Interessante intevista di “Petrus”:
Il Cardinale Virgilio Noè
CITTA’ DEL VATICANO – Parla con un filo di voce e a volte l’affanno è talmente pesante che deve fermarsi. Ma la mente è lucida e il cuore buono. L’intervista con il Cardinale Virgilio Noè (nella foto), 86 anni, Maestro delle Cerimonie Liturgiche sotto i Pontificati di Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II, già Arciprete della Basilica di San Pietro e Vicario del Papa per la Città del Vaticano, si rivela commovente e, al tempo stesso, avvincente. Il porporato, che ha abbandonato da molto la vita pubblica a causa degli acciacchi propri dell’età, ci aiuta, portandoci per mano, a conoscere meglio un Pontefice – a torto – dimenticato in fretta dalla storia: Giovan Battista Montini. E rivela per la prima volta a cosa si riferiva precisamente Paolo VI quando, nel 1972, denunciò la presenza del fumo di Satana nella Chiesa.
Eminenza, chi era Papa Paolo VI?
“Un galantuomo, un Santo. Ricordo ancora come viveva il Mistero dell’Eucaristia, con passione e partecipazione. Quando penso a lui piango, ma non alla maniera degli ipocriti. Mi commuovo sinceramente. Gli devo tanto, mi ha insegnato molto, ha vissuto e si è speso sempre per la Chiesa”.
Lei ha avuto il privilegio di essere Maestro delle Cerimonie Liturgiche proprio grazie alla nomina ricevuta da Papa Montini ai tempi della riforma post-conciliare. Come ricorda quei tempi?
“Splendidamente. Una volta, il Santo Padre mi ha detto, personalmente, e con modi affettuosissimi, come il Cerimoniere dovesse attuare quel compito in quel determinato periodo storico. Avvenne in sacrestia. Mi si avvicinò e mi disse: il cerimoniere deve prevedere tutto e farsi carico di tutto, ha il compito di rendere la strada più facile al Papa”.
Aggiunse dell’altro?
“Sì. Affermò che l’animo di un cerimoniere non deve essere turbato mai da nulla, grandi o piccoli che siano i suoi problemi personali. Un cerimoniere, sottolineò, deve restare sempre padrone di se stesso e fare da scudo al Papa, perchè la Santa Messa deve essere celebrata degnamente, per la gloria di Dio e del suo popolo”.
Il Santo Padre come accettò la riforma liturgica voluta dal Vaticano II?
“Di buon grado”.
Si racconta che Paolo VI fosse un uomo molto triste: verità o leggenda?
“Una menzogna. Era un padre buono e mite, un galantuomo e un Santo. Al tempo stesso, era addolorato dal fatto di essere stato lasciato solo dalla Curia romana. Ma di questo preferisco non parlare”.
Nel complesso, smentendo gli storici, Lei che è stato uno dei suoi più stretti e fidati collaboratori, descrive Papa Montini come una persona serena.
“Lo era. E sa perché? Perchè affermava sempre che chi serve il Signore non può essere mai triste. E lui lo serviva specialmente nel sacrificio della Santa Messa”.
Resta immemorabile la denuncia di Paolo VI sulla presenza del fumo di Satana nella Chiesa. Ancora oggi, quel discorso sembra di un’attualità incredibile. Ma, con esattezza, cosa voleva dire il Papa?
“Voi di ‘Petrus’ avete fatto un bel colpo, perché sono in grado di rivelare, per la prima volta, cosa intendesse denunciare Paolo VI con quella affermazione. Ecco, Papa Montini per Satana intendeva classificare tutti quei sacerdoti o vescovi e Cardinali che non rendevano culto al Signore mal celebrando la Santa Messaa causa di una errata interpretazione e applicazione del Concilio Vaticano II. Parlò di fumo di Satana perchè sosteneva che quei preti che della Santa Messa facevano paglia in nome della creatività, in realtà erano posseduti dalla vanagloria e dalla superbia del Maligno. Dunque, il fumo di Satana altro non era che la mentalità che voleva stravolgere i canoni tradizionali e liturgici della cerimonia Eucaristica”.
E pensare che Paolo VI viene additato quasi come la causa di tutti i mali della liturgia post-conciliare. Ma stando a quello che rivela Lei, Eminenza, Montini paragonò il caos liturgico, sia pure velatamente, addirittura a qualcosa di infernale.
“Lui condannava le smanie di protagonismo e il delirio di onnipotenza che seguirono a livello liturgico il Concilio. La Messa è una cerimonia sacra, ripeteva spesso, tutto deve essere preparato e studiato adeguatamente rispettando i canoni, nessuno è ‘dominus’ della Messa. Spiacevolmente, in molti dopo il Vaticano II non lo hanno capito e Paolo VI ne soffrì ritenendo il fenomeno un attacco del demonio”.
Eminenza, in conclusione: cos’è la vera liturgia?
“E’ il rendere gloria a Dio. La liturgia va eseguita sempre e comunque con decoro: anche un segno della Croce mal fatto è sinonimo di disprezzo e sciatteria. Purtroppo, lo ripeto, dopo il Vaticano II si è creduto che tutto o quasi fosse permesso. Ora bisogna recuperare, e in fretta, il senso del sacro nell’ars celebrandi, prima che il fumo di Satana pervada completamente tutta la Chiesa. Grazie a Dio, abbiamo Papa Benedetto XVI: la sua Messa e il suo stile liturgico sono un esempio di correttezza e dignità”.
Fonte: da DIFENDERE LA VERA FEDE forum del 3 luglio 2009