Astor addio, grazie per tutto quello che ci hai donato.
Attraverso te abbiano visto il mondo con occhi diversi.
Giorgio, Marina e Chiara
(02 giugno 2000 – 28 ottobre 2015)
Quando mi preparavo per uscire di casa, Astor lo intuiva sempre e mi precedeva sulla porta. Gli piaceva girare in macchina, non per niente è stato per secoli il cane dei carrettieri, ma questo pomeriggio è rimasto nella sua cuccia.
Da qualche anno gli erano arrivati gli acciacchi dell’età, ma riusciva comunque, con più o meno fatica, a sopportarli e mascherarli con la sua allegria. In questi giorni la sua salute doveva essere peggiorata: il giro nei giardini era diventato breve, una decina di minuti, più a guardare gli altri che camminare, e questa mattina ha fatto solo una decina di metri e si è rinfilato in macchina. Tornati a casa, si è diretto lentamente, anzi faticosamente, nella sua cuccia; lì ha provato come al solito a giocare con il suo cuscino, ma si è subito accovacciato sfinito per cercare di riposare. Il suo respiro è diventato un po’ affannoso, gli era capitato ancora di avere queste crisi ma le aveva sempre superate, ero quasi ottimista. Uscito per fare alcuni acquisti, la telefonata di mia moglie, preoccupata per il respiro affannoso, mi fa tornare subito a casa, dove penso di intervenire come consigliato dal veterinario con un diuretico. Arrivo a casa, lo trovo nel bagno che respira faticosamente, lo chiamo, alza la testa, mi guarda, ma capisco subito che la cosa è grave, fa per alzarsi ma non ce la fa, il suo sguardo è tra una velata felicità nel rivedermi e una richiesta di aiuto, lo prendo in braccio, mi guarda negli occhi e si abbandona, il respiro si fa lento, molto lento, lo adagio nella cuccia, vicino al mio letto, ma ormai il suo cuore si è fermato.
Astor nel suo posto di guida…