Sabino Acquaviva
Professore Acquaviva, questa settimana in Venerdì di Repubblica dedica un servizio di copertina al dialetto, con la chiave “se lo parliamo tutti, come facciamo a capirei?”. Come risponde?
«All’inizio del Rinascimento esistevano le lingue regionali – veneto, toscano, provenzano, catalano e via dicendo – e una lingua veicolare, comune, che era il latino. Poi in ogni area geografica una lingua regionale si è imposta sulle altre e sono nate le lingue nazionali: il castigliano è diventato lo spagnolo, il francese del Nord è diventato il francese e così via. Sono seguiti tre secoli di guerre violentissime. Ora cosa dovremmo fare: tornare indietro? No, guardare avanti. Noi abbiamo bisogno degli Stati Uniti d’Europa, perché Paesi di 50-60 milioni di abitanti non possono competere con colossi come Cina e India, che hanno ritmi di espansione 8-10 volte superiori».
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