Il 2014 ha registrato un picco di morie animali senza precedenti. I dati sono allarmanti: pesci, mammiferi, uccelli e insetti continuano a morire in un ecatombe che non sembra avere fine. Cosa sta succedendo al pianeta Terra, e quali sono le conseguenze per l’umanità?
Nel 1979, lo scienziato inglese James Lovelock propose l’Ipotesi Gaia, un teoria secondo la quale il pianeta Terra sarebbe un unico grande organismo vivente.
In questa visione, la flora e la fauna planetaria sarebbero parte di questo organismo, un po’ come se fossero le cellule che ne permettono la vita, e noi, esseri umani, faremmo parte di questo organismo.
Se consideriamo plausibile questa teoria e prendiamo in considerazione gli allarmanti dati sulle morti di massa animali che si stanno verificando da qualche anno, allora dovremmo concludere che il pianeta Terra sta morendo!
Si è appena conclusa un’indagine in merito alle misteriose morti di mammiferi lungo la costa del Pacifico. L’indagine, cominciata nel 2011, ha coinvolto gli scienziati del NOAA e del Fish and Wildlife Service, che in questo lasso di tempo hanno esaminato i corpi senza vita di centinaia di esemplari.
Nel corso degli ultimi anni, foche e trichechi hanno riportato svariate lesioni cutanee, problemi respiratori, stanchezza cronica, perdita di pelo e altri vari sintomi che i ricercatori fanno fatica ad identificare.
Secondo gli scienziati del NOAA, la misteriosa malattia è caratterizzata da cambiamenti insoliti negli organi interni degli animali, compreso l’accumulo di sangue nei polmoni e l’ingrossamento del cuore. Molte creature mostrano lesioni al fegato e varie emorragie. Tra le cause, potrebbe esserci anche l’avvelenamento da radiazioni prodotte dal disastro di Fukushima.
Per qualcuno, quindi, non ci sarebbe nulla di misterioso in questi decessi: tutto sembrerebbe andare in questa direzione. Ma l’indagine si è appena conclusa e si attendono i dati ufficiali per confermare l’ipotesi.
Il problema, però, è che la moria sembra riguardare animali di tutte le specie e di ogni latitudine. A riportare la sconcertante contabilità di questa ecatombe è il sito End Times Prophecy, sul quale sono registrate quotidianamente le notizie riguardanti le morti di massa.
Ogni angolo del pianeta mostra segni di qualcosa che si è rotto nel delicato equilibrio della biosfera. Api, uccelli, mammiferi e pesci muoiono senza un motivo apparentemente chiaro.
Miliardi di api continuano a morire, forse a causa dei pesticidi chimici utilizzati in agricoltura, ma potrebbe non essere l’unica causa. Le api sono fondamentali nel processo di impollinazione: senza di esse, non potremmo avere fiori, alberi, vegetali e frutti. È stato calcolato che se le api sparissero improvvisamente, la vita sulla Terra si estinguerebbe nel giro di quattro anni.
Anche i pesci sembrano essere vittime di questa impietosa ecatombe: miliardi di pesci muoiono su scala globale. Milioni di tonnellate di pesci sono morti improvvisamente nel corso dell’ultimo anni. Persone in tutto il mondo hanno visto quantità impressionanti di esemplari galleggiare sulla superficie di mari, oceani e fiumi. Secondo gli esperti, la causa sarebbe da identificare nella riduzione di ossigeno nelle acque. Appena due settimane fa, negli Stati Uniti sono state trovate milioni di carpe morte nel Cumberland River, in Kentucky.
L’ecatombe marina riguarda non solo i pesci, ma anche tartarughe, delfini e polpi. Nel Golfo del Messico è stato registrato un numero record di tartarughe e delfini morti. A Singapore sono state stimate circa 160 tonnellate di pesci morti. In Cina, il fiume Fuhe mostrava 40 km di pesci morti che galleggiavano sulla superficie. Senza contare i casi registrati in Grecia, Armenia, India, Canada, Australia, Nord e Sud Inghilterra, Colombia, Costa Rica, Bulgaria, Honduras, Argentina, Danimarca, Brasile, Panama, Iran, Irlanda, Sri Lanka…
Insomma, cosa sta succedendo? Certamente, le cause delle morti sono molteplici e correlate fra loro e, molto probabilmente, tutte riconducibili all’essere umano, incapace di una evoluzione sociale, culturale e tecnologica in armonia con il cosmo.
Se l’Ipotesi Gaia è plausibile, e se anche l’uomo fa parte di questo immenso e straordinario organismo vivente, allora dovremmo pensare a noi stessi come una specie di cancro, una malattia inesorabile che sta distruggendo il pianeta.
C’è una differenza, però: la cura al cancro-umano della Terra è insita nell’umanità stessa. In qualsiasi momento potremmo cambiare atteggiamento e sviluppare un nuovo paradigma nel quale evolverci senza danneggiare l’ambiente che ci ospita. Il punto è che manca la volontà politica, certamente, ma anche la consapevolezza della gente.
Purtroppo, se la Terra morirà a causa della cattiva volontà di noi esseri umani, non sarà per cause naturali, ma assassinio e la pena da pagare sarà la nostra estinzione conseguente.
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Fonte: visto su IL NAVIGATORE CURIOSO del 9 giugno 2014