Anders Behring Breivik
Sesso, sangue, soldi. Come insegnavano i maestri del giornalismo non c’è miglior modo per segnalare la propria presenza al mondo. E la strage del giovane norvegese lo conferma
Perché il giovane norvegese cristiano antimusulmano ha fatto strage di ragazzi in un’isola presso Oslo? Perché l’omicidio – l’assassinio di un essere umano – resta l’ultima occasione totale, perfetta, dei disperati, dei dimenticati, dei visionari, dei pazzi per affermare la loro presenza al mondo, per dimostrare che anche i reietti, i borderline, i disadattati, i mostri, gli abbandonati possono rivendicare la loro presenza al mondo: uccidono per le loro pazze ragioni, ma anche e soprattutto per questo.
Anni fa, quando furono create le prime scuole di giornalismo, i professori, quelli del mestiere, predicavano la legge delle tre S: sesso, soldi, sangue i tre argomenti che facevano vendere i giornali, aumentare le tirature e la pubblicità. Anche adesso, anche nell’efferata strage compiuta dal giovane norvegese di 90 giovani si dimostra che la legge delle tre S è sempre valida e che nel più civile paese del mondo qualcuno può entrare nell’isola dove i giovani come lui s’incontrano con un arsenale di morte, pugnali, pistole, mitra, bombe a mano e fare strage credendo, felice, di essere finalmente un giustiziere, pronto a massacrare degli innocenti agli occhi di tutti, ma non ai suoi, che vedono i nemici personali e del mondo anche negli adolescenti dall’aspetto innocente.
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