Apr 17 2017

LA CUPOLA DI SAN PIETRO NASCONDE UN GRANDIOSO FALSO STORICO

Category: Architettura e urbanisticagiorgio @ 10:46

Città del Vaticano:  La  silhouette  del cupolone di San Pietro

 

 

Ci sono falsi storici talmente radicati nella mentalità collettiva che è pressoché impossibile sradicarli.

 

Uno di questi, tra i più clamorosi, è certamente quello che attribuisce a Michelangelo la costruzione della cupola di S. Pietro.

Il “cupolone” che noi oggi ammiriamo, in realtà è stato ridisegnato, ristudiato e costruito dall’architetto Giacomo Della Porta di Porlezza (Como), figlio di Bartolomeo scultore, fratello di Tomaso il Vecchio (Porlezza 1532 ca.   Roma 3 settembre 1602). 

 

Il disegno di Michelangelo, infatti, che era una perfetta semisfera, secondo i calcoli statici effettuati da Giacomo Della Porta, era irrealizzabile, perché il peso della struttura avrebbe gravato troppo sul timpano basale e lo avrebbe letteralmente “aperto” come gli spicchi di un’arancia. Alla morte di Michelangelo si trovava costruito solo il timpano e non la cupola. Il Della Porta, ventun anni dopo la morte del Buonarroti, rifece il disegno della cupola e la edificò. Essa risultò alla fine più slanciata di 17 metri e assai più bella dell’impossibile disegno michelangiolesco.

 

Riassumo molto brevemente, citando le più importanti tappe della vita di questo architetto rinascimentale, il figlio più illustre della famiglia porlezzina dei Della Porta, che enumera una lunga serie di artisti: Antonio detto il Tamagnino, Giovanni Battista, Giovanni Giacomo, Guglielmo, Tommaso il Giovane eccÂ… Giacomo Della Porta fu attivo soprattutto a Roma, dove svolse un’attività veramente prodigiosa. I dati che seguono si possono consultare in “Dizionario biografico degli Italiani” alla voce “Della Porta” (Treccani).

 

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Apr 16 2017

LUCIANO BRUNELLI……RICORDO….

 

Buona Pasqua Luciano

 

Luciano Brunelli

 

 

Sono nato a Soave (VR) nel giugno 1946, e cresciuto a Rosá (VI), dove sono vissuto fino al 1974.

Dopo qualche anno trascorso a Padova, vivo attualmente a Bassano.

Sono figlio di genitori veronesi, figli a loro volta di veronesi, figli a loro volta di veneti, cosí all’indietro per (almeno) otto generazioni, come amo dire. 

 

Laureato in matematica presso l’Universitá di Padova, ho prestato per un paio d’ anni la mia opera come assistente borsista.

Da molti anni conduco una piccola azienda di SoftWare per Computer ( “MástegaNumeri” ) la quale vanta un discreto numero di clienti.

Le cose da fare (e lo stress ! ) non mancano certamente.

 

Sposato da alcuni mesi ( circa 330 ! ) con Silvana, spartisco con lei tre figli , tutti in maggiore etá, (due maschi ed una femmina) con i quali formiamo una famiglia dagli spiccati sentimenti veneti.

 

Da giovane sono stato un buon giocatore di calcio a livello dilettantistico. Ho smesso tale hobby soltanto qualche anno fa.

 

Sono da sempre appassionato di musica, per merito soprattutto di mio padre,che mi ha introdotto in questo “mondo magico”. Dopo aver formato con i fratelli un complesso musicale “leggero” ma di stampo classico, sono diventato Organista del Duomo di Rosá (VI). Ho cominciato in questo periodo a comporre canzoni romantiche (tipiche dell’ etá ). In seguito ho fatto parte, per alcuni anni, di un coro di musiche popolari del territorio. Mi sono poi dato alla creazione e direzione di cori di musica sacra, attivitá che porto tuttora avanti con un’esperienza (ahimé dovuta all’ etá!) sempre maggiore.

 

Da alcuni anni mi sono rimesso a comporre canzoni, questa volta in lingua veneta, scoprendo in essa una forte capacitá di esprimere, con immagini semplici, tutti i sentimenti della vita.

Ho cominciato a partecipare a qualche concorso, risultando spesso vincitore o comunque ben piazzandomi.

Nel febbraio 1999 mi é stato assegnato il “Leone d’ Oro” al concorso di canzoni venete durante il Carnevale di Venezia.

La canzone che mi ha dato questa soddisfazione ( “Perasto 1797” ) ha il testo tratto dal discorso del Capitano Viscovich in occasione dell’ ultimo ammainabandiera del vessillo di S. Marco. La base musicale é costituita dall’ “Adagio dal Concerto in re minore per Oboe ed Archi” di Alessandro Marcello. La linea melodica del canto é invece di mia produzione. Come si puó facilmente intuire mi sono messo in buona compagnia.

 

L’ essere stato nominato socio onorario di Europa Veneta é il riconoscimento della mia vita di cui vado maggiormente orgoglioso.

 

Fonte: da Europa Veneta  del 1999

 

 

Perasto 1797 (L. Brunelli) – Ti co nu, nu co Ti

 

 

 


Apr 15 2017

A VERONA NEL 1945 UN AMERICANO E UN TEDESCO ARRUOLATI SU FRONTI OPPOSTI CON IL MEDESIMO SCOPO: SALVARE I TESORI DELLA CAPITOLARE.

Monsignor Giuseppe Turrini, prefetto della Biblioteca Capitolare, sulle macerie della stessa tra Wolfgang Hegemann e Bernard Peebles

Monsignor Giuseppe Turrini sulle macerie della Capitolare tra Wolfgang Hagemann e Bernard Peebles

 

 

STORIA. Wolfgang Hagemann  e  Bernard Peebles, monsignor Giuseppe Turrini e i codici nascosti a Erbezzo. L’americano e il tedesco  sotto le bombe per i libri. Due studiosi arruolati su fronti opposti si ritrovarono a Verona nel 1945 con il medesimo scopo: salvare dalla guerra un vero tesoro dell’umanità

 

Un prete tra due nemici che, su fronti opposti, si erano battuti per un obiettivo comune: salvare dalla guerra la Biblioteca Capitolare. L’immagine mostra monsignor Giuseppe Turrini tra Wolfgang Hagemann e Bernard Peebles, in divisa da sergente maggiore dell’esercito americano, reparto speciale Monuments, Fine Arts and Archives.  Hagemann e Peebles erano eminenti filologi, entrambi avevano studiato a Verona sui codici della Capitolare.

Arruolati, avevano trovato il modo di farsi destinare in Italia con la medesima preoccupazione: salvare la Capitolare. Hagemann era arrivato a Verona con gradi di ufficiale e prestigio: era stato l’interprete personale di Rommel, la Volpe del deserto.

 

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Apr 14 2017

MINIERA DI SAN JOSÈ: ROXANA GOMEZ, FIGLIA DEL MINATORE MARIO GOMEZ

Category: Cronaca e notiziegiorgio @ 07:19

Girava l’anno 2010

 

Roxana Gomez

 

 

Miniera di San Josè: Roxana Gomez, figlia del minatore Mario Gomez di  anni 63, piange mentre vede su uno schermo TV  l’operazione di salvataggio del padre.  

Mario Gomez è stato il nono di 33 minatori salvati dalla miniera di San Jose, dopo essere stati intrappolati da più di due mesi nel sottosuolo.

 

 (AP Photo / Natacha Pisarenko)   Mercoledì 13 ottobre 2010

Fonte: clickblog.it/

Link: http://www.clickblog.it/

Link: http://www.boston.com/bigpicture/2010/10/rescued_from_a_chilean_mine.html

 

 

MINIERA DI SAN JOSÈ – SE FOSSE SUCCESSO IN UNA MINIERA ITALIANA, LE COSE SAREBBERO ANDATE COSÌ

 

Il minatore Mario Gomez di anni 63,   il più vecchio dei 33 minatori intrappolati.

 

 

giorno: tutti uniti per… salvare i minatori, diretta tv 24h: Bertolaso sul posto, Berlusconi a puttane.

 

giorno: da Bruno Vespa plastico della miniera, con ospiti i massimi esperti del settore minerario: Crepet, Barbara Palombelli, Belen e Lele Mora.

 

giorno: prime difficoltà, inizia la ricerca dei colpevoli e delle responsabilità. 

BERLUSCONI, a reti unificate: “è colpa dei comunisti!”; 

DI PIETRO: “Berlusconi è uno stupratore di minatori. La colpa è del conflitto d’interessi, i suoi!”; 

BERSANI: “Faremo una grande manifestazione a favore delle talpe”. 

BOSSI: “Sono tutti terroni, chissenefrega, lasciateli la’”; 

CAPEZZONE: “non è una tragedia, è una grande opportunità, ed è merito di questo governo e di questo premier. Questa Sinistra amica di Bin Laden sa solo criticare”; 

FINI: “mio cognato non c’entra”.

 

giorno: TOTTI: “Dedicherò un gol a tutti i minatori (che però sono tutti laziali)”.

 

giorno IL PAPA: “Faciamo prekiera a i minatori ke in qvesti ciorni zono così vicini al tiavolo!!”

 

giorno: speciale ‘Studio Aperto’ sulla sessualità repressa dei minatori con intervista allusiva a Bocchino. Il Giornale e Libero titolano a tutta pagina: “La miniera è di Fini!”.

 

giorno: cala l’audience, Barbara D’urso intervista i figli dei minatori: “dimmi, ti manca papà?”

 

dall’ all 30esimo giorno falliscono tutti i tentativi di Bertolaso, che così viene nominato capo mondiale della protezione civile. Dopo un mese, i minatori escono per i fatti loro dalla miniera, scavando con le mani. 

Emilio Fede rende omaggio al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per l’aiuto fornito durante gli scavi. 

 

Un anno dopo, i 33 minatori, già licenziati, vengono incriminati per danneggiamento del sito minerario.

 

Ma è successo in Cile…. ci siamo salvati!!!

 

Fonte: da Dagospia del 19 settembre 2010

Link: http://www.dagospia.com/

 

 


Apr 13 2017

BIBLIOTECA CAPITOLARE DI VERONA. SCHEDARI E CODICI PRESTO CONSULTABILI LIBERAMENTE SULLA RETE

Category: Chiesa veronese,Verona cultura variagiorgio @ 00:21

Monsignor Alberto Piazzi, da 28 anni prefetto della Biblioteca Capitolare, tra i libri della Sala Maffeiana

 

L’INIZIATIVA. La collezione più antica d’Europa presto sarà anche in versione digitale. In memoria di Luigi Righetti la Banca Popolare finanzia il piano informatico: schedari codici e i testi più rari si vedranno sulla rete e si potranno consultare con un clic.

 

Verona. Come nel Nome della rosa, qui ci sono codici miniati, pergamene, antichi e misteriosi manoscritti; ma si devono calzare guanti bianchi di cotone, prima di toccarli: nessuno rischia di avvelenarsi al contatto con inchiostri venefici, come nel romanzone di Umberto Eco. La Biblioteca Capitolare annuncia un’altra forma di consultazione ancora più sicura, per i delicatissimi testi, e più comoda, per gli studiosi di tutto il mondo: i codici saranno liberamente consultabili su internet, dove appariranno in alta risoluzione fotografica sul

sito:  http://www.capitolareverona.it/

 

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Apr 12 2017

DESMONTÀ DI VERONELLA: NECROPOLI, TESORO SENZA FINE

Category: Verona archeologia e paleontologiagiorgio @ 00:07

Girava l’anno 2010

 

La campagna di scavi che ha portato alla luce la necropoli

 

 

Un nuovo ritrovamento importante nelle campagne dove si scava da trent’anni

Spuntano altre 24 tombe. Si tratta di sepolture risalenti alla fine dell’età del Bronzo

 

La necropoli di Desmontà non finisce di stupire gli studiosi. Il sito archeologico, venuto alla luce per la prima volta negli anni Ottanta nelle campagne fra Veronella ed Albaredo, offre nuove sorprese. Ormai ha un’estensione di 25mila metri quadrati. 

 

Nelle scorse settimanne la soprintendenza ai Beni archeologici di Verona, con il supporto della società archeologica «Sap» di Mantova e dell’associazione «Adige Nostro», ha compiuto l’ennesimo scavo in località Caneviera. 

 

Si è trattato di una piccola indagine, in un fazzoletto di terra di 400 metri quadri, lungo la provinciale che collega la rotonda del Miracolo ad Albaredo. 

 

Agli inizi di agosto, durante un’aratura profonda, il proprietario del campo si è accorto della presenza di macchie di terra nerastre.  Lo storico Beppino Dal Cero ha compiuto un sopralluogo e ha chiesto di fermare immediatamente i lavori agricoli, convinto che in quell’area ci fossero dei reperti preistorici da indagare. Il suo intuito non ha fallito. 

 

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Apr 11 2017

FURONO I VULCANI A PORTARE ALL’ESTINZIONE I NEANDERTAL?

Category: Natura e scienzagiorgio @ 00:22

 

 

Un nuovo studio suggerisce che il cambiamento climatico causato da due enormi eruzioni vulcaniche in Italia e nel Caucaso portò i Neandertal all’estinzione, lasciando così lo spazio agli uomini moderni di prosperare in Asia e in Europa.

La ricerca, condotta da Liubov Vitaliena Golovanova e Vladimir Borisovich Doronichev, verrà pubblicata nel numero di ottobre di Current Anthropology.

 

“La [nostra] ipotesi è che la fine dei Neandertal avvenne ‘improvvisamente’ dopo la più potente attività vulcanica nell’Eurasia occidentale [mai avvenuta] durante la storia dei Neandertal”, scrivono i ricercatori.”Questa catastrofe non solo distrusse drasticamente le nicche ecologiche delle popolazioni dei Neandertal, ma ne causò anche il loro spopolamento”.

 

Le prove della catastrofe arrivano dagli strati di cenere depositati dall’eruzione detta dell’Ignimbrite campana (la più violenta che si sia verificata in Europa negli ultimi 200 mila anni, avvenuta nell’attuale zona dei Campi Flegrei, presso Napoli, circa 40000 anni fa) e dalla più piccola eruzione avvenuta all’incirca nello stesso periodo nelle montagne del Caucaso (Russia meridionale). Secondo lo studio, la cenere oscurò il cielo forse per anni, devastando gli ecosistemi.

 

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Apr 10 2017

IMMIGRATI ISLAMICI PROFANANO LA MESSA A SONDRIO

Category: Chiesa Cattolica,Islamgiorgio @ 00:25

 

 

Girava l’anno 2010, e non è cambiato nulla

 

Si sono messi in fila per ricevere la Comunione, ma una volta davanti al sacerdote hanno preso l’ostia consacrata e l’hanno infilata nelle tasche. 

Quando poi alla fine della funzione, l’arciprete don Marco Zubiani si è avvicinato per chiedere spiegazioni i due protagonisti del gesto oltraggioso hanno risposto: “Tu chi sei per dirci cosa fare? Non ci comandi. Noi siamo di fede islamica e tu chi sei? Sei Dio tu?”. E’ successo ieri nella Collegiata, la chiesa principale di Sondrio, gremita per la messa serale, tra lo sbalordimento e il dolore degli altri fedeli.

 

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Apr 09 2017

LA MADRE DI DIO E L’ISLAM

Category: Chiesa Cattolica,Islamgiorgio @ 10:15

Nostra Signora Madonna del Libano

 

 

Un vescovo libanese critica l’islan.  E la segreteria di stato lo purga

Qui sotto è riprodotto il testo integrale dell’intervento al sinodo per il Medio Oriente consegnato per iscritto dal vescovo libanese di Antiochia dei siri  Raboula Antoine Beylouni, così come è apparso sul bollettino italiano n. 21 del 21 ottobre. L’originale è in francese e si trova nel bollettino in questa lingua.

Il 22 ottobre, anche “L’Osservatore Romano” ha stampato l’intervento del vescovo. Ma con notevoli tagli, ordinati dalla segreteria di stato.

Le parti tagliate sono quelle evidenziate in neretto. Il titolo è quello del giornale della Santa Sede.

 

LA MADRE DI DIO E L’ISLAM

 

di Monsignor  Raboula Antoine Beylouni

 

In Libano abbiamo un comitato nazionale per il dialogo islamo-cristiano da diversi anni. Esisteva anche una commissione episcopale, istituita in seguito all’assemblea dei patriarchi e dei vescovi cattolici in Libano, incaricata del dialogo islamo-cristiano. È stata soppressa ultimamente per conferire maggiore importanza all’altro comitato; per di più non aveva ottenuto risultati tangibili.

 

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Apr 08 2017

IL CORANO ORDINA DI IMPORRE LA RELIGIONE CON LA SPADA

Category: Chiesa Cattolica,Islamgiorgio @ 00:12

Raboula Antoine Beylouni

 

 

Duro atto di accusa nell’aula del Sinodo del monsignor Raboula Antoine Beylouni.  Il vescovo libanese: «Il Corano ordina di imporre la religione con la spada».   «L’Islam dà al musulmano il diritto di giudicare i cristiani e di ucciderli con la jihad»

 

CITTA’ DEL VATICANO – «Il Corano permette al musulmano di nascondere la verità al cristiano e di parlare e agire in contrasto con ciò che pensa e crede.

Il Corano dà al musulmano il diritto di giudicare i cristiani e di ucciderli con la jihad (guerra santa).

Ordina di imporre la religione con la forza, con la spada.

Per questo i musulmani non riconoscono la libertà religiosa, nè per loro nè per gli altri.

Non stupisce vedere tutti i paesi arabi e musulmani rifiutarsi di applicare integralmente i diritti umani sanciti dalle Nazioni Unite».

 

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Apr 07 2017

1860: MACCHE’ GARIBALDI! LA SICILIA VENNE INVASA, OCCUPATA E COLONIZZATA DAGLI ANGLO-PIEMONTESI.

 

 

di M. DI MAURO, A. LATTANZIO, P. ALTIMARI, N. ZITARA*

 

FALSE FLAG SULL’ISOLA CONTESA

 

La cosiddetta Impresa dei Mille copriva la conquista coloniale anglo-piemontese delle Due Sicilie. Garibaldi fu solo uno degli attori, e manco il più importante.

 

Che ci fossero in mezzo anche qualche decina di siciliani, più o meno convinti, importa ancor meno. Del ruolo e della funzione di Crispi, il Macellaio di Ribera, ci occuperemo in seguito. E senza appello. Non ha alcun senso storiografico il sopravvalutare, nel bene e nel male, il ruolo di un qualunque individuo in fatti di grande portata. Nè conta men che zero il suo luogo di nascita. Dell’individuo se ne può rilevare la sola funzione accessoria al fatto storico.

 

Altra cosa ancora è la costruzione del mito. E il mito dell’Eroe dei Due Mondi è un caso da manuale che va affrontato con gli strumenti dell’indagine critica applicata allo Spettacolo delle Ideologie. Perfino l’Opra dei Pupi venne stravolta per far largo a Don Peppino. Ne parleremo in seguito.

 

Quali siano stati, nella lunga durata, gli effetti della distruzione, annessione e fagocitazione delle Due Sicilie a una entità statuale il cui baricentro politico-economico non s’è mai mosso dalla Padania… ci pare siano sotto gli occhi di tutti, e il “1860” è una Catastrofe che agisce sul Presente. Facciamo parlare i Fatti.

 

La cosiddetta “Impresa dei Mille” fu nient’altro che una riuscita operazione di copertura della conquista coloniale anglopiemontese delle Due Sicilie.

 

In termini tecnici questo tipo di operazioni si chiamano false-flag, falsa-bandiera.

 

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Apr 06 2017

VANGELO DI NICODEMO DETTO ANCHE ATTI DI PILATO – PASSIONE E RISURREZIONE DI GESU’

Category: Libri e fonti,Religioni e rasie,Ultimo Apostologiorgio @ 00:04

 

Cristo e Nicodemo in un dipinto di Crijn Volmarijn

  

 

Memorie di Nicodemo

  

(data: IV secolo). In varie versioni sia copte e
sirine.



 

Il Vangelo di Nicodemo è un vangelo apocrifo con attribuzione pseudoepigrafa a Nicodemo, discepolo di Gesù. Datato al II secolo, è scritto in greco. Similmente agli altri vangeli della passione (Vangelo di Gamaliele, Vangelo di Pietro) descrive la passione di Gesù discolpando Pilato.

Fa parte del cosiddetto Ciclo di Pilato, una serie di scritti apocrifi più o meno antichi centrati sulla figura di Pilato (primi 10 capitoli).

Il testo risulta composto da tre sezioni originariamente indipendenti:

 

 

Incomincia la narrazione di Nicodemo, e la storia della Passione del nostro Signore Iesù Cristo; cioè il Passio di Nicodemo.

 

TESTI

 

 

VANGELO DI NICODEMO  
DETTO ANCHE ATTI DI PILATO 

 


Recensione greca “A” **

 

PROLOGO

 

Io Anania, protettore (1), ufficiale pretoriano, versato nella legge, avvicinatomi con cuore fedele alle sacre Scritture riconobbi che Gesù Cristo è il nostro Signore, e fui riconosciuto degno del santo battesimo.

 

Indagando sulle memorie dei fatti accaduti in quel periodo a proposito del padrone nostro Gesù Cristo e su quanto fu divulgato per scritto dagli Ebrei su Ponzio Pilato, trovai queste memorie scritte in lingua ebraica e, per volontà di Dio, le tradussi in lingua greca affinché ne possano prendere conoscenza tutti coloro che invocano il nome di nostro Signore Gesù Cristo: era l’anno diciassettesimo del regno del signore nostro Flavio Teodosio e il quinto del nobilissimo Flavio Valentiniano, l’indizione nona (2).

 

Voi tutti dunque che leggete e copiate questo, in altri libri, pensate a me e pregate per me, affinché Dio abbia misericordia di me e perdoni i peccati che ho commesso contro di lui.

 

Pace ai lettori e salute a tutti quanti udranno e ai loro domestici: Amen.

 

Nell’anno quindicesimo del regno di Tiberio Cesare (3), imperatore dei Romani, l’anno diciannovesimo della dominazione di Erode, figlio di Erode, re della Galilea, nell’ottavo giorno (4) prima delle calende di aprile e cioè il venticinquesimo giorno del mese di marzo, sotto il consolato di Rufo e Rubellione, il quarto anno dell’olimpiade duecentodue, mentre era sommo sacerdote degli Ebrei Giuseppe, figlio di Caifa.

 

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Apr 03 2017

IL VANGELO DI PIETRO

Category: Libri e fonti,Religioni e rasie,Ultimo Apostologiorgio @ 00:04

San Pietro – Verona,  Chiesa di Santo Stefano 

 

 

Tradizione del Vangelo di Pietro

 

L’esistenza del Vangelo di Pietro è attestata diverse volte nella letteratura cristiana antica, ma in tutti i casi meno uno il testo non è citato né se ne racconta l’origine.

 

Origene (185250) cita il Vangelo di Pietro in una sola occasione, nella sua vasta produzione. Racconta infatti l’opinione di alcuni, secondo i quali i fratelli di Gesù erano figli di Giuseppe avuti da una prima moglie, allo scopo di sostenere la dottrina della verginità perpetua di Maria.[1] Il fatto che Origene faccia riferimento al Vangelo di Pietro «o [al] Libro di Giacomo» fa ritenere ad alcuni studiosi moderni che non conoscesse il Vangelo di Pietro di prima mano;[2] altri ritengono che il riferimento al «Libro di Giacomo» sia invece da intendere come un riferimento al Protovangelo di Giacomo.[3]

 

Nella sua Storia ecclesiasticaEusebio di Cesarea, scrivendo dopo il 324, riporta la storia di Serapione, vescovo di Antiochia dal 190 al 203.[4] Eusebio riproduce un brano di un’opera di Serapione (forse una lettera) intitolata Sul cosiddetto Vangelo di Pietro e indirizzata alla comunità di Rhossos, non lontana da Antiochia, nella quale il vescovo ricorda di aver visitato la comunità cristiana che adottava quel vangelo e, pur negando che il suo vero autore potesse essere l’apostolo Pietro, aveva consentito che lo si leggesse, essendo conforme alla linea ortodossa prevalente. Tempo dopo, Serapione venne informato che in realtà quel vangelo «celava un’eresia», che egli sembra attribuire a un certo Marciano,[5] e che lui aveva individuato col docetismo. Serapione riferisce di aver letto con attenzione il vangelo e di aver avuto modo «di ritrovarvi, insieme a gran parte della vera dottrina del Salvatore, anche alcune aggiunte, che abbiamo altresì sottoposto alla vostra attenzione».[6]

 

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Apr 02 2017

DETTI SULLE CITTA’ VENETE

Category: Pensieri e parole,Veneto e dintornigiorgio @ 01:17

Verona;  la dove: “son tuti mati” 

 

 

I detti 

 

Venexiani gran signori. (1)

 

Padoàni gran dotori. (2)

 

Visentini magnagati. (3) 

 

Veronesi tuti mati. (4)

 

Udinesi castelàni col cognome de fùrlani. (5)

 

Trevisani pan e tripe. (6)

 

Rovigoti bàco e tripe. (7)

 

I Bresciani taja cantoni. (8)

 

ghe ne anca de pì tristi

 

i xé i Mantoàni tuti stinchi. (9)

 

e i Bergamaschi  brusacristi. (10)

 

Rustico rapporto fatto nel XVI° secolo da Angelo Ruzzante (attore, Padova 1502-1542) ad Andrea Gritti, suo Serenissimo Doge di Venezia.

 

PS

 

E Belun ?   

Pòra Belun,  te si proprio de nisun!

 

 

Note:

 

1) – Perchè  allora Venezia  era una delle città  più ricche.

 

2) – Per la loro Università.

 

3) – Sembra che, per un lungo assedio degli Ezzelini, abbiamo mangiato anche  i gatti, allora cosa scandalosa perché protetti dalla Madonna.

 

4) – Per la  “fina” aria che viene dal Lago di Garda e dal Baldo.

 

5) – Perché già allora avevano  un gran Castello; attenzione: “furlani”  voleva dire imbroglioni e ladroni.

 

6) – Perché coccoli di Venezia,  non hanno mai avuti grossi problemi.

 

7) – In quei tempi non godevano di grande stima.

 

8) – Si diceva che, quando i confini della Serenissima erano da quelle parti, le guardie  bresciane  fuggissero con facilità.

 

9) – Furbi, scaltri.

 

10) -Perché non sono mai stati per la Chiesa ed inoltre,  in occasione di alcune scorribande, hanno bruciato  qualche crocefisso.

 

 

Le prime quattro frasi del “ rapporto del Rizzante” per noi veneti, ed anche per molti altri, sono più che conosciute; il rimanente, e il relativo “vox popoli”, sono il frutto di una ricerca del Montaldi nella zona della “Serenissima”.

 

 


Apr 01 2017

LA BUFALA DI GIULIETTA E ROMEO

Il  balcone proveniente da una demolizione operata ai primi del novecento nell’Isolo.

 

 

Giulietta e Romeo la più grande bufala di questi ultimi due secoli. 

 

Una storia che nasce dalla letteratura Assiro-Babilonese e passa per i miti ellenici per approdare al Cunto delle Cunti fino a Da Ponte, così è copiata da William Shakespeare, certo un maestro dell’esoterismo, ma i più non ne hanno compreso il senso. 

 

Per Verona questa e una storia decisamente farlocca come la casa di Giulietta, che era dei Cappello ( i Capuleti non sono mai esistiti a Verona e i Montecchi erano vicentini) il balcone installato ai primi del novecento dal sopraintendente Avena.

Il  sarcofago che avrebbe ospitato Giulietta, stando alle parole di Joseph Rudyard Kipling in visita a Verona fu definito: una mangiatoia per animali o porci. 

Mandrie di turisti, vengono ogni giorno a Verona per recarsi a vedere ciò che non è mai esistito, romanticismo degradato e degradante. 

Trascurano la Verona vera e senza tempo che lascia tutte le sue testimonianze vive e presenti: la Verona romana, medioevale, rinascimentale, barocca,……

Questo per noi veronesi è un mito degradante e degradato da una serie infinita di assessori alla cultura che dell’ignoranza ne hanno fatto il loro vessillo.

 

Forse la discussione non lo meritava, ma è ora di dire la verità su questo ormai degenerato mito, che l’ottusità alimenta convinta possa portare vantaggi alla città, mentre ne degrada ulteriormente l’intima e profonda essenza. Verona è molto altro per fortuna! 

E’ solo uno sfogo.

Grazie per avermi sopportato.

Luigi Pellini

 

La Tomba di Giulietta, il sarcofago ha buone possibilità di essere   di origine romana, visto il cuscino di marmo di cui è provvisto

 

Fonte: da srs di Luigi Pellini.blogspot del 19 ottobre 2010

Link: http://luigi-pellini.blogspot.com/

 

 


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