Mar 31 2017

ODE AL CANE

Category: Pensieri e parolegiorgio @ 00:40

 

 

Il cane mi domanda 

e non rispondo.

 

Salta, corre pei campi e mi domanda senza parlare

e i suoi occhi sono due richieste umide, 

due fiamme liquide che interrogano

e io non rispondo, non rispondo perché non so, 

non posso dir nulla.

 

In campo aperto andiamo uomo e cane.

Brillano le foglie come se qualcuno le avesse baciate a una a una,

sorgono dal suolo tutte le arance a collocare piccoli planetari

su alberi rotondi come la notte, e verdi,

e noi, uomo e cane, andiamo a fiutare il mondo, a scuotere il trifoglio,

nella campagna cilena, fra le limpide dita di settembre.

 

Il cane si ferma, insegue le api, salta l’acqua trepida,

ascolta lontanissimi latrati, orina sopra un sasso,

e mi porta la punta del suo muso, a me, come un regalo.

 

E’ la sua freschezza affettuosa, la comunicazione del suo affetto,

e proprio lì mi chiese con i suoi due occhi,

perchè e’ giorno, perchè verrà la notte, perchè la primavera

non portò nella sua canestra nulla per i cani randagi, tranne inutili fiori, fiori, fiori e fiori.

 

E così m’interroga il cane

e io non rispondo.

 

Andiamo uomo e cane uniti dal mattino verde,

dall’incitante solitudine vuota nella quale solo noi esistiamo,

questa unità fra cane con rugiada e il poeta del bosco,

perchè non esiste l’uccello nascosto,

ne’ il fiore segreto, ma solo trilli e profumi per i due compagni:

un mondo inumidito dalle distillazioni della notte,

una galleria verde e poi un gran prato,

una raffica di vento aranciato,

il sussurro delle radici,

la vita che procede,

e l’antica amicizia,

la felicità d’essere cane e d’essere uomo trasformata in un solo animale

che cammina muovendo

sei zampe e una coda

con rugiada.

 

Pablo Neruda

 


Mar 30 2017

PAOLO SARPI, IL SUO PENSIERO VERO SU STATO E RELIGIONE

Category: Cultura e dintorni,Veneto e dintornigiorgio @ 00:12

Paolo Sarpi

 

 

di Milo Bozzolan Zago

 

Piccolo brano, scritto di pugno da Fra Paolo Sarpi (Venezia 1552 – Venezia 1623) che ci aiuta a comprendere bene il Suo punto di vista riguardo alla laicità dello stato.

Egli è stato per gran parte frainteso, a volte volutamente, infatti mai ha affermato che lo stato non dovesse in alcun modo occuparsi della Religione, ma bensì l’avrebbe dovuta favorire,  poiché “il Principe” era tenuto a interessarsi sia al benessere materiale, che a quello spirituale dei sudditi. Era suo dovere, fin dai tempi più antichi.

 

La terza via di Paolo Sarpi e della Serenissima Repubblica, tra laicità moderna e stato clericale. Brano tratto dal “Discorso dell’origine dell’uffizio dell’Inquisizione”.

 

Tra le perverse opinioni, de’ quali abbonda il nostro secolo infelice, questa ancora è predicata, che la cura della Religione non appartenga al Principe, qual è colorata con due pretesti. L’uno, che per esser cosa spirituale, e divina, non s’aspetti all’autorità temporale. L’altro, perché il Principe, occupato in maggiori cose, non può attendere a questi affari.

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Mar 29 2017

VERONA: GOSSIP IN CLASSE…

Category: Monade satira e rattatujegiorgio @ 17:51

 

 

Scuole   elementari,  le vacanze sono finite e si ritorta a scuola 

 

 “Ciao! Ben tornato! Allora dove sei stato in vacanza?”

“Sono stato sul lago, a Rimini e in Puglia!”

“Con i tuoi?”

“No, sul lago e in Puglia con papà e la mamma, 

a Rimini solo con la mamma e …

ehm…sai…io ho un segreto con la mamma… 

a Rimini siamo andati con un amico della mamma…

ma non devo dirlo a papà se no si arrabbia…”

“Ma come? Come si chiama questo amico?”

“Mah…la mamma lo chiama sempre tato

 

…cari genitori…attenti a svelare segreti ai vostri figli!

 

 


Mar 28 2017

VENEZIA CACCIA I GESUITI, PER CONSIGLIO DI FRA’ PAOLO SARPI

 

Paolo Sarpi 

 

 

Di Simonetta Dondi dall’Orologio

 

Venezia fin dalla sua fondazione aveva sempre difeso la sua indipendenza non solo politica ma anche religiosa; in particolare rifiutando la giurisdizione di Roma e del Papato.

 

Difatti i rapporti tra la Repubblica di Venezia e la Chiesa di Roma furono spesso travagliati.

 

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Mar 27 2017

L’AFFONDAMENTO DEL TITANIC: NIPOTE UFFICIALE RIVELA, FU COLPA TIMONIERE

Category: Cronaca e notizie,Storia moderna e revisionismogiorgio @ 09:46

 

 

“Non andava troppo veloce e non vide l’iceberg, fu un errore di manovra”

 

LONDRA – Il Titanic si scontrò con l’iceberg che lo affondò non perché l’enorme massa di ghiaccio fu avvistata troppo tardi, ma perché il timoniere aveva frainteso l’ordine che gli era stato dato ed aveva fatto girare la nave dalla parte sbagliata.

 

E’ questo il ‘segreto’ custodito per quasi cento anni dalla famiglia di uno degli ufficiali a bordo e rivelato oggi dalla nipote, Lady Louise Patten, moglie dell’ex ministro dell’istruzione britannico Lord John Patten, che ha utilizzato la storia come base per un suo romanzo. Il nonno della Patten, il comandante Charles Lightloller, era il secondo ufficiale a bordo del Titanic e aveva una conoscenza dettagliata degli eventi che portarono al tragico naufragio del transatlantico.

 

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Mar 26 2017

IL DENARO COME ARMA DI DISTRUZIONE DI MASSA, I 30 UOMINI CHE TENGONO IN OSTAGGIO IL MONDO.

 

 

Attenti a quei Trenta: ricattano il mondo truccando le regole. E nessuno li può fermare, perché maneggiano 650.000 miliardi di dollari, cioè otto volte il Pil del pianeta. In dieci anni, hanno messo in ginocchio l’economia reale. E sono ancora lì, a dettar legge, a cominciare da uno dei loro specialisti, Mario Draghi.Quella del famigerato “Group of 30”, creato alla fine degli anni ’70 da personaggi come David Rockefeller. Obiettivo: piegare le nazioni ai diktat della speculazione finanziaria. Missione compiuta: oggi l’intera Europa è nelle loro mani, e un paese come l’Italia – membro del G8 – è agli ordini della super-lobby che ha commissariato il governo affidandolo al fido oligarca Mario Monti, tecnocrate targato Goldman Sachs, veterano del Bilderberg, della Trilaterale e della micidiale Commissione Europea, quella che oggi dispone il suicidio sociale degli Stati mediante il pareggio di bilancio.

 

Un capolavoro, in sole tre mosse.

Primo: attraverso la “superstizione o isteria del debito pubblico”, si distrugge la capacità dello Stato di creare e controllare qualsiasi ricchezza finanziaria significativa, che a quel punto resta unicamente nelle mani dei mercati di capitali, da cui gli Stati finiscono per dipendere in toto.

Seconda mossa: i dominatori finanziari, che ora spadroneggiano, per ottimizzare la rapina globale incaricano la super-lobby dei tecnocrati di ridisegnare leggi e regole, con adeguata propaganda.

Terzo: gli oligarchi impongono le loro condizioni-capestro ai governi, ormai privati della facoltà di creare ricchezza finanziaria e quindi dipendenti dal ricatto, pronti cioè a ingoiare qualsiasi aberrazione speculativa.

 

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Mar 25 2017

UNA SERATA A CORSICO FRA GENTE DI BASSO LIVELLO.

Category: Chiesa Cattolica,Società e politicagiorgio @ 00:22

Corsico il Naviglio

 

 

Maurizio Blondet 24 marzo 2017

 

Chiara  ha 11 anni.  Prima, accompagnava la (ancor giovane) nonna alla Messa, la domenica. Adesso, da qualche settimana, si rifiuta: “Non credo più. Dio non esiste”.  Come mai, si allarma la nonna. Alla fine Chiara le racconta: “Ho pregato che facesse tornare insieme mamma e papà. Solo questo gli ho chiesto, solo questo. Per tutti questi anni. E invece mamma è andata a fare i figli con quell’altro”.   

 

Ha il dolore negli occhi.  Chiara vive con la nonna e il suo papà, l’abbandonato, uno che si spacca di lavoro tutto il giorno   sull’orlo della rovina – ha una “impresa  di pulizie” ormai ridotta a un solo elemento, lui stesso (è la crisi) e divorata dalle tasse e “adempimenti”, e il mutuo da pagare sull’appartamento di quando era sposato  – e il mattino, aiuta Chiara a fare la cartella, sta attento che porti i libri e i quaderni giusti. Chiara a scuola va benissimo.  Ma in questi giorni è intrattabile, a tavola provoca gli schiaffi a papà…Si  vede che è arrabbiata e infelice, per questo è cattiva, dice la nonna. Il fatto è che la mamma sta tornando dalla clinica, dove ha partorito il terzo figlio con “l’altro” (è una fattrice la mamma, capisco: due  figli col marito, tre con l’altro, che è disoccupato)  e sa che la mamma la trascurerà ancora di più.  Deve chiamare “fratelli” gli altri tre, e “zio” l’altro: non vuole andare in quella casa. Sta sempre con la nonna che, ancor giovane, non ha pensione. Anche nonna, del resto, ha avuto un marito e poi un “compagno”: entrambi non versano un euro, hanno altre “compagne”; non si sentono obbligati né responsabili – e poi, anche loro fanno lavoretti precari. Nonna  fa la baby sitter a un bambino di tre anni, per 3 euro l’ora. Si rifiuti, le dico. Lei:   a me dieci euro al giorno servono;   se rifiutassi, c’è una vicina che prenderebbe il mio posto, s’è già fatta avanti. E poi, anche la famiglia del bambino è povera – lavorano in   due, pagano il mutuo…

Ha l’osteoporosi, la nonna; ha la borsetta piena di  ricette che le fa la dottoressa amica, che è dello stesso gruppo di preghiera.

 

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Mar 24 2017

AL MIO CANE ASTOR….GRAZIE DI ESSERE ESISTITO…

Category: Mondo animalegiorgio @ 09:12

 

 

Fissa il tuo cane negli occhi e tenta ancora di affermare che gli animali non hanno un’anima.
(Victor Hugo)

 


Mar 23 2017

LA MENTE MODIFICA IL CORPO, QUELLO CHE CI DIFFERENZIA E LA POSTURA MENTALE

Category: Conoscenza varie,Monade satira e rattatujegiorgio @ 01:30

 

 
La mente modifica il corpo, quello che ci differenzia e la postura mentale

 

 


Mar 22 2017

QUANDO LA STORIA VIENE PRESENTATA COME LOTTA TRA IL “BENE” E IL “MALE”

Category: Storia moderna e revisionismogiorgio @ 07:38

Adolf  Eichmann

 

 

Un recente articolo del Sunday Times ci informa che Adolf Eichmann, considerato il principale responsabile dell’olocausto, salvò 800 ebrei tenendoli segretamente al sicuro in un ospedale di Berlino.

Secondo l’articolo, “questi ebrei sopravvissuti erano collaboratori, spie o le mogli di tedeschi influenti sotto alta protezione nazista. Altri ebrei costituivano il personale dell’ospedale, incaricati da Eichmann di curare i malati”.

 

La storia della seconda guerra mondiale è presentata da USA e Israele come la lotta tra il bene e il male, tra i più crudeli carnefici di tutti i tempi, i nazisti, e le eterne vittime della violenza razzista, gli ebrei.

Secondo i dogmi della religione dell’Olocausto, nella presentazione del secondo conflitto mondiale, da una parte, vengono fatte scomparire le vittime non ebraiche, ben più numerose, dall’altra, viene taciuta la documentata e continuativa collaborazione tra una parte degli ebrei, i sionisti, e tutti gli antisemiti europei, in particolare i nazisti.

Questa collaborazione sembrerebbe innaturale ma non lo è affatto. Discende dal comune interesse di nazisti e sionisti di operare, in tutta Europa, per la separazione tra non ebrei ed ebrei ed il trasferimento di questi ultimi lontano dagli stati del continente europeo verso altri continenti.

 

Possiamo illustrare questa strategia con le parole di un sionista, tra tanti, che collaborò strettamente col nazismo:

 

Per molti anni ho ritenuto che la completa separazione delle attività culturali dei due popoli sia la condizione per rendere possibile una collaborazione pacifica (…) a condizione che essa si basi sul rispetto della nazione straniera [gli ebrei]. Le Leggi di Norimberga (…) mi sembrano, se si escludono le disposizioni legali, conformarsi interamente con il desiderio di una vita separata sulla base del mutuo rispetto”.

 

Questo signore si chiamava Georg Karesky e concluse la sua vergognosa esistenza nello stato ebraico, da lui desiderato e fondato assieme ai suoi simili separatori di “razze”.

I palestinesi, vittime di questa operazione congiunta di sionisti e antisemiti, rappresentavano per i colonizzatori ancora un’altra “razza” da cui essi volevano separarsi.

Per questo, in concomitanza della fondazione del loro stato (1948), provvidero a cacciarli dalla Palestina con una enorme operazione di pulizia etnico-razziale.

 

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Mar 21 2017

I DINOSAURI DEL PASUBIO RIDISEGNANO LA GEOGRAFIA GIURASSICA DELL’ITALIA

Category: Archeologia e paleontologia,Natura e scienzagiorgio @ 10:21

Una delle  orme ritrovate  nella galleria

 

 

Il ritrovamento di tre orme di dinosauro all’interno della galleria del Monte Buso, nel massiccio del Pasubio,  rivoluziona la paleogeografia italiana. Lì non dovevano stare: nel periodo Giurassico, quel territorio si ipotizzava sommerso. Ma c’è di più: la “piattaforma di Trento” apparteneva all’Eurasia e non al continente africano.

 

Durante l’esplorazione della galleria passante del Monte Buso, nel massiccio del Pasubio (scavata dagli austriaci durante la prima guerra mondiale per collegare le retrovie alla prima linea), Marco Avanzini – conservatore responsabile della sezione di geologia del Museo tridentino di scienze naturali e noto esperto di icnologia, la disciplina che studia le orme fossili – ha individuato tre orme di dinosauro che riscrivono la storia antica della penisola italiana.

 

Seguendo le ricostruzioni paleogeografiche, basate su dati geologici e stratigrafici, l’Italia del Giurassico (il periodo che va da 200 a 160 milioni di anni fa) era considerata perlopiù un territorio sommerso, dove al massimo erano presenti basse distese fangose a pelo d’acqua. Nel 1990, la scoperta di tracce di dinosauri ai Lavini di Marco, nel Trentino meridionale, fa vacillare questa ipotesi. I ritrovamenti successivi, avvenuti in un’ampia area compresa tra la Valle dell’Adige e il Feltrino, provano che il territorio denominato dai geologi “Piattaforma di Trento” nel Giurassico inferiore (200-190 milioni di anni fa) era costituito in gran parte da terre emerse. Lo sprofondamento previsto dai modelli tradizionali era avvenuto più tardi (nel Giurassico superiore, 160 milioni di anni fa).

 

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Mar 20 2017

RISORGIMENTO… LE RADICI DELLA VERGOGNA

 

 

Il Risorgimento: uno stupro. Un atto violento, arbitrario, malcondotto, che ha generato i mostri che oggi attanagliano il nostro paese. Un atto vergognoso che ha generato vergogna.

Il grido di dolore di un’Italia fatta nascere con la forza. Di un’Italia costruita sull’oblio delle identità e delle tradizioni, contro la sua natura e la sua volontà. Il grido di dolore di una grande nazione “idea universale capace di riunire il mondo”, che si è fatta piccolo stato. Il grido di dolore di un’Italia che vuole risorgere.

 

L’Italia è una nazione? O è vera la celebre espressione irrisoria del Metternich che la riduceva piuttosto a mera “espressione geografica”?

 

Il senso del nostro paese è indubbiamente cambiato dopo che, poco più di 150 anni fa, lo si è voluto ad ogni costo far diventare uno stato unitario. È cambiato, ma non come forse ci si aspettava. L’espressione del Metternich a ben guardare è più adatta all’Italia di oggi che non a quella di ieri.

 

L’Italia dei piccoli stati e delle sue molte capitali primeggiava per cultura, arte, mecenatismo. Era formata da tanti centri vitali, indipendenti, custodi di tradizioni antiche e diversissime tra loro. E poteva essere definita una nazione, quantomeno in virtù di una dimensione culturale e religiosa che le veniva universalmente riconosciuta.

 

Gli italiani non hanno mai avvertito un orgoglio nazionale inteso in senso politico. Velleità espansionistiche, brama di potere non erano aspirazioni diffuse, perché «l’unica cosa che li interessava era quello che avrebbe potuto dar loro un certo valore agli occhi degli altri, quello che avrebbe conferito loro un significato universale» spiegava il filosofo Vladimir Solovev nella sua opera La giustificazione del bene. E Dostoevskij, riconoscendo all’Italia un ruolo di grande nazione culturale, denunciava come, dopo l’opera unificatrice di Cavour, un «piccolo regno di second’ordine» avesse preso il posto di una grande «idea universale capace di riunire il mondo».

 

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Mar 19 2017

IL 4 FEBBRAIO 2010 MORIVA BOA SR, ULTIMA INDIGENA CHE PARLAVA LA LINGUA “BO” DELLE ISOLE ANDAMANE

Category: Dominio Potere e Violenza,Popoli e nazionigiorgio @ 00:29

Per non dimenticare

 

BOA SR

 

 

Morta l’ultima indigena che parlava il “Bo”, lingua di 65mila anni fa.  Quando gli Inglesi colonizzarono l’arcipelago, nel 1858, c’erano almeno 5.000 persone. Ora ne sopravvivono 52

 

MILANO – Un’altra lingua che si parlava sulla Terra è scomparsa per sempre, un altro patrimonio che non sarà più recuperabile in alcun modo, non c’è tecnologia che tenga. E questo idioma, di sicuro, era uno dei più antichi: dopo circa 65mila anni l’unica donna indigena rimasta al mondo che ancora lo conosceva era Boa Sr. Aveva circa 85 anni, ed è morta: con lei si spegne per sempre il “bo” la lingua parlata da una delle più antiche tribù del pianeta. Si stima infatti questa gente abbia vissuto nelle Isole Andamane per almeno 65mila anni. Era una delle 10 tribù di cui si componeva il popolo dei Grandi Andamanesi.

«Da quando era rimasta la sola a parlare il BO – ha raccontato il linguista Anvita Abbi dell’Università di Nuova Delhi, che la conosceva da molti anni, Boa Sr si sentiva molto sola perché non aveva nessuno con cui conversare. Era comunque una donna con grande senso dell’ dell’umorismo; il suo sorriso e la sua risata fragorosa erano contagiosi».

«Non potete immaginare – ha commentato il professor Abbi – il dolore e l’angoscia che ho provato ogni giorno nell’essere muto testimone della perdita di una cultura straordinaria e di una lingua unica».

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Mar 18 2017

SRS = STUDI RICERCHE SCRITTI

Category: Veja migiorgio @ 00:06

 

 

SRS  è l’acronimo “STUDI  RICERCHE  SCRITTI

Un abbreviativo per ricordarmi che quello scritto è un elaborato  di quella persona

 

 


Mar 17 2017

10 FATTI SULLE DONNE SPARTANE

Category: Storia e dintornigiorgio @ 00:12

Lena Headey nel film 300

 

 

Le donne spartane godevano di una serie di diritti che le loro “sorelle” ateniesi non avevano. L’eccezionale sistema sociale di Sparta, completamente incentrato sulla formazione militare, offriva alle loro donne un livello di libertà e di responsabilità non comune nel mondo classico: come generatrici di bambini, erano vitali per rifornire le file di un esercito che subiva quasi continuamente perdite. Con tanti uomini costantemente in guerra, esse erano cruciali per il funzionamento delle famiglie e della comunità in generale. Tuttavia, le donne spartane erano anche sottoposte a brutali e umilianti riti. Il loro glorioso compito nella vita era quello di sostenere la potenza militare della polis, o di morire provandoci.

 

Il giornalista Malcolm Jack racconta 10 fatti sulle donne spartane.

 

  1. Erano cittadine di Sparta.

 

Diversamente dai Perieci, un gruppo autonomo di abitanti liberi di Sparta, o dagli Iloti, essenzialmente degli schiavi di proprietà dello Stato, le donne di Sparta erano considerate Spartiati, cioè cittadine a pieno titolo. Erano esenti dal lavoro manuale, potevano possedere la terra, accumulare ricchezza e avevano diritto a un’istruzione.

 

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