Feb 25 2017

SARCOFAGO ROMANO DI C. GAVIO . – VERONA – CHIESA SAN ZENO

Sarcofago  di C. Gavio

 

 

IN COEMITERIO S.PROCULI..

 

C . GAVIO . C . F . QVI

VIXIT . ANN . XIIII .  M . X

C · GAVIVS .  MENODORVS •

FILIO . PIISSIMO . PATER  

INFELlX . AEQVIVS .

ENIM . FVERAT ·VOS

HOC . MIHI . FECISSE

ET · SIBI

 

  Trascrizione   di  Panvinivs  anno 1648

 

Traduzione di Lanfranco Franzoni anno 1986

 

L’attuale  traduzione  …..Ma!?

 

(3627)

 

Da San Zeno fu trasferito a Palazzo Forti nel 1938.

Grande sarcofago in calcare rosso di S. Ambrogio di ValpoliceiIa.

II Iato frontale è interamente occupato dalla  tabella epigrafica colle appendici di due grandi anse  triangolari.

II coperchio a doppio spiovente è percorso   nel senso della pendenza da tre allineamenti di finti coppi, mentre alle estremità emergono i quattro acroteri angolari senza alcun ornato.

Anche i fianchi sono privi di qualsiasi decorazione.

Nelle anse triangolari si legge la dedica agli Dei Mani, a cui si collega il testo della tabella, che prosegue:

«di Gaio Gavio Quintiano, figlio di Gaio, di anni 14 e mesi 10. Fece Gavio Menodoro, padre infelice, al figlio ed a se stesso.  Più giusto sarebbe stato che voi faceste questo per me».

 

La produzione di sarcofagi in calcare rosso è una delle attività più tipiche riferibili alla Valpolicella di età romana. La tipologia prevede sostanzialmente due aspetti: quello a tabella ansata, come il sarcofago in esame, e quello con tabella fiancheggiata da due specchiature ad arco, più spesso a campo liscio, oppure occupato da due geni funebri rivolti verso il centro. La produzione di questi sarcofagi ha interessato il II ed il III secolo d. C. e contrastò nel veronese la diffusione dei più pregevoli, e costosi, sarcofagi marmorei delle officine aquileiesi e ravennati. Del resto gli stessi sarcofagi veronesi ebbero un’area di diffusione lungo la Val D’Adige, come ha segnalato il Rebecchi (1978).

II sarcofago in esame corrisponde al IV tipo dei sarcofagi cispadani secondo la classificazione del Rebecchi, che lo data alla metà del III secolo.

 

FRANZONI L., 1964, pp. 35 ss. PAIS A., 1967, pp. 115 ss. GABELMANN H., 1973, p. 82.

REBECCHI F., 1977 SS.

REBECCHI F., 1978, pp. 201 ss.; in particolare pp. 206-207.

 

Fonte: srs di Lanfranco Franzoni da Annuario Storico Zenoniano 1986

 

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