Apr 30 2015

STORIA VENETA – 6: 697 – SI ELEGGE IL PRIMO DOGE. A LENTI PASSI VERSO UNA FORMA DI STATO

Category: Storia di Venezia e del Venetogiorgio @ 00:02

 

Dal testo di Francesco Zanotto

 

” … Eletto che fu, afferma Andrea Dandolo, essere stato egli posto in trono vestito delle insegne ducali; ma sembra doversi prestare fede a coloro che dicono, che come era il costume antico, e come fu sempre, di poi osservato con qualche variazione però, venisse il nuovo doge recato sugli omeri da alcuni, affinché fosse da tutti veduto, e quindi portato in giro fino alla chiesa, ove orato a Dio, e giurato il bene della sua nazione, passò al suo palazzo, spargendo larghi doni alla moltitudine circostante … 

 

ANNO 697

 

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Giuseppe Gatteri

 

Cosa ci racconta il disegno di Gatteri

 

I Veneti delle isole accettano il principio dell’autorità, di un solo uomo che, pur se coadiuvato dai maggiorenti, diventa gradualmente una guida militare e poi anche politica. Così la parola duce, o dux, si trasforma nella lingua parlata in doxe, per arrivare al famoso “doge” …

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Apr 29 2015

STORIA VENETA – 5: 640 – SI LASCIA AQUILEIA. IL VESCOVO PAOLO FUGGE CON CLERO E POPOLO

Category: Storia di Venezia e del Venetogiorgio @ 00:08

 

Dal testo di Francesco Zanotto

 

“Adunque tolsero le sacre salme loro, come la cosa più preziosa che possedevano, se le fecero compagne del loro infortunio, e nel loro infortunio le guardarono come salvezza, e lenimento de’ loro dolori. Sur una barca, pensiamo, che le abbiano accomodate in guisa che spiccassero fra le sacre cose che sottraevano dalla mano rapace dei barbari: laonde da un lato la cattedra episcopale, dall’altro i vessilli, e sopra le casse custodi delle sante ossa i tappeti preziosi avranno disposto, e accompagnata fra le salmodie e le preci quella fuga”

 

ANNO 640

  

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Giuseppe Catteri 

 

Cosa ci racconta il disegno di Gatteri

 

Dopo gli Altinati è la volta degli abitanti di Aquileia a dover scappare davanti all’avanzata dell’esercito longobardo. Il vescovo Paolo guida il suo popolo verso una nuova patria, nella laguna amica, unico rifugio sicuro al riparo dalle incursioni di nemici sanguinari e barbari

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Apr 28 2015

STORIA VENETA – 4: 639 – IN FUGA DAI LONGOBARDI. GLI ALTINATI SI RIPARANO NELLE ISOLE REALTINE

Category: Storia di Venezia e del Venetogiorgio @ 00:10

 

Dal testo di Francesco Zanotto

 

… Spedito questi in Italia dall’Imperatore Giustiniano I contro Totila re Goto, minacciante Ravenna, giunto era colla sua oste a Aquileia. Senonchè trovò ivi impedimento al suo cammino, mentre il barbaro avea fatto tagliare le strade e romper gli argini de’ fiumi, i quali colle acque loro allagato aveano il territorio di Padova, e il basso di Verona e di Adria fino al Po. Quindi non rimanevagli che la via del mare, per correr la quale ebbe d’uopo ricorrere a’ Veneziani, affinchè lo fornissero di mezzi per trasportar la sua oste … ”  

  

ANNO 639

 

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Giuseppe Gatteri

 

Cosa ci racconta il disegno di Gatteri

 

L’irruzione dei Longobardi sconvolge il territorio padano mettendo in crisi il governo bizantino che è costretto sulla difensiva. Le popolazioni non più difese cercano scampo ancora una volta nei centri abitati della laguna, ormai divenuta un territorio franco e autogestito. Nell’esodo gli abitanti di Altino si portano appresso parte dei loro beni e le reliquie dei Santi …

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Apr 27 2015

STORIA VENETA – 3: 552 – NARSETE CHIEDE AIUTO AI TRIBUNI. I BIZANTINI INTERPELLANO IL GOVERNO VENETO

Category: Storia di Venezia e del Venetogiorgio @ 00:01

 

Dal testo di Francesco Zanotto

 

… Spedito questi in Italia dall’Imperatore Giustiniano I contro Totila re Goto, minacciante Ravenna, giunto era colla sua oste a Aquileia. Senonchè trovò ivi impedimento al suo cammino, mentre il barbaro avea fatto tagliare le strade e romper gli argini de’ fiumi, i quali colle acque loro allagato aveano il territorio di Padova, e il basso di Verona e di Adria fino al Po. Quindi non rimanevagli che la via del mare, per correr la quale ebbe d’uopo ricorrere a’ Veneziani, affinchè lo fornissero di mezzi per trasportar la sua oste … ”

 

ANNO 552

 

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Giuseppe Gatteri

 

Cosa ci racconta il disegno di Gatteri

 

Cresciuto in popolazione ma anche in capacità di autodifesa e a volte di vera iniziativa militare, l’agglomerato veneto in laguna divenne centro di riferimento per le forze bizantine in Italia. E per ottenere libertà di movimento i generali di Bisanzio dovettero chiedere aiuto agli abitanti delle isole …

 

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Apr 26 2015

STORIA VENETA – 2: 452 – L’IRRUZIONE DI ATTILA. I VENETI SI RIPARANO NELLE ISOLE LAGUNARI

Category: Storia di Venezia e del Venetogiorgio @ 05:57

 

Dal testo di Francesco Zanotto

 

“… Fu allora che i popoli delle città minacciate, fuggendo quella mina, si ripararono nelle isolette della laguna. Laonde fu spettacolo commovente il vedere tanti popoli di nobilissima origine, abbandonare le avite case, e con soli pochi arredi, ma co’ preziosi averi e colle reliquie de’ Santi, entro barchetti, fuggir desolati e piagnenti, tratto tratto volgendo le meste luci inver la terra natìa, fatta preda del barbaro; e ancor da lunge darle l’ultimo vale, non più sperando di vedere il domestico lare, che iva sciogliendosi fra le faville ed il fumo … ”

 

ANNO 452

 

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 Giuseppe Gatteri

 

Cosa ci racconta il disegno di Gatteri

 

Nel 452 d.C. Attila e il suo popolo invasero il nord dell’Italia. Da Aquileia, da Padova, dai centri minori, le genti venete dovettero cercare scampo nelle isolette della laguna, che da quel momento divenne un centro abitativo, politico e alla fine anche militare per la difesa del litorale adriatico dalle ricorrenti invasioni

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Apr 25 2015

STORIA VENETA: 1 – STORIA DEL VENETO E DI VENEZIA ILLUSTRATA – INTRODUZIONE E PIANO DELL’OPERA

Category: Storia di Venezia e del Venetogiorgio @ 00:25

storia veneta e di venezia introduzione.1200

 

SULLA SCORTA DELLE CRONACHE E DELLE STORIE E SECONDO I COSTUMI

 

Espressa in più di centocinquanta tavole (trenta per volume) inventate e disegnate da Giuseppe Gatteri, incise da Antonio Viviani e dai migliori artisti veneziani.

 

I testi di Francesco Zanotto (l’opera è stata edita nel 1860 in Venezia da Giuseppe Grimaldo) sono stati ripresi e curati in chiave moderna dalla dott.ssa Laura Poloni mentre supervisione editoriale, grafica e impaginazione elettronica sono a cura di Giorgio Marenghi.

 

Edizione SCRIPTA EDIZIONI

 

L’opera consta di cinque volumi di 64 pagine ciascuno.

 

PIANO DELL’OPERA

 

STORIA E DI VENEZIA E DEL VENETO. INDICE GENERALE DEI CINQUE VOLUMI

 

VOLUME I

 

1) – STORIA DI VENEZIA ILLUSTRATA. INTRODUZIONE

link. http://www.veja.it/2015/04/25/storia-veneta-1-storia-del-veneto-e-di-venezia-illustrata-introduzione/

 

2) – L’IRRUZIONE DI ATTILA (452). I VENETI SI RIPARANO NELLE ISOLE LAGUNARI

link: http://www.veja.it/2015/04/26/storia-veneta-2-lirruzione-di-attila-i-veneti-si-riparano-nelle-isole-lagunari/

 

3) – NARSETE CHIEDE AIUTO AI TRIBUNI (552). I BIZANTINI INTERPELLANO IL GOVERNO VENETO

link:  http://www.veja.it/2015/04/27/storia-veneta-3-narsete-chiede-aiuto-ai-tribuni-i-bizantini-interpellano-il-governo-veneto/

 

4) – IN FUGA DAI LONGOBARDI (639). GLI ALTINATI SI RIPARANO NELLE ISOLE REALTINE

link: http://www.veja.it/2015/04/28/storia-veneta-4-in-fugga-dai-longobardi-gli-altinati-si-riparano-nelle-isole-realtine/

 

5) – SI LASCIA AQUILEIA (640). IL VESCOVO PAOLO FUGGE CON CLERO E POPOLO

link:  http://www.veja.it/2015/04/29/storia-veneta-5-si-lascia-aquileia-il-vescovo-paolo-fugge-con-clero-e-popolo/

 

6) – SI ELEGGE IL PRIMO DOGE (697). A LENTI PASSI VERSO UNA FORMA DI STATO

link: http://www.veja.it/2015/04/30/storia-veneta-6-si-elegge-il-primo-doge-a-lenti-passi-verso-una-forma-di-stato/

 

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Apr 25 2015

25 APRILE, SAN MARCO: CHE IL GONFALONE SIA ESPOSTO DOVUNQUE

Category: Veneto e dintornigiorgio @ 00:23

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di ETTORE BEGGIATO*

 

Da sempre  nei territori della Serenissima Repubblica Veneta il  25 aprile si onora e si festeggia  San Marco, emblema religioso e politico della Repubblica Veneta fino al 1797,  bandiera e simbolo del popolo veneto. E non a caso uno dei primi provvedimenti degli invasori francesi  fu proprio quello di sospendere la festa di San Marco e di condannare a morte chi osasse gridare “Viva San Marco!”;  ma nonostante l’accanimento e la brutalità di Napoleone e dei suoi collaborazionisti italiani, ancor oggi nell’intero Commonwealth della Serenissima  decine e decine sono le iniziative per ricordare e festeggiare San Marco: dal festoso ritrovo  in piazza San Marco a Venezia, alla rogazione di Piemonte d’Istria.

 

E’ fondamentale riappropriarci della nostra identità, delle nostre feste, riscoprire l’orgoglio di sentirsi veneti e di sventolare gioiosamente la nostra bandiera, di esporla dalle nostre case: è l’unico modo per sconfiggere, o perlomeno attenuare gli effetti perversi di quella globalizzazione che sta mortificando culture, civiltà, lingue, costumi, identità diverse ma proprio per questo  degne di essere rispettate, tutelate e valorizzate.

 

Il tutto in un’ottica europea affinché l’Europa dei banchieri diventi l’Europa dei popoli e delle regioni; un’Europa in grado si svolgere quel ruolo che la storia le assegna, ma  che sventuratamente non riesce a interpretare.   Un’ Europa che veda protagonisti bavaresi e catalani, scozzesi e tirolesi, bretoni e sardi, ma anche noi veneti.

 

Viva San Marco!

 

 

Fonte: srs di ETTORE BEGGIATO, da Miglioverde del 24 aprile 2015

Link: http://www.miglioverde.eu/25-aprile-san-marco-che-il-gonfalone-sia-esposto-dovunque/

 

 


Apr 24 2015

L’AUTODEMOLIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA: 12. CONCLUSIONE

Category: Chiesa Cattolica,Libri e fontigiorgio @ 00:16

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LA    MASSONERIA

 

Non se ne sa molto, ma abbastanza per attivare l’allarme. Ne parlano tutti con circospezione, quasi con timore, e quando succedono casi eclatanti ove risulta coinvolta la Massoneria, come potrebbe essere quello famoso della Loggia P2, si punta alle singole persone cadute malauguratamente sotto il tiro, ma si tiene il silenzio sulla Massoneria in quanto organizzazione segreta, sulla sua ideologia, sui velati fini, sull’assoluta potestà che esercita verso i sudditi, sull’enorme influenza che esercita sugli organismi internazionali. Non si vede, non si sente, eppure esiste e, anche se non ce ne accorgiamo, ci condiziona.

 

C’è chi sostiene che abbia le radici dai Templari (o addirittura dagli antichi egiziani) o più verosimilmente dagli artisti muratori del medioevo gotico, dai quali prende il nome: FRANC-MACONNERIE (francese), o FREE-MASONRY (inglese).

La Massoneria moderna nasce il 24 giugno 1717 a Londra e in breve tempo si diffonde in tutta l’Europa, in America e altrove. Ebbe grande parte nella rivoluzione francese e nelle ideologie totalitarie dei secoli XIX e XX (compreso il cosiddetto Risorgimento italiano i cui protagonisti illuminati erano affiliati alla Massoneria: Mazzini, Garibaldi, Vittorio Emanuele II, Cavour, Lemmi, ed altri).

 

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Apr 23 2015

L’AUTODEMOLIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA: 11. QUID VERBIS OPUS EST? (CHE BISOGNO C’È DI QUESTE PAROLE?)

Category: Chiesa Cattolica,Libri e fontigiorgio @ 01:39

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Un chierico progressista, compiacendosi, ha detto: Abbiamo cambiato tutto, nulla è rimasto come prima”. Una frase del genere sembrerebbe una spacconata,  ma…è la verità. Nulla si è salvato e nulla è rimasto come prima.

 

Una furia iconoclasta che ha messo in ginocchio la cattolicità, si è scatenata come un uragano. Poteva salvarsi la parola scritta? La traduzione in volgare della Bibbia ha riservato non poche sorprese. Se poi consideriamo la traduzione interconfessionale realizzata con l’ALLEANZA BIBLICA UNIVERSALE, benedetta dalla CEI e diffusa a tappeto nelle parrocchie, possiamo bene immaginare i vantaggi che ne trarrà la cultura cattolica.

Basterebbe accostare un testo antecedente al Concilio Vaticano II, con le più recenti traduzioni e ci si accorgerà del cambiamento non sempre ossequiente all’ortodossia cattolica. Confrontando certi versetti ci si domanda: ‘Ma vorrà significare la stessa cosa?’ E’ questo il punto! Perché a volte, cambiando una sola parola si cambia il significato del discorso.

 

L’esonero del latino con la traduzione in lingua corrente, estesa a tutta la liturgia, nonostante il Concilio Vaticano II la volesse limitare soltanto a casi particolari, è stato una potente leva in mano alla schiera di teologi e specialisti addetti, per rivisitare e modificare a loro discrezione alcune parole riuscendo talvolta a distorcerne il significato, non limitandosi cioè alla traduzione letterale, ma sconfinando nell’interpretazione, ciò che invece spetta solo alla Chiesa nella funzione del Suo Magistero. Hanno avuto gioco facile appoggiandosi al significato etimologico e originale della parola greca o latina (che volendo, e fuori dal contesto, può facilmente cambiare di significato) e/o appellandosi all’evoluzione verbale e agli usi dei primi secoli cristiani. Ciò che lascia storditi è che certe parole e certe frasi sono addirittura sostituite da altre che hanno significato opposto.

 

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Apr 22 2015

L’AUTODEMOLIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA: 10. CONTRASTO E AMBIGUITÀ DELLA MESSA CONCILIARE

Category: Chiesa veronese,Libri e fontigiorgio @ 00:24

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Poiché la Messa è l’apice del culto che si deve a Dio, sarà bene andare più a fondo della materia e mettere in luce il contrasto tra la Messa Cattolica T

Poiché la Messa è l’apice del culto che si deve a Dio, sarà bene andare più a fondo della materia e mettere in luce il contrasto tra la Messa Cattolica Tridentina e l’ambiguità dell’attuale Messa uscita dal Concilio Vaticano II. Vediamo:

 

OFFERTORIO

 

  • Suscipe sancte Pater, Deus qui humanae substantie, Offerimus tibi Domine, In Spiritu umilitatis, Veni sanctificator omnipotens.

Queste cinque preghiere pregne di significato teologico, specie il Suscipe e l’Offerimus, che sottolineano il valore propiziatorio  del Sacrificio dell’altare, nel messale di Paolo VI vengono ridotte soltanto a due:

la presentazione (non l’offerta!) del pane e del vino (Benedetto sei tu…).

Dopo la preghiera del lavabo in cui il salmo XXV è stato sostituito con una breve invocazione (“Umili e pentiti…”), la nuova Messa passa subito all’Orate fratres saltando a piè pari l’antica invocazione alla Santissima Trinità (“Suscipe Sancta Trinitas”).

Da notare che la stessa Trinità non trova posto nella nuova Messa se non nel prefazio a Lei espressamente dedicato, oltre naturalmente nel segno di croce iniziale e nella benedizione finale.

 

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Apr 21 2015

L’AUTODEMOLIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA: 9. VULNUS MISSAE

Category: Chiesa Cattolica,Libri e fontigiorgio @ 00:11

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LA CELEBRAZIONE “VERSUS POPULO” È STATA UNA INVERSIONE DI MARCIA NON SOLO IN SENSO METAFORICO.

 

A questo atteggiamento del celebrante è da connettere sia il prevalere dell’essenza della Messa come CENA, sia l’eclisse del Sacerdozio ministeriale. Ciò non è nemmeno tanto adombrato poiché esiste reticenza a chiamare altare ciò che in realtà nella maggior parte dei casi è una semplice tavola.

D’improvviso, vanga e piccone hanno demolito gli altari, si, quegli altari spesso monumentali che erano al centro del tempio, sui quali troneggiava il tabernacolo entro cui si sapeva esservi il Signore Gesù; quegli altari fatti di pietra riccamente decorati che in una piccola teca incastrata al centro del piano, contenevano le reliquie dei martiri per i cui meriti si invocava il perdono dei nostri peccati (Aufer a nobis), e sulle quali si celebravano i riti cristiani come al tempo delle catacombe (è straordinario questo legame con i primi cristiani: noi ancora come loro!); quegli altari consacrati così solennemente dal Vescovo, per renderli idonei a celebrarvi il sacrificio. Sono stati rimossi, trasformati o sostituiti con una “tavola”. L’accesso all’altare era soltanto frontale, ma ora si doveva poter girarvi attorno proprio come nelle nostre case ci si siede tutt’intorno alla tavola per il pranzo.

 

“E’ bene che l’altare maggiore sia staccato dalla parete per potervi facilmente girarvi intorno e celebrare rivolti verso il popolo. Nell’edificio sacro sia posto in luogo tale da risultare come il centro ideale a cui spontaneamente converga l’attenzione di tutta l’assemblea”.

(Concilio Vaticano II – Sacrosanctum Concilium, 91).

 

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Apr 20 2015

L’AUTODEMOLIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA: 8. LITURGIA, SPECCHIO DELLA CRISI

Category: Chiesa Cattolica,Libri e fontigiorgio @ 01:58

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Introduzione

 

Quando si tratta di liturgia si intende primariamente la S. Messa.

 

Ora, la Messa è sempre stata il centro e il vertice del culto Cristiano. Tutto ruota intorno ad essa perché necessariamente tutto ruota e deve ruotare intorno alla Persona di Gesù Cristo, il quale ha voluto che la sua opera di Redenzione fosse perpetuata, facendosi presente in forma mistica ma reale nell’Eucarestia per accompagnare gli uomini fino al consumarsi dei tempi. Non c’è niente al mondo di più sacro, di più alto, di più prezioso che la S. Messa, dove viene rinnovato, in modo incruento, l’unico  sacrificio della Croce; Gesù che diviene vittima ed offerente al Padre in riparazione dei nostri peccati per la salvezza nostra e del mondo intero. È Gesù stesso infine che si fa alimento per le nostre anime, quotidianamente; che si fa medico per guarire le nostre piaghe, che ci da forza per vincere le nostre battaglie spirituali. Nella Messa c’è tutto il nostro credo, la nostra fede, il nostro amore e la nostra speranza.

 

La Messa è tutto questo: un dono immenso davanti al quale dobbiamo inchinarci, o meglio inginocchiarci e adorare.

 

Per assicurare maggiormente al popolo cristiano l’abbondante tesoro di grazia che la sacra Liturgia racchiude, la Santa Madre Chiesa desidera fare un’accurata riforma generale della liturgia. Questa infatti consta di una parte immutabile, perché di istituzione divina, e di parti suscettibili di cambiamento, che nel corso dei tempi possono o anche devono variare, qualora in esse si fossero insinuati elementi meno rispondenti alla intima natura della stessa Liturgia, o si fossero resi meno opportuni. In tale riforma l’ordinamento dei testi e dei riti deve essere condotto in modo che le sante realtà da essi significate, siano espresse più chiaramente, il popolo cristiano possa capirne più facilmente il senso, e possa parteciparvi con una celebrazione piena, attiva, comunitaria”. (Concilio Vaticano II: Sacrosanctum Concilium, cap.I, III – 21).

 

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Apr 19 2015

L’AUTODEMOLIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA: 7. IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II

Category: Chiesa veronese,Libri e fontigiorgio @ 00:14

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  1. I) LA NOSTRA AETATE

 

 

La più sconcertante e plateale rivolta alla dottrina tradizionale cattolica, il più incredibile e scandaloso accredito ad ogni falsa religione è contenuto nella dichiarazione conciliare sulle relazioni della Chiesa Cattolica con le religioni non cristiane: la “Nostra Aetate”. E’ un manifesto di resa incondizionata di autenticarsi come unica vera religione di fronte a tutte le altre al mondo, considerate anch’esse portatrici di salvezza, per quel raggio di verità che ciascuna porterebbe in sé. Una resa non imposta, ma volontaria, da autoflagellanti e perciò stesso ancora più grave.

 

Lo schema è sempre lo stesso, originato da quell’assunto buonista che considera ciò che unisce, e trascura ciò che divide. Si cerca il positivo che indubbiamente può esistere in ogni religione, e ciò sarebbe motivo di rispetto e considerazione da parte della Chiesa Cattolica la quale “non rigetta di quanto è vero e santo in (ogni) religione” perché “riflette un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini” (Nostra Aetate,2).

 

Considerare pertanto questo raggio di verità, va bene, ma ne consegue l’impegno di coltivarlo al fine di una crescita che abbia come traguardo la conversione dell’infedele al cristianesimo.

Ma il Concilio non fa menzione di conversione; soltanto auspica che “essi (cioè i fedeli cattolici, ndr) riconoscano, conservino e facciano progredire i valori spirituali, morali e socio culturali che si trovano in essi (cioè nei credenti di altre religioni. ndr)”. Sembra chiaro tuttavia, che il Concilio parli non tanto ai fedeli cattolici quanto agli infedeli, verso i quali getta un ponte, tende la mano in atto di blandire, adulare e stimolare in loro un moto di avvicinamento per potersi incontrare e dialogare.

 

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Apr 18 2015

L’AUTODEMOLIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA: 6. LA DIGNITATIS HUMANAE

Category: Chiesa Cattolica,Libri e fontigiorgio @ 00:14

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  1. H) LA DIGNITATIS HUMANAE

 

 

Parlare oggi di limitare la libertà di coscienza, si passa per matti. Eppure, alla luce di ciò che vi è scritto nei documenti del Magistero della Chiesa Cattolica, possiamo constatare quanto essi siano solidi e profetici in quanto al danno che ha portato non solo nella Chiesa, ma pure nella società civile, l’aver garantito a ciascuno un certo tipo di libertà. Non c’è voluto molto a rompere gli argini e dare piena cittadinanza ad ogni aberrazione. Siamo tutti testimoni che attualmente in nome della libertà di coscienza hanno introdotto il divorzio, legalizzato l’aborto; in nome della libertà di opinione la stampa e la televisione hanno praticamente campo libero di scrivere e dire e mostrare ciò che vogliono; a nome della libertà nell’arte si mercificano immondezze di ogni genere e perfino raffigurazioni blasfeme; si brucia incenso ai nuovi idoli, come calciatori, cantanti e attori; sempre in nome della libertà il sesso è diventato la nuova religione. Oggi sembra che tutto sia lecito e senza freno. E’ umiliante poi, e vergognoso che questo vento sia entrato anche nelle chiese e nelle Istituzioni ecclesiali: concerti mondani dentro i luoghi sacri, balli nelle feste parrocchiali; conventi e associazioni che di sacro hanno ormai poco essendosi presa quella libertà divenuta un tarlo che corrode tutto. Perfino nella Messa, ogni prete in libera coscienza si prende licenza di modellarla a suo piacimento.

 

Il “Sillabo” è un documento pontificio emanato da Pio IX nel 1864, nel quale vengono enunciate e condannate 80 proposizioni contrarie alla dottrina cattolica. Tra queste hanno una posizione importante quelle che riguardano l’indifferentismo; nella XV leggiamo: “Ogni uomo è libero di abbracciare e professare quella religione che, col lume della ragione, reputi vera”.

 

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Apr 17 2015

L’AUTODEMOLIZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA: 5. IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II

Category: Chiesa Cattolica,Libri e fontigiorgio @ 00:11

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  1. G) L’ECUMENISMO

 

Non c’è dubbio che, con la liturgia, un mutamento, una novità nata dal Concilio Vaticano II sia il nuovo ecumenismo. Non che l’ecumenismo in sé sia una novità, ma tale è se si considera la prassi rivoluzionaria che è stata messa in atto.

 

L’ecumenismo è la spinta a ricomporre l’unità di tutte le fedi cristiane, che nel tempo si è lacerata. La partenza è nel Vangelo e precisamente nella preghiera di Gesù al Padre durante l’ultima cena, in cui chiede al Padre  che i suoi seguaci Siano tutti una cosa sola”.

 

Il desiderio di Gesù è da prendere sul serio, ciononostante, fin dai tempi apostolici non sono mancati coloro che pur non avendone il titolo si sono permessi di fare opposizione alla Chiesa seminando teorie eretiche e costringendo i legittimi pastori ad intervenire per confutarle e chiarire la dottrina che Cristo ci ha consegnato. Purtroppo molti di costoro sospinti dall’orgoglio, nonostante gli inviti di Santa Madre Chiesa a recedere, sono rimasti arroccati alle loro distorte opinioni costringendo la Chiesa stessa a formularne la condanna e a comminare l’anatema ai ribelli e ai loro seguaci.

 

Tutti sanno che un Concilio (Tutti i vescovi riuniti insieme al Papa) quando sentenzia in materia di fede e di morale è garantito dall’infallibilità promessa da Gesù stesso. Quindi chi non accetta il Magistero infallibile della Chiesa, per ciò stesso si pone fuori della Chiesa e la scomunica non è altro che una sanzione che conferma tale posizione. La scomunica inoltre ha pure altri due scopi non secondari: mette l’eretico di fronte alla sua coscienza in modo che possa ritornare sui suoi passi; aiuta i fedeli cristiani a discernere il buon grano dal loglio.

 

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