Alcuni giorni fa sono ritornato in Italia per partecipare come guest speaker ad un convegno sulle opportunità di delocalizzazione all’estero e sugli incentivi fiscali che alcuni paesi in questo momento riconoscono a chi è disposto ad intraprendere un’attività imprenditoriale o professionale al di fuori dei confini italiani. Terminata la tavola rotonda, il giorno dopo sono prontamente rientrato a Malta, senza soffermarmi ulteriormente in Italia, solo ascoltare per alcuni minuti il tele giornale o leggere una prima pagina di un quotidiano italiano ormai mi fa venire la depressione e un senso di autocommiserazione. Per cui via dall’Italia il prima possibile. Nel pomeriggio seguente decido di prendere un treno regionale che mi avrebbe portato a Brescia dove avrei trovato lo shuttle per Orio al Serio. Acquisto il biglietto alla stazione e salgo sulla prima carrozza individuando subito il controllore per chiedergli di timbrarmi il biglietto in quanto l’obliteratrice esterna era fuori servizio. Non vi erano molti occupanti, soprattutto persone anziane e qualche studente. Il treno parte e con la mente inizio a ripensare alle difficoltà dell’economia italiana, ai casi di studio affrontati il giorno prima, alla rabbia di chi fa impresa e si vede abbandonato a se stesso, alle richieste di giovani laureati che vorrebbero emigrare alla ricerca di un futuro più gratificante.