Mar 02 2015

GLI STATI UNITI SONO STATI IN GUERRA 222 ANNI SU 239 CHE ESISTONO COME STATO

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di Gianfrasket

 

Siamo un popolo di guerra. Noi amiamo la guerra perché siamo molto bravi a farla. In realtà, è l’unica cosa che possiamo fare in questo cazzo di paese: la guerra.

Abbiamo avuto un sacco di tempo per fare pratica e anche perché è sicuro che non siamo in grado di costruire una lavatrice o una macchina che vale un coniglio da compagnia; per contro, se avete un sacco di abbronzati nel vostro paese, dite loro di stare attenti perché noi verremo a sbattere una bomba sul loro viso… ”

 

(George Carlin)

 

 

Gli Stati Uniti sono stati in guerra il 93% del tempo, dalla loro creazione nel 1776, vale a dire 222 dei 239 anni della loro esistenza

 

Gli anni di pace sono stati solo 21 dal 1776

 

Qui sotto è riportata una cronologia anno per anno delle guerre degli Stati Uniti, che rivela qualcosa di molto interessante: dal 1776 gli Stati Uniti sono stati in guerra il 93% del tempo, vale a dire 222 dei 239 anni della loro esistenza

 

Gli anni di pace sono stati solo 21.

 

Per mettere questo in prospettiva:

 

* Nessun presidente degli Stati Uniti è mai stato un Presidente di pace. Tutti i presidenti degli USA che si sono succeduti sono stati tutti, in un modo o nell’altro, coinvolti almeno in una guerra.

 

* Gli Stati Uniti non hanno mai passato un intero decennio, senza fare una guerra.

 

* L’unica volta che gli Stati Uniti sono rimasti 5 anni senza guerra (1935-1940) è stato durante il periodo isolazionista della Grande Depressione.

 

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Mar 01 2015

CESSIONE DEL VENETO ALL’ITALIA. ECCO COSA OTTENNERO I FRANCESI NEL 1866 DALL’ITALIA IN CAMBIO DEL VENETO

Category: Italia storia e dintorni,Veneto e dintornigiorgio @ 13:39

GIAMPAOLO BORSETTO

 

 

Il professor Giampaolo Borsetto, studioso e storico della Serenissima, è giunto alla conclusione che nel 1866 Parigi cedette il Veneto all’Italia senza consultare le popolazioni in cambio di una promessa di Roma:

L’ITALIA NON AVREBBE MAI CHIESTO ALLA FRANCIA LA RESTITUZIONE DI QUANTO NAPOLEONE AVEVA RUBATO A VENEZIA.

 

Perché?

Semplice:

SI TRATTAVA DI UN BOTTINO COLOSSALE!

 


Feb 28 2015

PRIMO DI MARZO, È ARRIVATO IL CAPODANNO VENETO

Category: Veneto e dintornigiorgio @ 21:43

CAO ANNO

CAO DE L’ANO VENETO

 

 

di ETTORE BEGGIATO

 

Il primo marzo è sempre stato considerato nella storia della Repubblica Veneta il capodanno veneto;  nei documenti e nei libri di storia si trovano le date relative ai mesi di gennaio e febbraio seguite da “more veneto” per sottolineare questa peculiarità veneta: incominciando l’anno veneto il primo di marzo, gennaio e febbraio erano gli ultimi mesi dell’anno passato (si veda, come esempio, la data del comunicato).

 

Il capodanno veneto originariamente era stato fissato al 25 marzo, giorno della fondazione di Venezia (421),  per i credenti giorno dell’annunciazione del Signore,  e, secondo una leggenda greca, giorno della creazione del mondo; in un secondo tempo fu anticipato al primo marzo per comodità di calcolo. Emblematico quanto successe il 9 marzo 1510 nel luogo ove adesso sorge il Santuario della Madonna dei Miracoli a Motta di Livenza (Tv), la Madonna apparve a un contadino del posto e gli disse “Bon dì e bon ano!”

 

Per la verità nelle tradizioni delle nostre comunità un ricordo del capodanno veneto ha continuato, magari inconsciamente, ad essere presente: pensiamo al “bati marso”, al “brusar marso”, ai botti prodotti spontaneamente con il carburo… Un altro tassello della nostra storia e della nostra identità che va valorizzato, anche per onorare il Serenissimo Bepin Segato che più di ogni altro si era impegnato per riproporre questa festa.

 

Recentemente  è stato festeggiato in diverse città venete  il capodanno cinese (è l’anno del Cavallo); l’ 11 febbraio gli amici tibetani hanno festeggiato il loro capodanno (Losar) e per tutti noi è stato un momento per ribadire la nostra solidarietà alla  nazione del Tibet  vergognosamente calpestata dalla Cina;  non parliamo poi delle ricorrenze e delle celebrazioni  di altri popoli, di altre religioni  (si pensi solo al Ramadan): e allora un bel “Viva San Marco”  per ricordare e festeggiare l’arrivo del nuovo anno veneto.

 

 

Fonte: visto su Miglioverde.

Link: http://www.miglioverde.eu

 

 

 

BUON CAPODANNO….VENETO!

 

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Domani, domenica 1° Marzo, secondo il calendario in uso nella Repubblica di Venezia, comincia il nuovo anno.

Per il calendario vigente nell’Impero Romano, e nella Serenissima, fino al 1582, il 1° Gennaio non corrispondeva al primo giorno dell’anno: questo era sì suddiviso in 12 mesi, ma il primo e l’ultimo corrispondevano a Marzo e Febbraio rispettivamente.

Il capodanno inizia il 1° Marzo come nell’uso indoeuropeo, di cui ci resta testimonianza nei nomi dei mesi di Settembre (settimo mese a partire da Marzo ), Ottobre (ottavo mese a partire da Marzo), Novembre (nono mese dell’anno) e Dicembre (decimo mese), seguiti dai mesi di rinnovamento e morte (Gennaio e Febbraio).

Però, i veneziani, a cui non passava nemmeno per il capo di abbondonare le proprie tradizioni, trascrissero negli atti ufficiali sia la vecchia che la nuova datazione.

Per esempio, se con il calendario gregoriano fossimo il:

28 Febbraio del 2015

ecco che in quello giuliano (quello in cui Venezia si è riconosciuto per secoli) l’indicazione corretta sarebbe il:

28 Febbraio del 2014 “More Veneto” (ovverosia, secondo uso veneto) poichè per i veneti il nuovo anno comincia solo domani

 

Insomma: tiriamo fuori lo spumante questa sera!


Feb 28 2015

RENZI BAMBINO, LO CHIAMAVANO “MAT-TEORIA”

Category: Persone e personaggi,Società e politicagiorgio @ 00:24

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Giugno 2004: Matteo Renzi presidente della Provincia di Firenze

 

 

Firenze, 17 dicembre 2013 – Com’era Matteo Renzi da piccolo? Se mai vi siete posti questa domanda il settimanale “Oggi” ha raccolto alcune testimonianze che vi aiuteranno a farvi un’idea. A raccontare il piccolo Renzi Federica Morandi, compagna di banco delle elementari e oggi presidente del Consiglio comunale di Rignano, il suo ex capo scout, Roberto Cociancich, poi presidente nazionale dell’Agesci e oggi senatore del Pd, e monsignor Giovanni Sassolini, ex parroco di Rignano sull’Arno.

 

“Era il più sveglio già da bambino”, racconta Federica Morandi. “Matteo ha doti da leader. Lo vedremo crescere”, scriveva negli Anni ’90 Cociancich nella sua relazione sul giovane scout. “Era molto devoto. Fin da piccolo era abituato a coordinare i suoi coetanei: era lui che spiegava a tutti come e cosa dovevano fare. E se c’era lui, io ero tranquillo che tutto sarebbe stato a posto. Insomma, era già un piccolo manager”, racconta il parroco di allora di Rignano sull’Arno, dove Renzi è cresciuto con babbo Tiziano, mamma Laura e i tre fratelli.

 

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Feb 27 2015

ECCO COME PUTIN TUTELA DEI LAVORATORI: RENZI, LA COSIDETTA SINISTRA ITALIANA LO FAREBBE MAI?!?

Category: Economia e lavoro,Società e politicagiorgio @ 00:02

 

Renzi, il PD e la sinistra italiana criticano Putin, viene definito un “dittatore”…

Ecco un aneddoto che fa invece capire come mai il popolo russo lo sostenga a spada tratta…

Putin tutela con fermezza i lavoratori russi, mentre Renzi e la sinistra italiana si sono solo preoccupati di rendere licenziabili quelli italiani…

Secondo voi Renzi farebbe mai qualcosa di simile a questo?

 

 

Vladimir Putin viene messo a conoscenza del fatto che migliaia di operai, che non ricevevano stipendio da mesi, stanno per essere licenziati e la loro fabbrica chiusa da quegli stessi dirigenti che ne avevano tratto profitti milionari.

 

Il Presidente russo saputo della cosa va ad occuparsi personalmente della faccenda: convoca immediatamente Padroni e Oligarchi responsabili dell’ondata di licenziamenti, che con la loro avidità ed incompetenza, stavano per mandare in mezzo ad una strada migliaia di famiglie e li affronta uno per uno, facendogli un cazziatone memorabile! Esigendo le loro dimissioni immediate e concludendo il discorso con la frase: “Il termine ultimo per il pagamento degli stipendi arretrati, È OGGI !”.

 

Nelle successive 4 ore vengono pagati 40 milioni di dollari di stipendi arretrati e gli unici licenziamenti sono quelli dei padroni.

 

 


Feb 26 2015

CORTE CONTI ASSOLVE RENZI PERCHÉ ‘INCAPACE DI INTENDERE E DI VOLERE’

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SPASSOSA LA SENTENZA CHE ASSOLVE RENZI PER LE ASSUNZIONI ILLEGITTIME

 

Le motivazioni della sentenza della Corte dei Conti che assolse in appello Renzi, in primo grado condannato a pagare 14mila euro per le assunzioni illegittime quand’era presidente della Provincia di Firenze, sono peggio di una condanna.

 

Lo hanno assolto, spiegano i giudici, perché il “Collegio ritiene di poter rilevare l’assenza dell’elemento psicologico sufficiente a incardinare la responsabilità amministrativa, in un procedimento amministrativo assistito da garanzie i cui eventuali vizi appaiono di difficile percezione da parte di un ‘non addetto ai lavori’”.

 

In sintesi: è troppo scemo per capire di avere frodato i contribuenti.

 

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Feb 26 2015

RENZI ROTTAMA MONTESQUIEU

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La divisione dei poteri dello Stato sembrava un principio cardine, scontato oramai e indiscutibile, indispensabile ai fini della legittimità dello Stato, un’acquisizione definitiva e irreversibile della democrazia occidentale; ma evidentemente non era così, almeno in Italia: con le riforme del Senato e della legge elettorale, il nostro premier è riuscito a rovesciare il lavoro di Montesquieu, a ritornare a una struttura statuale come prima della rivoluzione francese. Ora infatti il premier unisce in sé il potere esecutivo, il potere legislativo, e un’ampia parte del potere di controllo. Inoltre, non vi sono contrappesi indipendenti da lui al suo strapotere.

 

La tesi fondamentale esposta da Montesquieu nel suo celebre trattato Lo spirito delle leggi, pubblicato nel 1748, è che può dirsi libero solo quell’ordinamento in cui nessun governante possa abusare del potere a lui affidato.

Per prevenire tale abuso, occorrono contrappesi e controlli, occorre che “il potere arresti il potere”, cioè che i tre poteri fondamentali siano affidati a persone od organi differenti, in modo che ciascuno di essi possa impedire all’altro di esorbitare dai suoi limiti e degenerare in tirannia.

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Feb 25 2015

BUGNINI ERA MASSONE! LO CONFERMA UN MONSIGNORE A INSIDE THE VATICAN

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Bugnini Annibale

 

Sull’ultimo numero della principale rivista cattolica in lingua inglese “Inside the Vatican“, il giornalista Robert Moynihan racconta della sua intervista con un “monsignore” anonimo indicatogli dal Cardinal Gagnon poco prima che quest’ultimo morisse. Il “monsignore” è il depositario del mistero relativo all’affiliazione massonica di Bugnini (noto anche agli addetti ai lavori come nome in codice “BUAN”).

 

Ma non solo! Sappiamo infatti anche dal libro di Mons. Marinelli (Via col vento in Vaticano) che Gagnon fu redattore di un dettagliatissimo dossier sui Massoni in Vaticano (vedi pagg.57-59). Commentano “i Millenari”: “Il materiale raccolto fu interessante e rivoluzionario. Il presidente della commissione monsignor Gagnon stette per tre mesi impegnato a stendere una voluminosa relazione che alla massoneria vaticana apparve subito scottante e pericolosa: si facevano i nomi e le attività occulte di certi personaggi di curia.”

 

Questo dossier fu rubato fra il 31 maggio ed il 1 giugno del 1974 dalla scrivania di Mons. Mester (collaboratore di Gagnon). Il Cardinale così rifece il dossier di suo pugno e chiese udienza. Non gli fu accordata, capì l’antifona e dopo qualche anno se ne tornò in Canada.

 

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Feb 25 2015

SUL “MASSONE” ANNIBALE BUGNINI

Category: Chiesa Cattolica,Conoscenza varie,Religioni e rasiegiorgio @ 00:04

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Annibale  Bugnini

 

 

di Francesco Colafemmina

 

La notizia della certa affiliazione di Bugnini alla Massoneria, emersa da Inside the Vatican, sta suscitando nella rete diffidenze e interrogativi. Anzitutto quelli di persone esperte che non hanno mancato di evidenziare la “debolezza” della “tesi della valigetta”. Sono in molti infatti a domandarsi come fosse possibile che dei monsignori affermati se ne andassero in giro per il Vaticano con delle lettere firmate dal Gran Maestro della Massoneria Italiana.

Ebbene qui si rendono necessarie due precisazioni.

 

Anzitutto sul caso Bugnini ed il suo esilio in Iran. La tesi di “Via col vento in Vaticano” pare sia la più probabile e documentata:

 

All’epoca postconciliare del Vaticano II, molti indagarono a fondo per appurare da dove potesse provenire l’ordine di sconquassare le antichissime tradizioni liturgiche, patrimonio intoccabile della Chiesa, le cui radici secolari prendevano origine fin dai tempi apostolici e questi dall’Antico Testamento del popolo eletto. Seguirono le mosse dell’artefice principale di gran parte delle rimanipolazioni liturgiche, l’arcivescovo Annibale Bugnini, segretario del Dipartimento pontificio per il culto divino.

 

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Feb 24 2015

LA SINISTRA DEGLI OPERAI È ANNEGATA NEL TRATTO DI MARE CHE SEPARA IL DIRE DAL FARE

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Feb 24 2015

ANNIBALE BUGNINI: “LA RIFORMA LITURGICA, C’EST MOI!”

Category: Chiesa Cattolica,Cristiani e Cristianesimogiorgio @ 00:08

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Annibale Bugnini: “La riforma liturgica, c’est moi!”

 

 

Rorate caeli ha pubblicato un estratto di un recente libro di P. Anscar Chupungco OSB, ex Presidente del Pontificio Istituto liturgico in Roma, liturgista vecchio stile, quindi, critico fervente di Liturgiam Authenticam (il documento pontificio che ha tentato, con poco successo, di riportare ordine nel novus ordo) e ancor più del motu proprio Summorum Pontificum, nonché indiscusso guru della camarilla liturgistica nelle Filippine (eh sì, ogni paese ne ha una, così come ogni paese ha la propria delinquenza, le proprie calamità naturali, i propri alcoolisti). In questo testo, intitolato What, Then, Is Liturgy? Musings and Memoir, l’unica parte degna di menzione (il resto pare essere la solita risciacquatura di piatti di idee vecchie spacciate per ‘aggiornamento’ ad un mondo che nel frattempo è cambiato) è quella contenente indiscrezioni sul dietro le quinte della riforma liturgica sotto Paolo VI e Giovanni Paolo II, come pure estese riflessioni sulla liturgia mescolata con critiche delle politiche dell’attuale pontificato. Il libro contiene anche proposte di Chupungco per demolire quel che resta del rito romano, onde continuare ciò che egli considera come il programma incompiuto della riforma liturgica post-conciliare. Ecco un estratto dalle pagine 3-4 del testo, edito dalle pubblicazioni claretiane (Padre Augé potrà essere fiero dei suoi confratelli filippini…). Nel leggere di Bugnini, non dimentichiamo che la superbia è il peccato più inviso a Dio e gradito al demonio.

 

Dopo diversi decenni dalla riforma liturgica ci sono ancora contrastanti opinioni su ciò che il Concilio aveva veramente intenzione di realizzare. Ho avuto l’occasione di chiedere al padre Cipriano Vagaggini, un altro dei miei mentori e uno degli artefici della Costituzione liturgica, che cosa significasse “sostanziale unità del rito romano”. La frase è oscura, e tuttavia cruciale per l’inculturazione. La sua risposta è stata assai rivelatrice: “Ho posto la stessa domanda quando stavamo stendendo la Costituzione, ma nessuno in commissione aveva una risposta!” Strane invero sono le vie dello Spirito durante il Concilio e sicuramente dopo il Concilio. Ma a cercar proprio una consolazione, la tensione può essere considerata un segno incoraggiante che l’interesse per la liturgia non è diminuito nel corso degli anni. Quando Gut Benno, Abate Primate della Confederazione Benedettina, fondò il Pontificio Istituto liturgico a Roma nel 1962, i professori di teologia, come profeti di sventura, lo avvisarono che la liturgia era una moda che non avrebbe superato la durata della loro vita.

 

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Feb 23 2015

IL CAPITOLO CANONICALE DELLA CATTEDRALE DI VERONA

Category: Chiesa Cattolica,Chiesa veronesegiorgio @ 00:13

 

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La Cattedrale di Verona

 

 

Origine e significato della parola «Capitolo» e «Canonica»

 

Il Capitolo canonicale viene definito anche nell’attuale Codice di diritto canonico (c. 503)

«il Collegio di sacerdoti al quale spetta assolvere alle funzioni liturgiche più solenni nella chiesa cattedrale…, inoltre adempiere i compiti che gli vengono affidati dal diritto o dal Vescovo diocesano».

 

Il Capitolo trae origine dall’antico presbyterium, dall’insieme cioè del clero locale che fin dai primi secoli costituì il senato del vescovo per quanto concerne la liturgia della cattedrale e l’amministrazione della diocesi.

 

I rapporti tra Capitolo e vescovo furono disciplinati lungo i secoli da varie disposizioni giuridiche di carattere generale e particolare.

 

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Feb 22 2015

IN QUESTO MOMENTO È BENE RICORDARE LA TEORIA DI CICERONE

Category: Monade satira e rattatujegiorgio @ 01:17

ieri come oggi cicerone

 

 

1          il povero                     lavora

2          il ricco                         sfrutta il povero

3          il soldato                     li difende tutti e due

4          il contribuente           paga per tutti e tre

5          il vagabondo              si riposa per tutti e quattro

6          l’ubriacone                 beve per tutti e cinque

7          il banchiere                li imbroglia tutti e sei

8          l’avvocato                   li inganna tutti e sette

9          il medico                     li accoppa tutti e otto

10       il becchino                  li sotterra tutti e nove

11       il politico                     campa alle spalle di tutti e dieci

 

 


Feb 21 2015

INDIPENDENZA VENETA?

Category: Venetismo,Veneto e dintornigiorgio @ 09:33

 

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Un argomento che  leghisti e secessionisti di varia sorta tirano fuori con una certa frequenza è la durata millenaria della Repubblica di Venezia, come se questo dovesse legittimare l’instaurazione di una nuova “repubblica veneta” nel nordest italiano.

 

A tal proposito è opportuno ricordare che  la Repubblica di Venezia fu uno Stato veneziano, non veneto come si vuol far credere. Sotto la Serenissima le città erano amministrate da podestà (per lo più veneziani) scelti a Venezia dall’aristocrazia lagunare. Quindi i veneti complessivamente considerati non si sono mai autodeterminati in un loro governo, non hanno mai avuto un proprio Stato: semplicemente a un certo punto – verso la fine del ‘300 – una città veneta si è imposta su tutte le altre e ha dettato la propria legge fino a quando non arrivò Napoleone (1797). Quale stato “veneto” dunque? A comandare erano i veneziani, mentre in terraferma si prendevano ordini e in larghissima parte si lavorava la terra. Che poi i veneziani fossero amministratori illuminati e liberali è un dato di fatto, ma non si capisce bene perché un tale merito dovrebbe essere esteso a padovani, trevigiani e veronesi. E’ un po’ troppo comodo prendersi meriti altrui, mi sembra.

 

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Feb 21 2015

VENETO INDIPENDENTE, SUL CONTO DEL REFERENDUM DONATI 39.000 EURO

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Il primo a contribuire era stato il padovano Fabio Miotti, giovane presidente del consiglio comunale di San Giorgio in Bosco: trenta euro. Ma a distanza di dieci giorni langue la sottoscrizione per raccogliere i fondi necessari allo svolgimento del referendum per la secessione del Veneto dall’Italia. L’obiettivo di raccolta è di 14 milioni di euro, necessari per l’organizzazione della consultazione elettorale cara al governatore Luca Zaia.

 

A ieri mattina, il conto corrente aperto nella Banca Unicredit (il numero di IBAN è il seguente: IT 37 C 02008 02017 000103397411) contava su meno di quarantamila euro.

 

Per l’esattezza, a mezzogiorno i soldi sul conto corrente sono 39.741,74, frutto di 456 bonifici da altrettante persone. La media di ogni versamento di poco superiore agli 80 euro. Insomma, siamo molto lontani dall’obiettivo del 14 milioni di euro. Non c’è stata la corsa agli sportelli, che qualcuno proditoriamente annunciava. Insomma, un flop. E i primi a rallegrarsene, a Palazzo Balbi, sono proprio gli assessori che non hanno investito un centesimo del loro tempo per inseguire l’idea della secessione. Né tantomeno quella del referendum previsto dalla legge regionale 16.

 

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