Dic 05 2014

OLOCAUSTO RUSSO ORTODOSSO

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“Il passato non è mai morto. Non è nemmeno passato “.

William Faulkner, Requiem per una monaca

 

Sono passati un centinaio di anni da quando è stato creato il primo campo di concentramento in Europa (1): in Galizia, destinato ai russi e ai credenti ortodossi.

 

 

Il 4 Settembre 2014 ha segnato il centenario della tragedia dei campi di concentramento di Talerhof [Thalerhof] e Terezin [Theresienstadt], dove decine di migliaia di vittime hanno trovato una morte violenta, martirizzati per la loro fede ortodossa, per il rifiuto di tradire le proprie convinzioni, per il rifiuto di chiamarsi ucraini.

 

L’Anno 2014 – carico di presentimenti e di violenza – coincide in modo molto simbolico con due anniversari tragici della nostra storia; cento anni dall’inizio della prima guerra mondiale, e cento anni da quando il sangue dei martiri è stato versato nei campi di concentramento di Terezin e Talerhof. Sì, il 4 settembre 1914, quando cancelli dell’inferno di Talerhof si sono spalancati, è diventato un giorno di dolore, non solo per i russi ortodossi della Transcarpazia, vittime di una tirannia orribile per mano dei servi del Vaticano, ma per l’intero universo russo nel suo complesso. Non è un puro caso che la prima mega-guerra e il primo campo di concentramento abbiano contaminato contemporaneamente la nostra esistenza, come due corna di Satana: l’improvviso attacco infido che ha portato allo sterminio di creature di Dio su scala inimmaginabile. La guerra e il campo – creati nella stessa fabbrica, con sede negli inferi, sono divenuti i principali strumenti di annientamento della razza umana nell’era industriale.

 

Nel 1914-1917 il governo dell’Austria-Ungheria, con il sostegno esplicito della Germania e con la partecipazione diretta della Polonia, si è impegnato nello sterminio sistematico delle popolazioni ortodosse di Transcarpazia, Galizia e Bucovina.

 

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Dic 04 2014

THE MUSLIM BROTHERHOOD, NAZIS & AL-QAEDA CONNECTIO: DAI FRATELLI MUSSULMANI A AL-QAEDA

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Wednesday, October 11, 2006

http://www.canadafreepress.com/2006/loftus101106.htm

 

 

Quando lavoravo per il procuratore generale, mi è stata assegnata la ricerca classificata sull’Olocausto, così andai in una piccola città chiamata Suitland, Maryland, appena fuori Washington, ed è lì che il governo degli Stati Uniti seppellisce tutti i suoi segreti – – letteralmente. Ci sono venti piani sottoterra e ogni piano è grande un acro.

 

Avete visto il film “I predatori dell’arca perduta”? I sotterranei mostrati nell’ultima scena di quel film, sono molto simili a quelli di Suitland, solo che non sono organizzati come nel film. In quei sotterranei ho scoperto qualcosa di orribile.

 

 

Ho imparato che molti dei nazisti che perseguivo erano sul libro paga della CIA, ma la CIA non sapeva fossero nazisti, in quanto l’Intelligence Britannica gli aveva mentito. Quello che però l’Intelligence Britannica non sapeva era che, il loro bugiardo, era un certo Kim Philby, un doppio agente comunista – un piccolo scandalo della Guerra Fredda. Ma il nostro Dipartimento di Stato ha spazzato tutto sotto il tappeto e ha permesso ai nazisti di rimanere in America fino a quando non sono stato abbastanza stupido da andare in pubblico con esso.

 

Che cosa si fa quando si vuole andare pubblico con una storia come questa? Si chiama “60 Minutes”. È stato un grande periodo di tempo. Mike Wallace mi diede 30 minuti del suo show. Per molto tempo, è stato il segmento più lungo che “60 Minutes” abbia mai fatto. Quando l’episodio sui nazisti in America andò in onda, nel 1982, causò un piccolo tumulto nazionale. Il Congresso chiese udienze, Mike Wallace prese l’Emmy, e la mia famiglia, invece, ottenne solo minacce di morte. È stato un viaggio “fantastico”.

 

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Dic 03 2014

ARUNDHATI ROY: IL GENOCIDIO CHE VERRÀ

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Arundhati Roy

 

 

Arundhati Roy è conosciuta internazionalmente come scrittrice impegnata culturalmente sul fronte della critica alla globalizzazione – da ‘Il dio delle piccole cose’ ai suoi scritti ecologisti, come ‘La fine delle illusioni’, a quelli più dolenti, sulla guerra, ‘War Talks’.  Le riflessioni di Arundhati colpiscono per la sua prosa semplice ed incisiva, la sua passione letteraria e politica – che e’ anche la nostra.  Ma nella conferenza che ha tenuto ad Istambul nel gennaio 2008, Arundhati si e’ spinta più in là sul terreno dell’analisi storico-sociale, scegliendo come tema il genocidio, ovvero lo sterminio volontario di un popolo considerato nemico. Nel primo anniversario dell’uccisione di Hrant Dink, attivista armeno assassinato ad Istambul, Arundhati riporta alla nostra coscienza una storia dimenticata dal mondo dopo gli orrori della Shoa. Gli armeni rappresentavano una minoranza cristiana nell’impero ottomano; avevano vissuto in Anatolia fino alla primavera 1915, quando  un milione e mezzo di loro furono sistematicamente uccisi : ancora oggi l’accadimento di questo genocidio e’ negato dal governo turco. « Un milione e mezzo, più uno » avrebbe scritto Arundhati su un cartello, se avesse potuto essere presente ai funerali di Hrant Dink.  Mentre oggi ad Istambul si e’ diffuso un nuovo logo: il berretto bianco usato dall’assassino e’ di moda tra i giovani della capitale che intendono così manifestare la loro solidarietà personale con chi ha ucciso. Una carrellata di genocidi, racconta Arundhati, quelli del passato e quelli del presente, quelli della destra e quelli più scomodi per noi, fatti in nome della sinistra, quelli etnici, quelli religiosi. In questa traduzione/riduzione ho privilegiato gli elementi analitici rispetto a quelli di cronaca affinché emergesse chiaramente il punto teorico centrale dell’argomentazione di Arundhati: tutti i genocidi hanno una base socio-economica e sono messi in atto in nome del progresso e del benessere – variamente definiti. Questa “abitudine umana”, il genocidio, sarebbe in realtà un costrutto funzionale. Che incontri il silenzio o la celebrazione, la rimozione o la rivendicazione, il risultato non cambia poiché i presupposti sono simili. Il titolo originale della conferenza di Arundhati « Listening to the Grasshoppers » (Ascoltando le cavallette) prende spunto da un racconto che le aveva fatto la madre di un amico armeno, prima di morire vecchissima. Aveva dieci anni nel 1915 ma ricordava ancora il senso di allarme destato dall’arrivo di uno sciame di cavallette nel suo villaggio. Gli anziani sapevano che si trattava di un cattivo auspicio, e avevano ragione. Da li’ a pochi mesi, quando il grano era maturo, il villaggio non esisteva più, gli uomini erano stati uccisi e le donne deportate. Forse, si chiede Arundhati, oggi dovremmo imparare ad ascoltare le cavallette, i segni premonitori di qualcosa che sta per succedere. Ciò riguarda l’India « la più grande democrazia del mondo » che ha spalancato le porte al neoliberismo – ma riguarda anche il nostro mondo, quei rigurgiti autoritari e sciovinisti, viriloidi e fascisti, xenofobi e razzisti – così funzionali alle nuove forme di accumulazione e di difesa dei privilegi, così radicati nei sentimenti di paura e insicurezza sociale – che proprio il neoliberismo crea.  Arundhati ci suggerisce che abbiamo davanti agli occhi gli elementi per poter parlare del futuro, del genocidio che verrà. [Laura Corradi]

 

  1. Cosa è un genocidio

 

(…) Nello stato del Gujarat c’è stato un genocidio contro la comunità musulmana nel 2002. (…) Il genocidio e’ iniziato come punizione per un crimine rimasto irrisolto: l’incendio di un vagone ferroviario in cui 53 pellegrini induisti furono bruciati vivi. In una pianificata orgia di vendetta, 2000 musulmani sono stati macellati in pieno giorno da squadroni di killer armati ed organizzati da milizie fasciste, protetti dal governo del Gujarat. Donne musulmane hanno subito stupri di gruppo e sono state bruciate vive. Negozi, bancarelle, uffici e moschee sono stati sistematicamente distrutti. Circa 150.000 persone hanno dovuto lasciare le loro case.

Ancora oggi molti di loro vivono in ghetti, alcuni costruiti su montagne di spazzatura, senza acqua ne’ fognature, senza illuminazione ne’ assistenza sanitaria. Vivono come cittadini di seconda classe, boicottati economicamente e socialmente. Nel frattempo i killer, sia poliziotti che civili, sono stati ricompensati e promossi. Tale stato di cose e’ considerato normale. Per suggellare la « normalità » nel 2004 sia Tata che Ambani, i leader industriali dell’India, hanno definito pubblicamente il Gujarat come una destinazione da sogno per il capitale finanziario.

 

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Dic 01 2014

NAMIBIA 1914: IL GENOCIDIO DIMENTICATO DEL POPOLO HERERO

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di Francesco Lamendola

 

  1. CHE COS’È UN GENOCIDIO.

 

Genocidio è il tentativo di sterminare, con metodi organizzati, in gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso (dal greco génos, stirpe, donde il latino gens: gente, stirpe, razza). Le odierne leggi internazionali lo puniscono quale “crimine contro l’umanità” (accordo di Londra, 8 agosto 1945), sia nel caso venga commesso nel corso delle operazioni belliche, sia che abbia luogo in stato di pace (convenzione dell’Assemblea generale dell’O.N.U. del 9 dicembre 1948).

 

La storia antica è ricca di massacri e deportazioni di interi popoli. Nelle sue memorie sulla guerra di Gallia, ad esempio, Giulio Cesare narra senza batter ciglio come tentò di sterminare il popolo degli Eburoni che si era ribellato ai Romani, tentativo coronato da un notevole successo. (1) Tuttavia è nella storia moderna che noi troviamo gli esempi più massicci e sistematici di genocidio.

È noto che un grandissimo numero di popoli amerindiani venne letteralmente sterminato dai conquistatori europei, tanto nel Nord che nel Sud America. In certi casi, le condizioni di vita imposte dai conquistadores erano così intollerabili che interi gruppi tribali ricorsero al suicidio di massa: tale il caso degli Arawak dell’isola di Hispaniola (Haiti) durante il XVI secolo.

Più recentemente, nella Terra del Fuoco gli allevatori bianchi giunsero a iniettare stricnina nelle pecore di cui si cibavano gli indigeni e a sparare a vista contro qualunque Fuegino, anche pacifico, col risultato che già nel 1925 non si contavano più di 190 individui fra Yaghan e Alakaluf (2), mentre oggi sono del tutto estinti.

Gli abitanti della Tasmania, ai primi dell’800, vennero braccati dagli Inglesi come animali, rastrellati con una gigantesca operazione di polizia da una costa all’altra della grande isola, e deportati in un isolotto dove morirono quasi tutti. L’ultimo tasmaniano morì nel 1876, e il suo corpo, esumato su richiesta della Royal Society, rimase esposto fino al 1976 in una teca del Tasmanian Museum, come un raro pezzo da collezione. (3)

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Nov 30 2014

I GENOCIDI DEI MIGRANTI: GLI ORRORI DELL’UOMO BIANCO IN TASMANIA

 

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TASMANIA: GLI ORRORI DELL’UOMO BIANCO

 

C’era una volta un popolo che viveva felice e libero.

Non praticava l’agricoltura, non faceva ceramiche, indossava vestiti semplici ed era gentile e pacifico.

 

POI ARRIVÒ LA CIVILTÀ E LA DEMOCRAZIA

 

Nel giro di 70 anni tutti i popoli indigeni della Tasmania sono stati spazzati via.

E ‘stata chiama “LA GUERRA NERA DI TERRA DI VAN DIEMEN”, la campagna ufficiale di sterminio iniziata nel 1803 che decimò gli indigeni della Tasmania nel solito modo “civile” brutale.

 

I sopravvissuti allo sterminio dell’uomo bianco, in prevalenza inglese, sono stati imprigionati e convertiti al cristianesimo.

 

I bambini sono stati separati dai genitori per facilitare il lavoro di “civilizzazione“..

 

La dieta imposta in carcere ha causato loro grave malnutrizione che ha fatto presto ammalare gran parte dei sopravvissuti.

 

Nel 1869 solo due indigeni della Tasmania sono rimasti in vita!!

 

L’ultimo sopravvissuto si chiama Truganini.

 

Sua madre è stata accoltellata a morte da un europeo,

 

Sua sorella è stata rapita dagli europei, poi soffocata da altri due europei che l’hanno violentata ed assassinata in sua presenza.

 

MASSACRI, STUPRI E SCHIAVITU’

 

I bianchi rapivano i bambini tasmaniani per usarli come braccianti (schiavi) nelle fattorie, rapivano le donne da prendere come consorti, mutilavano o uccidevano gli uomini, violavano i loro territori di caccia e cercavano in ogni modo di scacciarli dalle loro terre.

 

Con la proclamazione della legge marziale del 1828, i soldati furono autorizzati ad uccidere a vista qualsiasi tasmaniano nell’area colonizzata.

 

Poi fu messa una taglia sui nativi: 5 sterline britanniche per ogni adulto e 2 sterline per ogni bambino, se catturati vivi. Hanno trasformato la “caccia ai neri”, come fu chiamata a causa della pelle scura dei tasmaniani fino alla sterminio totale avvenuto nel 1876, in un’attività redditizia sia per i privati cittadini che per le pattuglie ufficiali.

 

ESTINTO IL POPOLO DELLA TASMANIA. ERA ARRIVATA LA CIVILTA’ E LA DEMOCRAZIA.

 

 


Nov 29 2014

YAZIDI. IL GENOCIDIO DEGLI ANGELI

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In Iraq è caccia agli yazidi, la religione più tollerante e antica del medio oriente.

Dopo i mongoli, è lo Stato islamico a passarli a fil di spada. Non credono all’inferno, gli islamisti ne stanno preparando uno per loro

 

Roma. Due giorni fa il Daily Telegraph ha titolato così: “Morte di una religione”. Perché lo yazidismo, che assieme all’ebraismo è la più antica religione del mondo, è sul punto di scomparire. Dopo i cristiani di Mosul, lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante ha preso di mira gli yazidi, “i dualisti maledetti” come ebbe a definirli il Tamerlano, il turco convertito all’islam che ne passò a migliaia a fil di spada.

Un detto yazida oggi recita: “Eravamo 17 milioni. Oggi siamo 700 mila”. Molti sono fuggiti all’estero e in 40 mila sono adesso asserragliati nella montagna irachena di Sinjar. “Pensate a ‘Hotel Rwanda’ o al compound Onu di Srebrenica: questo è il monte Sinjar oggi”, scrive un laburista inglese, invocando un intervento umanitario occidentale a difesa degli yazidi. Gli yazidi (o yezidi) hanno due alternative: scendere dalla montagna per essere macellati dagli estremisti islamici che li hanno condannati a morte, o restare e morire di fame e sete. La montagna-rifugio di Sinjar sta già diventando un cimitero.

 

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Nov 28 2014

ISIS/ MICALESSIN DA ALEPPO: “C’È LA TURCHIA DIETRO IL MASSACRO DEI CRISTIANI”

Quello che rimane della chiesa di Kivork, il simbolo di quello che gli armeni cristiani di Midan considerano il loro nuovo martirio.

 

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http://www.ilgiornale.it/video/mondo/aleppo-chiesa-simbolo-nuovo-martirio-1060711.html

“Dentro quello che rimane della chiesa di Kivork, il simbolo di quello che gli armeni cristiani di Midan considerano il loro nuovo martirio – Servizio di Gian Micalessin”: immagini tratte dal video-reportage de ilGiornale.it

 

Dietro lo sterminio dei cristiani e il nuovo genocidio degli armeni in Siria per mano dell’Isis c’è la mente della Turchia che vuole ricostruire l’impero ottomano. Il califfato sevizia, uccide e abbatte chiese millenarie con il supporto logistico del regime di Erdogan, il più potente Stato membro della Nato in Medio oriente. Un progetto cui con grandi dosi di ingenuità hanno contribuito gli stessi Stati Uniti, che si sono fidati ciecamente dell’alleato turco e hanno lavorato per abbattere Assad, l’unico argine all’estremismo in Siria. L’inviato di guerra Gian Micalessin si trova ad Aleppo, città nel Nord della Siria dove si combatte strada per strada, e ci documenta una versione dei fatti profondamente diversa da quella raccontata dai “media ufficiali”.

 

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Intervista di Pietro Vernizzi a Gian Micalessin

 

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Nov 28 2014

L’UNITÀ D’ITALIA FU VOLUTA DAGLI INGLESI PER IL CONTROLLO DEL MEDITERRANEO?

Category: Italia storia e dintorni,Regno delle Due Siciliegiorgio @ 14:58

L’Unità d’Italia fu inglese per il controllo del Mediterraneo? Gli storici protendono per il sì e lasciano intendere che la storia della disunità d’Italia sia il banco di prova per un’unione politica di più ampio respiro.

 

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Lo sbarco dei Mille a Marsala da un disegno di un ufficiale osservatore a bordo di una nave da guerra della Royal Navy in rada nel porto di Marsala

 

 

L’Unità d’Italia fu inglese per il controllo del Mediterraneo? Gli storici protendono per il sì.

 

Per anni tra le aule scolastiche e i programmi ministeriali ci hanno fatto ingurgitare riferimenti e immagini su un passato medievale e retrogrado. Eppure, da qualche anno, sull’onda revisionista di storici professionisti e non, la storia del Mezzogiorno e dei popoli meridionali sembrerebbe ritornare nuovamente patrimonio sentito delle masse subalterne e strumento per la riconquista di una propria identità, e sulla base di questa di una propria progettualità per il futuro (non più solo italiano ma europeo).

 

Tra le tante storie che fuoriescono dal calderone ideologico sabaudo e risorgimentale, una in particolare appare molto più interessante delle altre, in base alla quale, la catena di eventi che portò all’Unità d’improvviso raggiunge un po più di chiarezza e coerenza: l’interesse della borghesia britannica per la destabilizzazione e il rovesciamento violento del Regno delle Due Sicilie, la terza potenza scientifica, industriale e militare del globo e la prima del Mediterraneo.

 

Gli inglesi tramarono per l’affermazione del loro modello politico di sviluppo e modernità.

 

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Nov 28 2014

PERCHÉ NON INSEGNANO AI NOSTRI FIGLI LA STORIA LOCALE?

Category: Cultura e dintorni,Società e politicagiorgio @ 00:15

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di Diana Ceriani

 

Ragionate con me: nelle Scuole si insegna la grande storia, quella degli eroi, e dei farabutti, quella delle guerre, le vittorie e le tremende sconfitte, quella delle rinascite, delle carestie, degli infiniti errori politici e delle grandi idee sviluppate o spesso dimenticate.

Nelle Scuole, quindi, si insegna solo il lato eclatante della vita, il comportamento di pochissimi individui su milioni di individui che invece la storia l’hanno subita, senza possibilità di scelte e decisioni.

Chi studia questo tipo di storia non capirà mai il perché e come siamo arrivati fino ad oggi, e, questo tipo di storia, non svelerà mai tra le sue righe le implicite soluzioni ai secolari problemi che l’essere umano ha trasportato, suo malgrado, subendo le scelte degli eroi e anche dei farabutti.

 

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Nov 27 2014

L’ASSEDIO DI JULIAN ASSANGE È UNA FARSA. JOHN PILGER

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“Il suo vero crimine è aver dato il via ad una ondata di verità in un’epoca di bugie, di cinismo e di guerra”

 

L’assedio intorno a Knightsbridge è una farsa, scrive John Pilger sul suo sito. Per due anni, una presenza esagerata e costosa della polizia intorno all’Ambasciata dell’Ecuador di Londra è servita al solo scopo di ostentare il potere dello stato. La preda è un australiano accusato di nessun crimine, un rifugiato che fugge dall’ingiustizia, la cui unica salvezza è una stanza concessagli da un paese sudamericano coraggioso. Il suo vero crimine è aver dato il via ad una ondata di verità in un’epoca di bugie, di cinismo e di guerra.

 

La persecuzione di Julian Assange deve finire. Anche il governo britannico ritiene che deve finire. Il 28 ottobre, il Vice Ministro degli Esteri, Hugo Swire, ha detto al Parlamento che avrebbe “accolto attivamente” il procuratore svedese a Londra e che “avrebbe fatto di tutto per facilitare il suo lavoro”. Il tono era quello di una persona impaziente.

 

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Nov 26 2014

PAPA FRANCESCO VUOLE DIALOGARE CON ISIS: LORO NO…

 

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Di Magdi Cristiano Allam

 

Papa Francesco si è detto disponibile a “dialogare con i jihadisti dello Stato Islamico”. Proprio oggi si è appreso che i terroristi islamici dell’Isis hanno distrutto il convento delle suore del Sacro Cuore a Mosul.

 

Sull’aereo che lo ha riportato a Roma da Strasburgo il Papa ha detto: “Non so se si può dialogare con l’Isis, ma io non ho mai chiuso una porta. La mia porta è sempre aperta”.

 

Quasi in contemporanea i terroristi islamici dell’Isis hanno annunciato che ricompenseranno con 5mila dollari chiunque permetterà di arrestare i cristiani che operano come spie per gli stranieri.

L’Isis aveva diffuso una foto di Papa Francesco con sulla fronte la scritta “Kafir“, che significa miscredente. Nel Corano i miscredenti sono sanzionati con la condanna a morte.

 

La disponibilità del Papa ai terroristi islamici implica una loro legittimazione. Farà forse piacere al grillino Alessandro Di Battista che aveva caldeggiato il dialogo con l’Isis, ma certamente risulterà incomprensibile ai cristiani che in Iraq e Siria vengono sgozzati, decapitati, crocifissi, costretti a convertirsi o a fuggire dalle proprie case.

 

Fonte: Magdi Allam su Fb

 

Tratto da: http://www.nocensura.com/2014/11/papa-francesco-vuole-dialogare-con-isis.html

 


Nov 26 2014

LE RIVOLTE IN EGITTO E TUNISIA ORDITE DAI ROTHSCHILD

An employee of Bank Islam works at a branch in Putrajaya outside Kuala Lumpur

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Contesto: La Tunisia ha vissuto una progressiva liberalizzazione economica durante l’ultimo decennio. Nel Global Competitiveness Report del World Economic Forum 2010-2011, la Tunisia è stata catalogata come paese africano più competitivo, e a livello mondiale si trova al trentaduesimo posto tra i paesi più competitivi. L’enorme popolazione musulmana del Nord Africa è un’opportunità per gli affari delle banche islamiche e per altre imprese.

 

Contrariamente alla credenza popolare, le finanze mondiali sono controllate da “banche centrali” possedute da privati, mascherate da banche del governo federale in quasi tutti i paesi del mondo [La Corte d’Appello degli Stati Uniti d’America ha sentenziato che la Federal Reserve (Banca Centrale degli Stati Uniti) è privata, nel 680 F.2d 1239, LEWIS v. STATI UNITI D’AMERICA, n. 80-5905].

 

 

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Nov 25 2014

DEMOCRAZIA? IL MONDO NON NE HA BISOGNO, SERVE PIÚ LIBERTÁ

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Published by leonardofaccoeditore

 

Proponiamo in ANTEPRIMA la traduzione integrale in italiano dell’articolo, Making the World Democratic scritto nell’Agosto 2002 da Joseph Sobran, saggista ed opinionista politico americano per varie testate giornalistiche. (Traduzione di Luca Fusari)

 

Durante periodi turbolenti come quelli attuali, gli americani fanno appelli ferventi alla “democrazia” intesa come sinonimo di libertà. Il presidente Bush è desideroso di imporre la democrazia in Iraq e in altri Paesi i cui governi sono da lui disapprovati.

 

Woodrow Wilson voleva solamente «rendere il mondo sicuro per la democrazia», Bush vuole addirittura rendere tutto il mondo democratico. Tutti sembrano dare per scontato che la democrazia è la forma ideale di governo.

 

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Nov 25 2014

CON LE PROSSIME PRESIDENZIALI U.S.A. LA GUERRA SARA’ PIU’ VICINA

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DI PAUL CRAIG ROBERTS

 

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Glenn Greenwald ha rivelato che Hillary Clinton è il candidato presidenziale dei banksters e dei guerrafondai.  Pam e Russ Martens registrano che Elizabeth Warren è la sua concorrente populista. Dubito però che un politico che rappresenti il popolo possa raccogliere abbastanza fondi per poter competere in una campagna presidenziale. Se comunque la Warren dovesse diventare una minaccia, tutto l’ Establishment si muoverebbe per costruirle intorno una cornice nella quale la potrebbero dipingere in qualsiasi modo pur di farla fuori.

 

Hillary Clinton come presidente significherebbe guerra alla Russia. Con neocon-nazisti come Robert Kagan e Max Boot a gestire la politica militare e con una Hillary che fa confronti  tra il Presidente della Russia Putin e Adolf Hitler, la guerra dovrebbe essere una certezza. E, come hanno scritto Michel Chossudovsky e Noam Chomsky, la guerra, stavolta, sarebbe nucleare.

 

Se Hillary fosse eletta presidente, i gangsters finanziari e tutti quei criminali che traggono vantaggio dalle guerre riuscirebbero a completare il loro impossessamento del paese. E questo sarebbe per sempre o almeno fino all’arrivo del armageddon – alla resa dei conti finale.

 

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Nov 24 2014

LA FEDERAL RISERVE È UNA PROPRIETÀ PRIVATA: STORIA DEL GRANDE INGANNO.

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(di Thomas D. Schauf)

 

 

Riferimento originale: http://www.apfn.org/apfn/fed_reserve.htm

 

1992 Cari Americani

 

A seguito della vostra richiesta tenterò di far luce sulle vostre istanze relative alla Federal Riserve Bank (FED). Ho passato molto tempo a fare ricerche sulla FED e queste sono le scioccanti, eloquenti conclusioni.

 

LA FEDERAL RESERVE BANK E’ UNA PROPRIETA’ PRIVATA.

 

L’articolo 1, Sezione 8 della Costituzione stabilisce che il Congresso deve avere il potere di coniare moneta (creare) e di stabilirne il valore. Tuttavia, attualmente, la FED, che è una società privata, controlla e trae profitto dal produrre moneta attraverso il Tesoro, e controllandone il valore.

 

La FED ebbe inizio con circa 300 persone o banche, che diventarono proprietari (azionisti che hanno comprato il capitale azionario a $ 100 per azione – il capitale azionario non è commercializzato pubblicamente) del Sistema Bancario della Federal Riserve. Essi formarono un cartello bancario internazionale di ricchezza senza confronto (Riferimento 1, 14) Il sistema bancario della FED raccoglie miliardi di dollari (riferimento 8, 17) di interessi annui e distribuisce i profitti ai suoi azionisti. Illegalmente, il Congresso ha dato alla FED il diritto di stampare moneta (attraverso il Tesoro) senza alcun onere per la FED. La FED ha creato denaro dal nulla, e lo presta a noi attraverso le banche, e carica gli interessi sulla nostra moneta. La FED compra anche i debiti del Governo (ndr: obbligazioni) con il denaro stampato con una semplice pressa tipografica e carica gli interessi  sui contribuenti degli Stati Uniti.

 

Molti deputati e presidenti dicono che questa è una frode (riferimento 1,2,3,5,17)

 

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