Lo studioso inglese Andrew Michael Chugg, con una tesi affascinante e ricca di prove documentali, che ha portato scompiglio tra gli storici, ne individua le spoglie proprio nel nostro Paese, precisamente a Venezia, nella basilica di San Marco. In una intervista in esclusiva ne abbiamo approfondito quella che sembra essere più di una semplice teoria.
Tra i resti antichi sotto la Basilica di San Marco a Venezia, recuperati nelle fondamenta dell’abside maggiore, e’ stato trovato uno scudo a grandezza naturale con incisa la Stella di Macedonia, l’emblema della dinastia di Alessandro Magno, come dimostrano la moneta macedone del 300 a.C. e l’affresco nella Villa di Fannius Sinistor. Secondo Chugg ciò è indizio della relazione tra san Marco e Alessandro Magno.
La vita sul grande condottiero fu colma di eventi leggendari, come il mistero del luogo in cui fu sepolto. Una nuova ricerca sembra accreditare Venezia quale luogo in cui riposano le spoglie dell’uomo che creò in pochi anni, il più grande impero dell’epoca.
Le grandi produzioni cinematografiche americane sembrano ormai puntare sul filone storico, realizzando, da qualche anno a questa parte, spettacolari colossal incentrati sulle figure epiche delle antiche civiltà.
È il turno, questa volta, del grande condottiero macedone Alessandro Magno, l’affascinante personaggio che non cessa di destare la meraviglia dei posteri. La figura del giovanissimo comandante ha ispirato numerosi scrittori e storiografi e le sue imprese si mescolano tra leggenda e storia. Nelle sue gesta, nei suoi amori, Alessandro non conobbe mai requie, come anche nella sua sete di conquiste e nella sua corsa verso l’ignoto.
Ma è soprattutto la sua morte e la sua sepoltura ad aver prodotto una quantità enorme di leggende. Alessandro muore all’apice del suo successo e il suo corpo fu sepolto in un magnifico mausoleo proprio nella città che egli volle costruire quale porta tra oriente e occidente: Alessandria d’Egitto.
Innumerevoli personaggi del passato visitarono e venerarono le sue spoglie nel corso dei successivi 400 anni, poi più nulla. Del mausoleo e del sarcofago che ne conteneva il corpo, se ne persero le tracce. In una Alessandria sconvolta da terremoti non fu più possibile rintracciare il luogo della sua sepoltura. Ma lo studioso inglese Andrew Chugg sembra averne individuato le spoglie proprio nel nostro Paese, precisamente a Venezia, nella basilica di San Marco.
Una tesi che ha portato scompiglio tra gli storici, comunque sia affascinante e ricca di prove documentali. In una intervista in esclusiva rilasciataci dal dottor Chugg, abbiamo approfondito quella che sembra essere più di una semplice teoria.
Mappa di Alessandria pubblicata da Braun & Hogenberg nell’atlante Civtates orbis terramm edito dagli stessi autori al’incirca nel 1573; il sud è verso l’alto e il nord verso il basso.
Francesco Garufi: Grazie dottor Chugg per la sua collaborazione. Recentemente Lei ha pubblicato un libro di cui si parla molto: The Lost Tomb of Alexander the Great. Innanzitutto vorrei chiederle quando è iniziata la sua passione per il grande condottiero?
Andrew Chugg: «Ho sempre avuto un grande interesse per la storia antica, sin da giovane. Alla fine degli anni Novanta ci fu molta attenzione da parte dei media per il mistero della tomba di Alessandro. Ciò mi spinse a fare delle ricerche sulla vicenda della tomba. Ho scoperto che esistono innumerevoli informazioni a riguardo e che la storia è molto complicata, quasi come una detective story, con molti risvolti e colpi di scena. Ho anche scoperto che l’ultimo libro in inglese sull’’argomento è stato pubblicato nel 1805.Decisi che sarebbe stato un argomento fantastico per scriverei un libro. Allora non mi aspettavo di scoprire niente di nuovo. Pensavo solamente che fosse una storia eccellente, che avrebbe costituito un libro eccellente. Tuttavia, nel corso della stesura ho incamerato nuovi elementi e l’enigma cominciò a sembrarmi risolvibile – almeno fino a un certo punto. Decisi di tentare la pubblicazione di alcune delle mie scoperte in articoli per riviste scientifiche.La cosa richiese del tempo, ma alla fine la rivista scientifica Greece & Rome pubblicò il mio articolo The Sarcophagus of Alexander the Great nell’aprile del 2002, e l’American Journal of Ancient History pubblicò The Tomb of Alexander the Great in Alexandria nell’autunno del 2003, in seguito ho pubblicato articoli correlati anche in The Celator, Minerva e History Today. All’inizio del 2004 la Periplus decise di pubblicare il mio libro, in parte grazie a una raccomandazione dell’editore di Minerva».
F.G.: La vita di Alessandro, anche se breve, è stata densa di gloriosi avvenimenti. La sua morte e, soprattutto, la sua sepoltura, hanno generato innumerevoli leggende quasi in ogni Paese da lui conquistato. Secondo Diodoro Siculo, il corpo di Alessandro venne imbalsamato e portato in Egitto. Lì, alcune fonti sostengono che venne sepolto nell’oasi di Siwa, dove si trova l’oracolo di Ammone. É possibile che sia davvero andata così?
A.C.: «Non è esatto dire che le antiche fonti sostengono che Alessandro venne sepolto nell’oasi di Siwa. É un mito moderno. Siwa era chiamata Ammonion dai greci perchè era la sede dell’oracolo di Ammone, ma vi erano templi di Ammone in quasi tutte le città egizie. Curzio e Giustino sostengono che Alessandro, in punto di morte, chiese che il proprio corpo fosse portato ad “Ammone”, o al “Tempio di Ammone “. Diodoro e Giustino sostengono che i macedoni decisero di inviare il corpo di Alessandro ad “Ammone” o al “Tempio di Giove-Ammone” subito dopo la sua morte. Tuttavia, in seguito Diodoro afferma che Tolomeo decise di non inviare la salma ad Ammone, ma di lasciarla ad Alessandria. Diodoro ci dice anche di aver visitato Alessandria più o meno ai tempi di Cleopatra, quindi siamo in presenza di un testimone oculare della tomba di Alessandro in quella città. Egli la descrive come un magnifico e vasto recinto sacro (temenos)».
Ingrandimento della mappa di Braun & Hogenberg in corrispondenza del punto dove i veneziani avrebbero trovato il corpo di San Marco ad Alessandria. La dicitura latina sembrerebbe dire: «Sotto questa pietra venne scoperto il corpo di San Marco e Venezia lo possiede», Il sito è appena dentro la Porta del Cairo, in seguito chiamata la Porta di Rosetta.
F.G.: Nel 1995 un’archeologa greca disse di aver trovato prove della sua sepoltura a Siwa, ma le autorità egiziane fermarono gli scavi e non se ne seppe più nulla. Ha delle notizie da dare in proposito?
A.C.: «L’archeologa greca di cui sta parlando era Liana Souvaltzi. Le sue prove erano inconsistenti. Aveva tradotto erroneamente frammenti di antiche iscrizioni. I suoi scavi si svolsero in un tempio di epoca tolemaica a Siwa, già ben conosciuto e per il quale esistevano indizi che ne datavano la fondazione almeno un secolo dopo la morte di Alessandro. Sono state trovate iscrizioni nel sito che indicavano che era dedicato a Iside, non ad Alessandro. Inoltre, c’’è una grande quantità di indizi provenienti da antichi scritti e manufatti che ci dicono che Alessandro inizialmente venne sepolto a Menfi, e che venne spostato ad Alessandria circa quarant’anni dopo».
La mappa di Mahmoud Bey del piano urbanistico di Alessandria, basato su estesi lavori di scavo del 1865. Il crocevia centrale è l’intersezione delle due strade più larghe (conosciute come LI e Rl). Una linea nera segna le mura medievali di Alessandria. Li attraversa una porta poco prima del crocevia centrale. Quella è la Porta del Cairo, o di Rosetta.
F.G.: Altre fonti sostengono che Tolomeo Lagos volle seppellire il glorioso condottiero ad Alessandria per compiere la profezia di Aristandro. Potrebbe questa essere una prova del fatto che venne davvero sepolto nella città egizia?
A.C.: «Questa storia viene da Eliano. Anche se molti dei fatti narrati da Eliano potrebbero essere corretti, egli ci racconta la storia in maniera distorta. Sappiamo ciò perchè ci sono fonti antiche molto più affidabili, che danno versioni diverse di parti della storia di Eliano. Ad esempio di ciò abbiamo alcuni frammenti degli Eventi dopo Alessandro. Luciano sostiene che Tolomeo promise ad Alessandro morente che avrebbe ricondotto il suo corpo in Egitto. Questa è la ragione più credibile del comportamento successivo di Tolomeo. Egli infatti trafugò il cadavere di Alessandro e lo condusse in Egitto».
F.G.: Il feretro di Alessandro era trasportato su un grande carro quando il convoglio venne attaccato da Perdicca. Secondo alcune fonti, il corteo funebre venne dirottato verso la Macedonia e a Sidone, nel 1886, venne trovato un sarcofago che in principio si diceva essere quello di Alessandro. Non crede ci siano troppe incertezze, a cominciare dal trasporto del feretro, per poter affermare con sicurezza che Alessandro sia stato sepolto ad Alessandria?
A.C.: «Arriano in un frammento degli Eventi dopo Alessandro, conferma che Perdicca inviò i suoi luogotenenti ; Attalo e Polemon all’inseguimento del catafalco di Alessandro, quando Tolomeo cospirò con Arrideo, comandante della sua scorta, per dirottare la salma in Egitto. In quel tempo Perdicca si trovava in Pisidia, nella Turchia meridionale, e quindi non potè inseguire il catafalco. Arriano dice anche che gli uomini di Perdicca fallirono nel loro compito di recuperare il corpo. Eliano suggerisce che gli uomini di Perdicca si scontrarono con la scorta di Tolomeo, e ciò potrebbe essere vero, anche se questa notizia non si trova in nessun’altra fonte. L’intenzione di Perdicca di portare il corpo ad Aigai, in Macedonia, ci viene tramandata da Pausania, ma venne preceduta dall’azione di Tolomeo. Eliano, Arriano, Diodoro, Pausania, lo Pseudo Callistene e Strabone sostengono tutti che Tolomeo riuscì a dirottare le spoglie in Egitto. Nessuna delle antiche fonti sostiene diversamente. Non esiste una possibilità significativa che neghi la sepoltura di Alessandro in Egitto per almeno 500 anni. Tra i molti antichi storiografi che sostengono questa versione ci sono: Eliano, Arriano, Curzio, Diodoro Cassio, Diodoro, Erodiano, Giustino, Libanio, Lucano, Luciano, Pausania, lo Pseudo-Callistene, Strabone, Svetonio e Zenobio. Tra questi sappiamo che Diodoro, Strabone e lo Pseudo-Callistene sono testimoni oculari della presenza della tomba ad Alessandria (anche alcuni degli altri potrebbero esserlo stati). Non sembra che esistano antichi racconti che affermino che Alessandro venne sepolto in qualche altro luogo oltre a Menfi e Alessandria. Una prova schiacciante è l’iscrizione marmo rea di Paros (datata al 262 a.c.) in cui si legge che Alessandro venne deposto nella sua tomba a Menfi nel 321 a.c. Il sarcofago trovato a Sidone, per quanto ne so, non è mai stato seriamente attribuito ad Alessandro. Veniva chiamato “il sarcofago di Alessandro” perche aveva alcuni pannelli scolpiti I che mostravano Alessandro che inseguiva e combatteva con i Persi. Si è sempre pensato che il sarcofago appartenesse ad Abdalonimo, re di Sidone posto sul trono da Alessandro. É stato trovato nel cimitero dei re di Sidone e non ha niente a che fare con la tomba di Alessandro (c’è un altro sarcofago nel British Museum, che è stato trovato ad Alessandria da Napoleone e che era stato realizzato per l’ultimo faraone egizio, Nectanebo II, che potrebbe essere stato usato per il corpo di Alessandro. Non venne mai usato da Nectanebo, che fuggì in Etiopia 10 anni prima che Alessandro conquistasse l’Egitto. Era vuoto e disponibile quando Tolomeo seppellì Alessandro a Menfi nel 321 a.c.)».
La mappa di Alessandria di Napoleone, dalla Description de l’ Egypte. Essa mostra la porta del Cairo, o di Rosetta (Porte deRosette, sul lato Est) e le mura medievali come si presentavano nel 1798.
F.G.: Pausania scrisse che Perdicca aveva intenzione di portare la mummia di Alessandro ad Aigai, in Macedonia. Secondo lei, perchè questo non avvenne?
A.C.: «Come ho già detto, sembra che Alessandro chiese che il suo corpo venisse condotto in Egitto e, all’inizio, i macedoni, riuniti in assemblea poco dopo la sua morte, sembrarono essere d’accordo. Tuttavia, Perdicca si rese conto che ciò avrebbe potuto dar fastidio alla madre di Alessandro, Olimpia, del cui appoggio aveva bisogno. Inoltre, ciò significava che avrebbe dovuto consegnare il corpo a Tolomeo, che considerava suo rivale. Egli potrebbe aver fatto in modo che Aristandro vaticinasse la sua profezia in modo che i macedoni fossero d’accordo nel mandare il corpo ad Aigai, in Macedonia, invece che in Egitto. É questo cambiamento di idea che viene riportato da Pausania. Ad ogni modo, Tolomeo aveva promesso ad Alessandro che avrebbe portato il suo corpo in Egitto, per cui cospirò con Arrideo, il capo della sua scorta, per dirottare lo stesso nella terra del Nilo».
F.G.: Tuttavia, secondo quanto afferma Diodoro, che diceva più o meno le stesse cose di Strabone, Plutarco e altri autori antichi, apprendiamo che il corpo venne sepolto ad Alessandria in un mausoleo chiamato Soma o Sema. Può dire cos’è accaduto in seguito?
A.C.: «Pausania sostiene che il corpo di Alessandro venne trasferito da Menfi ad Alessandria dal figlio di Tolomeo, Filadelfo, circa nel 280 a.c.. Filadelfo avrebbe potuto costruire una prima tomba in Alessandria in quel periodo. Tuttavia Zenobio dice che Tolomeo Filopatore (il quarto Tolomeo) costruì un nuovo mausoleo nel centro di Alessandria circa nel 215 a.c., dove vi spostò i resti di Alessandro e dei suoi antenati. Tolomeo sostituì il sarcofago d’oro con uno di vetro all’incirca nell’89 a.c. Il mausoleo di Filopatore venne in seguito visitato da Giulio Cesare nel 48 a.c., da Augusto nel 30 a.c., da Settimio Severo nel 200 d.C e da Caracalla nel 215 d.c.»
Particolare della mappa di Alessandria: la Porta di Rosetta e la sezione orientale delle mura nella mappa della Description de l’Egypte. Secondo Andrew Michael Chugg, il muro esterno della sezione orientale potrebbe essere costituito dai resti del recinto del Soma, che venne incorporato nelle mura medievali quando la città si restrinse nei suoi quartieri occidentali. La tomba di San Marco si trovava proprio all’entrata della Porta di Rosetta.
F.G.: In realtà nessuno sa dove si trovi veramente questo mausoleo…
A.C.: «É’ vero, ma ci sono buoni indizi negli scritti di Strabone, Zenobio e, in special modo, di Achille Tazio. Strabone dice che la recinzione della tomba (peribolos) faceva parte dei quartieri reali di Alessandria. Egli sostiene anche che i palazzi reali erano schierati lungo la riva orientale del Porto Grande, nei pressi della penisola di Lochias. Zenobio dice che la tomba era nel centro della città, il che potrebbe significare all’intersezione di due delle strade principali, fatto menzionato da Strabone, che dovrebbero trovarsi a poche centinaia di metri dai palazzi andando verso l’entroterra. Achille Tazio descrive un’’area recintata al centro di Alessandria, dove due strade, magnificamente colonnate, si incrociavano e che quello era il luogo dedicato ad Alessandro. Mahmoud Bey riuscì a ricostruire l’antico tracciato stradale grazie a scavi estesi effettuati nel 1865. Egli identificò due strade che erano ampie il doppio delle altre e che si incrociavano nei pressi del centro della città antica. Quella dovrebbe essere la probabile localizzazione del mausoleo distrutto».
F.G.: Dagli scritti di Strabone si evince che il Soma fosse parte di una basilica dove erano sepolti anche altri re. A quale basilica si riferisce? Era la stessa in cui venne sepolto San Marco?
A.C.: «Strabone dice che era un “peribolos”, che significa un grande spazio recintato. Diodoro dice che era un “temenos”, ossia un recinto sacro di enorme ampiezza e grandiosità. Il mausoleo di Alessandro, costruito da Tolomeo Filopatore, avrebbe dovuto essere uno dei tanti edifici sacri e tombe reali all’interno di questo enorme recinto. Ci sono prove desunte dalla mappa di Alessandria di Braun e Hogenberg, datata al 1583 d. c., che il corpo di San Marco venne’ trovato dai veneziani appena all’interno della porta orientale della Alessandria medievale (chiamata Porta del Cairo o Porta di Rosetta). La mappa di Mahmoud Bey mostra che il crocevia centrale dell’antica Alessandria si trovava appena dentro la Porta del Cairo. Secondo me il settore orientale delle mura medievali di Alessandria sono i resti delle mura del recinto della tomba di Alessandro. Si tratterebbe di un’area enorme di 800 x 600 metri, ma recinti sacri simili a Menfi sono grandi 500 x 500 metri, quindi ciò è possibile. La porta del Cairo, o di Rosetta, è stata dipinta in un illustrazione di Luigi Mayer nel 1792 d.C. Parte della muratura sembra essere antica».
F.G.: Zenobio però sembra dire che il Soma non era il luogo dove Alessandro venne sepolto. Perché tutte queste informazioni discordanti?
A.C.: «Zenobio dice solamente che un nuovo mausoleo per Alessandro venne costruito al centro di Alessandria nel 215 a.c. circa da Tolomeo Filopatore. C’è solamente una discordanza con Strabone, se si immagina che il recinto della tomba fosse abbastanza piccolo, perché non avrebbe potuto giungere dall’incrocio centrale sino ai palazzi. Se la mia opinione è giusta, il recinto era enorme, e quindi Zenobio e Strabone sarebbero in perfetto accordo».
Incisione del 1792 circa di Luigi Mayer. Mostra l’esterno della Porta di Rosetta (vista dall’interno). La porta sembra essere antica perche’ i capitelli delle colonne sono in stile corinzio e le colonne sembrano di granito rosa levigato usato per le antiche colonne di Alessandria. Anche la nicchia della statua deve essere almeno di epoca romana, perché gli arabi bandirono le sculture a scopo religioso. Se è antica, si tratta probabilmente di una delle porte del recinto del Soma. Sfortunatamente venne distrutta all’inizio del XIX sec.
F.G.: Mi sembra di capire che, comunque, esistono diverse informazioni contraddittorie. Ad esempio, Svetonio scrive che Augusto, visitando il mausoleo, ordinò che il corpo venisse rimosso dal sarcofago. Alla luce di quanto è stato detto sinora, può spiegarci su cosa basa la sua ipotesi?
A.C.: «C’è un riferimento di Libanio (Orazioni 49,12) scoperto da poco in cui si dice che il corpo di Alessandro era in mostra ad Alessandria circa nel 390 d. C. Questa è l’ultima volta che se ne fa menzione. L’anno seguente l’imperatore Teodosio emise diversi decreti che bandivano la fede pagana nell’impero. 1 cristiani si sollevarono ad Alessandria e distrussero il più grande tempio pagano, il Serapeo. La prima menzione affidabile della tomba di San Marco ad Alessandria viene dalla Storia Lausiaca scritta da Palladio nel V sec. d.C. Egli parla di un pellegrinaggio al “Martyrion di San Marco” ad Alessandria verso la fine del IV sec. d. C. Quindi la tomba di San Marco ad Alessandria appare nello stesso decennio in cui il corpo di Alessandro scompare. Come ho già detto, ci sono prove che attestano che i veneziani trovarono il corpo di San Marco nell’828 d.C. nei pressi del crocevia centrale dell’antica Alessandria, che è anche il probabile sito della tomba di Alessandro. I cronachisti veneziani descrivono il corpo di San Marco come intensamente profumato e avvolto in teli di lino e la descrizione dei resti che fornisce Leonardo Conte Manin nell 811 corrisponde a quella di un corpo mummificato. Diodoro dice che il corpo di Alessandro venne mummificato con ricche spezie. Diversi scritti antichi cristiani (Doroteo, Eutichio e il Chronicon Paschale) sostengono che il corpo di San Marco venne cremato alla morte. Gli Atti di San Marco, una storia apocrifa ambientata nella Alessandria del IV sec., sostiene che si verificò una tempesta miracolosa che fece fuggire terrificati i pagani che volevano bruciare San Marco. Esso dice che i cristiani riuscirono ad avere indietro il suo corpo e a seppellirlo in una illustre località nella parte orientale di Alessandria. Sembra quasi una storia inventata per giustificare una tomba contraffatta. La domanda è quale corpo venne seppellito nella falsa tomba di San Marco?»
F.G.: Secondo la tradizione, il corpo di San Marco fu preso nell’828 d.C. e, per poterlo portare fuori del Paese, al suo posto misero i resti della martire Claudia, che giaceva vicino alla sua tomba. Per attraversare la frontiera, i mercanti veneziani dovettero nasconderlo sotto carne di maiale. Questo trucco bastò per ingannare i funzionari della dogana. Se il corpo di Alessandro era mummificato e lo scambio dei corpi avvenne in quell’occasione, come potè accadere?
A.C.: «Secondo i cronisti la carne di maiale era necessaria perché il corpo era intensamente profumato. Ciò concorda perfettamente con la mummia di Alessandro, che Diodoro dice fosse satura di ricche spezie».
Venezia, chiesa di San Marco
F.G. : E il corpo di San Marco dov’è adesso?
A.C.: «Il corpo di San Marco apparentemente è rimasto nella cripta della Basilica di San Marco a Venezia sino al 1811. In quella data venne spostato dove si trova tutt’oggi, in un sarcofago sotto il grande altare. Una ricerca condotta nell’811 ha trovato prove che si trattava davvero del corpo portato dall’Egitto nell’828 d.C.»
F.G.: Lei mi ha parlato di nuove prove a supporto della sua ricerca. Quali sono?
A.C.: «Ho già menzionato il nuovo riferimento di Libanio, che mostra come il corpo di Alessandro scomparve poco prima dell’apparizione del corpo di San Marco ad Alessandria. Neanche le prove desunte dalla mappa di Braun e Hogenberg erano mai state prese in considerazione prima. Questa mappa prova che la tomba alessanarina di San Marco si trovava più o meno dove era ubicato il mausoleo di Alessandro andato distrutto. Ho anche scoperto che un’antica scultura di uno scudo, trovata nelle fondamenta della Basilica di San Marco a Venezia, ricorda il simbolo della stella radiante che si poteva trovare sugli antichi scudi macedoni. La stella radiante era il simbolo della famiglia di Alessandro. Ho anche trovato una descrizione dei resti di San Marco redatta nel18II da Leonardo Conte Manin, che coincide con quella di un antico corpo mummificato».
F.G.: Per poter essere certi che il corpo sepolto a San Marco a Venezia sia quello di Alessandro, che tipo di analisi dovrebbero essere eseguite?
A.C.: L’analisi più utile sarebbe la datazione al radiocarbonio. Se le date ottenute dovessero avvicinarsi al III sec. a.c., allora costituirebbe una forte prova che si tratta dei resti di Alessandro. Se invece la datazione dovesse avvicinarsi al I sec. d.c., allora potrebbe trattarsi davvero delle spoglie di San Marco. Qualsiasi altra data rivelerebbe che non si tratta di nessuno dei due. Ci sono anche alcuni indizi che possono essere ottenuti semplicemente guardando le ossa. Sembra che Alessandro sia stato ferito con una freccia due anni prima della sua morte. Alcuni storici sostengono che la freccia si conficcò tra le ossa del petto. Quindi ogni segno di ferita sulle ossa del petto potrebbe provare che si tratta di Alessandro». .
Fonte: srs si Francesco Garufi, da Hera numero 60 di gennaio 2005