri sbarcati nel Belpaese per lavorare e figli e nipoti dei migranti che in questi giorni il Mediterraneo sta rovesciando sulle nostre coste. Nello studio «Replacement Migration: is it a solution to declining and ageing populations?», redatto dal Dipartimento degli Affari sociali ed economici dell’Onu vengono analizzati i movimenti migratori a partire dal 1995 e, attraverso modelli matematici, vengono prospettati diversi scenari che disegnano per l’Italia la “necessità” di far entrare tra i 35.088.000 e i 119.684.000 di immigrati per “rimpiazzare” i lavoratori italiani. Visto che tra 36 anni gli over 65 saranno il 35% della popolazione e presupposto che il tasso di natalità per donna resti fermo a 1,2 bambini (negli Anni Cinquanta la media era 2,3).

 

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Dic 05 2014

IN ANTEPRIMA IL PROBABILE SIMBOLO DELLA NUOVA LEGA SUD

Category: Monade satira e rattatujegiorgio @ 16:18

de IL POLENTONE (informatissimo)

 

Possiamo presentare con un grande scoop in anteprima ai nostri lettori il simbolo elettorale della nuova Lega Sud, che non è stato ancora svelato al pubblico.

 

 

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Fonte: miglioverde.eu


Dic 05 2014

IL NUOVO ORDINE DELL’EUROPA: DISTRUGGERE OGNI DIFFERENZA

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di Ida Magli

 

All’inizio degli anni Novanta le scienze umane sono state fatte sparire dall’orizzonte dell’informazione di massa, semplicemente con il silenzio, non parlandone più.

Dato l’enorme entusiasmo che avevano suscitato nel periodo che va dalla fine della Seconda guerra mondiale fino agli anni Novanta, il fatto che nessuno abbia fatto rilevare questa sparizione sarebbe «strano» se non rappresentasse la conferma che la sparizione è stata voluta.

 

Le cattedre ovviamente sussistono, ma le loro scienze non fanno più notizia. Contemporaneamente sono state eliminate dalle scuole, per ordine dell’Ue, antiche, nobilissime e essenziali discipline come la geografia, la letteratura latina e greca con le lingue corrispondenti, riducendole tutte a fantasmi, innocui brandelli di un sapere inesistente.

 

Perfino la storia, privata di tutti i contributi metodologici di cui l’epoca moderna l’aveva arricchita, sembra diventata un residuo d’altri tempi, impotente a dare agli uomini quella consapevolezza di se stessi che ne è il frutto principale, conquista fondamentale della civiltà europea. Anche questo è stato deciso e messo in atto nel più completo silenzio.

 

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