Una figura vicina al popolo, che conduceva la guerra con trucchi, astuzie e inganni. Un uomo servo utile del progetto massonico, cui le logge riservarono sempre onore e protezione
Che storta e mito spesso procedano parallelamente e che la prima debba fare i conti con il secondo era cosa già nota alla storiografia antica, come dimostra la celebre affermazione con cui Tito Livio inizia la sua “Historia ad Urbe Condita”. Dinanzi alla necessità di prendere posizione rispetto ai miti che circondavano la fondazione di Roma, lo storico patavino appare diviso tra il rispetto dei miti tradizionali e le esigenze della storiografia razionale, ma risolve l’apparente contraddizione affermando che una città grande come Roma aveva bisogno di grandi miti che ne nobilitassero le origini umili. Livio esprimeva in termini letterari quella che era ed è la consapevolezza di sempre.
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