Set 28 2016

L’ERUZIONE DI THERA (SANTORINI ), LE PIAGHE D’EGITTO E IL SACRIFICI DEI PRIMOGENITI

Category: Bibbia ed Egittogiorgio @ 09:07

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La quinta piaga d’Egitto, (1800) di William Turner, (Indianapolis Museum of Art)

Nel diciassettesimo secolo a.C. (circa nel 1600 a.C.)  il  Mar Egeo è stato lo scenario di un evento catastrofico, forse una delle più grandi prove di forza che madre natura abbia fatto sperimentare, sul nostro pianeta, alla civiltà umana.

L’eruzione vulcanica dell’isola di Thera (Santorini).

Un’eruzione  che alla fine  portò alla disintegrazione  di metà dell’isola ed innescò un’onda di tsunami che non solo irruppe sulle isole più vicine (l’arcipelago delle Cicladi), ma fece sentire la sua pesante devastazione sulle  coste africane libiche, palestinesi e, naturalmente, sul delta del Nilo.

Non esistono documenti scritti che narrano l’evento, ma proprio questo silenzio collettivo su un avvenimento così straordinario, qual è stata l’esplosione di Thera, è esso stesso una prova schiacciante: come infatti non pensare che la mancanza assoluta di racconti sull’accaduto non sia essa stessa il muto racconto di uno sconvolgimento epocale, di un repentino e radicale ritorno a civiltà meno evolute, incapaci di raccontarsi  e di raccontare?

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Set 27 2016

NON HO MAI CAPITO LA FESTA DEL PRIMO MAGGIO, FESTA DEL LAVORO

Category: Economia e lavoro,Società e politicagiorgio @ 01:08

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Non ho mai capito la festa del Primo Maggio, festa del lavoro. Che cosa, in realtà, festeggiano in questo giorno i lavoratori?  La loro schiavitù. Non è una festa, gli “han fatto la festa”.

Il lavoro diventa un valore con la Rivoluzione industriale e i pensatori che cercano di razionalizzarla.

Per Marx è “l’essenza del valore”, per i liberal-liberisti è quel fattore che, combinandosi col capitale, dà il famoso “plusvalore”.

Prima il lavoro non era affatto un valore. Tanto è vero che è nobile chi non lavora e artigiani e contadini lavorano solo per quanto gli basta. Il resto è vita.

 

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Set 26 2016

LE ORIGINI EUROPEE DEI FARAONI D’EGITTO: IL DNA DI TUTANKHAMON

Category: Bibbia ed Egittogiorgio @ 09:02

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Quando la società svizzera iGENEA effettuò l’esame del DNA sulla mummia del faraone Tutankhamon e ne diffuse i risultati, forse in molti pensarono ad una bufala, o ad un errore. Tanto è radicato nella nostra mente l’immagine stereotipata della storia come l’abbiamo imparata dall’infanzia, ma questa scoperta scientifica di straordinario valore adesso mette in dubbio molte delle nostre certezze.

 

Tutankhamon nacque nel 1341 a.C., figlio del faraone Akhenaton e della sua consorte Nefertiti, Akhenaton precedentemente noto come Amenofi IV o Amenhotep IV è conosciuto anche come il faraone eretico in quanto abolì il culto politeistico istituendo il culto monoteistico del dio ATON, una divinità che contrariamente a tutte le altre non aveva una rappresentazione zoomorfa ma veniva rappresentata come un disco solare che emanava dei raggi che terminavano con delle mani.

Per dare più sostanza a questo profondo cambiamento il faraone della XVIII dinastia spostò la capitale dell’antico Egitto lontano da Tebe, costruendo sul medio corso del Nilo in una zona desertica una città nuova di zecca che fu chiamata Akhetaton che letteralmente significava “l’orizzonte di ATON” e che corrisponde all’odierna Al Amarnah. Dopo la caduta di Akhenaton, e la restaurazione del politeismo la città fu distrutta e la sua memoria cancellata dalla storia d’Egitto. Anche il nome di Tutankhamon in origine era differente, egli si chiamava infatti Tutankhaton, ma nelle convulse fasi successive alla caduta del monoteismo, ogni riferimento ad ATON doveva essere drasticamente rimosso, anche il nome del faraone doveva fare riferimento al più rassicurante dio Amon. Tutti i sacerdoti devoti ad ATON dovettero allora abbandonare il paese per stabilirsi ai confini più remoti del regno: la terra di Canaan. Questa è la storia che viene raccontata nella Bibbia e che noi conosciamo col nome di Esodo.

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Set 25 2016

LA PREGHIERA DEGLI ANTICHI VENETI

Category: Religioni e rasie,Veneto e dintornigiorgio @ 00:16

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La devota di Caldevigo

 

 

Statuina erroneamente chiamata la dea di Caldevigo in realtà raffigura una donna orante con le braccia aperte che invoca la divinità la possiamo definire anche: “la devota di Caldevigo”.

Il bronzetto e bellissimo colmo di patos e di grande religiosità: raffigura una sacerdotessa, vestita con grande accuratezza con una acconciatura speciale ed elaborata a forma conica che ricorda indubbiamente il famoso e raffinatissimo “Elmo di Oppeano”.

Questa sacerdotessa, traboccante di dolcezza, incarna il mondo venetico del IV secolo ante era volgare. Un mondo magico irrepetibile distrutto anche dal cristianesimo. Non conosciamo ormai più la trascendenza, e il vero potere della preghiera.

 

Fonte: srs di Luigi Pellini

Link: http://luigi-pellini.blogspot.it

 

 

 


Set 24 2016

PERCHE’ REMARE SE PUOI NAVIGARE A VELA

Category: Monade satira e rattatujegiorgio @ 08:45

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Il mio motto é “Perchè remare…magari anche controcorrente, se puoi navigare a vela”?
In altri termini per viver bene é necessario evitare rotte preordinate e seguire il corso degli eventi perchè non c’è nulla di meglio per ciascuno, che ciò che la vita ti ha riservato.
I guai accadono quando si sceglie per se stessi un corso diverso da quello verso cui spingono gli eventi…

 

Sabato

 


Set 23 2016

AKHENATON: IL RITORNO DELLA MUMMIA DEL FARAONE MONOTEISTA

Category: Bibbia ed Egitto,Religioni e rasiegiorgio @ 07:30

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A stela at the Egyptian museum in Cairo is seen Thursday, March 11, 2010 , Egypt, showing Pharaoh Akhenaten, his Queen Nefertiti and their children worshipping the sun in the more natural artistic style of the time. The identification of Akhenaten’s mummy through DNA tests could be a step toward filling out the picture of a time 3,300 years ago when Akhenaten embarked on history’s first experiment with monotheism.

 

 

I test del DNA che hanno rivelato le probabili cause della morte del giovane faraone Tutankamon hanno risolto uno dei tanti misteri dell’antico Egitto.

La scoperta potrebbe aiutare a completare il quadro di un affascinante periodo che risale a più di 3300 anni fa, quando Akhenaton intraprese il primo tentativo della storia di introdurre il monoteismo.

 

Nel corso dei suoi 17 anni di governo, Akhenaton cercò di rovesciare più di due millenni di religione e arte egiziana per stabilire il culto di un unico dio del sole. Alla fine il suo audace esperimento fallì e suo figlio, il giovane Tutankhamon, che gli successe ripristinò la vecchia religione. Nessuno seppe mai cosa accadde al faraone eretico, la cui tomba nella capitale che egli si fece costruire ad Amarna non fu finita e il cui nome fu cancellato dalla lista ufficiale dei re.

 

Due anni di test di DNA e TAC sulle 16 mummie reali, condotti dal Supreme Council of Antiquities d’Egitto, hanno prodotto solide prove per attribuire una mummia non identificata a quella di Akhenaton, conosciuta come KV55, numero che le fu assegnato dopo la scoperta della tomba in cui fu trovata nel 1907 nella Valle dei re in Egitto.

 

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Set 22 2016

SHEMONEH ESREI – LE DICIOTTO PREGHIERE

Category: Bibbia ed Egitto,Religioni e rasiegiorgio @ 08:02

 

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1.- Benedetto sei tu, JHWH (1) {si legga Adonay}, Dio nostro e Dio dei nostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio grande, onnipotente e temibile, “El Elyon” (2), creatore della terra e dei cieli, nostro scudo, scudo dei nostri padri, nostra speranza e di ogni generazione. Benedetto sei tu, JHWH, scudo di Abramo.

 

2.- Tu sei onnipotente, tu abbassi gli orgogliosi, tu fortifichi, tu giudichi gli oppressori, tu vivi per sempre, tu risusciti i morti, tu comandi al vento e fai cadere la rugiada, tu nutri i viventi, tu fai rivivere i morti, in un batter d’occhio la salvezza germoglierà per noi. Benedetto sei tu, JHWH, che fai vivere i morti.

 

3.- Tu sei Santo e il tuo Nome e temibile. Non ci sono altri déi al di fuori di te. Benedetto sei tu, JHWH, il Dio santo.

 

4.- Accordaci, o Padre nostro, la conoscenza di te, l’intelligenza e il discernimento della Legge. Benedetto sei tu, JHWH, tu che accordi la conoscenza.

 

5.- Facci ritornare a te, JHWH, e noi ritorneremo. Rinnova i nostri giorni come un tempo. Benedetto sei tu, JHWH, tu che gioisci quando ci si pente.

 

6.- Perdonaci, Padre nostro, perché abbiamo peccato contro di te. Cancella e allontana dai tuoi occhi i nostri peccati, perché la tua misericordia è grande. Benedetto sei tu, JHWH, tu che abbondi nel perdono.

 

7.- Guarda la nostra afflizione, difendi la nostra causa, riscattaci per l’onore del tuo Nome. Benedetto sei tu, JHWH, il redentore di Israele.

 

8.- Guariscici, JHWH nostro Dio, da tutte le ferite del nostro cuore. Allontana da noi la tristezza il pianto. Affretta la guarigione delle nostre ferite. Benedetto sei tu, che guarisci gli ammalati del tuo popolo Israele.

 

9.- Benedici per noi, JHWH Dio nostro, questo anno di bene, in ogni specie di prodotti e fa venire rapidamente l’anno finale della nostra redenzione. Manda la rugiada e la pioggia sulla faccia della terra. Sazia il mondo dei tesori della tua bontà e dona la benedizione all’opera delle nostre mani. Benedetto sei tu, JHWH, che benedici gli anni.

 

10.- Fa risuonare il grande Shofar della nostra liberazione e porta l’insegna per la raccolta dalle nostre dispersioni. Benedetto sei tu, JHWH, che raccogli i rigettati dal tuo popolo Israele.

 

11.- Rinnova i nostri giudici come nei tempi antichi e consigliaci come all’inizio. Regna su di noi tu solo. Benedetto sei tu, JHWH, che ami il giudizio.

 

12.- Che i convertiti non abbiano speranza. Che il regno dell’insolenza sia sradicato presto dai nostri giorni. Che i nosrim (3)   e i minim (4)  scompaiano all’istante. Che siano cancellati dal libro dei viventi e non siano iscritti con i giusti. Benedetto sei tu, JHWH, che pieghi gli orgogliosi.

 

13.- Accorda la tua bontà ai proseliti di giustizia (5). Dacci una buona ricompensa con quelli che fanno la tua volontà. Benedetto sei tu, JHWH, speranza dei giusti.

 

14.- Nella tua grande misericordia abbi pietà, JHWH Dio nostro, di Israele tuo popolo, di Gerusalemme tua città, di Sion sede della tua gloria, del tuo tempio e della tua Dimora, della regalità della casa di Davide e del tuo Messia di giustizia. Benedetto sei tu, JHWH, Dio di Davide, che edifichi Gerusalemme.

 

15.- Ascolta, JHWH, Dio nostro, la voce della nostra preghiera. Mostraci la tua misericordia, perché tu sei un Dio buono e misericordioso. Benedetto sei tu, JHWH, che ascolti la preghiera.

 

16.- Accetta, JHWH, Dio nostro, ed abita in Sion. I tuoi servi ti benediranno a Gerusalemme. Benedetto sei tu, JHWH, che serviremo nel timore.

 

17.- Noi ti ringraziamo, tu sei JHWH Dio nostro e Dio dei nostri padri, per tutte le tue bontà, l’amore e la misericordia che tu hai avuto verso di noi e verso i nostri padri prima di noi, e se abbiamo detto: la tua bontà è lo scettro dei nostri piedi, aiutaci, JHWH. Benedetto sei tu, JHWH. É bene renderti grazie.

 

18.- Dona la pace a Israele tuo popolo, alla tua città e alla tua eredità. Benedici noi tutti insieme. Benedetto sei tu, JHWH, che fai la pace.

 

 

(1) {Si legga  “Adonay”}

(2)  (Dio Altissimo)

(3)  Sono i Cristiani, i nazirei.

(4)  Il nome dato dagli ebrei convertiti al cristianesimo

(5)  Proseliti di giustizia, i pagani (convertiti al giudaismo) che si preparavano ad entrare nel popolo eletto; (nella Chiesa cristiana verranno chiamati catecumeni).

EndFragment

 

 


Set 21 2016

IL PROCESSO CONTRO MAROZIN GIUSEPPE DETTO “VERO” TENUTO NEL DOPOGUERRA

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IL PROCESSO CONTRO MAROZIN GIUSEPPE DETTO “VERO” TENUTO NEL DOPOGUERRA

 

Un partigiano valoroso o un killer spietato?

 

LA SENTENZA

 

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Giudice Istruttore presso il Tribunale Civile e Penale di Vicenza ha pronunciato la seguente

Sentenza nel procedimento penale contro

 

1)    ANTEMI ANTENORE, nato il 28-6-1920 a Ponzo (Padova), attualmente in Francia; partigiano “Tenore”;

2)    CAVALIERE UMBERTO MICHELE, nato a Crespadoro il 10-10-1925, ivi residente; partigiano “Penna”;

3)    CHIAROTTO ILIO, nato a Monteforte d’Alpone il 20 ottobre 1923, deceduto il 24-4¬1945; partigiano “Fido”;

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Set 20 2016

“LA LETTERA DI GARIBALDI A COLLODI”: MI CHIAMO JOSEPH MARIE GARIBALDI’ E, CONTRARIAMENTE, A QUANTO PENSANO MOLTI, SONO E MI SENTO FRANCESE.

 

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Et Voilà!! Garibaldi si confessa!!

 

“LA LETTERA DI GARIBALDI A COLLODI” NEL ROMANZO “LE CONFESSIONI DI JOSEPH MARIE GARIBALDI'” DI FRANCESCO LUCA BORGHESI

 

Quella che stiamo per pubblicare è la “lettera scritta” da Giuseppe Garibaldi, o per meglio dire Joseph Marie Garibaldi, che pochi giorni prima di morire inviò al professor Carlo Lorenzini, meglio conosciuto come Carlo Collodi.

E’ tratta dal romanzo “Le confessioni di Joseph Marie Garibaldì“, di Francesco Luca Borghesi. (2014)

 

Giuseppe Garibaldi, qualche giorno prima di morire, scrive una lunga lettera allo scrittore Carlo Lorenzini, noto come Carlo Collodi, l’autore di Pinocchio.

Si dichiara francese, a partire dal nome, Joseph Marie Garibaldì (accento sulla i finale), e mostra rimorso verso tutte le ingiustizie che vennero perpetrate nel nome di un’Italia che mai venne ad essere una nazione unita.

Una storia non agiografica, che si discosta in modo deciso dalle versioni ufficiali sull’Unità d’Italia e la Spedizione dei Mille.

Una interpretazione degli eventi che getta una luce nuova, che costringe a riflettere su un revisionismo che, se non stridesse con gli interessi attuali, sarebbe degno di esami e valutazioni oggettive. Il nostro, spogliatosi della veste d’eroe, chiede giustizia alle vittime tramite Collodi, confessandosi ad uno dei parlamentari del nuovo Stato unificato.

La giustizia potrà essere dunque una meticolosa ricostruzione di ciò che fu e che non doveva essere. La storia chiede giustizia.

 

 

 

«Illustrissimo professore Carlo Lorenzini,

 

Scrivo con rispetto e gratitudine a Voi che decideste di farmi cosa grata riportando le mie memorie al popolo di una penisola che mai amai come avrei potuto, che mai difesi come avrebbe meritato.

 

Una penisola che non fu mai e mai sarà la mia patria.

 

Una penisola meravigliosa che io non solo non unificai, se non unicamente al nome, ma che addirittura divisi, e, per mia colpa, divisa sarà per sempre.

 

[…] codesto giorno, trentuno maggio ottantadue del secolo milleottocento, sono a ricordare la mia vita trascorsa, in attesa che venga definitivamente compiuto il mio destino […] forse non temo neppure: diciamo che attendo che presto sia fatta giustizia e chi mai può sapere se dopo la morte vi sarà giustizia?!

 

Voi infatti penserete che io sia felicemente italiano: se così fosse le sorprese non vi mancheranno.

 

Se vi aspettavate un patriota, troverete un avventuriero.

 

Se vi aspettavate un probo, troverete un dissoluto.

 

La spedizione dei mille fu realmente la più vile porcata che il suolo della penisola possa aver mai vissuto e, a questo punto, spero che mai sia costretta a rivedere.

 

La mia vita era rivolta alla ricerca di fama e ricchezza: mi venne in mente di unificare l’Italia in quanto sarei potuto diventare potente e ricco.

 

Cercai appoggi, soldi e falsi ideali su cui far leva e trovai qualcuno che, dopo avermi usato, mi mise da parte.

 

Diciamo subito e senza giri di parole: il patriottismo in Italia non è mai esistito.

 

Mi ricordano tutti come il patriota Giuseppe Garibaldi, ma queste sono voci, magari leggende, ma certamente menzogne.

 

Mi chiamo Joseph Marie Garibaldi e, contrariamente, a quanto pensano molti, sono e mi sento francese.

 

[…] l’Italia del Nord depredò Italia del Sud con atti di ferocia tale che mai potrà essere cancellata ed ancora accade mentre sto scrivendo…».

 

 

Sono passati 154 anni, accade ancora oggi…

 

 

 

 

Fonte: Ferdinando Guarino – Napolistyle.it

Link: http://www.napolistyle.it/notizia/13123/cultura/la-lettera-di-garibaldi-a-collodi-nel-romanzo-le-confessioni-di-joseph-marie-garibaldi-di-francesco-luca-borghesi.html

 

 

 

L’autore

Francesco Luca Borghesi, classe 1969, originario di Marina di Ravenna da parte di padre, croato da parte di madre. Scrittore prevalentemente comico ha vinto il premio “Massimo Troisi” nel 2008 per il miglior racconto. Nel 2009 esce, edito da Comix, il racconto “Un giorno – ventiquattrore”. Nel 2010 viene pubblicato il libro umoristico e dissacrante “Comicamore”, edito da Cento Autori. Alla fine dello stesso anno viene presentato a Roma, per le edizioni Liux il libro comico “Il Professore”. Nel 2011 collabora al testo di Tito Buffolini per Rocco Barbaro “Che fine ha fatto Pete Best?”. Nel 2012 pubblica “Didi, la storia di Marina”. Collabora con alcune radio. Nel 2014 pubblica “Le confessioni di Joseph Marie Garibaldi”

 


Set 19 2016

I NONNI LASCIANO LE LORO TRACCE NELL’ANIMA DEI NIPOTI

Category: Persone e personaggi,Veja migiorgio @ 08:52

 

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Ci sono persone che sono punti cardinali, I nonni appartengono a questa categoria, ecco perchè..

  

I nonni simbolizzano un’unione generazionale, MA PERCHE’? ECCO ALCUNI MOTIVI..

 

RAPPRESENTANO I RICORDI

 

Sono i nostri ricordi pieni di compiacenza, di divertimento e di tenerezza. Storie piene di risvolti inattesi, di capelli bianchi che ondeggiano al vento ed occhi che brillano al sole durante una passeggiata in cui si sente il calore di mani che donano amore e comprensione.

Il loro regalo migliore e più grande: le radici che segnano nel cuore dei nipoti un’impronta emotiva.

 

SONO EDUCATORI

 

Lo stile educativo dei nonni ha importanti benefici per un bambino. Perché? Perché i nonni e si prendono cura dei nipoti e trasmettono loro numerosi insegnamenti come:

 

Interessi (giardinaggio, cucinare, andare a fare passeggiate, etc).

Tradizioni e storie familiari: i bambini sono affascinati dai racconti sui loro genitori da piccoli.

Esperienza accumulata: permette d’insegnare uno stile di crescita tremendamente positivo, del quale i bambini vengono impregnati.

 

SONO POSITIVI.

 

I nonni sono molto meno critici e si concentrano più sulle cose che vanno bene che su quelle che vanno male, sottolineando così le forze del bambino più che le sue debolezze.

Un’altra bella caratteristica dello stile educativo dei nonni è che aiutano i nipoti ad essere indipendenti dai genitori, così come a socializzare con persone di diverse età.

 

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SONO AMORE.

 

È davvero sorprendente l’amore che assorbono i bambini tramite le caramelle donate, le paghette date di nascosto, le migliori sorprese, le cene speciali, i 4 pasti diversi per 4 nipoti diversi, il regalino improvviso e gli occhiolini di complicità.

 

Con queste parole si può pensare che i bambini vogliano bene ai propri nonni per quello che ricevono e non per quello che sono, ma in realtà i nipoti adorano i pomeriggi in compagnia dei nonni per quello che significano.

 

L’amore dei nonni verso i nipoti è così immenso che non possono evitare di dimostrarlo in tutti i modi possibili:  con la cucina, i regali, i dolci, la presenza, i baci, le tasche piene per non privarli di nulla, con l’attenzione e la cura emanate per tutta la casa.

 

Nessuno può guardare i nipoti con tanta dolcezza come i nonni che se ne prendono cura; nessuno riuscirà a meravigliarsi tanto del passare degli anni, così come dell’impronta che prende forma.

 

Per questo motivo, le cure dei nonni riflettono un amore puro pieno di allegria ed obiettivi.

Un affetto che forma i bambini, che li protegge in modo unico, non sempre comprensibile ed indescrivibile.

 

Questo è il motivo per cui i nonni che si prendono cura dei bambini lasciano un segno incancellabile nella loro anima, un’unione emotiva.

 

Fonte: da NOTIZIE UTILI.IT

Link: http://notiziautile.altervista.org

 


Set 18 2016

5 MODI PER CAPIRE QUANDO QUALCUNO CI STA MENTENDO

Category: Libri e fonti,Società e politicagiorgio @ 08:32

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Maria Konnikova  “The confidence Game”. 

 

 

Non sarebbe bello se si potesse capire quando qualcuno mente? Vediamo cosa ci dicono le ricerche su come scoprire le bugie, evitare gli inganni, ecc. e come evitare di essere raggirati dai professionisti in questo campo: i geni della truffa

 

Per ottenere le risposte giuste, ho chiesto l’aiuto di un esperto: Maria Konnikova è una scrittrice che collabora con The New Yorker. Il suo nuovo meraviglioso libro s’intitola “The confidence Game”.

 

Maria, grazie alle sue ricerche, ha conoscenze profonde su come riconoscere le bugie ed evitare le truffe. Ha perfino osservato i geni della truffa all’opera, per vedere come pensano e agiscono.

 

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Set 17 2016

DAI SUMERI AD OGGI : “GLI ANUNNAKI – NEFILIM – I CREATORI DELL’UOMO”

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Anunnaki  Creazione Dell’ Uomo

 

 

Il fatto, registrato e trasmesso per la prima volta dai Sumeri, che l’Uomo era stato creato dai Nefilim, sembra a prima vista fare a pugni sia con la teoria evoluzionistica sia con i precetti ebraico-cristiani basati sulla Bibbia. In realtà, però, i dati contenuti nei testi sumerici – e solo quei dati – affermano tanto la validità della teoria dell’evoluzione quanto la veridicità del racconto biblico, mostrando che non vi è alcuna contraddizione tra l’una e l’altro.

Nel racconto epico Quando gli dèi come gli uomini, in altri testi specifici e in riferimenti sparsi, i Sumeri hanno descritto l’uomo sia come creatura derivante da un atto deliberato degli dèi sia come un anello della catena evolutiva che cominciò con gli eventi celesti descritti nell’Epica della Creazione.

Partendo dal presupposto che la creazione dell’uomo fu preceduta da un’epoca in cui la Terra era abitata soltanto dai Nefilim, i testi sumerici riferivano numerosi avvenimenti (come l’incidente tra Enlil e Ninlil, per esempio) che si erano verificati «quando l’uomo non era ancora stato creato, quando Nippur era abitata solo da dèi». Al tempo stesso i testi ci parlano della creazione della Terra e dello sviluppo di piante e animali in termini che corrispondono alle attuali teorie evoluzionistiche.

Quando infatti i Nefilim giunsero sulla Terra, non esisteva ancora sul nostro pianeta alcuna forma di coltivazione di cereali o frutta, né di allevamento del bestiame. Anche la Bibbia colloca la creazione dell’uomo nel sesto “giorno” del processo evolutivo. Il Libro della Genesi afferma poi che nel precedente stadio evolutivo:

 

Nessuna pianta del campo era ancora sulla Terra,

nessuna erba mai piantata era ancora cresciuta…

E non c’era ancora l’uomo a lavorare il suolo.

 

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Set 16 2016

SCHIO 1809. L’INSORGENZA VENETA CONTRO NAPOLEONE. LO STATO CANCELLA LA STORIA E I MARTIRI

Category: Storia e dintorni,Veneto e dintornigiorgio @ 00:41

 

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10 luglio 1809  “A Schio si è fondato la sede del loro governo, il maggior numero vuole San Marco”.

 

L’insorgenza veneta del 1809 è sistematicamente ignorata dalla storiografia “ufficiale”; nessuna sorpresa per la verità, visto che i veneti sanno tutto sulle oche del Campidoglio, conoscono a memoria i nomi dei sette re di Roma ma ben poco sanno di quanto straordinaria sia la loro storia, la storia del popolo veneto.

 

Napoleone aveva portato la nostra Terra  in condizioni di miseria e disperazione come mai nella nostra storia, imponendo la coscrizione obbligatoria e una serie di tasse pesantissime (pensiamo a quella sul macinato, vera e propria tassa sulla fame).

 

Il nostro popolo reagì con particolare vigore, al suono della campana a martello:  i francesi, in nome della libertà, dell’eguaglianza e della fraternità, riportarono l’ordine con centinaia e centinaia di morti.

 

Particolarmente interessante è  un passo del diario della contessa Ottavia Negri Velo che ricorda come il 10 luglio 1809 “A Schio si è fondato la sede del loro governo, il maggior numero vuole San Marco”: è evidente  che fra le venete e i veneti che scesero in piazza c’era una notevole dimensione culturale e politica per arrivare a costituire un governo; la storiografia ufficiale ne parla, invece, come un’accozzaglia di “briganti”, di sbandati.

 

Un’altra pagina emblematica di quelle rivolte è quella riportata dal diario di Pietro Basso, sarto di Asolo, che sottolinea come il giorno 8 luglio “Le done de Loria, accordate con quele di Besega, le a desfà la municipalità”: siamo in provincia di Treviso e sono le donne venete che insorgono contro la soldataglia napoleonica; ma da Loria si potrebbe passare a Legnago, a Valdagno, ad Adria, a Camposanpiero, a tante altre comunità che si ribellarono contro le orde napoleoniche, come si erano ribellate nel 1797 (e penso alle Pasque Veronesi ma anche  ai 5 giovani fucilati dai francesi a Mussolente).

 

Una pagina, quella del 1809, che meriterebbe di essere conosciuta dal  popolo veneto; mancò una figura leggendaria come l’eroe tirolese Andreas Hofer che guidasse il nostro popolo, e mancò anche chi, come il grande pittore spagnolo Francisco Goya tramandasse ai posteri l’eroismo di chi lottava per la propria libertà   contro i crimini dell’occupante napoleonico.

 

 

Fonte: da L’indipendenza del 12 luglio 2013

Link: http://www.lindipendenzanuova.com/schio-1809-linsorgenza-veneta-contro-napoleone-lo-stato-cancella-la-storia-e-i-martiri/

 


Set 15 2016

SUMERI, ASSIRI, BABILONESI, EGIZI, EBREI: UN SOLO IMPERO

 

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A proposito di testi particolari, ci piace segnalare l’interessante opera di Messod e Roger Sabbah: “I Segreti dell’Esodo”. L’approfondimento è d’obbligo, pena capirci poco… L’oggetto della diatriba, riguarda le vicende della fuga ebraica dell’Egitto. 

 

 

Nulla di nuovo, in apparenza, ma… avete mai associato Abramo ad Akhenaton, Smenkhara a Ismaele o Sara a Nefertiti? Un giochino simpatico che passa perfino dal binomio Horemeb-Aronne e da quello Ramose I-Mosè. Nel calderone tante informazioni attinte indifferentemente tra la Bibbia Aramaica e quella Ebraica, passando per il geroglifico pre e post amarniano. Naturalmente non mancano certezze e contraddizioni, ma è da leggere e rileggere….

 

Il popolo ebraico, guidato da Mosè, non era composto da schiavi di un’antica tribù in prigionia, bensì da membri di una casta sacerdotale costituitasi con il faraone monoteista Akhenaton. 

 

Con la controrivoluzione religiosa che ripristinò il politeismo nell’antico Egitto, i seguaci di Akhenaton furono costretti ad abbandonare la terra d’origine. Da qui il mito dell’Esodo biblico. Gli autori sono giunti a questa conclusione dopo uno studio ventennale. Rileggendo l’Antico Testamento in aramaico, accompagnati dall’esegesi biblica di Rachi (XI sec.) e con un paziente lavoro di comparazione, Roger e Messod Sabbah hanno scoperto similitudini sorprendenti tra geroglifici e alfabeto ebraico, tra Genesi e cosmologia egiziana.

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Set 14 2016

L’ INIZIO DELLA RIVOLTA DI VERONA CONTRO I FRANCESI OCCUPANTI, LE PASQUE VERONESI, MA FU UN TRANELLO.

Category: Veneto e dintorni,Verona storia e dintornigiorgio @ 06:58

 

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Infanteria Veneta in piazza Bra verona, stampa del 1780

 

Quanto segue è la cronaca dell’inizio della sanguinosa rivolta che passerà alla storia come “le Pasque Veronesi”. I francesi tracotanti e ladri, saccheggiatori di chiese (svuotarono persino il Monte di Pietà) in realtà seguivano una strategia di provocazione per trovare un “casus belli” qualsiasi.

Volevano dichiarare guerra al pacifico e neutrale stato veneto, impadronirsi di ogni bene per alimentare l’esercito e sopperire alle spese della campagna, e infine usarne il territorio come merce di scambio con l’Austria.

Il segreto trattato di Leoben segna in quei giorni la sorte dello stato veneto: vi era un ladro, Napoleone, e un mandante o ricettatore, l’Austria.

 

Nella notte fra il 16 e il 17 aprile 1797 fu affisso per le vie della città un manifesto a firma di Francesco Battaia che incitava i veronesi alla rivolta contro i francesi e contro i collaborazionisti locali. Il manifesto era apocrifo, in realtà fu opera di Salvadori su commissione di Landrieux ed era una provocazione atta a fornire un pretesto ai francesi per occupare definitivamente la città.

 

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