Il popolo che accetta i lavori in nero,
non chiede lo scontrino e non mi faccia la fattura che risparmio il 22%,
dall’altro della sua etica cristallina,
chiede una classe dirigente con un’etica.
Gen 30 2016
Il popolo che accetta i lavori in nero,
non chiede lo scontrino e non mi faccia la fattura che risparmio il 22%,
dall’altro della sua etica cristallina,
chiede una classe dirigente con un’etica.
Gen 29 2016
ILLEGITTIMITÀ DELLA TASSAZIONE, IN PARTICOLARE DELLA PRIMA CASA, NEL REGIME MONETARIO ATTUALE
E’ risaputo che mediante le tasse lo Stato ricava le risorse per assicurare il benessere della collettività e che quindi necessita della moneta anche per questo scopo, diamo per assodato quindi che si debbano pagare imposte e tasse, tanto che non ci poniamo più la domanda sul perché esistano e né se perdurino i motivi che ne hanno determinato l’iniziale istituzione.
Il problema è quindi se sussistano o persistano la necessità, le motivazioni, le ragioni, IL DIRITTO…..
Ciò possiamo capirlo solo se sappiamo e capiamo che la Moneta è una istituzione pubblica, cioè di proprietà della Comunità in quanto ne crea e ne accetta il valore per convenzione e per reciproca fiducia, allora e solo allora potremo capire come le imposte e le tasse non hanno senso e ragione di esistere nella situazione monetaria contingente (dal 1992).
Anche perché la moneta è essa stessa una “tassa” in quanto la funzione primaria è la stessa del fisco e cioè far circolare e condividere, ridistribuire la ricchezza con tutti gli altri cittadini…. Adempimento che però da vari decenni non può più espletare perché svuotata delle sue intrinseche valenze in quanto la Sovranità monetaria, il potere di emettere moneta ex nihilo, non è più nelle mani della Comunità, precondizione per, eventualmente e semmai, tassare i cittadini.
Continua a leggere”LE TASSE: ECCO LE VERE “ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA” !”
Gen 28 2016
Università di Bologna
di FEDERICO COMPAGNONI
Le Università delle regioni padane sono state le migliori del mondo. Per quanto si cerchi di rigirare i dati storici, questa realtà emerge da ogni pagina consunta, da ogni documento di storia mondiale delle Università.
Il Meridione ha avuto la prima Università del mondo: quella di Salerno (nel IX secolo).
Continua a leggere”UNIVERSITA’ PADANE? DEVASTATE! ERANO LE MIGLIORI DEL MONDO”
Gen 26 2016
Università di Padova
di PAOLO L. BERNARDINI
In un recente intervento video pubblicato in questo giornale, Carlo Lottieri ha parlato del declino dell’Europa. Condivido appieno il suo discorso, nelle linee generali e direi in quasi tutte quelle particolari. Occorre però riflettere su una piccola svista di Lottieri, ovvero quella secondo cui il declino delle università europee sarebbe parte di questo declino generale.
Ora, questo non è del tutto vero. Se prendiamo ad esempio una delle classifiche maggiormente seguite, e serie, quella del “Times Higher Education Supplement”, http://www.timeshighereducation.co.uk/world-university-rankings/2011-2012/top-400.html per il 2011-2012, le università europee non sfigurano.
Prendiamo le prime 100.
Al primo posto abbiamo quella chicca del CalTech, al secondo quel blasonato gigante che si chiama Harvard (a metà Seicento uno studente del Massachussets fece domanda di ammissione a Padova, allora una stella assoluta, dicendo che non voleva studiare in quel postaccio con due libri e tre professori che si chiamava…Harvard!).
Se prendiamo le prime cento, abbiamo 30 università (il 30%! Anche per un impedito in matematica come me come è facile calcolare le percentuali sulla cifra di 100!) europee.
Continua a leggere”DECLINO EUROPEO E DECLINO DEGLI ATENEI ITALIANI”
Gen 25 2016
Ippocrate di Coo (o Cos, o Kos) (in greco antico ʽΙπποκράτης), traslitterato in Hippokrátēs; Coo, 460 a.C. circa – Larissa, 377 a.C.
Attualmente i medici non son tenuti ad uno specifico giuramento prima di intraprendere la loro professione.
Quasi a livello “nostalgico” si recita una versione “moderna” del giuramento del fondatore del codice deontologico della classe medica IPPOCRATE appunto.
E’ utile a volte rinfrescarci la memoria.
GIURAMENTO ANTICO, L’ORIGINALE GRECO:
Gen 24 2016
Henry Kissinger e David Rockefeller
Henry Kissinger odia a morte i greci, lui stesso ha sempre ribadito che l’orgoglio del popolo greco deve essere massacrato
Un piccolo stato come la Grecia che ha solamente il 2,5 % dell’Economia in Europa è al centro della scena politica mondiale, quello che hanno mostrato a Cannes i capi governo europei è un totale Caos, da 4 anni discutono su come evitare la crisi tra banche-finanza e politica in tutto lo spettro mondiale, ogni loro seduta che fanno (G8- G20 e sette e mezzo) annunciano di aver trovato la soluzione per risolvere tutti i problemi riguardanti la crisi, ma diventa sempre peggio, non è coincidenza e nemmeno un fallimento, la cosa è voluta di proposito, una sceneggiatura come al Teatro e noi facciamo da spettatori, salvare l’euro non è quello che vogliono, al contrario è la distruzione dell’Euro, è creare l’ordine causando il Caos e questo è il loro grande obiettivo.
Se ricordo bene nel 2009 durante il meeting dei Bilderberg in Grecia ed esattamente a Vouliagmeni avevo scritto che non era stata una coincidenza che i Bilderberg si riunivano proprio in Grecia, Papandreou era l’ospitante delle stelle Elitarie che avevano deciso di usare la Grecia come Stato europeo che doveva fare da esca, sappiamo che quando l’Elite trova la soluzione trova anche l’apposito problema che fa a caso su quella soluzione, cioè portare la Grecia di proposito quasi alla bancarotta, con questo sistema possono far cambiare tutto il sistema sociale ed economico in uno stato e senza che la popolazione faccia una grande resistenza, questo è appunto successo in Grecia, la Grecia è stata scelta per far scoppiare una crisi di notevoli dimensioni al fine di far scoppiare una vera e propria crisi in tutta l’Europa.
Gen 23 2016
Calvino Zoenilgrifone
Gen 22 2016
All’uomo che si è era asserragliato per protesta
all’interno dell’Agenzia delle Entrate
prendendo 16 ostaggi,
“Equitalia” ha stabilito che ora
ne dovrà restituire 32.
Gen 21 2016
Avete mai osservato con attenzione l’espressione, i gesti, la postura di un atleta che esce vittorioso da una gara?
Di un ciclista che taglia per primo, in volata, la linea bianca del traguardo, bruciando tutti i rivali nello sprint; o di due giocatrici di beach volley che hanno vinto la partita; o dei componenti di una squadra di calcio che conquistano l’oro ai Mondiali?
Per chi abbia praticato uno sport nella propria vita, non c’è bisogno di osservare il viso degli altri, perché sa bene quali sensazioni si provano, o almeno ci si immagina di provare, in quegli istanti in cui il tempo sembra fermarsi e il mondo interro pare volersi inchinare davanti alla forza, alla bravura e alla determinazione del campione vittorioso.
Bello, semplicemente: è qualcosa di esaltante, di glorioso, di incomparabile; qualcosa che fa battere il cuore all’impazzata per la gioia del risultato raggiunto.
Ora, il cortese lettore vada a sfogliare una enciclopedia illustrata della seconda guerra mondiale (o della prima, se preferisce, o magari di quella del Vietnam) e provi a soffermarsi sulle fotografie che ritraggono un reggimento di fanteria al ritorno dal fronte, dopo una guerra vittoriosa, mentre si affaccia dai finestrini della tradotta militare; o del pilota di un aereo da caccia che è appena rientrato alla base, magari dopo aver abbattuto un apparecchio nemico; o, ancora, dell’equipaggio di una nave da guerra che rientra in porto dopo la distruzione della squadra nemica.
Ebbene: su quei volti, in quei gesti, in quelle posture del corpo, non sarà difficile ravvisare impressionanti analogie con quelli degli atleti che hanno appena concluso una prestazione sportiva e si abbandonano al tripudio della vittoria.
Terribile.
Sono analogie che fanno riflettere, che lasciano pensosi.
Agli esseri umani, per un istinto assolutamente naturale, piace vincere.
Gen 19 2016
Giuseppe Garibaldi
Le celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia sono state, oltre che inutili, persino dannose perché hanno omesso come al solito di ricordare all’opinione pubblica le accorate disillusioni di alcuni dei più famosi eroi risorgimentali sull’esito del processo unitario. Ricordiamone solo alcune.
Nel mio post Il giudizio di Garibaldi sull’Italia unita: il ritratto dell’Italia di oggi[1] ho riportato il giudizio dell’”Eroe dei due Mondi” espresso nel 1880, e riferito da Giordano Bruno Guerri nel suo libro Il sangue del Sud:
«Tutt’altra Italia io sognavo nella mia vita, non questa miserabile all’interno e umiliata all’estero e in preda alla parte peggiore della nazione».
Nel 1868, lo stesso Giuseppe Garibaldi, in una lettera a Adelaide Cairoli, si era già espresso nel modo seguente:
«Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò, non rifarei oggi la via dell’Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio»[2].
Continua a leggere”GLI EROI DEL RISORGIMENTO CONTRO IL RISORGIMENTO”
Gen 18 2016
Di Gianfredo Ruggiero
Ebbene si, lo confesso: sono un nostalgico.
Rimpiango quel periodo della nostra storia recente quando i nostri nonni potevano lasciare la porta aperta e dormire con le finestre spalancate. Ora, invece, siamo costretti a barricarci in casa con allarmi e porte blindate.
Allora si poteva passeggiare fino a notte fonda senza temere nulla e non c’erano, come adesso, telecamere ad ogni angolo di strada, carabinieri, polizia, vigili e vigilantes.
Per ritirare la pensione la nonna non aveva bisogno della scorta armata, bastava il nipotino.
Le piazze e le strade erano dei cittadini e non delle prostitute, degli spacciatori o dei balordi d’ogni specie ed etnia.
Il pugno duro del regime e la piena occupazione, che tolse manovalanza alla criminalità, costrinse la Mafia a traslocare in America dove, non a caso, trovò terreno fertile per prosperare e prepararsi a tornare in Patria con i liberatori americani.
Gen 16 2016
Verona. Partigiani che “giocano” alla fucilazione
di Gianfredo Ruggiero
Ogni anno, con l’approssimarsi del 25 aprile, si susseguono a ritmo incalzante le rievocazioni della guerra di liberazione. E’ un crescendo di manifestazioni, convegni e interventi per celebrare degnamente il sacrificio dei partigiani e di quanti si immolarono per riportare in Italia libertà e democrazia. Le piazze si tingono di rosso e i ricordi della barbarie nazifascista riaffiorano alla mente.
Tutto bene tranne che…
Dei crimini fascisti oramai sappiamo tutto o quasi, ma cosa sappiamo del lato oscuro della resistenza, quello fatto di processi sommari, fucilazioni, fosse comuni e soldati uccisi sui letti di ospedale o prelevati dalle prigioni e freddati con un colpo alla nuca, di violenze e stupri ai danni delle ausiliarie e delle donne fasciste? Poco, molto poco.
E delle motivazioni, non sempre nobili, che hanno portato i partigiani a coprirsi il volto e a imbracciare il fucile cosa ci è fatto sapere? Praticamente nulla.
Conosciamo tutti la triste vicenda dei 7 fratelli Cervi uccisi dai fascisti (è stato perfino tratto un film), ma quanti conoscono l’altrettanto dolorosa storia dei 7 fratelli Govoni, tra cui una donna, assassinati dai partigiani perché uno di essi vestiva la camicia nera?
Si ricordano giustamente le 365 vittime della strage nazista delle Fosse Ardeatine, mentre è stata rimossa dalla storia un’altra orribile strage, quella di Oderzo dove, a guerra finita, 598 tra allievi ufficiali e militi della Guardia Nazionale Repubblicana furono fucilati dai partigiani e gettati nel Piave dopo essersi arresi e aver deposto le armi.