L’occipitale neandertaliano del riparo Mezzena.
La Dottoressa Laura Longo, Conservatore di Preistoria del Museo di Storia Naturale di Verona, è la coordinatrice delle ricerche sui Neandertaliani e gli Uomini anatomicamente moderni (H. sapiens) convissuti in terra padana per circa 3/5000 anni. La abbiamo intervistata per voi.
Quando l’uomo di Neanderthal si stabilì in terra padana?
Abbiamo notizie della presenza neandertaliana nel nord Italia a partire da almeno 150.000 anni fa, forse anche un po’ prima.
Cosa attirò i Neandertaliani, e poi gli Uomini anatomicamente moderni (H. sapiens), sui monti veneti?
I Monti Lessini, i Berici, gli Euganei e le prealpi venete più in generale, sono disposti in modo che il sole li illumina e riscalda durante tutto l’arco della giornata. E durante i periodi glaciali questo aspetto non era certo da sottovalutare. Poi sono ricchi di strati calcarei in cui il carsismo ha scavato grotte e ripari, che sono i naturali ricoveri dei gruppi umani preistorici. Sono tutte aree ricche di selce, la roccia a frattura concoide che l’uomo preistorico ha sempre usato per costruire i propri strumenti. Sono zone ricche di acqua e quindi attiravano gli animali che diventavano facile preda dei cacciatori e raccoglitori preistorici. Insomma i monti veneti erano una specie di paradiso per Neandertaliani e Uomini anatomicamente moderni.