Nov 26 2018

DIFFERENZE TRA ESSERE DI DESTRA ED ESSERE DI SINISTRA

Category: Monade satira e rattatuje,Società e politicagiorgio @ 12:50

 

 

– Quando un tipo di destra non è cacciatore e non gli piacciono le armi, semplicemente non va a caccia e non compra armi. 

– Quello di sinistra invece chiede che sia proibita la caccia e la vendita di armi.

 

– Quando un tipo di destra è vegetariano, semplicemente non mangia carne.

– Quello di sinistra invece fa una campagna contro gli alimenti di carne e gli piacerebbe che si proibisse di mangiare carne.

 

– Quando un tipo di destra è omosessuale, fa una vita normale.

– Quello di sinistra invece fa apologia dell’omosessualità, va alle manifestazioni “gay pride” e accusa di “omofobia” tutti quelli che non la pensano come lui.

 

– Quando un tipo di destra perde il lavoro, pensa a come uscire dalla situazione e fa di tutto per trovare un nuovo lavoro.

– Quello di sinistra invece va a lamentarsi col sindacato, spende fino all’ultimo giorno e va a tutte le manifestazioni e scioperi sia contro la destra e sia contro gli imprenditori.

 

– Quando a un tipo di destra non piace un programma televisivo, cambia canale oppure spegne il televisore.

– Quello di sinistra invece se ne lamenta coi giornali, denunciandolo sui quotidiani, alle radio, alle televisioni, ai partiti politici di sinistra ed infine promuove un’associazione perché chiudano il canale televisivo che trasmette quel programma.

 

– Quando un tipo di destra è ateo, semplicemente non va in Chiesa.

– Quello di sinistra invece perseguita tutti quelli che credono in Dio, denuncia la scuola che esponga un crocifisso, protesta contro ogni segno di identità religiosa, chiede che si esproprino i beni della Chiesa, che si proibisca la settimana Santa e ogni processione o pellegrinaggio.

 

– Quando un tipo di destra ha problemi economici, cerca il modo di guadagnare di più e tende a risparmiare.

– Quello di sinistra invece ne dà la colpa alla destra, agli imprenditori, alla borghesia, al capitalismo, ai neoconservatori ecc. ecc., poi si mette in un sindacato sperando di fare un salto in un partito politico.

 

– Quando un tipo di destra legge questo scritto, ride e lo manda ai suoi amici.

– Quello di sinistra invece si infuria e dà del fascista e del retrogrado a chi l’ha scritto e glielo ha mandato.

 

Fonte: da Facebook. Non so chi l’abbia scritta ma è geniale

 

 

Il grande Giorgio Gaber lo   cantata molti anni  fa…

 

 

 


Nov 25 2018

IL GRIFO

Category: Storia e arte,Verona storia e artegiorgio @ 14:53

DI grifi del portale ovest del Duomo di Verona, opera di Niccolò, del  1139. 

 

 

Animale fantastico, genericamente con becco e ali d’aquila e corpo di leone, il grifo può presentare varietà fisionomiche: grifo-uccello, con corpo di leone e testa di uccello, con o senza ali, zampe anteriori di rapace e posteriori di felino; grifo-leone, con corpo leonino, con o senza ali, e coda d’uccello (d’Agostino, 1994, p. 155).

 

Il tema iconografico ebbe origine in Mesopotamia e in Egitto intorno al 3000 a.C. (Bisi, 1965, p. 254), sebbene Erodoto (III, 116; IV, 13, 27) ritenesse il grifo originario della Scizia (d’Agostino, 1994, p. 156).

 

Controversa l’origine del nome: secondo Bisi (1965, p. 202) “i Greci coniarono per un motivo straniero un nome nuovo e prettamente ellenico”, mentre per altri la parola deriverebbe da una contaminazione con l’ebraico kerub, assimilabile ai cherubini dell’antica tradizione biblica, ovvero quelle sfingi alate a loro volta “derivate dal motivo dei grifi a guardia dell’albero della vita, frequenti sui sigilli siriaci e mitannici del secondo millennio a.C.” (Bussagli, 1991, p. 18).

 

Frequentemente raffigurato nell’arte achemenide della Persia, il grifo divenne per gli Ebrei il simbolo della dottrina persiana dei Magi (Chevalier, Gheerbrant, 1973).

 

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Nov 24 2018

LE COLONNE ANNODATE.

Category: Architettura e urbanistica,Storia e artegiorgio @ 14:34

Verona .  Le colonne  annodate nella chiesa di San Zeno

 

 

Nel  periodo1100 -1200 appaiono improvvisamente in Italia settentrionale per poi espandersi a nord delle Alpi un altro tema tipico della scultura lombarda: le Colonne annodate.

 

Uno dei primi esempi sembra essere alla Pieve di Gropina(AR) pieve del XII secolo costruita su una precedente costruzione longobarda. Le colonne ofitiche nel pulpito sono attribuite al periodo longobardo (VIII secolo) facendole in questo modo diventare le prime di cui sappiamo realizzate della serie. Il pulpito riporta l’incisione ‘Lex ius – Presbit Erum Bernardum … (scheggiatura del marmo)… – Mise Richordem. Anno Dominice – Incarnationis DCCCXXV I.R.F. Ecit’. Spesso colonne ofitiche e leoni stilofori coesistono insieme come a Modena o Ferrara. Cronologicamente la comparsa delle prime colonne annodate coincide con l’operare di Wiligelmo e della scuola Antelami.

 

ELENCO DI COLONNE ANNODATE IN ARCHITETTURA (È STATO INDICATO, DOVE È NOTO, IL TIPO DI PIETRA)

 

Duomo di Ferrara, 1135, colonne ai lati del portone d’ingresso, poggianti su leoni stilofori nel protiro di Nicolò della scuola di Wiligelmo. Le colonne originali sono nell’atrio interno della chiesa. Una colonna annodata – di probabile epoca anteriore – è nella parte interna della facciata. Sono in rosso Verona.

 

Chiesa Collegiale a S.Quirico d’Orcia (Siena),nel protiro della Collegiata dei Santi Quirico e Giuditta (XII e XIII sec.) su leoni stilofori. Travertino o arenaria locale

 

Abbazia cistercense di Chiaravalle alla Colomba(PC)-1137; ai quattro angoli del chiostro quadrato in marmo rosa di Verona

 

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Nov 23 2018

CALCOLARE L’ORA SOLARE A VERONA CON LA TORRE DEI LAMBERTI

Category: Natura e scienza,Verona storia e artegiorgio @ 00:16

 

Verona Torre dei Lamberti 

 

 

Come facevano nel medioevo a calcolare il mezzogiorno per tarare l’ora e suonare il Rengo o la Marangona? 

 

Ore 12.20

 

Usavano  la grande meridiana di Verona, la torre dei Lamberti, o meglio  lo gnomone della torre dei Lamberti, il pilastro rivolto a sud della cella campanaria.

 

Il sole proietta la sua ombra sul pavimento della cella campanaria

 

Al mezzogiorno solare di Verona, che corrisponde   alle ore 12.20, minuto più minuto meno, il sole nel suo percorso trafilava dal profilo del pilastro e colpiva lo stilo piantato nel pavimento della cella,  di cui attualmente rimane solo la base.

 

Colpisce al centro la colonna dello stilo piantato sul pavimento, e andato distrutto

 

In questo modo sapevano esattamente il mezzogiorno solare di Verona.

 

Dello stilo rimane solo la base, che ho evidenziato

 


Nov 22 2018

PFAS, LA TESTIMONIANZA DELLA DOTTORESSA: “OPERAI CON IL SENO, MA SI VERGOGNAVANO. L’ACQUA? DOPO 10 ANNI I PRIMI PROBLEMI”

Category: Salute e benessere,Veneto e dintornigiorgio @ 00:41

 

 

di Giuseppe Pietrobelli | 18 novembre 2018

 

Verona, il racconto della dottoressa Dalla Benetta.

Da dieci anni tiene un diario di ciò che accade ai suoi pazienti. Ma solo dal 2013 ha iniziato a collegare gli eventi. “Colesterolo, obesità, disfunzioni alla tiroide, tumori ai testicoli, tumori ai reni, ipertensioni gravidiche, Alzheimer”, sono gli effetti che ha riscontrato a Zimella, provincia di Verona, in piena zona rossa

 

“Io non sono un guru, sono soltanto un medico di famiglia che opera nella provincia veneta. Ma certi fenomeni, nel contatto quotidiano con la gente e con i pazienti, non si possono non notare. E io li sto annotando in un quadernetto da più di diecianni. E’ un metodo che ho imparato quando lavoravo in Etiopia con il Cuamm, dove, non essendoci supporti elettronici, ci avevano insegnato a tenere i registri cartacei. Qui, a Zimella, c’erano tante cose che non capivo, andamenti anomali di malattie, numero esagerato di aborti spontanei tardivi, ipertensioni gravidiche, tumori alla tiroide, decadimento cognitivo precoce”.

 

Elisa Dalla Benettafa il medico di base in una delle tre frazioni di Zimella, Ulss 9 Scaligera, un paese di cinquemila anime in provincia di Verona. Siamo nel mezzo dell’Area Rossa Adegli Pfas,che comprende i comuni serviti dagli acquedotti inquinati dalle sostanze perfluoroalchiliche, a valle di Trissino, nel Vicentino. La falda nel sottosuolo ha diffuso in un’area molto vasta il veleno presumibilmente prodotto dall’azienda Miteni. E’ un disastro ambientale che interessa potenzialmente almeno 300mila persone, per 90mila delle quali la Regione Veneto sta cercando di correre ai ripari con un piano sanitario.

 

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Nov 21 2018

LA BRUTTEZZA NELLA CHIESA

Gallarate Chiesa Madonna della speranza 

 

 

Che Dio perdoni gli architetti per le chiese che gli hanno dedicato 

 

In seguito alla realizzazione dell’altare di Gallarate (città già duramente castigata dall’edificazione della chiesa della Madonna della speranza) ingiustificabile da ogni punto di vista, sto cominciando a pormi la domanda: ma perchè è entrata così tanta bruttezza nelle chiese? Cosa dicono i documenti scritti a tal proposito dopo il Concilio Vaticano II, momento a partire dal quale si è innescato un meccanismo infernale di produzione dell’orrido?

 

Sono veramente stanco, e sento tanta gente che la pensa come me, e mi sono messo in testa che va fatto qualcosa, va attivata l’opinione pubblica, per fermare questa malintesa ricerca del rinnovamento attraverso forme che non portano più né bellezza, né, tantomeno, sentimenti di serenità e di spiritualità.

 

Altare della Basilica di Gallarate 

 

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Nov 20 2018

LA SHARIA È ANTICOSTITUZIONALE, NON SI PUÒ INSEGNARE A SCUOLA CHE ISLAM È BONTÀ.

 

 

L’UNICO DIO CRISTIANO E CATTOLICO E LA DIVINITÀ ISLAMICA: NULLA VI È IN COMUNE.

 

I 99 nomi di Allah

Chiariamo innanzitutto che Allah non è il nome arabo che corrisponde al Dio unico dell’ebraismo e al Dio Uno e Trino del cristianesimo. Allah era uno dei 360 idoli pagani preesistenti all’islam che Maometto ha monopolizzato, scegliendolo come unico dio da adorare ed escludendo gli altri 359 idoli, e ha personalizzato sostenendo che Allah rivelava solo a lui ciò che gli altri comuni mortali dovevano fare o non fare.

Chiariamo che Maometto non è stato un sant’uomo ma un predone del deserto, che negli ultimi dieci anni della sua vita, tra il 622 e il 632, fece un centinaio di razzie e guerre, a cui lui personalmente partecipò e in cui combatté, uccise, sgozzò e decapitò i suoi nemici, e fu particolarmente feroce con gli ebrei.

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Nov 19 2018

I VENETI “STRANI MIGRANTI” IN PUGLIA

 

 

E’ UNA DELLE TANTE STORIE legate alla migrazione della nostra gente, che ha saputo fare con le proprie braccia e sudore (ma anche con la Fede che le era propria a quei tempi, come sottolinea un monaco che fu il loro padre spirituale) un Paradiso in terra in una landa deserta, di un angolo di Puglia.

Il documentario mi è arrivato per posta dall’autore, che ringrazio di cuore. Racconta di una delle tante bonifiche in cui i Veneti, chiamati dal governo di Mussolini  negli anni ’30 del Novecento per la loro capacità e abilità nei lavori agricoli, si insediarono in un posto incolto, dove nessun pugliese voleva andarci ad abitare. Infatti, nella loro tradizione, i braccianti pugliesi, finiti i lavori nei campi, ritornavano nel loro paese, nella loro comunità e non volevano allontanarsi  per andare ad abitare in un posto incolto.

 

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Nov 18 2018

BENITO MUSSOLINI E LA STATUA DI GIORDANO BRUNO

Category: Religioni e rasie,Storia moderna e revisionismogiorgio @ 12:51

Inaugurazione della statua di Giordano Bruno a Campo de’ Fiori, monumento realizzato dal Gran Maestro del Goi Ettore Ferrari.  Anno: 9 giugno 1889

 

 

Ecco parte del discorso che Benito Mussolini tenne alla Camera dei Deputati il 13 maggio 1929. Queste parole furono la risposta a Pio XI che chiese di rimuovere la statua commemorativa di Giordano Bruno in Campo dei Fiori eretta dalla Massoneria.

 

…non v’è dubbio che, dopo il Concordato del Laterano non tutte le voci che si sono levate nel campo cattolico erano intonate. Taluna hanno cominciato a fare il processo al Risorgimento; altri hanno trovato la statua di Giordano  Bruno a Roma quasi offensiva. Bisogna che io dichiari che la statua di Giordano  Bruno, malinconica come il destino di questo frate, resterà dov’è…”

 

Fonte. srs di Luigi Pellini

 

 


Nov 16 2018

CHIEDERE AL POTERE DI RIFORMARE IL POTERE. CHE MORTIFICAZIONE! CHE INGENUITÀ!

Category: Monolandia,Società e politicagiorgio @ 22:12

 

 

 

di ENZO TRENTIN

 

– Che mortificazione! Chiedere al potere di riformare il potere. Che ingenuità! 

 

Mi sia consentito d’iniziare parafrasando Giovannino Guareschi al fine di speculare su espressioni, comportamenti e conseguenze civili e politiche sui nostri giorni.

Chi sono? Sono un ex giornalista che adopera trecento o più parole. Federalista in una repubblica contraddistinta dall’accentramento dei poteri anche quando propone un  regionalismo che spaccia per decentramento amministrativo. Ho in uggia i partiti politici in un Paese che continua a destreggiarsi tra pseudo sinistra-destra e sovranisti-populisti. Sostengo l’iniziativa privata in tempi di statalismo becero e inefficiente. Sono assertore di un nuovo progetto politico di autodeterminazione in tempi di antinazionalismo. Non sono un indipendente, bensì un anarchico, un uomo libero, ma sovversivo.

 

Il fatto è che un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. L’idea di una repubblica fondata sulla partitocrazia non era quella per la quale gli Alleati vincitori della seconda guerra mondiale stimolarono e affrettarono l’avvio dei lavori della Costituente le cui sedute si svolsero fra il 25 giugno 1946 e il 31 gennaio 1948, perché nella visione degli Alleati c’era la nascita di uno Stato federale, come avvenne per la Repubblica Federale Tedesca (RFT) o Germania Ovest.

 

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Nov 14 2018

L’ORRORE INUTILE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

 

 

Un battaglione dei Cameron Highlanders nel 1914, prima di essere spedito in prima linea, di seguito lo stesso battaglione al loro ritorno nel 1918 dopo l’armistizio . ”

Pagina FB di Gerry Burns.


Nov 09 2018

Protetto: VENEZIA – MOSE: NOMI, CIFRE, MAZZETTE, FAVORI. ECCO TUTTO L’ELENCO NEL DETTAGLIO

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Nov 08 2018

VOLETE ESSERE AUTONOMI? MARCITE CON I VOSTRI PINI

 

Il post di un dirigente Ulss dell’Abruzzo scatena una reazione a catena. Dal sud molti commenti sullo stesso stampo. La reazione della Regione.

 

Un incredibile incidente diplomatico fra Veneto e Abruzzo.

Il post su Facebook di un dirigente dell’Ulss di Sulmona, in Abruzzo (dunque un dirigente di alto livello della Regione Abruzzo), ha scatenato una vera e propria rivolta.

 

 

Commentando la richiesta di aiuti da parte del Veneto per fare fronte al disastro causato dal maltempo, il dirigente ha scritto:

 

 

 

“Però avete fatto il referendum per l’indipendenza… Ve lo ricordate vero? Mica state pensando di chiedere lo stato di emergenza per finanziare la ricostruzione con i soldi di tutti gli italiani, no? Se fosse per me vi farei marcire insieme al legno delle vostre foreste abbattute”.

E non si tratta di un commento isolato, sul tipo: volete essere autonomi e tenervi i vostri soldi? Allora arrangiatevi.

 

A parte l’ignoranza di chi confonde autonomia con indipendenza, il post è senza scusanti. E la reazione del presidente del consiglio regionale,Roberto Ciambetti, al suo omologo abruzzese è stata immediata. “Scusa, quando il terremoto ha messo in ginocchio l’Abruzzo noi siamo stati in prima fila ad aiutarvi. E adesso ci ripagate così?“.

 

Per la cronaca il dirigente è stato rintracciato e si è difeso dicendo che il suo profilo Facebook era stato hackerato.

 

Dura la reazione dell’assessore alla protezione civile, Gianpaolo Bottacin.

 

“Se ci lasciano i 15 miliardi di euro di residuo fiscale che il Veneto dà a Roma ogni anno, il miliardo di danni causato dal maltempo che lo paghiamo noi senza problemi. Noi non stiamo chiedendo aiuto allo Stato, chiediamo solo che un piccolo pezzettino di quello che regaliamo ogni anno al resto d’Italia ci venga restituito“.

 

Fonte: da la Voce di Rovigo del   7 novembre 2018

Link: http://www.polesine24.it/veneto/2018/11/07/news/volete-essere-autonomi-marcite-con-i-vostri-pini-33202/?fbclid=IwAR1L5V8yoL7JsILfSCOzgDJH1S2xfk91T0Fr9Kj_8SO4fC1j4gZ5rNPAnkk

 

(“era stato hackerato”…non ci crede  nessuno)

 


Nov 07 2018

LA PREGHIERA DI MIGLIO VALE ANCHE OGGI: FATE IN FRETTA

GIANFRANCO MIGLIO

 

 

6 Nov 2018

 

di  ETTORE BEGGIATO e GIANFRANCO MIGLIO

 

Il 5 febbraio 1999 il gruppo “Liga Veneta Repubblica” in Consiglio Regionale del Veneto organizzava a Padova un memorabile convegno intitolato “Veneto: un popolo sovrano verso l’Europa”, con la partecipazioni di prestigiosi studiosi, dal prof. Miglio al prof. Mario Bertolissi, dall’avv. Ivone Cacciavillani al prof. Renzo Gubert, allora senatore; il convegno fu poi nobilitato da tre straordinarie relazioni incentrate sulla Catalunya e sulla Scozia tenute dal prof. Ferran Requejo dell’Università Pompeo Fabra di Barcellona, da Josep Camps di “Convergencia Democratica di Catalunia e da Donald Henderson dello “European Affairs Division dello Scottish Office” di Edimburgo. Francesco Jori riuscì, da par suo, a mettere insieme il tutto, intervallando sapientemente anche gli interventi di  Comencini, Foggiato, Morosin e il mio.

Fu una giornata di un’intensità straordinaria e lo può confermare chi  partecipò all’Hotel Sheraton all’evento; ma in particolare vorrei riproporre l’intervento del prof. Miglio, per certi versi profetico,direi, in particolare quando sottolineava con forza: 

Ma fate più in fretta possibile, o Veneti, perché questo Stato italiano sta avvicinandosi al suo momento critico.”

Eravamo nel 1999….

 

 

di Gianfranco MIGLIO:

 

IL PROGETTO DI UNA CARTA COSTITUZIONALE VENETA ADOTTATA IN ESERCIZIO PRECOSTITUZIONALE DELLA SOVRANITÀ

 

Quando ho ricevuto il materiale che gli organizzatori di questo convegno mi hanno mandato, ho fatto un salto sulla mia seggiola, perché ho visto esaltata quest’idea del “Popolo Sovrano”, e allora mi sono detto: “Non pensano a una costituzione federale”, perché voi sapete che la caratteristica di una costituzione federale è che al suo interno nessun potere è sovrano. Poi. leggendo, e ascoltando le belle relazioni di Morosin e di Bertolissi, mi si è chiarito il concetto di “sovranità pre-costituzionale”, che non pregiudica la struttura di una costituzione federale o confederale, e quindi della sovranità “divisa”.

 

Però quell’idea di mettere davanti all’esercizio degli articoli 121 e 138 della Costituzione, una presa di posizione del Popolo Veneto a favore della sua indipendenza, comporta una certa logica di azione politica, che io sconsiglio. Perché ritengo che si debba prima arrivare a far funzionare la Costituzione con le sue norme, e precisamente gli articoli 121 e la 138, soltanto se la procedura ordinaria non funzionerà, allora verrà il momento di una azione insurrezionale.

 

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Nov 06 2018

MARCO ACCETTI: «IO, RAPITORE DELLA ORLANDI»

Category: Cronaca e notizie,Libri e fontigiorgio @ 02:57

 

 

 

MARZO 2013, LE RIVELAZIONI ALLA PROCURA DI ROMA

 

Marco Accetti, nato a Tripoli nel 1955, figlio di un costruttore edile trasferitosi a Roma con la famiglia negli anni Sessanta, in tempi recenti è entrato in scena come supertestimone e reo confesso del caso Orlandi. Il 27 marzo 2013 il fotografo dai burrascosi trascorsi (in anni giovanili militò in formazioni estremiste e fu più volte denunciato o arrestato) si presentò in Procura per riferire di aver partecipato al sequestro della figlia del messo pontificio, per conto di un gruppo di laici ed ecclesiastici interessati a contrastare la politica fermamente anticomunista di papa Wojtyla.

 

Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, 

 

 

A raccogliere le rivelazioni fu l’allora procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, titolare assieme al pm Simona Maisto dell’inchiesta sulla «ragazza con la fascetta» riaperta nel 2008.

 

Poche settimane dopo (a fine aprile 2013) Accetti fu indagato per duplice sequestro di persona aggravato dalla morte degli ostaggi, con riferimento anche alla seconda vittima, Mirella Gregori, sparita 46 giorni prima di Emanuela Orlandi.

 

Nel marzo 2013 Accetti, oltre a consegnare in Procura un flautoche la famiglia a caldo riconobbe come quello di Emanuela, si è autoaccusato di aver contattato la ragazza per indurla ad allontanarsi da casa e di aver operato come telefonista per conto dei rapitori.

 

I riscontri effettuati dalla Procura di Roma, nella persona dell’aggiunto Giancarlo Capaldo, hanno consentito di verificare che l’allora giovanissimo fotografo dallo spirito anticlericale ebbe un ruolo, seppure marginale, nella scomparsa della ragazzina quindicenne: le indicazioni sui luoghi da cui partirono le chiamate in Vaticano sono risultate esatte e la voce delle telefonate registrate all’epoca corrisponde.

 

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