Dic 07 2014

SLOGAN FASCISTI

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“Il popolo italiano ha creato col suo sangue l’Impero. Lo feconderà col suo lavoro e lo difenderà contro chiunque con le sue armi.”

Citato  su una abitazione presso la Pieve di Cadellara di Colognola ai Colli, Verona. Tratto dal discorso pronunciato da Benito Mussolini il 9 maggio 1936 dal balcone di Palazzo Venezia a Roma in occasione della proclamazione dell’Impero in Africa Orientale.

 

 

 

Gli slogan fascisti sono uno strumento di propaganda usato dal Fascismo, attribuiti o coniati da Benito Mussolini e scritti sulle facciate delle abitazioni per iniziativa di Achille Starace.

 

 

Abbiamo dei vecchi e dei nuovi conti da regolare: li regoleremo.[1]

 

Alle sanzioni militari risponderemo con misure militari.[2]

 

Anche con l’opera quotidiana, minuta ed oscura si fa grande la Patria.[3]

 

Andremo contro chiunque, di qualunque colore, tentasse di traversarci la strada.[4]

 

A noi![5][6]

 

Ardisco ad ogni impresa. (da Ludovico Ariosto, Orlando furioso, canto XX, ottava LXXI, verso 2)

 

Audace e cauto è di pattuglia. Saldo nella difesa, rapido all’attacco. Tornerai vittorioso alla tua dolce casa.[7]

 

Autorità, ordine e giustizia.[8]

 

Badate che l’Italia non fa più una politica di rinunce o di viltà, costi quello che costi![9]

 

Baionette italiane: al vostro acciaio è affidato col destino d’Italia quello dei popoli d’Europa.[10]

 

Beffo la morte e ghigno.

 

Bisogna diventare migliori, bisogna che tutti gli Italiani si considerino soldati fedeli al loro posto, alla loro consegna.[11]

 

Bisogna essere forti.[12]

 

Bisogna soprattutto osare.[13]

 

Boia chi molla.[14]

 

Camminare e costruire e se necessario combattere e vincere.[15]

 

Chi lavora la terra è considerato tra i primi.[16]

 

Chi non è pronto a morire per la sua fede non è degno di professarla.[17]

 

Chi osa vince.[18]

 

Chi si ferma è perduto.[19]

 

Colui che abbandona la terra senza un supremo motivo, io lo considero un disertore dinanzi al popolo italiano.[20]

 

Combattere e vincere.[21]

 

Come rivoluzione fascista l’intero secolo sta innanzi a noi.[22]

 

Con il Duce fino alla morte.[23]

 

Continuiamo a marciare nella pace, per i compiti che ci aspettano domani e che fronteggeremo con il nostro coraggio, con la nostra fede, con la nostra volontà.[24]

 

Credere, obbedire, combattere.[25]

 

Datevi all’ippica.

 

Slogan ancora presente, seppur sbiadito, su una casa: È l’aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende

 

Dieci per dieci: un secolo.[26]

 

Dio e Patria. Ogni altro affetto, ogni altro dovere vien dopo. (Giovanni Giuriati, Gioventù fascista, 1931)

 

Disciplina, concordia e lavoro per la ricostruzione della Patria.[27]

 

Dovete sopravvivere e mantenere nel cuore la fede.

 

Durare sino alla vittoria, Durare oltre la vittoria, per l’avvenire e la potenza della nazione.[28]

 

Dux mea lux.

 

Duce mia luce.

 

Dux nobis.

 

Duce a noi.[29]

 

Essendo rurali sarete più vicini al mio cuore.

 

È lo spirito che doma e piega la materia, è lo spirito che crea la santità e l’eroismo.[30]

 

È solo l’azione che dà la tempra alle anime.[31]

 

È un grande ramo d’ulivo che io annalzo. Questo ulivo spunta da un’immensa foresta di otto milioni di baionette.[32]

 

Fascismo è libertà.

 

Fedeltà è più forte del fuoco.

 

Eja, Eja, Alalà![33][34] (Gabriele D’Annunzio, Impresa di Fiume, 7 agosto 1918)

 

È l’aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende. E il vomere e la lama sono entrambi di acciaio temprato come la fede dei nostri cuori.[35]

 

Fede illumina. Amore abita. Pace amministra. Onore adorna.[36]

 

Fermarsi significa retrocedere.[37]

 

Fino alla vittoria.

 

Forze armate e popolo sono tutt’uno.[38]

 

Gli italiani debbono farsi una mentalità autarchica.[39]

 

Hanno diritto all’impero i popoli fecondi.[40]

 

Il credo del fascista è l’eroismo, quello del borghese l’egoismo.[41]

 

Il destino dei popoli che si sono inurbati ed hanno abbandonato la terra è storicamente segnato, è la decadenza che li attende.[42]

 

Il Duce ha sempre ragione.

 

Il fascismo considera i contadini in guerra e in pace quali forze fondamentali delle fortune della Patria.[43]

 

Il fascismo non vi promette né onori, né cariche, né guadagni, ma il dovere e il combattimento.[44]

 

Il fascismo stabilisce l’eguaglianza verace e profonda di tutti gli individui di fronte al lavoro e di fronte alla Nazione.[45]

 

Il fascismo vuol preparare le giovani generazioni al lavoro e al combattimento.[46]

 

Il fascista disdegna la vita comoda.[47]

 

Il lavoro è la cosa più alta, più nobile, più religiosa della vita.[48]

 

Il lavoro italiano non andrà più a fecondare le terre altrui.[49]

 

Il lavoro tranquillo, ordinato, intelligente, deve diventare la norma fondamentale di vita di tutti i buoni cittadini italiani.[50]

 

Il nemico del Fascismo è il tuo nemico: non dargli quartiere. (da Decalogo del milite fascista, 1928)

 

Il nemico vi ascolta. Tacete![51]

 

Il numero è potenza.[52]

 

Il nuovo impero è stato fatto dal popolo, è impresa di popolo.[53]

 

Il popolo italiano ascolta le parole, ma giudica dai fatti.[54]

 

Il popolo italiano ha creato col suo sangue l’Impero. Lo feconderà col suo lavoro e lo difenderà contro chiunque con le sue armi.[55]

 

Il ricordo delle antiche prove freme nei nostri cuori così come l’impeto verso il futuro.[56]

 

In questo mondo scuro, tormentato e già vacillante, la salvezza non può venire che dalla verità di Roma, e da Roma verrà.[57]

 

Io conosco bene i rurali d’Italia e so che essi sono sempre pronti a far zaino in spalla, cambiare la vanga col fucile.[58]

 

Io mi vanto sopratutto di essere un rurale.[59]

 

Io preferisco coloro che lavorano duro, secco, sodo, in obbedienza e possibilmente in silenzio.[60]

 

I popoli che non amano portare le proprie armi finiscono col portare quelle degli altri.[61]

 

I popoli forti sanno guardare in faccia il proprio destino.[62]

 

I soldati italiani sono oggi i migliori del mondo.[63]

 

Italia agli italiani.

 

Italia dura, Italia volitiva, Italia guerriera.[64]

 

Italia proletaria e fascista, Italia di Vittorio Veneto e della Rivoluzione, in piedi![65]

 

I vecchi conti d’Africa sono regolati fino al centesimo.[66]

 

L’esercito è garanzia sicura dei destini della patria.[67]

 

La bandiera si onora degnamente in un modo solo. compiendo sempre e comunque il proprio dovere.[68]

 

La classe lavoratrice è la potenza, la speranza, la certezza dell’avvenire d’Italia.[69]

 

La garanzia della pace riposa sulle nostre forze armate.[70]

 

La libertà senza ordine e disciplina significa dissoluzione e catastrofe.

 

La marcia continua perché altre mete attendono il segno romano della nostra conquista.[71]

 

La mia ambizione è questa: rendere forte, prosperoso, grande, libero il popolo italiano.[72]

 

La pace riposa sulle nostre forze armate.[73]

 

La Patria è la più grande, la più umana, la più pura delle realtà.[74]

 

La Patria non si nega, ma si conquista.[75]

 

La Patria si serve anche facendo la guardia a un bidone di benzina. (da Decalogo del milite fascista, 1928)

 

La più profonda eloquenza è nei fatti.[76]

 

La popolazione italiana può dirsi all’avanguardia per probità, per onestà, per laboriosità, per diligenza, per intelligenza.[77]

 

La potenza di un popolo dipende dalla sua massa numerica e dalla sua fedeltà alla terra.[78]

 

La razza domina e sviluppa e feconda la terra[79]

 

La rivoluzione fascista continua.[80]

 

La rivoluzione fascista ha trovato le sue migliori legioni fra i rurali.[81]

 

La stasi debilita, l’azione rinfranca.[82]

 

La terra e la razza sono inscindibili. Attraverso la terra si fa la storia della razza e la razza domina e sviluppa e feconda la terra.[83]

 

La terra non tradisce mai.

 

La vera fonte, la vera origine di tutta l’attività umana è la terra.[84]

 

La vittoria africana resta nella storia della Patria integra e pura come i legionari caduti e superstiti la sognavano e la volevano.[85]

 

Le frontiere non si discutono, si difendono.[86]

 

Libro e moschetto, fascista perfetto.[87]

 

L’Italia a mio avviso deve rimanere una Nazione a economia mista, con una forte agricoltura, che è alla base di tutto.[88]

 

L’Italia avrà il suo grande posto nel mondo.[89]

 

L’Italia desidera la pace, ma non teme la guerra.[90]

 

L’Italia ha finalmente il suo impero. Impero fascista, perché porta i segni indistruttibili della volontà e della potenza del littorio romano.[91]

 

L’Italia in camicia nera è e sarà invincibile.[92]

 

L’Italia non farà più una politica di rinunce o di viltà.[93]

 

L’Italia oggi serve la causa della civiltà umana.[94]

 

L’obbedienza dev’essere pronta, rispettosa e leale.[95]

 

Lo slancio vitale del popolo italiano non fu e non sarà mai fermato!

 

Lo Stato fascista è una volontà di potenza e d’imperio.[96]

 

Marciare per non marcire.[97]

 

Meglio lottare insieme che morire da soli.

 

Meglio vivere un giorno da leone, che cento anni da pecora.[98]

 

Me ne frego.[99]

 

Mentre in tante parti del mondo tuona il cannone, farsi delle illusioni è follia, non prepararsi è delitto. Noi non ci illudiamo e ci prepariamo.[100]

 

Molti nemici, molto onore.[101]

 

Mussolini ha sempre ragione. (da Leo Longanesi, L’italiano, 11 febbraio 1926; citato in Vademecum del perfetto fascista, Vallecchi)[102]

 

Nelle colonie si continua la Patria.[103]

 

Nell’Italia fascista il capitale è agli ordini dello Stato.[104]

 

Nel segno del littorio abbiamo vinto, nel segno del littorio vinceremo.[105]

 

Nessuno si illuda di poterci piegare senza avere duramente combattuto.[106]

 

Noi eravamo già grandi quando in molte parti del mondo i popoli non erano ancora nati.[107]

 

Noi potremo allora, domani, quando tra il 1935 e il 1940 saremo a un punto direi cruciale della storia europea, potremo far intendere la nostra voce e vedere finalmente riconosciuti i nostri diritti.[108]

 

Noi siamo pronti a difendere la nostra folgorante vittoria con la stessa intrepida e inesorabile decisione con la quale l’abbiamo conquistata.[109]

 

Noi sogniamo l’Italia romana, cioè saggia e forte, disciplinata ed imperiale.[110] (Mussolini)

 

Noi tireremo dritto.[111]

 

Noi vogliamo che i giovani raccolgano la fiaccola, s’infiammino della nostra fede e siamo pronti e decisi a continuare la nostra fatica.[112]

 

Non basta essere bravi bisogna essere i migliori.

 

Non siamo gli ultimi di ieri ma i primi del domani.

 

Non siete disarmati, se il vostro spirito è armato, se la vostra fede è potente e la vostra disciplina fermissima.[113]

 

Non si getta il fardello prima di avere raggiunto la meta.[114]

 

Non v’è assedio che possa piegarci, né coalizione, per quanto numerosa, che possa illudersi di distoglierci dalle nostre mete.[115]

 

O con noi o contro di noi.[116]

 

Sostare è retrocedere: slogan su una casa di San Fili

 

Oltre alla potenza delle armi, noi possediamo la potenza dello spirito, cioè la compattissima unità morale del popolo italiano.[117]

 

Onorate il pane, gloria dei campi, fragranza della terra, festa della vita.[118]

 

Osare, durare, vincere.[119]

 

Passano gli anni, ma la nostra fede è intatta come nelle vigilie di combattimento.[120]

 

Per noi fascisti morire non è morire quando si muore per l’Italia.[121]

 

Pondere et igne iuvat.[122]: Aiuta con la massa e col fuoco.

 

Prepariamo per difendere l’impero le giovani armate di domani e poiché esse sono animate dallo spirito fascista saranno invincibili.[123]

 

Prima morte che stanchezza. Non mi stanco di servire. Non mi stanco di giovare.[124]

 

Pronti, ieri, oggi, domani al combattimento per l’onore d’Italia.

 

Quello che abbiamo fatto è importante, ma per noi è più importante quello che faremo.[125]

 

Questa è l’epoca nella quale bisogna sentire l’orgoglio di vivere e di combattere. Questa è l’epoca in cui un popolo misura al metro delle forze ostili la sua capacità di resistenza e di vittoria.[126]

 

Questo regime politico parte da un presupposto indiscutibile ed intangibile: la monarchia e la dinastia.[127]

 

Ricordare e prepararsi.[128]

 

Roma doma.[129]

 

Ringrazia ogni giorno devotamente Dio perché ti ha fatto italiano (Roma, 7 aprile 1926)

 

Roma ha dato la civiltà al mondo.[130]

 

Saluto al Duce.[131]

 

Saviezza governa. Lavoro opera. Gioia ricompensa. Fedeltà conserva.[132]

 

Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se mi uccidono vendicatemi.[133]

 

Se combatteremo vinceremo per la grandezza presente, passata e futura.[134]

 

L’Italia è un’isola che si immerge nel Mediterraneo. Se per gli altri il Mediterraneo è una strada, per noi italiani è la vita.[135]

 

Se la vittoria fu mutilata una volta non è detto che possa essere mutilata un’altra volta.[136]

 

Se per gli altri il Mediterraneo è una strada, per noi italiani è la vita.[137]

 

Sempre Avanti.

 

Soldato d’Italia, ricordati che dietro di te con occhi fidenti ti guardano la Patria e la famiglia.[138]

 

Solo Iddio può piegare la volontà fascista. Gli uomini e le cose mai.[139]

 

Soprattutto amiamo risentire, stando in mezzo a voi, l’anima eroica del vostro fascismo rurale, che qui nella vostra terra ha impiegato e vinto la più gloriosa battaglia.[140]

 

Sostare è retrocedere. La marcia continua, altre mete attendono il segno romano della nostra conquista.[141]

 

Spezzeremo le reni.

 

Sposi della vita, amanti della morte.

 

State sicuri che condurrò la rivoluzione fascista sino alla sua meta finale.[142]

 

Su la terra, nei mari, nei cieli: sono ovunque i segni della nostra potenza, della nostra volontà.[143]

 

Tanto maggiori sono gli ostacoli e tanto più precisa e diritta deve essere la nostra volontà di superarli.[144]

 

Trenta secoli di storia ci permettono di guardare con sovrana pietà talune dottrine d’oltralpe.[145]

 

Tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato.[146]

 

Ubi ordo, ibi pax et decor. Ubi pax et decor, ibi laetitia.[147]

 

Una tappa del nostro cammino è raggiunta.[148]

 

Unica è la fede: l’amore di Patria. Unica la volontà: fare grande il popolo italiano.[149]

 

Un popolo ascende in quanto sia numeroso, laborioso e ordinato.[150]

 

Un popolo di poeti di artisti di eroi di santi di pensatori di scienziati di navigatori di trasmigratori.[151]

 

Verso la terra debbono volgersi le speranze e le energie dei popoli.[152]

 

Vincerà chi vorrà vincere.[153]

 

Vincere e vinceremo.[154]

 

Vincere o morte.[155]

 

Vi sarà lavoro per altri operai e case per altri contadini che daranno nuova ricchezza alla Sardegna e alla Nazione.[156]

 

Voi marcerete travolgendo ogni ostacolo sino alla meta che vi è stata indicata.[157]

 

Voi siete l’aurora della vita, voi siete la speranza della Patria, voi siete soprattutto l’esercito di domani.[158]

 

 

 

 

NOTE

 

 

 

 

Fonte: da wikiquote

Link: http://it.wikiquote.org/wiki/Slogan_fascisti

 

 

 

 

 

 

I DECALOGHI FASCISTI

 

 

 

L’ENDECALOGO DI LONGANESI DEL 1926

 

1) Disubbidire a un tuo comandante, vuoi dire disubbidire a tutta la gerarchia dei tuoi superiori, a capo dei quali sta il Duce.

 

2) Il moschetto, la gavetta, le giberne, la baionetta ecc; ti sono stati affidati, non perché tu li sciupi nell’ozio, ma perché tu li conservi per la guerra.

 

3) La Patria si serve anche facendo la sentinella a un lattone di benzina.

 

4) I giorni di prigione sono sempre meritati.

 

5) La disciplina è il sale degli eserciti: senza di quella, non si hanno soldati, ma anarchici.

 

6) Rovinare un oggetto dello Stato, vuoi dire rovinare una cosa propria.

 

7) Benito Mussolini ha sempre ragione.

 

8) Un compagno deve essere un fratello!: 1° Perché vive con te. 2° Perché la pensa come te.

 

9) Non dire: «Tanto paga il Governo!» perché sei tu stesso che paghi; poi il Governo è quello che tu hai voluto, e per il quale tu indossi questa divisa.

 

10) Un milite, e un fascista in ispecie, non deve essere pacifista. Per te la guerra deve essere come il pane.

 

11) Il saluto, il ” signor sì “, I l’attenti, il presentat’arm, ecc, che possono apparirti sciocchezze, sono l’essenza delle vita militare perché ti creano un carattere: quello di sapere ubbidire, per poter poi comandare.

 

 

 

IL DECALOGO DEL MILITE FASCISTA DEL 1928 POI ADOTTATO ANCHE DALL’OPERA NAZIONALE BALILLA DI RENATO RICCI.

 

1) Sappi che il fascista ed in ispecie il milite non deve credere alla pace perpetua.

 

2) I giorni di prigione sono sempre meritati.

 

3) La Patria si serve anche facendo la sentinella ad un bidone di benzina.

 

4) Un compagno deve essere un fratello: prima, perché vive con te; secondo, perché la pensa come te.

 

5) II moschetto, le giberne, ecc, ti sono stati affidati non per sciuparli nell’ozio, ma per conservarli per la guerra.

 

6) Non dire mai: “Tanto paga il Governo”, perché sei tu stesso che paghi ed il Governo è quello che tu stesso hai voluto e per il quale indossi la divisa.

 

7) La disciplina è il sole degli eserciti: senza di essa non si hanno soldati, ma confusione e disfatta.

 

8) II Duce ha sempre ragione!

 

9) II volontario non ha attenuanti quando disobbedisce.

 

10) Una cosa deve esserti cara soprattutto: la vita del Duce.

 

 

 

DECALOGO DEL 1942

 

1) Ricorda che i Caduti per la Rivoluzione e per l’Impero precedono le tue colonne.

 

2) Un camerata è per te un fratello: vive con te, pensa come te, lo avrai a lato nella battaglia.

 

3) L’Italia si serve dovunque, sempre, con ogni mezzo: col lavoro e col sangue.

 

4) II nemico del Fascismo è il tuo nemico: non dargli quartiere.

 

5) La disciplina è il sole degli eserciti: essa prepara e illumina la vittoria.

 

6) Se tu vai all’assalto con decisione, hai già la vittoria nel pugno.

 

7) L’obbedienza consapevole e totale è la virtù del legionario.

 

8) Non ci sono cose grandi o piccole: c’è il dovere.

 

9) La Rivoluzione fascista ha contato e conta sulle baionette dei suoi legionari.

 

10) Mussolini ha sempre ragione.

 

 

 

DECALOGO DEL SEGRETARIO DEL PNF GIOVANNI GIURIATI

 

1) Dio e Patria. Ogni altro affetto, ogni altro dovere vien dopo.

 

2) Chi non è pronto a dare corpo ed anima alla Patria e a servire il Duce senza discutere, non merita di indossare la camicia nera: il Fascismo ripudia le tiepide fedi e i mezzi caratteri.

 

3) Usa tutta la tua intelligenza per comprendere gli ordini che ricevi e tutto il tuo entusiasmo nell’ubbidire.

 

4) La disciplina non è soltanto la virtù del soldato nei ranghi: deve essere abito di ogni giorno e di ogni contingenza.

 

5) Un cattivo figlio e uno scolaro negligente non sono fascisti.

 

6) Distribuisci il tuo tempo così che il lavoro sia letizia e il giuoco sia opera.

 

7) Impara a patire senza lamentarti, a prodigarti senza chiedere, a servire senza attendere ricompensa.

 

8) Le buone azioni, come le azioni di guerra, non si troncano a mezzo: portale dunque fino alle estreme conseguenze.

 

9) In gravi frangenti ricordati che la salvezza è nell’audacia.

 

10) E ringrazia ogni giorno devotamente Dio, perché ti ha fatto Italiano e Fascista.

 

 

 

DECALOGO PUBBLICATO NELLA RIVISTA VENT’ANNI

 

1) Obbedire al Duce.

 

2) Odiare sino all’ultimo respiro i nemici del Duce, cioè della Patria.

 

3) Smascherare i traditori della Rivoluzione senza sbigottire per la loro eventuale potenza.

 

4) Non aver paura di aver coraggio.

 

5) Non venire mai a compromessi col proprio dovere di fascista, dovessero andarne perduti il grado, lo stipendio, la vita.

 

6) Meglio morire orgogliosamente affamato che vivere pinguemente avvilito.

 

7) Spregiare il cadreghino.

 

8) Odiare il vile denaro.

 

9) Preferire la guerra alla pace, la morte alla resa.

 

10) Non mollare. Mai!

 

 

 

DECALOGO DI BENITO MUSSOLINI

 

IL FASCISTA

 

1) è riconoscente a Dio per averlo fatto nascere italiano;

 

2) crede nella religione dei Martiri e degli Eroi;

 

3) aspira alla Patria come ad un premio da meritare;

 

4) ha fede nella universalità dell’Idea fascista;

 

5) non ama la felicità del ventre e disdegna la vita comoda;

 

6) sprezza il pericolo e cerca la lotta;

 

7) considera il lavoro un dovere e il dovere una legge;

 

8) ritiene il sacrificio una necessità e l’obbedienza una gioia;

 

9) concepisce la vita soltanto come sforzo continuo di elevazione e di conquista;

 

10) ed è pronto a qualunque rinunzia, anche a quella suprema.

 

 

 

DECALOGO DELL’ITALIANO NUOVO (ARNALDO MUSSOLINI)

 

 

1) Non vi sono privilegi, se non quello di compiere per primi la fatica e il dovere.

 

2) Accettare tutte le responsabilità, comprendere tutti gli eroismi, sentire come giovani italiani e fascisti la poesia maschia dell’avventura e del pericolo.

 

3) Essere intransigenti, domenicani. Fermi al proprio posto di dovere e di lavoro, qualunque esso sia. Ugualmente capaci di comandare e di ubbidire.

 

4) Abbiamo un testimonio da cui nessun segreto potrà mai liberarci: il testimonio della nostra coscienza. Deve essere il più severo, il più inesorabile dei nostri giudici.

 

5) Aver fede, credere fermamente nella virtù del dovere compiuto, negare lo scetticismo, volere il bene e operarlo in silenzio.

 

6) Non dimenticare che la ricchezza è soltanto un mezzo, necessario sì ma non sufficiente a creare da solo una vera civiltà, qualora non si affermino quegli alti ideali che sono essenza e ragione profonda della vita umana.

 

7) Non indulgere al mal costume delle piccole transazioni e delle avide lotte per arrivare. Considerarsi soldati pronti all’appello, ma in nessun caso arrivisti e vanitosi.

 

8) Accostarsi agli umili con intelletto d’amore, fare opera continua per elevarli ad una sempre più alta visione morale della vita. Ma per ottenere questo occorre dare l’esempio della probità.

 

9) Agire su se stessi, sul proprio animo prima di predicare agli altri. Le opere e i fatti sono più eloquenti dei discorsi.

 

10) Sdegnare le vicende mediocri, non cadere mai nella volgarità, credere fermamente nel bene. Avere sempre vicina la verità e come confidente la bontà generosa.

 

 

 

IL DECALOGO DEL BALILLA 1929

 

1) Ama la Patria come i genitori; ama i genitori come la Patria.

 

2) Sii religioso, sincero e compì i doveri del cristiano.

 

3) Non adoperare mai la tua forza contro il debole; difendilo se è aggredito dal forte.

 

4) Aiuta chi ha bisogno: con la mente chi vuole apprendere; col cuore chi manca di affetti; con le sostanze chi ha fame; con la vita chi sta per perdere la sua.

 

5) Compì sempre i tuoi doveri di figlio, di fratello, di scolaro, di camerata.

 

6) Non crescere un ozioso, perché chi non lavora, chi non produce non è un buon Ballila, non è un buon italiano.

 

7) Rispetta tutte le cose che non sono tue, siano esse di privati come del pubblico.

 

8) In una Chiesa, dinanzi ad un’immagine sacra, pensa a Dio; nel Parco della Rimembranza, dinanzi ad un monumento e a una lapide ai Caduti, pensa all’Italia e fa’ voto d’essere pronto a dare per Essa tutto il tuo sangue.

 

9) Ricorda che Ballila, in tempi di schiavitù, scagliò il primo sasso per scacciare lo straniero. Oggi l’Italia è libera, ma può aver bisogno, un giorno, anche della tua vita, per divenir grande. Accorri per primo alla sua chiamata.

 

10) Balilla, Avanguardista, Fascista, non discutere i comandi del tuo superiore, mai quelli del Duce.

 

 

 

IL DECALOGO DELLA PICCOLA ITALIANA

 

PICCOLA ITALIANA, QUESTO È IL DECALOGO DELLA TUA DISCIPLINA:

 

1) Prega e adoperati per la pace; ma prepara il tuo cuore alla guerra.

 

2) Ogni sciagura è mitigata dalla forza d’animo, dal lavoro, dalla carità.

 

3) La patria di serve anche spazzando la propria casa.

 

4) La disciplina civile comincia dalla disciplina famigliare.

 

5) II cittadino cresce per la difesa e la gloria della Patria accanto alla madre, alle sorelle, alla sposa.

 

6) II soldato sostiene ogni fatica ed ogni vicenda per la difesa delle sue donne e della sua casa.

 

7) Durante la guerra la disciplina delle truppe riflette la resistenza morale delle famiglie a cui presiede la donna.

 

8) La donna è la prima responsabile del destino di un popolo.

 

9) II Duce ha ricostruito la vera famiglia italiana: ricca di figli, parca nei bisogni, tenace nella fatica, ardente nella fede fascista e cristiana.

 

10) La donna italiana è mobilitata dal Duce al servizio della Patria. le sue donne e della sua casa.

 

 

 

 

Un Commento a “SLOGAN FASCISTI”

  1. Slogan fascisti - SalernoRSS scrive:

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