“Non andava troppo veloce e non vide l’iceberg, fu un errore di manovra”
LONDRA – Il Titanic si scontrò con l’iceberg che lo affondò non perché l’enorme massa di ghiaccio fu avvistata troppo tardi, ma perché il timoniere aveva frainteso l’ordine che gli era stato dato ed aveva fatto girare la nave dalla parte sbagliata.
E’ questo il ‘segreto’ custodito per quasi cento anni dalla famiglia di uno degli ufficiali a bordo e rivelato oggi dalla nipote, Lady Louise Patten, moglie dell’ex ministro dell’istruzione britannico Lord John Patten, che ha utilizzato la storia come base per un suo romanzo. Il nonno della Patten, il comandante Charles Lightloller, era il secondo ufficiale a bordo del Titanic e aveva una conoscenza dettagliata degli eventi che portarono al tragico naufragio del transatlantico.
Charles Lightloller, secondo ufficiale a bordo del Titanic
L’uomo tuttavia non rivelò mai la verità alle due inchieste americana e britannica, perché temeva che altrimenti i proprietari del Titanic sarebbero andati in bancarotta e lui e i suoi colleghi si sarebbero trovati senza lavoro. Secondo il racconto di Lightloller, tramandato alla Patten dalla moglie dell’ufficiale dopo la sua scomparsa, il timoniere si sbagliò perché all’epoca della transizione dalla vela al vapore erano in funzione due sistemi di comunicazione per la navigazione, uno per la vela appunto e uno per il vapore.
“I due sistemi erano l’esatto opposto l’uno dell’altro, quindi l’ordine di virare a “dritta” significava girare il timone a destra secondo un sistema e a sinistra secondo l’altro”, spiega la Patten.
Robert Hitchens
Il secondo capo timoniere, Robert Hitchens, era stato addestrato nel sistema per le navi a vapore, ma all’epoca nel nord dell’Atlantico vigeva ancora il linguaggio per la vela. Quando il primo ufficiale William Murdoch avvistò l’iceberg e diede l’ordine di virare, Hitchins, nel panico, girò la nave dalla parte sbagliata. Quando due minuti dopo ci si accorse dell’errore, era già troppo tardi per evitare la collisione.
Il primo ufficiale William Murdoch
Oltre all’errore del timoniere però, secondo Lightloller a causare la morte di centinaia di persone fu anche la decisione “criminale” del capitano Edward Smith, che dopo lo scontro con l’iceberg, sotto insistenza del presidente della White Star Bruce Ismay che non voleva danneggiare la reputazione della società navale, ordinò di non fermare la nave.
Capitano Edward Smith
Proseguire la navigazione fece sì che la nave imbarcasse molta più acqua e affondasse molte ore prima di quanto sarebbe accaduto se fosse stata ferma.
“Mio nonno definì criminale la decisione di cercare di mandare avanti il Titanic”, ha detto la Patten, aggiungendo: “La nave più vicina era a quattro ore di distanza. Se fossero stati fermi è probabile che il Titanic sarebbe restato a galla fino all’arrivo dei soccorsi”.
Michael McCaughan, un esperto di storia marittima che da 30 anni si occupa del Titanic, ha dichiarato al Guardian che non è la prima volta che un errore causato dai diversi sistemi di comunicazione tra vela e vapore viene menzionato.
“Certamente però, con l’avvicinarsi del centenario (il 15 aprile del 2012, ndr) si tratta di una storia interessante. E’ una nuova testimonianza che diventa pubblica e che darà origine a discussioni e dibattiti”, ha detto lo studioso.
Fonte: ANSA.it del 22 settembre, 2010