In Africa, gli uomini si occupano della quantità (politica, numero di animali, sicurezza),
Alle donne è affidata la qualità della vita.
Dall’educazione dei figli alle relazioni tra clan, dalla raccolta d’acqua al piccolo commercio (per poi acquistare il “superfluo”, come lo zucchero, il tè, i vestiti, la scuola per i figli).
La donna è madre del futuro. Una donna sterile non è tale.
Un giorno mia moglie disse a un Tuareg, nel Sahara, che non avevamo figli.
Nell’immaginario africano o lei era sterile (e io facevo una pessima figura a non ripudiarla), oppure non ero capace io (e rifacevo una pessima e brutta figura implicita).
Per riparare, lei mentì: «Alberto ha altre mogli, con un sacco di bambini».
Prontamente confermai: consorti bionde e grasse, di pelle chiarissima.
Il Tuareg strabuzzò gli occhi all’idea e annui.
Poi, perplesso, chiese, guardando mia moglie (magra, mora):
«E come mai ti porti appresso questa qui?».
«È la moglie da viaggio», risposi: «non mangia, non si scotta al sole e, soprattutto, non ha figli».
Fonte: liberamente tratto srs di Alberto Salza