Girava l’estate 2010
L’abside di Piazza Corrubio
(p.s.g.: che sarebbe quello della prima chiesa di Verona, quella di San Zeno)
VERONA – Nuove cartucce da sparare per il comitato di San Zeno che controlla costantemente gli scavi di piazza Corrubbio.
In superficie è emerso un nuovo ritrovamento sul quale gli archeologici hanno già a lungo lavorato, mettendo ora completamente in luce i resti di una struttura absidata, in muri di grossi ciottoli di fiume, probabilmente la base di una tomba monumentale o di una piccola chiesa, nella parte dello scavo vicina alla pasticceria sotto la quale era già stata trovata un’altra struttura simile. Le mura sono circondate da altre sepolture non in semplici coppi di cotto, come tante altre ritrovate (sono circa duecento le tombe emerse fino a questo momento), ma in pietra di Prun.
Si tratta; come in tutti gli altri ritrovamenti di piazza Corrubbio di una struttura di cui resta appunto solo la base perché come in altre occasioni ha spiegato la Soprintendenza ai Beni Archeologici, tutta la necropoli si trova ad un livello molto superficiale tanto da essere stata in passato profondamente danneggiata e completamente tagliata in superficie. Ma se questo è visibile ad occhio nudo, ciò che il comitato contesta, sostenuto da Alberto Solinas, appassionato conoscitore di archeologia e di storia veronese, è appunto la decisione di fermare gli scavi ad un livello così superficiale.
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