Ago 01 2014

PERSECUZIONI RELIGIOSE: QUANDO GLI UOMINI PENSANO DI ESSERE DIO

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Dobbiamo riconoscere che tutti i culti hanno un unico fondamento. Tutti contemplano le stesse stelle, un solo cielo ci è comune, un solo universo ci circonda. Che importa se ognuno cerca la verità a suo modo? – domandò Simmaco – Non si può seguire una sola strada per raggiungere un mistero così grande.

(Quinto Aurelio Simmaco, Relatio de ara Victoriae  III,10)

 

Tacito scrisse di una persecuzione contro i Cristiani sotto Marco Aurelio, di una seconda con Decio e Valeriano e di una terza, detta la “grande persecuzione”, con Diocleziano. Finirono con l’editto di Nicomedia del 311 emanato dall’imperatore Galerio, confermato dall’editto di Milano del 313 promulgato da Costantino I.

 

I Cristiani avrebbero potuto evitare il martirio sacrificando agli Dei romani senza rinunciare alla propria fede, mentre ai pagani questo non fu concesso, essi dovevano cancellare la propria fede e convertirsi. Ai pagani non avrebbe dato fastidio un Dio in più, ce n’erano parecchie di divinità straniere a Roma, nelle caserme e nei circhi c’erano sacelli dove ognuno pregava al suo Dio, con una tolleranza che fece di Roma un faro di civiltà. Il martirio più grande fu quello riservato ai pagani e riguardò l’intero impero romano, d’occidente e d’oriente.

 

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