Mar 04 2017

VERONA. LA NECROPOLI PALEOCRISTIANA DI PIAZZA CORRUBBIO

Girava l’anno 2010

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il libero ricercatore Alberto Solinas: «Quelle tombe, l’anello mancante della nostra storia»

 

 

VERONA – Il sottosuolo di piazza Corrubbio nasconde una vastissima necropoli «che racconta 450 anni di storia veronese».

Mentre stanno per iniziare i lavori veri e propri per realizzare il parcheggio sotterraneo, pur con nuovi ritardi (vedi articolo sopra), c’è chi non si stanca di richiamare l’attenzione su quello che gli scavi hanno finora portato in superficie. E su quello che ancora potrebbe emergere.

 

Alberto Solinas, archeologo autodidatta che conosce molto bene la storia di Verona, sostiene che «bastava poco» per indovinare cosa celasse il sottosuolo della piazza.

«Già il monaco Onofrio Panvino nella sua Antiquita Veronenses nel 1648 scrisse che dal cimitero di San Procolo proviene il sarcofago in pietra di rosso di San Ambrogio di C. Gavio, della famiglia dei Gavi dell’arco», ricorda.

Tanto era il materiale funebre proveniente da San  Zeno: nel 1820 Da Persico vi aveva individuato il cimitero monumentale romano, mentre l’allora direttore del museo archeologico Lanfranco Franzini (era il 1986) propose un nuovo museo lapidario nell’abbazia restaurata.

 

Qual è il collegamento con piazza Corrubbio?

«Lì – spiega Solinas – sono apparse le fondamenta dei monumenti funebri romani, riutilizzati dai cristiani per costruire le loro tombe».

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