Questo capitolo è richiamato dal precedente, perché vi è citato l’antico porto lagunare di Ficana, che precedette il porto romano di Ostia. Come già fatto con la spiegazione del Ticino, mi servo delle descrizioni geografiche, per mostrare il perché di certe situazioni archeologiche, ed il perchè di altre descrizioni paesaggistiche che compariranno in quel “Viaggio in Etruria” che seguirà.
Quando parlo della osservazione attenta del territorio e del paesaggio, ripenso a come mio nonno mi faceva notare tutto ciò che ci circonda, nel corso delle passeggiate. Tutto ha una storia ed un perché, e lo scoprirlo apre il fascino di vedere le cose in un altro modo, consente di vedere anche ciò che non si vede, e ciò che è stato e non c’è più, perché nulla scompare veramente, ma si trasforma in un’altra cosa. Così ritengo utili queste divagazioni dalla storia ad altri argomenti, perché danno risposte a questo e quello, come io facevo da bambino, e suppongo debba farlo anche chi ama leggere queste cose. Tutto ciò che esiste ha delle motivazioni, e lo scoprirlo trasforma le curiosità del passato in previsioni per il futuro.
In questa ottica, questo capitolo pone l’argomento Delta dei Fiumi e Lagune Costiere, perché dominarono il paesaggio delle coste dell’Etruria, ed oggi dopo tremila anni, non ci sono più, perciò torna il discorso che, per poter capire un altro mondo, occorre immedesimarsi nella sua realtà, e dunque occorre ricostruire con l’immaginazione come fu il paesaggio dell’epoca.