Durante l’intervista sul volo di ritorno da Dublino, al Papa è stato chiesto un giudizio sulla vicenda italiana della nave Diciotti e sul tema dell’immigrazione. «Accogliere lo straniero è un principio morale», ha ribadito il Pontefice. «Ma non si tratta di accogliere “alla belle étoile”, no, ma un accogliere ragionevole». Perciò occorre parlare «della prudenza dei popoli sul numero o sulle possibilità: un popolo che può accogliere ma non ha possibilità di integrare, meglio non accolga. Lì c’è il problema della prudenza. E credo che proprio questa sia la nota dolente del dialogo oggi nell’Unione Europea».
Salta così, una volta di più, l’immagine costruita da certi media di un Pontefice immigrazionista, schierato irrazionalmente per un’accoglienza selvaggia dei migranti. Non è la posizione della Chiesa. Il Papa ha anche citato la Svezia: «La Svezia è stata un modello. Ma, in quel momento, la Svezia incominciava ad avere difficoltà: non perché non avesse buona volontà, ma perché non aveva le possibilità di integrazione», di migranti. Giudizi in continuità con quanto aveva già detto tante altre volte. Ma avvertendo anche prudenza nel volerli rimandare indietro: «Ho visto in un filmato registrato di nascosto dove si vede ciò che succede a coloro che vengono rimandati indietro e che sono ripresi dai trafficanti. È doloroso: le donne e i bambini sono venduti, ma gli uomini ricevono le torture, le più sofisticate. Prima di rimandarli indietro, si deve pensare bene, bene, bene».
La situazione della Diciotti e della poco umana condizione dei 134 migranti eritrei a bordo da giorni si è sbloccata solo grazie alla disponibilità mostrata dalla Conferenza Episcopale Italiana che garantirà l’accoglienza a un centinaio di migranti. Una ventina, invece, saranno accolti dall’Albania, con la quale la Farnesina ha stretto un accordo. E altri 20-25 dall’Irlanda. Il ministro Salvini ha ringraziato i vescovi italiani ma è finitosotto inchiesta per sequestro di persona a scopo di coazione. Il portavoce della CEI, don Maffeis, ha dichiarato: «è stata una soluzione concordata con il ministero dell’Interno per sbloccare una situazione dolorosa ed insostenibile». In una recente indagine si è dimostrato che il 60% delle diocesi italiane ha aperto le porte all’accoglienza degli immigrati, facendo seguire atti concreti agli appelli.
Il Papa, nella medesima intervista, si è mostrato abbastanza informato della situazione italiana, rispondendo: «Il cardinale Gualtiero Bassetti ha seguito la vicenda dall’Irlanda, e il sotto-segretario don Ivan Maffeis, negoziava col ministro. Non so come sia stato il negoziato, credo che i migranti saranno accolti a Rocca di Papa, nella comunità del Mondo Migliore e che saranno più di cento».
A proposito di interventi papali, durante l’Incontro mondiale delle Famiglie si è parlato di centralità della famiglia nella vita cristiana, di perdono, di educazione, di evangelizzazione e di preghiera quotidiana all’interno del nucleo familiare. I media cattolici hanno ben ripreso tutti gli interventi e ad essi rimandiamo. In questo contesto segnaliamo solamente quelli relativi a tematiche sensibili, come quello della vita nascente, anche in considerazione del recente referendum irlandese vinto dalla cultura abortista. «La crescita di una “cultura dello scarto” materialistica», ha affermato il Pontefice incontrando il corpo diplomatico, «ci ha di fatto resi sempre più indifferenti ai poveri e ai membri più indifesi della famiglia umana, compresi i non nati, privati dello stesso diritto alla vita». Poche ore dopo, ha ribadito: «Il mondo ci dice di essere forti e indipendenti, curandosi poco di quanti sono soli o tristi, rifiutati o ammalati, non ancora nati o moribondi». E, in una terza occasione: «Quanto è sempre difficile perdonare quelli che ci feriscono! Che sfida è sempre quella di accogliere il migrante e lo straniero! Com’è doloroso sopportare la delusione, il rifiuto, il tradimento! Quanto è scomodo proteggere i diritti dei più fragili, dei non ancora nati o dei più anziani, che sembrano disturbare il nostro senso di libertà».
Francesco ha anche sottolineato che «anche nelle ore più buie dell’Irlanda», i cittadini «hanno trovato nella fede la sorgente di quel coraggio e di quell’impegno che sono indispensabili per forgiare un avvenire di libertà e dignità, giustizia e solidarietà. Il messaggio cristiano è stato parte integrante di tale esperienza e ha dato forma al linguaggio, al pensiero e alla cultura della gente di quest’isola». Inoltre, ha chiesto che il battesimo dei bambini avvenga il prima possibile, perché «nella famiglia si ha cura di ciascuno, perché Dio nostro Padre ci ha resi tutti suoi figli nel Battesimo. Ecco perché continuo a incoraggiare i genitori a far battezzare i figli appena possibile, perché diventino parte della grande famiglia di Dio. C’è bisogno di invitare ciascuno alla festa, anche il bambino piccolo! E per questo va battezzato presto. E c’è un’altra cosa: se il bambino da piccolo è battezzato, entra nel suo cuore lo Spirito Santo. Facciamo una comparazione: un bambino senza Battesimo, perché i genitori dicono: “No, quando sarà grande”, e un bambino con il Battesimo, con lo Spirito Santo dentro: questo è più forte, perché ha la forza di Dio dentro!». Ed, infine, ha ribaditol’importanza dell’insegnare il segno di croce ai più piccoli e il suo significato: «Voi insegnate ai bambini a fare il segno della croce? Sì o no? O insegnate a fare qualcosa così, che non si capisce cosa sia? E’ molto importante che i bambini da piccolini imparino a fare bene il segno della croce: è il primo Credo che imparano, il Credo nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. Questa sera, prima di andare a letto, voi genitori domandatevi: insegno ai miei figli a fare bene il segno della croce? Pensateci, è cosa vostra!».
Come si è già accennato, basta seguire serenamente la vita della Chiesa attraverso gli organi ufficiali per accorgersi di quanto sia falsa l’immagine che i media dipingono addosso a Francesco. Con la nascita di VaticanNews la comunicazione vaticana è decisamente migliorata e si è modernizzata ma forse andrebbe fatto di più per inibire questo fenomeno di idealizzazione sbagliata.
Essendo stata pubblicata l’intervista ufficiale e integrale al Papa sull’aereo, citiamo anche quanto il Pontefice ha detto riguardo alle accuse nei suoi confronti avanzate dall’ex nunzio Carlo Maria Viganò: «leggete voi, attentamente, il comunicato e fate voi il vostro giudizio. Io non dirò una parola su questo. Credo che il comunicato parla da sé stesso, e voi avete la capacità giornalistica sufficiente per trarre le conclusioni. E’ un atto di fiducia: quando sarà passato un po’ di tempo e voi avrete tratto le conclusioni, forse io parlerò. Ma vorrei che la vostra maturità professionale faccia questo lavoro: vi farà bene, davvero».
La redazione
Fonte: da uccr del 27agosto 2018