di PAOLO L. BERNARDINI
Un mio illustre collega storico ripete da anni, in pubblico e in privato, che ai propri figli, come viatico per comprendere la vita, e la sua durezza certamente, farà leggere le ultime lettere dei condannati a morte della resistenza italiana. Ora che l’indipendenza per alcuni si avvicina e dunque sarà possibile rileggere la storia italiana con maggior equilibrio, sarebbe da suggerire magari anche la lettura delle ultime lettere dei condannati a morte dalla resistenza italiana, che di morti innocenti anche i vincitori, si sa, riempirono le fosse (e la Storia), almeno quando ebbero cura di seppellirli.
Ma forse sarebbe il caso di far leggere — a grandi e piccini — le lettere dei condannati a morte della prima grande dittatura democratica che il mondo abbia per sua sciagura conosciuto, quella del terrore giacobino. L’occasione viene dall’imminente ricorrenza dei trent’anni dalla pubblicazione di un lancinante libro di Olivier Blanc, “La dernière lettre”, appunto, che, uscito in Francia nel 1984, fu prontamente tradotto in italiano da SugarCo nel 1985, “L’ultima lettera. Le prigioni della Rivoluzione francese e le ultime lettere dei condannati a morte durante il Terrore”.
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