Nov 14 2013

ECCO LA NUOVA LIBIA, RALLEGRATEVI…

Category: Monolandia,Società e politica internazionalegiorgio @ 13:04

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di: Ugo  Gaudenzi Gaudenzi  http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=22620

 

In questo inizio di novembre due notiziole riguardanti la Libia sono apparse e scomparse in un battibaleno nei media omologati nazionali.

Una riguardava la conferma del piano italo-libico di controllo delle frontiere in funzione di controllo degli immigrati provenienti dalle frontiere orientali e meridionali (Egitto e Sudan) dello Stato africano, l’altra l’azione dei ribelli berberi che avevano chiuso l’importantissimo terminal gas dell’Eni da Mellitah alla Sicilia. Quest’ultima “nuova”  accompagnata da un commento double-face dell’ad dell’Eni, Scaroni, che da una parte “rassicurava” l’Italia sulle riserve di gas a disposizione e dall’altra, però, paventava almeno aumenti del costo delle forniture energetiche, ormai giunti tra il doppio e il triplo di quelli Usa.

 

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Nov 14 2013

SERVILISMO GIORNALISTICO AI POTERI FORTI

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“Sono molto riconoscente ai direttori del Washington Post, del New York Times e del Time Magazine per avere presenziato alle nostre riunioni e avere rispettato la promessa di assoluta discrezione e riservatezza a riguardo per quasi quarant’anni… sarebbe stato impossibile lo sviluppo della nostra società sotto la luce dei riflettori in tutti questi anni.

Sono certo che il mondo odierno sia pronto alla progrezione unanime verso la creazione di un solo grande governo mondiale.

Si tratterà di un’entità sovranazionale controllata da un’élite intellettuale e imprenditoriale accuratamente scelta, la gestazione sarà in mano alle banche.

Credo che questo mio progetto sia di gran lunga preferibile all’auto-determinazione nazionale esercitata in tutti questi secoli.

 

(David Rockefeller)

(Convegno del Gruppo Bilderberg del giugno 1991 a Baden, Germania)”

 


Nov 13 2013

“L’UNICO DOVERE DI UN GIORNALISTA SCRIVERE QUELLO CHE VEDE” ANNA POLITKOVSKAJA

Category: Media e informazionegiorgio @ 00:10

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Anna Stepanovna Politkovskaja (1958 – 2006), giornalista russa.

 

 

Citazioni di Anna Politkovskaja

 

– L’unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede.[1]

 

– Bisogna essere disposti a sopportare molto, anche in termini di difficoltà economica, per amore della libertà.[1]

 

– Certe volte, le persone pagano con la vita il fatto di dire ad alta voce ciò che pensano. Infatti, una persona può perfino essere uccisa semplicemente per avermi dato una informazione. Non sono la sola ad essere in pericolo e ho esempi che lo possono provare.[2]

 

– I giornalisti non sfidano l’ordine costituito. Descrivono soltanto ciò di cui sono testimoni. È il loro dovere, così come è dovere del medico curare un ammalato e dovere dell’ufficiale difendere la patria. È molto semplice: la deontologia professionale ci vieta di abbellire la realtà.[3]

 

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Nov 13 2013

L’INFORMAZIONE DEL NUOVO ORDINE MONDIALE: ECCO COME FUNZIONANO I TELEGIORNALI DEL SISTEMA, 10 SCIOCCANTI VERITA’

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1) NOTIZIE POLITICHE: utilizzare i politici (marionette) per disinformare, dividere ed illudere la massa che qualcuno stia pensando al nostro futuro ed a come uscire dalla “crisi” che loro stessi hanno creato a tavolino per portarci in queste condizioni attuali di schiavitù “velata” e disordine generale. Penso sia chiaro, no?

 

2) NOTIZIE ECONOMICHE: utilizzare un linguaggio molto complicato, fuorviante ed accessibile a pochi, in modo tale da raccontarci un sacco di sciocchezze senza nemmeno che noi ce ne accorgiamo ed, inconsciamente, spingere sempre più ad allontanarci da certi temi e far si che deleghiamo certi meccanismi così “complessi” a persone “più qualificate” di noi.

 

3) NOTIZIE DI CRONACA ESTERA: disinformare la massa ed abituarla a queste condizioni di anormalità e caos, con i soliti bollettini di guerra, camuffati come missioni di pace e guerra al terrorismo, per la sicurezza mondiale.

 

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Nov 12 2013

LE TASSE SONO UN FURTO, NEGANO IL DIRITTO DI ESSERE PROPRIETARI

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Ci sono solo tre modi per acquisire la ricchezza in una società libera.

Per via ereditaria, che si verifica quando qualcuno ti dona ricchezza.  

Per via economica, quando si scambia una abilità, un talento, un bene, la conoscenza, il sudore, l’energia o la creatività con un acquirente disponibile.

E il modello mafioso, il quale si verifica quando un uomo con una pistola, dice: «dammi i soldi o ti accadrà qualcosa»

In quale modello opera il governo?  Perché glielo abbiamo permesso?

 

Proponiamo in ANTEPRIMA per L’Indipendenza la traduzione integrale in italiano dell’articolo Taxation Is Theft di Andrew P. Napolitano, ex giudice della Corte Superiore del New Jersey, commentatore ed opinionista presso Fox News Channel. Ha scritto sette libri sulla Costituzione americana. (Traduzione di Luca Fusari)

 

Con un codice fiscale che supera le 72 mila pagine di lunghezza e che richiede più di sei miliardi di ore personali all’anno per determinare il reddito imponibile dei contribuenti, con l’IRS diventata un’autorità temuta in sé, e con un governo che continua ogni anno ad estrarre sempre più ricchezza da ogni contribuente americano, è da meravigliarsi che lo scorso 15 aprile fosse un giorno di terrore in America?. Le tasse sulla previdenza sociale e le imposte sul reddito hanno perseguitato tutti noi fin dalla loro istituzione nel secolo scorso, e alcuni politici sono stati disposti a definire questi stratagemmi per quello che sono: furto.

 

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Nov 11 2013

LA PERCEZIONE PLANETARIA PRODOTTE NEL CONSUMATORE INTERNAZIONALE VERSO L’ ITALIA

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Tempo fa in una importante riunione internazionale a New York del WTO (World Trade Organization) il consorzio di nazioni che gestisce lo scambio commerciale planetario ha diffuso le classifiche sulla “percezione planetaria” dei singoli stati.

 

La classifica che ci riguarda e che segnala le prime tre “pulsioni automatiche” prodotte nel consumatore internazionale.

 

Ai primi tre posti il SISTEMA ITALIA

aveva,

e  così ci vedevano,

così ci vivevano,

questo venivano a cercare:

 

1993

1) Cibo,

2) Eleganza,

3) Arte.

 

Nel 2003, ai primi tre posti avevamo:

1) Terme naturali,

2) Spiagge,

3) Moda.

 

Nel 2013, ai primi tre posti abbiamo:

1) Adulazione e ipocrisia,

2) Wellness,

3) Insulto gratuito.

 

 


Nov 11 2013

ECOMAFIE: INCROCI, PARALLELISMI E SUBORDINE

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Autore Nicoletta Forcheri

 

E mo’ me lo voglio togliere un sassolino.

 

All’epoca avevo fatto un’indagine, mai scritta né pubblicata, in seguito a un report della Gabanelli sullo scandalo dei rifiuti nei campi flegrei e litorale domizio attorno a Napoli.

 

Avevo già scoperto da tempo che funziona così: una ditta riceve la commessa e poi da in subappalto alla mafia, la quale viene incriminata di tutti i mali.

 

In realtà succedette così: la Jacorossi Imprese SpA riceve la commessa dalla Regione Campania (nel 2001) con tanto di finanziamento, 117 di milioni di euro, e un capitolato: assumere 380 lavoratori socialmente utili per bonificare i terreni dei campi flegrei e litorale domizio, e per organizzarne la raccolta (http://www.caleno24ore.it/wordpress/1503/la-controversa-storia-della-jacorossi-la-societa-proprietaria-dellilside.html).

 

La Jacorossi che fa? Assume i 380 lavoratori costringendoli a incrociarsi le braccia e dopo cinque anni li licenzia, in barba alla convenzione. Non organizza la raccolta e non bonifica i terreni, anzi subappalta a ditte più o meno mafiose per inquinare ancora di più i terreni.

 

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Nov 11 2013

LIBERTÀ DI PAROLA: CHE DIRITTO E’?

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Posso anche non condividere la tua idea, ma darei la vita affinché tu la possa esprimere.”

(Voltaire)

 

Per libertà di parola si intende il più ampio diritto di parlare, manifestare, scrivere, ed esprimersi come noi riteniamo  più opportuno, nella convinzione che l’atto di pronunciare un pensiero, una opinione, non sia mai un crimine.

 

Questo diritto non è un diritto naturale di per sé ma deriva anch’esso dal diritto di proprietà.

Noi abbiamo il diritto di fare ciò che vogliamo con il nostro corpo (incluse le corde vocali) dove vogliamo (se è nostra proprietà).

 

Parlare liberamente non significa quindi dire quello che vogliamo dove ci pare ma solamente dire quello che vogliamo dove ne abbiamo diritto (a casa nostra, in un posto affittato per l’occasione, a casa di un nostro amico compiacente, ecc…).

 

Allo stesso modo libertà di stampa non significa poter scrivere sui muri di proprietà di altri, ma sul muro di casa nostra, su volantini o spazi pubblicitari regolarmente pagati.

 

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Purtroppo nella realtà, questo bel principio presente in tutte le costituzioni occidentali, nella stessa costituzione europea e nella dichiarazione dei diritti universali dell’uomo, viene costantemente violato dagli stessi governi che lo hanno sottoscritto, emendandolo con una serie di leggi volte a limitare fortemente la libertà di espressione.

 

Oggi in realtà la libertà di parola viene limitata per mille motivi: il segreto di Stato, la mancata appartenenza all’ordine dei giornalisti, il ricatto, la diffamazione, il razzismo ed altre discriminazioni, l’apologia di reato, il procurato allarme, l’ingiuria, ecc…

A tutto questo dobbiamo aggiungere una limitazione della libertà di parola de facto a causa dell’imposizione mediatica del linguaggio politically correct   (di cui abbiamo accennato in precedenza).

 

Di alcune di queste limitazioni, come nel caso delle opinioni discriminatorie, abbiamo già parlato. Di seguito analizziamo i “reati di parola”.

 

Fonte:  visto su FRONTE PAGE  del 9 maggio 2012

Link: http://www.thefrontpage.it/2012/05/09/cos’e-il-diritto-alla-liberta-di-parola/

 

 

 


Nov 10 2013

COS’È IL POLITICALLY CORRECT?

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Fine della  Neolingua non era soltanto quello di offrire un mezzo di espressione per la concezione del mondo e per le abitudini mentali proprie ai seguaci del Socing (socialismo inglese, NDR), ma soprattutto quello di rendere impossibile ogni altra forma di pensiero.  Era sottinteso come, una volta che la Neolingua fosse stata definitivamente adottata, e l’Archelingua, per contro, dimenticata, un pensiero eretico (e cioè un pensiero in contrasto con i principi del Socing) sarebbe stato letteralmente impensabile, per quanto almeno il pensiero dipende dalle parole con cui è suscettibile di essere espresso.(…) La parola libero esisteva ancora in Neolingua, ma poteva essere usata solo in frasi come “Questo cane è libero da pulci” oppure “Questo campo è libero da erbacce”.  Ma non poteva essere usata nell’antico significato di “politicamente libero” o “intellettualmente libero” dal momento che la libertà politica ed intellettuale non esisteva più, nemmeno come concetto, ed era quindi, di necessità, priva di una parola per esprimerla.

1984

(George Orwell)

 

E’ certamente un caso ma è interessante notare come dello stesso anno della Costituzione Italiana, il 1948, sia anche il romanzo Millenovecentoottantaquattro di George Orwell, nel quale, tra le altre cose, si ipotizzava un mondo in cui lo Stato avrebbe creato una nuova lingua che, a poco a poco, avrebbe sostituito quella vecchia. Termini dell’archeolingua (il vecchio inglese) come “libero” in neolingua si sarebbero potuti usare solo per “un campo libero da erbacce” ma mai in frasi come “libero pensiero”. Sarebbe stato assurdo dire “pensiero libero” quanto oggi dire “pensiero triangolare” o “pensiero azzurro”. La parola libero intesa come libertà individuale veniva invece semplicemente sostituita dalla parola psicoreato (reato del pensiero).

 

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Nov 10 2013

GIUSTIZIA: SE NON CREDETE A BERLUSCONI SULLA GIUSTIZIA, CREDETE ALMENO A DOMENICI, EX SINDACO ROSSO DI FIRENZE MACIULLATO INGIUSTAMENTE DA PM E GIORNALI

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La migliore documentazione dell’improrogabilità di una riforma della giustizia in Italia, probabilmente, non arriva dai berluscones né da un Silvio Scaglia qualunque, ma da Leonardo Domenici, predecessore di Matteo Renzi sulla poltrona di sindaco di Firenze e oggi eurodeputato di sinistra, alle spalle tutta una carriera di totale osservanza “rossa”: dal Pci al Pd passando per Pds e Ds.

 

INCATENATO DAVANTI ALL’ESPRESSO.

 

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Come racconta in una lettera imperdibile inviata al Corriere della Sera, Domenici nel 2008, quando era appunto sindaco di Firenze, finì maciullato nel perverso meccanismo mediatico-giudiziario che abbiamo imparato a conoscere molto bene. Forse a qualcuno sono rimaste impresse nella mente le foto di lui incatenato per protesta sotto la sede del gruppo editoriale L’Espresso, gesto disperato che all’epoca – ricorda l’esponente democratico nella lettera al Corriere – gli fece ottenere «un po’ di attenzione» e «qualche attestato di stima e un po’ di solidarietà» (per altro «sottotraccia»), ma nulla più. E infatti quell’inchiesta costerà a Domenici, nemmeno indagato, altri cinque anni di calvario.

 

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Nov 09 2013

NON CI SARÀ MAI STABILITÀ SENZA GIUSTIZIA. LO STRAPOTERE DEI PM HA UCCISO LO STATO DI DIRITTO

 

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Novembre 2, 2013 Luigi Amicone

 

La giustizia da vent’anni a questa parte agisce in un quadro “tecnicamente politico”, a prescindere dalla buona o cattiva fede del singolo magistrato

 

 

Caso Scaglia&C. Perché amministratori di una grande azienda quotata in Borsa che dà lavoro a migliaia di italiani, un bel giorno vengono presi, buttati tra i reprobi e, dopo anni di massacro delle loro vite private, gogna pubblica e carcere preventivo, escono completamente assolti “per non aver commesso il fatto”? Perché è quello che capita a tanti innocenti – manager, politici, comuni cittadini – nel paese della “Costituzione più bella del mondo”. Capita da un ventennio a questa parte. E continuerà a capitare.

 

Se, come i referendum radicali fanno finalmente presagire, non si troverà una riforma della giustizia che preveda almeno la responsabilità civile dei magistrati, la riforma del Csm, la separazione delle loro carriere (anche da quelle dei giornalisti).

Ma perché la riforma della giustizia non è ancora stata fatta? Semplice: perché fino a oggi hanno comandato i magistrati.

Perché il parlamento e la politica sono stati ricattati da un potere giudiziario “democratico”, sostenuto da giornalisti “democratici”.
 E perché giornali “democratici” hanno campato di scoop giudiziari.

Infine, perché la politica del Pci-Pds-Ds-Pd è stata subalterna ai magistrati e ai giornalisti “democratici” che hanno riempito le file parlamentari del Pci-Pds-Ds-Pd o comunque sono stati alleati nella guerra dei vent’anni: contro la Dc e Bettino Craxi prima, contro il centrodestra e Silvio Berlusconi poi.

 

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Nov 08 2013

DELLA LUNA: MORTE LENTA PER L’ITALIA, LA NOSTRA FINE DECISA ALL’ESTERO

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«Italy is going the right way», dice l’umorista Obama al fido Enrico Letta. Solo che la “giusta via” ricorda la macellazione per dissanguamento: morte lenta.

Così funziona la politica economica italiana, da qualche decennio al servizio di interessi stranieri: il trucco, sostiene Marco Della Luna, sta nello svuotare il paese di tutta la sua linfa, ma lentamente, in modo che non “muoia” e che non soffra troppo, perché potrebbe ribellarsi. All’avvio dell’euro, è bastato qualche anno di bassi tassi per la finanza pubblica, per gonfiare fabbisogno strutturale e debito. «Poi, di colpo, austerità e tassi alti (spread), per creare l’emergenza, imporre il presidenzialismo de facto e la “sospensione della democrazia” a tempo indeterminato». Ma già con la riforma monetaria del 1981-83 poi col Trattato di Maastricht, era stata scardinata la Costituzione: sovranità nazionale e primato del lavoro. «Fatto questo, tutto il resto è stato in discesa»: svuotare il paese di industrie pregiate, capitali e cervelli, in favore della finanza apolide e del suo feudatario-kapò europeo, la Germania.

 

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Nov 08 2013

LE TASSE CHE PAGHIAMO, LE PIÙ “PESANTI” IRPEF E IVA

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Sono più di cento, queste le più importanti

 

La prima garantisce un gettito nelle casse dello Stato che sfiora i 164 miliardi di euro all’anno, la seconda poco più di 93 miliardi di euro

Alla fine, l’elenco delle tasse che gravano annualmente sugli italiani annovera un centinaio di voci tra addizionali, imposte, ritenute, tasse e tributi. Gli incassi assicurati dalle prime dieci imposte valgono quasi 413,3 miliardi di euro, a fronte di un ammontare complessivo di oltre 472 miliardi di euro di entrate tributarie. Le imposte che pesano maggiormente sulle tasche dei cittadini italiani sono Irpef e Iva.

La prima garantisce un gettito nelle casse dello Stato che sfiora i 164 miliardi di euro all’anno, la seconda poco più di 93 miliardi di euro. Messe assieme queste due imposte incidono per oltre il 54 per cento sul totale delle entrate tributarie.

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Nov 07 2013

LA MEDICINA IN QUESTO SECOLO, HA FATTO ENORMI PROGRESSI. PENSATE A QUANTE NUOVE MALATTIE HA SAPUTO INVENTARE. ENZO JANNACCI

Category: Monade satira e rattatuje,Salute e benesseregiorgio @ 08:48

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Nov 07 2013

MEGLIO UN FALSARIO O UN BANCARIO?

Category: Monade satira e rattatuje,Monolandiagiorgio @ 07:26

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La domanda non è oziosa. Non è cioè una provocazione scherzosa, paradossale, divertente, da chicchera del dopocena con gli amici, sgranocchiando bagigi e frutta secca (se d’inverno) o finendo le fragole col gelato (se d’estate). La domanda è terribilmente seria, e anzi va posta correttamente così: per il bene comune, collettivo, per il bene della società, è più dannosa l’attività di un falsario o quella del sistema bancario?

 

Entrambe infatti immettono liquidità nel sistema.

Entrambe creano liquidità senza alcun corrispettivo d’oro o qualsivoglia sottostante.

Entrambe abbassano il valore unitario del denaro, creando inflazione.

 

E fin qua, i punti in comune. Esistono però alcuni punti che le distinguono:

 

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