Ci sono poche prove che testimoniano l’esistenza dei due re: dei resti archeologici sono stati assegnati ai loro regni sulla base di enigmatici versi dell’Antico Testamento e sono stati usati per provare la datazione di costruzioni simili in altri siti.
Il professor Eric Cline sostiene nel suo nuovo libro (Biblical Archaeology: A Very Short Introduction) che fino a 15 anni fa non c’erano neanche menzioni extra-bibliche della casa di Davide (cioè della sua dinastia) come regnante sulla Giudea.
La frammentaria stele di Tel Dan, trovata nell’odierno Israele settentrionale nel 1993-94, è datata all’incirca all’842 a.C. e reca il nome di re Davide; è la prima prova della sua esistenza al di là dei Libri dei Re. L’iscrizione descrive la sconfitta di Joram (o Jehoram), re del regno di Israele, e suo figlio Ahaziah (o Ahaziyahu), re del regno di Giuda, da parte del sovrano del regno di Aram Damasco (Hazael o Ben-Hadad?) all’inizio del 9′ secolo a.C., e porta inciso il nome di Davide.
Cline dice: “Comunque, ci mancano ancora iscrizioni contemporanee o quasi contemporanee che menzionino Salomone: al momento non ne possediamo una. Inoltre, ci sono poche prove archeologiche dell’esistenza di Davide”.
È dibattuto anche il prestigio della Gerusalemme dell’epoca: secondo alcuni era una potente capitale; secondo altri, tra cui Cline, “era una piccola ‘città provinciale’. In effetti, non è ancora chiaro dove sia da posizionare Davide nel continuum [che va] dai capi tribù ai potenti re”.
Per Cline, le costruzioni identificate come il palazzo di re Davide e datate al 10′ secolo a.C. non sono certe né nella datazione né nella loro funzione. L’archeologo Israel Finkelstein sostiene che molte delle ceramiche e altro materiale datato al 10′ secolo a.C. è più vecchio di almeno un secolo e quindi non correlato a Davide e Salomone.
Ciò contraddice Yigael Yadin, secondo cui le mura, le porte e un “palazzo” trovati ad Hazor sono da ricondurre al regno di Salomone sulla base di un verso del Libro dei Re (9:15): “Questa è l’occasione del lavoro forzato che reclutò il re Salomone per costruire il tempio, la reggia, il Millo, le mura di Gerusalemme, Cazor, Meghiddo, Ghezer”.
Per questo motivo, delle stalle rinvenute a Meghiddo erano state identificate come “le stalle di Salomone”; “potrebbero esser state benissimo delle stalle, ma potrebbero esser state costruite da un qualunque re successivo”, ribatte Cline.
Stessa cosa per l’identificazione di Yadin di una porta “di Salomone” a Ghezer. La datazione al radiocarbonio del prof. Finkelstein porta la sua costruzione ad uno o due secoli più avanti – 9′ o 8′.
Secondo Cline il problema è che i riferimenti biblici venivano usati per identificare e quindi datare l’architettura, e le ceramiche vennero perciò datate con le costruzioni per associazione.
La ri-datazione di Finkelstein è tale che “non solo ci fa riesaminare tutte le nostre ipotesi sul 10′ secolo, ma anche che Salomone, e forse molto dello stesso 10′ secolo, fondamentalmente scompare dalla documentazione archeologica e storica”, dice Cline. E aggiunge che sebbene tutto sommato Davide e Salomone verosimilmente esistettero, i resoconti biblici potrebbero esser stati inventati molti secoli dopo.
“In definitiva, l’archeologia biblica non cerca di provare o confutare la Bibbia: gli archeologi sono più interessati a ricostruire la cultura e la storia della Terra santa”.
Fonte: http://ilfattostorico.com/2009/11/29/i-re-davide-e-salomone/
30 Ottobre, 2016 16:25
[…] anno dopo nella stele di Tel Dan, in cui anche lui dice di aver sconfitto la “casa di Davide” (https://www.veja.it/2009/12/01/la-stele-di-tel-dan-i-re-davide-e-salomone/ ). Vi è poi l’iscrizione di Siloam, trovata a Gerusalemme stessa e risalente all’Ottavo […]