“I rifugiati hanno competenze. Essi meritano i nostri sforzi. Einstein era un rifugiato. Non dobbiamo dimenticarlo”, lo ha detto il capo dell’ UNHCR, Filippo Grandi, durante una conferenza congiunta sull’integrazione dei beneficiari di protezione internazionale a Parigi.
Avevamo dei novelli Einstein e non lo avevamo capito. Pensa te. E’ noto come Albert passasse le giornate a molestare ragazze nelle piazze di Princeton.
Fare questo tipo di analogia tra gruppi differenti che si trovano, casualmente, in condizioni simili, è oggettivamente sciocco, quando poi questa analogia la si fa tra gli Ebrei in fuga dall’Europa durante o poco prima la Seconda Guerra e gli afro-asiatici di oggi è singolare. Per non dire spericolato.
Mettendo da parte sia il ragionamento morale (gli africani e tutti i non siriani non scappano dalla guerra) che quello del diritto-dovere di ogni nazione di conservare la propria identità, andiamo a vedere il Quoziente Intellettivo tra gli Ebrei fuggiti dall’Europa (Einstein) e poi tra gli attuali ‘profughi’.
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